«Io, seguace di Fini e di Allah»
E' la storia che cambia pagina. E' ciò che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile e che i più avrebbero etichettato come un'eresia: un extracomunitario, del Marocco, diventa dirigente di Alleanza Nazionale e si conquista la simpatia di un intero paese. A Minerbio gli esponenti locali del partito di Fini saranno ricordati anche per questo ennesimo tabù sfatato. Forse non sarà un record assoluto, quello di Hassan Bendoudouh. Di certo contribuisce a sciogliere come neve al sole il miraggio della destra nemica degli immigrati, che contrasta l'integrazione razziale e ostacola l'inserimento degli stranieri.
Hassan ha 37 anni e professa la religione islamica. Vive a Minerbio dal 1986, lavora come programmatore elettronico ed è prossimo alla laurea. In M arocco s'è diplomato in un istituto italiano di ragioneria. Parla correttamente cinque lingue: oltre all'arabo e all'italiano, inglese, francese e spagnolo. Nel suo Paese ha lavorato alcuni anni come interprete per lo Stato. Ma quello per l'Italia fu amore a prima vista. Oggi è responsabile del settore immigrazione del circolo minerbiese e recentemente, insieme al presidente Riccardo Evangelisti e al consigliere comunale Felicino Salis, ha organizzato un banchetto per raccogliere firme a favore della Bossi-Fini.
Hassan, com'è scoccata la scintilla per il Belpaese e per AN?
«E' un partito verso il quale ho sempre nutrito una grossa simpatia, sin da quando cominciai a distribuire volantini per l'allora MSI. Arrivai a Bologna nell''86 e cercavo casa. Contattai una famiglia di Minerbio, quella presso la quale abito tuttora, che senza porsi troppi problemi, senza guardare al colore della pelle, mi accolse a braccia aperte. I Trazzi, che so no persone di destra, mi hanno sempre aiutato, sia economicamente sia ad inserirmi nella società. A loro debbo molto e adesso sono la mia seconda famiglia».
Si può essere seguaci di Allah e allo stesso tempo di Fini?
«La religione islamica è di destra, perché prende in grande considerazione i valori della famiglia, la correttezza verso i genitori, gli amici, e detta le regole del rispetto reciproco, del rispetto verso tutte le persone e verso la natura. E inoltre, chi sbaglia paga, ma paga davvero…».
E invece la sinistra?
«Oltre ai quotidiani italiani leggo molto la stampa straniera. Vedo che dappertutto la sinistra è una fabbrica di parole e promesse, che puntualmente non vengono mantenute».
Vuol dire che la legge Turco Napolitano faceva acqua?
«I permessi di soggiorno diventavano permessi a delinquere. Invece, quando si fa entrare uno stranier o in Italia, oltre a un lavoro bisogna trovargli una casa. Con la Bossi-Fini questo problema, assieme a quello del lavoro nero, viene superato. Ho visto molti imprenditori che con fierezza mostravano gli alloggi destinati agli immigrati, che in questo modo acquisiscono dei diritti ma anche dei doveri».
La carriera politica l'affascina?
«Sento che potrei fare qualcosa per la mia gente. Molti extracomunitari hanno paura della destra, «i fascisti», ma solo per ignoranza e sentito dire. Ma quali fascisti! Dicevano anche che con la destra al governo ci avrebbero cacciati via tutti. Non mi sembra sia andata così. Non per questo voglio demonizzare la sinistra: anche lì ci sono persone con buone idee».
Qual è la differenza fra Italia e Marocco?
«Nel mio Paese, dove c'è una monarchia costituzionale, non esiste la politica attiva, che parte dalla base. I partiti sono solo simboli. Il re, per eredità, riveste i poter i di capo religioso, militare e politico. Io, però, stavo bene anche là, in Marocco, dove torno ogni due anni a trovare la mia famiglia».
di Lorenzo Priviato
( Il Resto del Carlino 16 gennaio )