Lazio-Reggina: agente colpito da un sasso e un’auto bruciata da un fumogeno

Una macchina in fiamme, una vigilessa sfiorata da una pietra, un collega colpito al suo posto in piena schiena: cinque giorni di prognosi e una rabbia che sarà difficile contenere. Le pattuglie della Municipale in servizio ieri nella zona dell’Olimpico hanno "incassato" un’altra giornata da dimenticare. Per la seconda domenica consecutiva, gli agenti, difesi solo dalle loro divise, sono stati coinvolti negli scontri tra un gruppo di teppisti e la polizia. «Qui si continua a mandare la gente allo sbaraglio — dice Roberto Pardo, il ferito — C’è un crescendo di episodi contro di noi, perché tutti sanno che siamo deboli e senza armi. Prima o poi, vedrete, succede la tragedia e poi vorrò sentire cosa dicono in Comune».
I Vigili Urbani da ieri pomeriggio sono letteralmente "in tumulto". L’Arvu, la più grande associazione di categoria, minaccia di «consegnarsi nella sede del Comando e riconsegnare le divise». L’Ospol, il sindacato più agguerrito, questa mattina incontra il Questore di Roma, Nicola Cavaliere. Ma l’obbiettivo è altrove. Una delegazione oggi chiederà un incontro al sindaco. «Credo che riceverci sia un atto dovuto — dice Gabriele Di Bella, segretario romano dell’organizzazione — Se anche da Veltroni ci dovesse chiudere la porta in faccia, non ci resterà che una strada: lo sciopero».
I nuovi episodi di violenza sono in pratica una replica di quelli della scorsa settimana. Ieri, per la cronaca, si giocava Lazio-Reggina. Alcune pattuglie della Municipale si trovavano nella zona della Farnesina per dirigere il traffico. Quando è arrivato un pullman di tifosi calabresi, è partita, da un gruppo di teppisti all’esterno della Curva Nord, una sassaiola. Alla pattuglia del vigile Pardo, 43 anni, del Git (Gruppo Intervento Traffico), è stato ordinato di spostarsi. «Sembrava tutto finito — racconta l’agente — Una collega, seduta sul retro della nostra Punto era appena scesa quando un sampietrino enorme ha sfondato il vetro posteriore. Se fosse stata lì, l’avrebbe presa alla nuca. Invece la pietra, entrata come un missile nella macchina, ha colpito me alla schiena».
Pardo poco dopo è stato medicato al Santo Spirito. Da un altro gruppo di estremisti, intanto, partivano alcuni fumogeni. Uno è finito all’interno di un’altra vettura della Municipale. La tappezzeria ha preso fuoco. I vigili hanno cercato di spegnere le fiamme con un estintore. Ma non c’è stato niente da fare. La vettura, alla fine, era uno scheletro di lamiera. «Non ne possiamo più — protesta Mauro Cordova, presidente dell’Arvu — Stiamo diventando carne da macello. Il sindaco deve intervenire. Vogliamo la sicurezza che hanno tutti i lavoratori. Invece ci ignorano. Cosa dobbiamo fare, per farci sentire? Indossare, nella zona dello stadio, le corazze da antichi romani?».
Lo scontro tra gli uomini della Municipale e il Campidoglio è ormai a viso aperto. Da anni, alcuni sindacati, Ospol in testa, chiedono «per i vigili gli armamenti (sfollagente e pistole) che sono in dotazione ai nostri colleghi in moltissime città italiane». Da mesi, una parte dei sindacati, insieme ad alcuni gruppi di zona, contestano l’operato dell’assessore comunale alla Sicurezza, Liliana Ferraro, e ne chiedono le dimissioni. Il Corpo attende l’approvazione di un nuovo regolamento e il bollettino di guerra dell’Olimpico, domenica dopo domenica, rende di fatto «non più rinviabile» una decisione.
«Ormai siamo all’emergenza — dice Gabriele Di Bella — Il sindaco deve rendersi conto che occorre una soluzione politica. Quello che chiediamo è che venga applicata la Legge. Non si capisce perché la Polizia Municipale di Roma non debba avere gli armamenti che ha quella di Bologna e di Napoli. Il comandante del Corpo, Aldo Zanetti, viene proprio da Bologna. I vigili lì hanno pistola e sfollagente. Quale è la differenza tra noi e loro? Qualcuno ce lo dica, perché così non si può andare avanti».