Al Conte di Cavour, sul Mezzogiorno d'Italia

Roma, 20 luglio 1858.

Dal Duca Gramont di Salmour al Conte Camillo Benso di Cavour.

"Del resto siate sicuro che se non sarete in guerra con gli altri Stati dell'Italia Meridionale, non sarete mai amici e neanche alleati sinceri. E ciò non è affatto a causa della differenza radicale dei costumi, del carattere, della mentalità, delle consuetudini,di tutto: in una parola. Questa differenza, tutta a Vostro vantaggio, è certamente una delle più notevoli che esistano in Europa, e la Razza sia degli Stati Romani che di Napoli è più lontana dal tipo Piemontese di quanto non siate Voi dallo Svedese, dall'Inglese e perfino dal Lappone. Chiamiamo le cose col loro nome: non c'è razza umana più imbastardita nel morale, più avvilita, più depravata di questa. E' letteralmente incapace di alcunché di buono se non di mentire su se stessa ed usare il suo notevole intelletto naturale a mascherare la realtà del suo carattere. Nulla potrebbe accadere di più infausto al Piemonte che di aprire agli Italiani del Mezzogiorno (Sud) le porte del suo Parlamento e della sua Amministrazione, poiché con loro entrerebbero immancabilmente la venalità, la codardia, l'impostura e la concussione. Tutto ciò che è insito nel sangue di tutte le classi è la causa di ogni male. Nessuno osserva la legge, qualunque sia: dura o clemente. Il despotismo è la regola per tutti.Non accusatene il Governo, sarebbe ingiusto, poiché non potrebbe agire altrimenti senza contravvenire alle usanze. D'altronde non gli si obbedisce e non obbedisce, e poi coloro che governano sono dello stesso sangue dei governati e tutti si capiscono. Alcuni oppositori dicono che fuori di Roma nelle legazioni è un'altra razza. Vi ho creduto dapprima, ma mi sono profondamente ricreduto. Sono altrettanto vili, incapaci, un po' più corrotti, ecco tutto.Questa razza, ricordate ciò che Vi dico, sarà il flagello d'Italia e chiunque sogni per il Nord delle province italiane un avvenire nazionale deve ricacciare col piede questi ateniesi servili, artisti mancati, avvocati ciarlieri, strilloni da caffè, soldati di pane pepato che non meritano di essere raffrontati agli ardimentosi Piemontesi. Non perdete più tempo ad occuparvi di loro, credetemi, essi hanno la cancrena che si propaga. Solo il tempo, con l'industria, potrà cambiare questa natura bastarda e trascinarli al seguito degli altri Popoli, al seguito del Piemonte forse, e allora il loro governo che è carne della loro carne e ossa delle loro ossa muterà con loro. Più lo osservo e più ne sono certo.Ma ho detto abbastanza su questo Popolo: io lo disprezzo".

Nota: (da Carteggio Cavour-Salmour, a cura della Commissione Reale Editrice dei Carteggi Cavouriani, Editore Zanichelli, Bologna, 1936- ).