Pressing degli alleati. L'Udc: "Il 4 febbraio lo sconto di pena sarà approvato". Anche An verso il sì. Ma il Carroccio non arretra. L'Osservatore romano: "Il dibattito è ormai un'amara presa in giro dei carcerati".
ROMA -Nonostante lo scontro aperto fra Forza Italia e Lega abbia decretato ieri la morte dell'indulto e di ogni ipotesi di amnistia , l'Udc non demorde. E ora punta tutto sul cosiddetto indultino, quello che è pronto a tornare in aula per il redde rationem il prossimo 4 febbraio. Nel frattempo il partito azzurro conferma che sosterrà questa legge ordinaria che surroga l'indulto vero e proprio; Alleanza Nazionale annuncia invece che, pur contraria, non farà le barricate; e l'unica forza di maggioranza platealmente e inflessibilmente ostile ad ogni perdonismo resta dunque la Lega Nord.
E questo mentre l'Osservatore Romano sentenzia senza appello: "E' tramontata la speranza di un qualsivoglia intervento per alleviare la pesante situazione nelle carceri''. Il giornale Vaticano sottolinea infatti con amarezza come i "dissidi" tra forze politiche abbiamo ''vanificato'' tutti gli appelli'', in primis quello arrivato dal Pontefice, e come per i carcerati ormai il dibattito sia una ''amara presa in giro''.
Intanto, però, i centristi della Casa delle libertà (questa volta solidamente alleati con gli azzurri) sembrano decisi a non farsi mettere il sale sulla coda. Proclamano decisi che l'indultino s'ha da fare, e che è la soglia minima per dare seguito all'appello pronunciato dal Papa nella sua visita in Parlamento.
Così, affidano al loro battagliero capogruppo alla Camera una sorta di dichiarazione di guerra agli alleati più riottosi. ''Sono certo che il 4 febbraio Lega e Alleanza Nazionale non potranno più bloccare il Parlamento e il Parlamento approverà l'indultino. - tuona Luca Volonté - Ed escludo che la questione possa essere influenzata dal ministro della Giustizia Roberto Castelli. C'è solo il problema di presentare in Parlamento una riforma organica da parte non solo del governo ma anche della maggioranza che non può non comprendere la commissione di tangentopoli e il tema dell'amnistia e dell'indulto''.
Volontè è comunque tutt'altro che tenero con alcuni alleati. ''Adesso - aggiunge infatti - ci penseranno i giornali e le televisioni a raccontare la verità. E cioè che Lega e An hanno bloccato il Parlamento fino al febbraio sull'indultino. E che sono due partiti che interpretano quel provvedimento come un atto di debolezza; mentre invece è un atto di grande forza e di grande clemenza da parte dello Stato che è molto forte. Ognuno risponde delle proprie azioni: la Lega come lo scorso anno inizia le campagne elettorali amministrative nel mese di gennaio; noi preferiamo affrontare i problemi almeno durante tutto l'anno e non solamente alcuni mesi''.
Intanto anche il Presidente della Camera ostenta ottimismo implicito sull'indultino, anche se evita di prendere posizione in proposito. ''Il prossimo 4 febbraio - assicura infatti Pier Ferdinando Casini - sarà portato al voto finale della Camera il cosiddetto indultino. Io non posso influenzare le libere scelte del Parlamento che è sovrano. Ma i tempi sono certi. E' ovvio che il mio ruolo di garante si ferma qui. Qualsiasi atto diverso o ulteriore che io facessi sarebbe assolutamente improprio''.
Insomma la norma ordinaria che concede uno sconto di pena di tre anni in cambio di un quinquennio di buona condotta successivo sembra godere ormai di una forte, per quanto ancora teorica, maggioranza trasversale. Che si fa ancora più robusta nel momento in cui An fa capire che non farà una guerra senza quartiere al provvedimento in questione.
"Sull'indultino An non farà le barricate e sarà rispettosa del voto altrui - anticipa Ignazio La Russa - Ma siamo comunque soddisfatti perché sono definitivamente tramontate le ipotesi di indulto e amnistia". Poi minimizza le divergenze interne alla coalizione di governo: ''Noi e la Lega abbiano sempre detto di essere contrari ai provvedimenti di clemenza, mentre altre forze della maggioranza erano favorevoli. Quindi non c'è nessuna lite con le forze che legittimamente vogliono indultino''.
Chi invece rimane tetragono sulle proprie posizioni è sicuramente il Carroccio. E anche oggi Alessandro Cè lo ribadisce con inequivocabile chiarezza. "La Lega - dichiara il capogruppo a Montecitorio del partito di Umberto Bossi - ha fatto la scelta giusta, perché il programma elettorale della Cdl non prevedeva provvedimenti di clemenza generalizzata. Certo la Cdl è oggi meno compatta, ma non credo che questo indebolirà tanto la coalizione alle amministrative, quanto quelle forze, Fi e Udc, che hanno sostenuto questi provvedimenti che non sono apprezzati dagli elettori. Ma questi sono problemi loro...''.
(23 GENNAIO 2003; ORE 11:06, aggiornato alle 13:45)