Intervistato da Vespa per Panorama, il senatùr si dice sicuro che alla fine la Cdl "troverà la quadra". Ma non molla il braccio di ferro con Forza Italia per il Friuli. Volontè: "No ai patti che escludono l'Udc".


ROMA - La cena di lunedì sera con il premier ad Arcore non deve aver placato le sue velleità bellicose. Bossi si fa tetragono quando parla delle prossime amministrative e dell'intenzione della Lega di andare da sola al primo turno, come chi a ricevuto grandi rassicurazioni ma non ha alcuna intenzione di deporre definitivamente l'ascia di guerra.

Intervistato da Bruno Vespa per il numero di Panorama in edicola domani, il senatùr dichiara infatti: "Sono certo che sulle candidature troveremo la quadra". Salvo poi chiarire: "Intendiamoci: gli accordi con il Polo sono per le regionali e le politiche. Le elezioni locali sono un'altra cosa e si sa che la Lega se va da sola prende più voti''.

Come a dire che il Carroccio è pronto a smussare certi angoli spigolosi in cambio, come più volte ribadito, di un avanti tutta della coalizione sulla devolution e sul suo varo giusto in tempo per farne vessillo al voto di primavera. Ma, restano alcuni ma. Perché ci sono dei casi particolari, come le regionali in Friuli o le comunali a Treviso, che potrebbero rendere opportuna, nella logica del recupero del consenso elettorale, la decisione della Lega di andare sola.

Ed è soprattutto sul nodo Friuli che il leader della Lega sembra non voler arretare di un passo tanto da continuare a caldeggiare il nome di Alessandra Guerra contro quello del candidato azzurro Tondo. "Forza Italia non si è comportata correttamente, mettendo in giro i manifesti con Tondo, che si è pronunciato pubblicamente contro la devoluzione. E poi - aggiunge - FI non può pretendere di prendersi tutti i presidenti di Regione del Nord lasciando agli altri il ruolo di portaborse".

Sullo sfondo, però, resta non soltanto il richiamo alla compattezza di coalizione del premier e di Claudio Scajola, responsabile della macchina elettorale di Forza Italia, ma anche quella sorta di sfida lanciata e raccolta a distanza tra Lega e Udc che potrebbero decidere di utilizzare il test di primavera per andare alla conta.

E nonostante il segretario dei centristi abbia frenato ad esempio sulla possibilità che l'Udc opponga un proprio candidato alla provincia di Roma, dove il centrodestra è pronto a ripresentare Silvano Moffa di An, è chiaro che nel partito i proclami della Lega non vengo digeriti con molta facilità. A ribadirlo, ancora una volta, e il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volntè. "Non è una cosa molto bella - dice parlando oggi a Spoleto - avere letto le candidature espresse da An e Lega in vista delle amministrative come di un patto ad excludendum nei confronti dell'Udc''.

"Certamente è stato un errore di valutazione'' ribadisce il braccio destro di Follini, che sottolinea come nella coalizione di maggioranza serva "maggiore collegialità". "Spero che torni un clima più sereno nella Cdl dopo il vertice delle prossime settimane".

(23 GENNAIO 2003; ORE 14:05)