La Lega: "Vagoni separati per gli extracomunitari"
"Gli stranieri non rispettano le regole delle convivenza civile"
TRENTO - Dopo aver visto ronde, richieste di impronte dei piedi, quartieri ghetto, ecco che il mosaico dell'intolleranza si completa con una nuova casella: l'apartheid ferroviario. E' quello proposto dai consiglieri provinciali di Trento della Lega Nord, Erminio Boso e Sergio Divina. I due, in un'interrogazione, chiedono la creazione di vagoni dei treni riservati agli immigrati extracomunitari, divisi da quelli per i pendolari italiani. Il motivo? "Far rispettare le normali regole di convivenza civile".
Pietra dello scandalo è il treno regionale delle 7.45, Verona-Bolzano. A sentire i due leghisti un "numero considerevole di extracomunitari che, senza premura per gli altri passeggeri, si accampano a dormire sui posti a sedere togliendosi scarpe e scarponi ed occupando in questo modo i sedili anche per gli altri viaggiatori". Un'invasione che penalizzerebbe gli italiani, che sarebbero così "ammassati" o resterebbero in piedi.
Che fare allora? Migliorare il servizio? Oppure, visto l'affollamento, aumentare i vagoni? Nulla di tutto questo. La Lega chiede alla Provincia di Trento di intervenire presso le autorità ferroviarie perché vengano allestiti "vagoni appositi per gli extracomunitari e vagoni appositi per i poveri italiani i quali, rispettando le normali regole civili, si siedono ed occupano un solo posto".
E visto che siano in tempo di Bossi-Fini, perché, chiedono i leghisti, non "controllare il percorso fatto quotidianamente dagli extracomunitari"? Perché non chiarire "le motivazioni della loro presenza in mumero così massiccio"? Perché non verificare che siano in regola con la legge Bossi-Fini e "fare rispettare i normali comportamenti civili"?
(17 gennaio 2003)