L'economia verso il collasso http://www.informationguerrilla.org/
Intervista a Domenico De Simone di Marcello Pamio
D: Domenico De Simone quali condizioni sono necessarie perché si
verifichi una crisi e/o depressione economica?
R: Beh, ma noi già siamo in una situazione di crisi economica!
L'elemento che scatena le crisi come l'attuale è la carenza di domanda,
e questa nasce dal fatto che i redditi non sono sufficienti a sostenere
la produzione. Sembra assurdo, perché la gente continua a lavorare e ci
dicono che l'economia continua a crescere. Il problema, infatti, è il
denaro e la sua distribuzione. Quando manca il denaro la gente vede
ridurre la propria capacità di spesa, le industrie, qualunque cosa
producano, devono ridurre la produzione e per farlo licenziano, questo
riduce ulteriormente i redditi disponibili per il consumo e così si
innesca una spirale perversa che porta alla crisi. Per questa ragione
Keynes immaginò un meccanismo di spesa dello stato, anche improduttiva,
(ricordo l'esempio storico della squadra di operai ingaggiata per aprire
una buca per terra, e di un'altra squadra ingaggiata per chiudere quella
stessa buca), che però aveva la funzione di far ripartire l'economia.
Gli operai spendevano il loro reddito e questo consentiva alle imprese
di produrre altri beni e di assumere altri operai che, a loro volta,
avrebbero speso il loro reddito. In questo modo si innescava un circolo
virtuoso di reddito-spesa-investimento che faceva ripartire l'economia.
Keynes disse che questo era un rimedio temporaneo contro la crisi,
poiché occorreva poi ripagare il debito aggiunto che lo stato assumeva.
In realtà, esso è divenuto il meccanismo permanente di stimolo dell'
economia, attraverso la creazione del denaro da parte delle banche che
genera debito tra tutti i soggetti dell'economia. Per aumentare il
denaro in circolazione le banche centrali abbassano il tasso di sconto
per rendere più facili i prestiti. Le crisi precedenti sono state tutte
superate in questo modo. Oggi questo non è possibile, perché i soggetti
dell'economia, imprese, Stati e famiglie, sono troppo indebitati e non
possono assumere nuovi impegni. Il problema deve essere affrontato a
monte, nel meccanismo di creazione del denaro che, ora, è affidato alle
banche per il tramite del debito. Le banche locali si indebitano con la
banca centrale e moltiplicano, in funzione del proprio tasso di riserva,
il denaro concedendo nuovi prestiti. L'economia gira, però non solo sale
il debito complessivo, ma le banche in questo modo si appropriano della
ricchezza prodotta dalla società. D'altra parte il capitale finanziario
deve produrre interessi. E allora, solo uscendo dalla logica del
profitto, dalla generazione continua di interessi, possiamo immaginare
un'altra economia e un'altra società.
D: L'attuale situazione politico-economica è stata paragonata a quella
del 1929, che sappiamo fu risolta con la Seconda Guerra Mondiale. E
oggi? Non sarà mica necessaria un'altra Grande Guerra?
R: Oggi Bush vorrebbe farla la guerra. La 2° Guerra mondiale tolse dalle
strade tanti milioni di disoccupati e costrinse la gente a lavorare e
produrre in condizioni di assoluta soggezione, senza poter obiettare
nulla sulle condizioni di lavoro, anzi con lo slancio e lo spirito
patriottico per la difesa della patria. Il concetto della "buca per
terra" è identico a quello del carro armato, del missile, dell'aereo che
vengono distrutti: tu fai una cosa che viene distrutta, e più produci
più distruggi, più distruggi più produci. Il sistema aveva le risorse,
umane e materiali per fare un grande salto nella produzione, e fu
finanziato attraverso il debito pubblico. In questo modo, nel 1942 il
livello medio di vita degli americani era più elevato di quello del
1937, cinque anni prima della guerra, nonostante fossero in pieno sforzo
bellico. Ora però non è più possibile, perché non ci saranno 18 milioni
di americani che andranno a fare la guerra, nemmeno se decidessero di
fare la guerra a tutto al mondo...o in quel caso forse sì! La guerra non
può essere la soluzione a questa crisi. Semmai può risolvere la crisi
delle imprese di alcuni amici di Bush, che posseggono imprese di
produzione di armi, di software connesso alla guerra, di petrolio. A
proposito di petrolio, se dovesse esserci la guerra in Iraq, o in Medio
oriente il prezzo del greggio salterà alle stelle, provocando profitti
enormi.
D: Da esperto economista quale è, oggi come oggi, chi controlla l'intera
economia mondiale? Vogliamo nomi e cognomi!
R: Un pugno di signori che non conosciamo, che determinano le politiche
economiche e finanziarie del sistema mondiale. Signori che non sono mai
stati eletti da nessuno. Di alcuni i nomi li conosciamo: Greenspan,
Duisenberg, il "nostro" Fazio, insomma i governatori delle banche
centrali. Ma in realtà dietro loro ci sono delle lobby che decidono
quelle politiche. Che fanno parte di quei consigli di amministrazione
della FED, il FOMC, quelli del FMI, della Banca Mondiale, del WTO, ecc.
che rappresentano le grandi lobby finanziarie del mondo. Sono volti
sconosciuti, che non appaiono mai o quasi mai in circolazione. Su di
essi girano anche molte leggende. Ma sono questi i veri signori che
controllano il mondo!
D: Le multinazionali, tutte nelle mani del potere economico, che ruolo
giocano in tutto questo?
R: Le multinazionali sono sostanzialmente nelle mani del potere
finanziario che decide le loro sorti. Non conta affatto la qualità del
prodotto o la sua utilità sociale, ma solo la logica del profitto. Se c'
è una ragione per cui i comportamenti delle multinazionali diventano
sempre più spietati è proprio che esse devono rispondere alla logica
puramente numerica ed immediata del profitto finanziario, mentre, se
fossero libere, pur rispondendo sempre alla logica del profitto,
avrebbero un minimo di sensibilità nel confronti delle ragioni della
clientela, ed un occhio diverso anche ai propri interessi. Insomma
adotterebbero strategie di più ampio respiro. Tutte le multinazionali
sono dominate da un manipolo di banche, per lo più londinesi. Questo è
davvero assurdo.
D: Le campagne di boicottaggio possono essere utili in questo progetto
di cambiamento?
R: Le ritengo giustissime e soprattutto da approfondire e proseguire.
Noi dobbiamo prendere coscienza come consumatori. Dobbiamo capire una
cosa fondamentale, che noi dobbiamo passare da consumatori passivi a
consumatori critici. Questo passaggio è assolutamente rivoluzionario
perché sconvolge il meccanismo di riproduzione del capitale. La lotta è
contro la logica del profitto immediato del capitale finanziario, ed è
lì che dobbiamo colpire, anche con comportamenti di consumo consapevole.
Andare oltre la logica del profitto, combatterla attraverso il consumo,
crea un cortocircuito all'interno del loro meccanismo.
D: Ritornando a chi controlla l'economia: esiste un Nuovo Ordine
Economico Mondiale. Cioè un Ordine mondialista che con l'aiuto di gruppi
elitari, enti governativi e non, gli stessi governi, applica le leggi
del mercato a proprio vantaggio?
R: C'è un Ordine, quello di oggi è un Ordine! Un progetto che si fonda
sul profitto e naturalmente sulla truffa. La truffa è proprio quella
della moltiplicazione del denaro, attraverso il quale ci si appropria
dell'esistenza di tutti. Questo è il punto! E' un progetto che è nato
secoli fa, e precisamente con la nascita della Banca d'Inghilterra,
quando i depositi merce vennero sostituiti con il deposito del denaro
cartaceo. Nacque così il moltiplicatore del denaro. E' vero che tramite
il denaro cartaceo si produce ricchezza. Però come funziona oggi? Questo
denaro produce interesse e cresce quindi su sé stesso. L'economia deve
crescere perché cresce il denaro. Noi siamo diventati schiavi di un
meccanismo che ha preso le nostre esistenze e le ha trasformate in
strumenti di produzione di denaro. Siamo asserviti al potere
finanziario, che è gestito dalle banche centrali, banche tutte private.
Le nostre vite sono quindi nelle mani dei governatori della banche
centrali, che nessuno ha mai eletto né scelto, e che a volte nemmeno si
conoscono. Il vero potere è oggi, quello di creare il denaro!
D: Previsioni future: Argentina?
R: Hmm...ci siamo quasi in Argentina. L'Europa si sta fermando, la
Germania si è già fermata proprio quest'anno. L'Europa crescerà
pochissimo, e l'Italia ancora meno, siamo di fatto in una fase di
stagnazione economica. L'economia americana forse sta ripartendo, ma si
tratterà solo di una breve fiammata tutta speculativa. Gli americani
hanno un debito spaventoso, che ha bisogno di alimentarsi con i "bagni
di sangue". Che cosa vuol dire? Che la caduta dei tassi di interesse
(scesi dal 6,5% di gennaio 2001 a 1,25% di oggi) produrrà forse una
violenta ondata speculativa poiché renderà possibile la creazione di
nuovo denaro attraverso le residue capacità di indebitamento dell'
economia USA. Però, poi, i problemi del debito torneranno rapidamente a
premere sull'economia e lo scenario muterà rapidamente. In borsa
assisteremo forse ad una nuova ondata speculativa e sarà lì che
assisteremo all'ennesimo bagno di sangue", poiché molti ci si getteranno
per rifarsi delle perdite subite e lenire i propri debiti. Insomma, si
indebiteranno ancora per cercare di salvarsi. Poi, quando i problemi
reali torneranno a galla, la situazione precipiterà di nuovo. A quel
punto, coni tassi prossimi allo zero, non ci sarà possibilità di
salvezza per l'economia americana e di conseguenza, per quella mondiale.
Con l'economia mondiale tra la stagnazione e la recessione, sempre che
non scoppi un terzo conflitto mondiale, l'unico modo di uscire dalla
crisi sarà quello di superare il modello finanziario americano. L'unica
soluzione possibile e ragionevole è il tasso negativo, che però comporta
il superamento della logica del profitto. Sarà un periodo difficile per
tutti, ma sarà anche pieno di speranze, poiché abbiamo la possibilità di
costruire davvero un nuovo mondo, nel quale il valore sia la vita umana
e non il denaro.
Fonte: http://www.disinformazione.it
sui titoli a tasso negativo:
http://it.geocities.com/domenicods/titan.htm