La notte del 31 gennaio ha inizio la celebrazione di Brigantia (chiamata
Imbolc dai Celti), che termina al tramonto del 1° di febbraio.
Pur non appartenendo ai tre Riti principali al tempo di Odhinn (3000/2500
a.C.), Brigantia ha assunto nel tempo un'indiscussa fama anche tra i popoli
del nord.
Fonti autorevoli indicano per tale celebrazione il nome della dea vergine
Bride (Sposa), la cui festa veniva celebrata nei paesi celtici con l'
accensione di falò sacri. Tale celebrazione fu poi assorbita dalla religione
cristiana che la trasformò nella festa della Purificazione della Beata
Vergine, conosciuta anche come Candelora.
Nella sostanza, la celebrazione sta ad indicare l'abbandono dell'aspetto
invernale della Dea (vestita di nero), mediante la purificazione di fuoco e
acqua, per vestire i panni bianchi del rinnovamento: la manifestazione della
vita e del sole che tornano dopo la morte apparente.
Nell'Asatru (Pratica Spirituale e Tradizionale del nord Europa), si tratta
della dea Birgit (da cui deriva appunto il nome di Brigantia) consorte di
Ullr, il dio arciere.
Tale celebrazione dunque, riguarda il rinnovamento della vita, il seme che
inizia a muoversi dopo essere "morto" dentro la Madre Terra. Gli Elementi
che più risaltano in Brigantia sono quelli del Fuoco e dell'Acqua (attinta
da sorgenti particolari), che si esprimono ritualmente come elementi di
Purificazione, Rinnovamento e Guarigione.
Brigantia annovera anche nel suo rituale la festa delle Luci, l'accensione
della "Corona di Luci" formata da 13 candele a cerchio, che ricordano le 13
lune piene.
Tale festa conosciuta con il nome cristiano di Candelora, viene chiamata in
tedesco "Lichtmesse", cioè "grande quantità di luci".
Fonte: www.laviadelnord.net