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    Predefinito L'enigma di William Shakespeare

    L'ENIGMA DI WILLIAM SHAKESPEARE
    di Auriemma Aniello

    William Shakespeare e' generalmente riconosciuto come il migliore autore di opere teatrali. La New Encyclopedia Britannica dice che e' "considerato da molti il massimo drammaturgo di tutti i tempi. Oggi i suoi drammi ... sono quelli rappresentati piu' spesso e in piu' paesi". Sono stati tradotti in 70 lingue. Vi ricorda qualcosa "Shakespeare in love"? questo film, non fa altro che sostenere le affermazioni pocanzi citate.
    A proposito della paternita' della gran quantita' di opere che gli sono attribuite, la World Book Enciclopedia dice: "Nessun importante studioso di Shakespeare dubita che sia lui l'autore dei drammi e delle poesie". Altri pero, sono di parere contrario. Perche' questa divergenza di opinioni?

    Nato a Stratford-on-Avon nel 1564 , Shakespeare vi mori' nel 1616, a 52 anni. Su di lui sono stati scritti un infinita' di libri - molti dopo anni di pazienti ricerche - nel tentativo di risolvere un unico fondamentale, imbarazzante quesito: William Shakespeare scrisse le opere che portano il suo nome?


    Problemi fondamentali

    I drammi di Shakespeare rivelano una straordinaria esperienza secolare. Aveva ad esempio una buona conoscenza della legge, e fece largo uso di termini e precedenti legali. Nel 1860 John Bucknill scriveva di lui dicendo che conosceva a fondo la medicina.(Medical Knowledge of Shakespeare) Lo stesso di puo' dire delle sue nozioni di caccia, falconeria e altri sport, come pure dell'etichetta di corte. Lo storico John Michell dice che era "lo scrittore che sapeva tutto".

    Nei drammi di Shakesperare si parla in cinque occasioni di naufragi, e l'uso di termini nautici fa pensare che lo scrittore fosse un esperto marinaio. Ma Shakesperare aveva viaggiato all'estero? Aveva servito nella marina? Ebbe una parte nella sconfitta dell'invincibile Armata spagnola nel 1588? Una qualsiasi di queste cose avvalorerebbe la paternita' di Shakespeare, ma non esistono prove al rigardo. La situazione e' simile in quanto alla padronanza di questioni militari e del linguaggio dei soldati di fanteria.

    Le citazioni bibliche hanno una parte importante nelle sue opere. Potrebbe averle imparate dalla madre, ma non ci sono prove che lei sapessi leggere. La conoscenza della bibbia introduce il problema dell'istruzione di Shakespeare.


    Uomo di lettere?

    Il padre di William , John, era un guantaio, commerciava in lana e forse faceva il macellaio. Era un cittadino rispettato, anche se illetterato. Non esistono registri degli alunni della scuola secondaria di Stratford, ma oggi quasi tutte le fonti autorevoli ritengono che che il giovane William l'abbia frequentata. Il drammaturgo Ben Jonson, amico di William, gli attribuiva "poca conoscenza del latino e meno del greco", forse ad indicare che la sua istruzione era rudimentale.

    Eppure lo scrittore dei drammi aveva un ottima conoscenza dei classici greci e latini, oltre alla letteratura -e forse della lingua- francese, italiana e spagnola. Aveva inoltre un vocabolario ricchissimo. Oggi un cittadino istruito raramente utilizza nella conversazione piu' di 4.000 vocaboli. John Milton, poeta inglese del XVII secolo, ne uso' circa 8.000 nelle sue opere, ma una fonte autorevole ne attribuisce a Shakespeare ben 21.000!


    Libri e manoscritti

    Tutti i possedimenti di Shakespeare sono elencati con cura nel suo testamento (1) di tre pagine, ma in esso non vi e' alcuna menzione ne' di libri ne' di manoscritti! Vennero forse lasciati a Susanna la figli maggiore? In tal caso sarebbero stati senz'altro divisi fra i discendenti di lei. Incuriosito da questo mistero, un religioso del XVIII secolo controllo' tutte le biblioteche private nel raggio di 80 chilometri da Stratford-on-Avon senza trovare un solo volume che fosse appartenuto a Shakespeare.

    I manoscritti dei drammi costituiscono un problema ancora maggiore: non risulta che sia stato preservato nessuno degli originali. Trentasei drammi furono pubblicati nel primo in-folio del 1623, sette anni dopo la morte di Shakespeare. Durante la sua vita comparvero diverse edizioni non autorizzate, ma Shakespeare, astuto uomo d'affari, non uso' vie legali per impedirne la pubblicazione.


    Londra e la fama

    Le compagnie di attori itineranti erano una caratteristica dell'epoca elisabettiana e nel 1587 alcune si fermarono a Stratford-on-Avon. Se Shakespeare si fosse unito a loro, sarebbe arrivato a Londra nell'autunno di quell'anno. Sappiamo che entro' a far parte della principale compagnia teatrale di Londra: i Chamberlain's Men. Dopo il trasferimento nella capitale la sua sorte cambio'. Con gli anni acquisto' proprieta' a Londra e a Stratford-on-Avon. Purtroppo non c'e' alcuna chiara testimonianza della sua attivita' dal 1583 al 1592: gli importanti "anni mancanti".

    Il teatro Globe fu costruito a Southwark nel 1599. Prima di allora drammi con il nome di Shakespeare erano noti a Londra, cio' nonostante non divento' mai famoso. Alla sua morte non ci fu un funerale imponente come per gli altri drammaturghi, quali Ben Jonson, e Francis Beaumont, che furono entrambi sepolti con una cerimonia sontuosa nell'abbazia di West-minster a Londra.


    Possibili candidati

    Il nome Shakespeare fu forse utilizzato invece al posto del nome del vero autore, o addirittura dei vari autori? Sono stati fatti piu' di 60 nomi, fra cui quello del drammaturgo Christopher Marlowe (2) e di personaggi impensati quali il cardinale Wolsey, sir Walter Raleigh e persino la regina Elisabetta I. Quali di queste ipotesi merita maggior credito?

    Il primo candidato e' Francesco Bacone, che studio' all'universita' di Cambridge. Di tre anni maggiore di Shakespeare, divento' un noto avvocato e funzionario di corte nonche' autore di molte opere letterarie. L'idea di attribuire a Francesco Bacone le opere di Shakespeare fu avanzata per la prima volta nel 1769, ma venne ignorata per quasi 80 anni. Nel 1885 si formo' un associazione per promuovere questa causa, e furono presentate molte prove. Per esempio, Bacone visse una trentina di chilometri a nord di Londra, vicino a Saint Albans, cittadina menzionata 15 volte nelle opere di Shakespeare, mentre il suo paese natale, Stratford-on-Avon, non e' menzionato mai.

    Roger Manners, quinto conte di Rutland, e William Stanley, sesto conte di Derby, hanno entrambi i loro sostenitori. Erano uomini colti e avevano una vasta esperienza della vita di corte. Ma perche' sia l'uno che l'altro avrebbero nascosto la propria opera? Il prof. Pierre S. PorohovShikov, battendosi nel 1939 a favore del conte Rutland, disse: "I suoi primi scritti furono stampati anonimi, gli altri sotto uno pseudonimo semplicemente perche' era disdicevole che un nobiluomo scrivesse per i comuni teatri".

    Alcuni hanno avanzato l'ipotesi che i drammi di Shakespeare fossero opera di un consorzio di scrittori, ciascuno dei quali dava il suo contributo. Oppure Shakespeare, essendo un attore provetto, avrebbe curato l'edizione e la messa in scena di drammi altrui? Di lui si diceva che mai 'cancellasse un rigo' dei sui manoscritti. Questo poteva avvenire solamente se curava l'edizione, apportando piccole modifiche a opere di altri autori che gli venivano sottoposte.

    Qual'e' la ragione principale per cui alcuni dubitavano che Shakespeare fosse l'autore? La Worl Book Encyclopedia osserva che la gente "rifiutava di credere che un attore di Stratford-on-Avon potesse averli scritti. L'origine campagnola di Shakespeare non corrispondeva all'immagine del genio che scrisse i drammi". E aggiunge che quasi tutti gli altri autori proposti "appartenevano alla nobilta' o alle classi alte". Quindi molti di coloro che mettevano in dubbio che Shakespeare ne fosse l'autore ritengono che "solo un uomo istruito, raffinato, di condizione sociale superiore poteva aver scritto i drammi". Ma, come si e' gia' detto in questo articolo, molti studiosi importanti sono convinti che li abbia scritti Shakespeare.

    Questo controversia si risolvera' presto? Probabilmente no. A meno che non vengano alla luce nuove prove sotto forma di manoscritti originali o fatti che colmino gli anni mancanti, William Shakespeare, "questo massimo genio della letteratura", rimarra' un enigma affascinante.



    (1) Istruzione e nome.
    Puo' darsi che William Shakespeare abbia apposto sei volte la firma su quattro documenti che ci sono pervenuti. Il nome e' leggibile solo in parte e l'ortografia e' diversa. Alcune fonti autorevoli avanzano l'ipotesi che degli avvocati abbiano firmato per lui il suo testamento, cosa che secondo alcuni pone la delicata domanda: William Shakespeare sapeva scrivere? Non esistono manoscritti scritti di suo pugno. La filgia Susanna era in grado di fare la firma, ma non ci sono prove che sapesse fare di piu'. L'altra figlia, Judit, che era molto legata al padre, firmava con una croce. Era analfabeta. Nessuno sa perche' Shakespeare non fece in modo che i suoi figli godessero degli inestimabili benefici dell'istruzione.

    (2) Christopher Marlowe.
    Nei primi drammi shakespeariani e' evidente l'influenza di Christopher Marlowe, ma questi mori' a Londra nel 1593 a soli 29 anni. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che il suo presunto assassinio durante una rissa in una taverna fosse una messa in scena e che lui fosse andato in Italia, dove avrebbe continuato a scrivere. Non esiste nessuna testimonianza del suo funerale ne' della sua sepoltura.

    Dal sito http://www.desiderium.com/

  2. #2
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    Predefinito

    anche qui, tentando interpretazioni di un testo, come per la Bibbia, il lettore genera un transfert fra se stesso, le sue credenze, la sua cultura, ed il testo scritto, ovvero proietta nell'opera letteraria ciò che in realtà pensa lui e solo lui.

  3. #3
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    Predefinito Le quattro firme di Shakespeare



    1611: Willi Shak



    1613:William Shakspe



    1613:Wm Shakspi



    dal testamento del 1616; si legge "By me William Shaksp(??)?r?"

  4. #4
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    Predefinito

    SHAKESPEARE SICILIANO?

    L'ipotesi, remota ma suggestiva, è suggerita dal professore ragusano Martino Iuvara e ripresa dopo di lui da altri studiosi, italiani e stranieri: secondo Iuvara, Shakespeare sarebbe siciliano. La tesi era già stata avanzata da letterati come Santi Palladino che, nel volumetto di un calvinista di nome Michelangelo Florio, scoprì (1925) dei proverbi che si ritrovano nell'Amleto.

    Michelangelo Florio, figlio del medico siciliano Giovanni Florio e della nobildonna Guglielma Crollalanza, di religione calvinista, trascorse la sua vita sfuggendo alle persecuzioni religiose: visse a Palermo, alle Eolie, a Messina, Venezia, Verona e infine in Inghilterra, nelle città di Stratford e Londra.

    Autore di commedie e tragedie, dimostrò di conoscere molto bene la lingua e il teatro italiani: secondo Iuvara, nessuno sarebbe stato in grado di scrivere del "bel paese" con tale esattezza senza esserne nativo. E diversi suoi drammi (15 su 37) si svolgono in Italia, nel Veneto in particolare.

    Molte opere di Florio, scritte in messinese e in italiano, sembrerebbero le versioni originali di altre opere ben più note attribuite a Shakespeare come, ad esempio, un gioco in dialetto siciliano, "Troppu trafficu pì nnenti", titolo che richiama palesemente la nota opera shakespeariana "Troppo rumore per nulla". Pare inoltre che, a Venezia con la famiglia, egli fosse stato testimone dell'omicidio di una donna commesso dal marito, moro, a causa della sua folle gelosia. Ispirandosi alla vicenda, Florio avrebbe poi scritto una tragedia, così come Shakespeare scrisse l'Otello. Si dice anche che il giovane Michelangelo si fosse innamorato di una tal Giulietta, figlia di un conte milanese. La relazione tra i due sarebbe stata ostacolata dalla famiglia di lei per motivi religiosi, cosicché Giulietta, straziata dal dolore, si tolse la vita.

    Perennemente in fuga, Florio si trovò a vivere a Stratford, in Inghilterra, ospite di un oste ubriacone, forse parente della madre, che affettuosamente prese a chiamarlo William in ricordo del compianto figlio. A questo punto bastava tradurre in inglese il cognome della madre (da "Crollalanza" o "scrolla la lancia" in "shake the speare" o "shake speare") ed ecco il nuovo cognome: Shakespeare.
    E così, da eretico fuggiasco, Florio sarebbe diventato il grande commediografo e tragediografo che oggi conosciamo come William Shakespeare, non più perseguibile, ma costretto a tenere segrete origini e identità.

    Liberamente tratto da La Stampa Web


  5. #5
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    Predefinito Qualche considerazione sull’ipotesi di Iuvara

    Venuto improvvisamente dal nulla e impostosi prepotentemente alla ribalta come attore e drammaturgo, Shakespeare genera presto curiosità e scalpore ma, stranamente, dal 1603 il suo nome non figura più negli elenchi degli attori. Intorno al 1613 smette di scrivere per il teatro, il 23 Aprile 1616 muore. Purtroppo non c’è alcuna chiara testimonianza della sua attività dal 1583 al 1592: gli importanti “anni mancanti”.

    Altre singolari circostanze:

    * Non esistono registri degli alunni della scuola secondaria di Stratford in cui appaia il nome di William Shakespeare.

    * E' risaputo che, a Londra, Shakespeare frequentasse un club elitario, dove però non figura registrato tra i soci, mentre risulta iscritto Michelangelo Florio.

    * Nei drammi di Shakesperare si parla in cinque occasioni di naufragi, e l’uso appropriato di termini nautici fa pensare che lo scrittore fosse un esperto marinaio, ma non esistono prove che lo fosse. Florio, invece, proveniva da Palermo, Lipari, Messina, Venezia, tutte città marinare.

    L’incertezza della biografia di Shakespeare, raffrontata alla cospicuità della sua opera teatrale, ha fatto sì che molti studiosi lo ritenessero il prestanome di personaggi più famosi. Della sua vita si hanno notizie vaghe, offuscate dagli abbellimenti leggendari che, di volta in volta, sono stati costruiti sulla sua immagine. Un Florio Giovanni (Londra ca 1553 - 1625), umanista inglese di padre italiano e autore di un dizionario inglese-italiano, fu certamente conosciuto da Shakespeare, che dimostra, nelle sue opere, di aver letto le sue raccolte di dialoghi “First Fruits” (1578) e “Second Fruits” (1591). La differenza di età tra questi due personaggi esclude però che si potesse trattare di padre e figlio.

    E infine, chi conservò i manoscritti di Shakespeare? Un religioso del XVIII secolo controllò tutte le biblioteche private nel raggio di 80 chilometri da Stratford-on-Avon senza trovare un solo volume che fosse appartenuto a Shakespeare. I manoscritti dei drammi costituiscono un problema ancora maggiore: non risulta che sia stato preservato nessuno degli originali. Trentasei drammi furono pubblicati nel primo in-folio del 1623, sette anni dopo la morte di Shakespeare. E' forse da ritenere che tutte le opere fossero in mano ai Florio e che costoro non potessero ufficialmente giustificarne la provenienza?

    Liberamente tratto dal sito www.shakespeare.it

  6. #6
    sacher.tonino
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    Predefinito

    William Shakespeare è il nome di una segretissima setta?
    Ai posteri l'ardua sentenza.

  7. #7
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    Predefinito Mamma, ho perso l'Amleto...


    Altra più ardita ipotesi, che forse non dispiacerà alle forumiste esoteriche, è quella che vede in Michele Agnolo Florio solo un interprete ed editore di testi scritti da altra persona; una persona ricca di cultura umanistica rinascimentale italiana ma impedita dalle convenzioni dell'epoca e dalla sua religione quacchera ad esercitare il mestiere di commediografo o quant'altro attenesse al teatro.
    Una persona tuttavia tanto orgogliosa del suo genio e del suo nobile casato da non voler nemmeno ricorrere ad un pseudonimo per firmarsi, fino a costringere Michele Agnolo Florio a mutare il nome, assumendo il suo.
    Fu dunque Guglielma (William) Crollalanza (Shakespeare) che passò al figlio i drammi e le commedie che ben conosciamo.
    La sua attività di ghost writer proseguì fino alla sua morte nel 1608, che coincise con un repentino cambiamento delle opere pubblicate dal figlio, costretto a ripescare tra le carte della madre opere giovanili precedentemente scartate, come la Tempesta, e a ritirarsi a Stratford fino alla morte avvenuta nel 1616.

  8. #8
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    Predefinito Re: Mamma, ho perso l'Amleto...

    In Origine Postato da pcosta


    Altra più ardita ipotesi, che forse non dispiacerà alle forumiste esoteriche, è quella che vede in Michele Agnolo Florio solo un interprete ed editore di testi scritti da altra persona...
    Non so le forumiste esoteriche ( ), ma personalmente trovo la tua arditissima ipotesi entusiasmante.

  9. #9
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    Predefinito

    Contributo in spagnolo... ma, volendo, si capisce...


    EL ESOTERISMO EN LA OBRA DE WILLIAM SHAKESPEARE
    di CRISTINA RUEDA MORÍÑIGO

    INTRODUCCIÓN

    ¿Qué es un fantasma? Desde los tiempos mas remotos ha existido la creencia de que las almas de los muertos vuelven a frecuentar los lugares que le sirvieron de morada en la tierra y se ha supuesto comúnmente que las apariciones de fantasmas presagian muertes o desgracias. En ocasiones estas almas regresan motivadas por la venganza.

    William Shakespeare se adelantó a su tiempo al introducir en sus obras algo que hoy en día esta tan de moda como es el esoterismo y las ciencias ocultas esto se muestra implícito en libros del estilo de Macbeth o Hamlet, considerada la mayor tragedia que jamás se haya escrito.

    A continuación analizaré los elementos esotéricos de estas dos obras. Fantasmas, premoniciones, brujas... en fin lo que atormenta a los protagonistas hasta llevarlos a extremos inexplicables como la locura y en ocasiones causarles incluso la propia muerte, todo ello movido en la mayoria de los casos por una sed de venganza.

    El hombre es un animal racional y como tal piensa y siente una especial atracción por todo lo inexplicable reflejada sobre todo en la literatura y como no en la literatura infantil ¿qué niño no siente curiosidad por saber de donde vienen los fantasmas que atormentan sus sueños?.


    ANÁLISIS DE MACBETH Y HAMLET

    Macbeth:Macbeth asesina a Duncan, rey de Escocia y le sucede en el trono. Malcon hijo mayor de Duncan huyó a Inglaterra a la muerte de su padre. Siward condujo al ejercito a Escocia para luchar contra Macbeth trabose sangrienta batalla hasta que Macduff mata a Macbeth y Malcon es proclamado rey.

    En el acto I las brujas predicen lo que les va a ocurrir a Macbeth y a Banquo, Macbeth será rey y Banquo padre de reyes.

    En el acto II Lennox comenta a Macbeth que la noche está intranquila quizás presagiaba lo que le estaba ocurriendo al rey, su muerte.
    Un viejo y Ross comentan que cosas extrañas les están sucediendo a los animales, como un búho mató a un halcón....
    Banquo recuerda a Macbeth como las brujas le vaticinaron que sería rey y se había cumplido.
    Macbeth se sienta y ve al espectro de Banquo (mandado matar por él ) al que solo puede ver él, todos creen que se ha vuelto loco por un momento pero la sombra desaparece y vuelve a aparecer esto comienza a atormentar a Macbeth, le reclama que se presente como un espectro y no como un ser vivo y la sombra vuelve a desaparecer.

    En el acto III las brujas preparan un conjuro para invocar a un ser superior que pueda responder a las preguntas de Macbeth, esta sombra le advierte de Macduff.

    A continuación aparecen unas series de fantasmas que le adelantan como será su final.

    Todos los oráculos se vuelven contra Macbeth porque el bosque consigue moverse hasta Dunsisene ya que los soldados se camuflan con ramas y el hijo no nacido de mujer que le destituiría sería Macduff pues fue sacado antes de tiempo por la mano de un hombre(esto era lo que los fantasmas le adelantaron)

    En esta obra se ve claramente como los fantasmas persiguen a Macbeth el asesino como si se tratase de una venganza.
    También están las profecías de las brujas todas ellas cumplidas aquí podemos ver que el autor juega con las metáforas hasta el punto de confundir incluso a los mismos protagonistas.

    HAMLET: Hacia el año 1599 Shakespeare escribió su más grande tragedia; Hamlet Prince of Denmark. En esta obra, el fantasma de su padre revela a Hamlet que su deber es vengar su asesinato; que había sido envenenado por su hermano, porque este deseaba su trono y su reina. Pero Hamlet vacila en matar a su propio tío y con sus titubeos acarrea la muerte de su amada Ofelia, la de la familia de está, la de su misma madre y la suya propia.

    En el acto I es donde se encuentra la sombra del padre que es el espectro que infunda en Hamlet todas estas dudas y la sed de venganza.
    En este acto los centinelas son los primeros que hablan de la sombra reconocida como el rey y se lo comentan a Hamlet. Hamlet se queda una noche de centinela y ve ala sombra de su padre el cual le hace señas, le habla y cuenta quien le asesinó.
    Al final del acto vuelve a aparecer la sombra para aconsejar a Hamlet que deje ya a su madre pues creo que piensa que realmente la madre es una victima de su propio tío también.


    REFERENCIAS DE OTRAS OBRAS

    -Un cuento de invierno: escrita en torno a 1610, en esta obra aparece la figura del oráculo .

    -El sueño de una noche de verano:
    Escrita alrededor de 1595 no tiene ningún antecedente literario claro es todo producto de la imaginación de Shakespeare. La base de la intriga son una serie de amores y parejas o no correspondidas y todo ello bajo el influjo de las hadas. Hermia rehusa la orden de su padre Egeo de casarse con Demetrio porque Ama a Lisandro. Demetio ya le ha ofrecido su amor a Helena y ella le corresponde. Según las leyes de Atena, Teseo, el Duque, le da a Hermia cuatro días para obedecer a su padre. De lo contrario será condenada a muerte o entrará en un convento . Hermia y Lisandro deciden escapar y casarse en secreto, donde las leyes de Atenas no puedan perseguirlo. Se encontrarán en un bosque a las afueras de la ciudad. Hermia le cuenta su proyecto a Helena y está a Demetrio, que persigue a Hermia hasta el bosque. El bosque es el lugar favorito de las hadas. Oberon y Titania son el rey y la reina de las hadas. Oberon encarga al Malévolo Puck que le traiga el jugó de una flor mágica para échasela a los ojos a Titán, mientras duerme de manera que se enamoró de lo primero que vea cuando despierte. Oberon decide poner también poner un poco de jugo
    en los ojos de Demetrio, de forma que Helena este cerca. Puck toma a Lisandro por Demetrio y cuando Oberon se entera también pone el jugo a Demetrio. De está forma ambos están enamorados de Helena. Mientras tanto Titania se despierta y se enamora de Bottons, el tejedor que lleva puesto una cabeza de asno. Los artesanos han ido al bosque a ensayar una obra. Bajo una espesa niebla se vuelve a dormir los amantes y por intersección de Oberon cada uno vuelve con su pareja amada.


    EL TEMA EN LA ACTUALIDAD

    Los fantasmas siempre han sido tema de actualidad esto no ha pasado desapercibido para el cine .Muchas películas están basadas en espectros sobre todo en el cine de terror o intriga, no podemos dejar a un la películas actuales como "el sexto sentido"donde los fantasmas que han quedado asuntos pendientes tras su muerte regresan para atormentar a un niño que se ve obligado a ayudarles solo así consigue que no le atormenten.
    Otras películas de origen español como es el caso del "espinazo del diablo"donde vuelve a aparecer el fantasma de un niño asesinado.
    No podemos dejarnos atrás las de fantasmas pero esta vez infantiles como "Casper" un fantasma poco común .

    La definición de fantasma es visión quimérica ,por lo común horrible, manifestación de un espíritu liberado de su envoltura carnal.
    Las modernas investigaciones científicas por ejemplo las que se internan en el intrincado campo de la física cuántica ofrecen constantemente nuevos puntos de vista acerca de viejos fenómenos .Los fantasmas, tanto si son humanos como no ,tanto si son animados como no ,pueden todavía demostrar que pertenecen a una esfera de la realidad hasta ahora impensable en nuestra filosofía.
    Muchos científicos explican estos fenómenos achacando su aparición a los productos de la imaginación e incluso a algunos estados de la mente.
    La realidad es que todos necesitamos explicar de algún modo lo inexplicable.¿Por qué ese afán de saberlo todo? Shakespeare decía a través de Hamlet en uno de sus diálogos: "también es de recordar ,Horacio, que en el cielo y en la tierra misma, hay mucho más de lo que con vuestra filosofía se puede soñar".

    Dal sito http://www.unex.es/ - © Universidad de Extremadura 2002

  10. #10
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    Predefinito Macché siciliano, era inglese...

    HENRY DETTO IL BARDO

    Shakespeare? Beh, sarebbe solo un personaggio di facciata, le cui opere furono in realtà scritte dal diplomatico e nobiluomo sir Henry Neville, discendente da re Edoardo III. Lo affermano Brenda James e William Rubinstein, dell'Università del Galles. E, secondo The Indipendent, l'ipotesi sarebbe sostenuta da prove sbalorditive, tra cui un documento che attesta come il nobile inglese si sia allenato a lungo a falsificare la firma di Shakespeare.

    Finora Neville non era mai stato accostato al grande Bardo. Ma, secondo James e Rubinstein, il contesto politico e geografico delle opere shakespeariane riflette i viaggi e le esperienze del diplomatico, nato nel 1562 e morto nel 1615 (mentre Shakespeare visse tra il 1564 e il 1616). I due studiosi (che hanno raccolto le loro osservazioni nel saggio "The Truth Will Out", uscito nelle librerie inglesi lo scorso 25 ottobre) hanno seguito gli spostamenti di Neville in parallelo con le opere di Shakespeare. Tra il 1599 e il 1600 Neville divenne ambasciatore in Francia e fu allora che nacque l'Enrico V, scritto con parti in francese, una lingua che Shakespeare non conosceva. Nel 1601, Neville fu poi coinvolto in una rivolta fallimentare contro il governo guidata dal conte di Essex, in seguito alla quale fu accusato di tradimento e imprigionato nella Torre di Londra. Questo portò, sempre secondo James e Rubinstein, a un improvviso e drastico cambiamento di tono nelle opere, che si fecero più oscure e pessimiste.

    La teoria di base del libro è che Shakespeare fosse una "copertura" per sir Henry che, a causa del suo status di diplomatico, non poteva apertamente dedicarsi alla scrittura per il teatro, visto che molte delle sue pièce erano di contenuto politico.


 

 
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