Risposta del movimento delle e dei disobbedienti alla messa fuori legge dichiarata dal ministro degli interni del governo della repubblica
Il Movimento delle e dei Disobbedienti prende atto delle espressioni e delle indicazioni scelte dal ministro degli Interni, on. Beppe Pisanu, nella sua audizione di ieri alla Camera sul tema "terrorismo interno ed internazionale", riguardo a quella che definisce "una vasta area di illegalità politica diffusa".
Il ministro, infatti, parla di "individui e gruppi organizzati" che avrebbero "comunque scelto la violenza, ancorché minore, come metodo di lotta politica" e aggiunge che potrebbe stabilirsi "in prospettiva" una "interrelazione" tra tale area e "quella terroristico-eversiva, così come avvenne in passato, allorché le frange più estreme dell'Autonomia Operaia diedero vita al fenomeno cosiddetto del 'terrorismo diffuso', che si poneva in posizione dialettica rispetto al 'terrorismo selettivo' delle Brigate Rosse".
Il ministro dedica un intero capitolo della sua relazione a questa "illegalità politica diffusa", ed anzi ne fa insieme al terrorismo l'oggetto principale d'attenzione per il Parlamento.
Quest'area, secondo Pisanu, è composta da "fenomeni trasversali" che "possono spianare la strada a forme ben più gravi di violenza". E il ministro vi ascrive così, indifferentemente, gli atti di aggressione razzista dei "militanti" della formazione neofascista e neonazista Forza Nuova, azioni della "estrema sinistra gravitante nell'area della 'Autonomia di classe'" e quelli che definisce "episodi di analoga natura verificatisi nei mesi passati e direttamente ascrivibili al cosiddetto movimento dei 'Disobbedienti'": ossia ad uno dei movimenti più riconosciuti e cospicui tra quelli attivi contro il neoliberismo e la guerra e che hanno dato vita al Forum Sociale Europeo di Firenze ed all'enorme, determinata e pacifica manifestazione del 9 novembre scorso. Quel corteo con cui un milione di cittadine e cittadini italiani ed europei risposero alla campagna terroristica ed intimidatoria del medesimo ministro Pisanu, che persino aveva minacciato di non autorizzarlo.
Pisanu elenca: l'azione di disobbedienza alle leggi razziste e "smontaggio" svolta al centro-lager per migranti di via Mattei a Bologna del 25 gennaio 2002, l'azione di disobbedienza alla guerra ed occupazione simbolica del Consolato Onorario di Gran Bretagna a Venezia - attribuendola ad "aderenti ai Centri Sociali 'Rivolta' di Marghera e 'Pedro-Radio Sherwood' di Padova - , l'azione di disobbedienza all'attacco ai diritti del lavoro e picchettaggio di Telestampa Sud di Vitula n o presso Benevento contro la diffusione crumira dei quotidinai 'Libero' e 'Giornale', nella notte seguente allo sciopero generale dell'informazione del 20 ottobre - attribuita questa a "militanti del Centro Sociale 'Laboratorio Occupato Ska'" di Napoli - .
Azioni, tutte, che rivendichiamo con orgoglio, che sono state condivise dall'intero Movimento delle e dei Disobbedienti e richiamate dai movimenti delle e dei migranti, pacifisti e di generalizzazione degli scioperi come legittime ed esemplari nel quadro di grandi e unitarie campagne di mobilitazione.
Il ministro risponde ora che tali azioni sono "eversive", per quanto di "eversione a bassa intensità": e così non solo invoca repressione nei confronti di chi le ha realizzate, ma criminalizza e ammonisce quante e quanti le hanno condivise, ossia la moltitudine del movimento dei movimenti che se ne è nutrita insieme alle altre pratiche riconosciute.
D'un colpo, soprattutto, il ministro dichiara adesso il Movimento delle e dei Disobbedienti fenomeno di "illegalità politica", contro il quale invoca "il ruolo dell'Autorità Giudiziaria al fine di assicurare una tempestiva, rigorosa e, soprattutto, uniforme applicazione della legge, che consenta di punire in modo adeguato tutti coloro che si rendono responsabili di qualsiasi atto illegale": un evidente richiamo alle diverse magistrature che hanno scelto differenti strade, da Cosenza a Genova a Napoli a Padova, per perseguire e reprimere il percorso della disobbedienza civile e sociale. Un percorso che innerva l'insieme delle scelte del movimento dei movimenti sin dalle giornate del G8 del luglio 2001 e fino al terzo Forum Sociale Mondiale appena concluso a Porto Alegre.
Il Movimento delle e dei Disobbedienti ne prende atto: sapremo sostenere anche questa sfida, dal momento che non non solo non intendiamo recedere dai comportamenti di disobbedienza fin qui sperimentati, ma ci s t iamo attrezzando per potenziarli e moltiplicarli quando si tratterà di provare a fermare concretamente la macchina della prossima guerra annunciata e la partecipazione ad essa del nostro Paese.
Il Movimento delle e dei Disobbedienti, infatti, è nato per condividere le pratiche di rifiuto delle leggi e delle norme ingiuste di fronte a quelle superiori dell'umanità. Disobbediremo ancora e sempre di più alla violazione della Costituzione della Repubblica e della Carta dei diritti dell'uomo. Anche sapendo, da ieri, che questo governo intende per ciò metterci fuori legge.
Sta ora ad ogni cittadina e cittadino democratico scegliere di opporsi al nostro fianco e in tutte le forme civili concepibili a chi alimenta il terrorismo delle bombe dei potenti e quello speculare dei fondamentalismi, a chi per questo intende reprimere selvaggiamente e preventivamente ogni comportamento di opposizione concreta ed, infine, a chi rispolvera i teoremi degli anni '70, compreso quello degli 'opposti estremismi', per poter più comodamente ignorare la coscienza dell'80 per cento degli italiani.
Disobbedire al governo di guerra militare, economica e sociale!
Fermare la guerra globale permanente!
Ribellarsi al dominio dei potenti e della morte!
Obbedire alle leggi dell'umanità!
Da ogni luogo, Italia, Europa, Pianeta Terra
28 Gennaio 2003, Anno Secondo della Guerra Globale Permanente
L'Agenzia di Comunicazione Disobbediente per
IL MOVIMENTO DELLE E DEI DISOBBEDIENTI
IILEGALE E RIBELLE
www.disobbedienti.org