CRISI» IN LOMBARDIA


31/1/2003



MILANO

Regione Lombardia sull´orlo di una crisi di nervi. Per la terza volta consecutiva salta in Consiglio il voto sulla riforma degli Istituti di assistenza e beneficenza (Ipab) e si apre uno scontro senza precedenti fra il presidente Roberto Formigoni e la sua maggioranza. Una parte di Forza Italia e la Lega Nord, facendo mancare il numero legale in aula, hanno sabotato i fragili equilibri del centro destra lombardo. A questo punto, sarà inevitabile l´intervento dei massimi livelli della Casa delle libertà. Silvio Berlusconi davanti a tutti. «L´atteggiamento inaccettabile di una parte della maggioranza - spara ad alzo zero Formigoni - ha impedito l´approvazione di una legge fondamentale per la Regione Lombardia, che godeva di un ampio consenso sociale. Ho chiesto ai partiti interessati un chiarimento netto e un impegno inequivocabile sul presente e sul futuro. Se non ci saranno precise garanzie ne informerò i cittadini e certamente non starò con le mani in mano. Per quanto riguarda Forza Italia saranno i vertici nazionali del partito a dire se in Regione Lombardia preferiscono la governabilità o l´anarchia». Parole durissime, alle quali il governatore, volato nel pomeriggio a Fiuggi per un vertice delle Regioni, ha fatto seguire i fatti: sospesa la giunta di ieri, in attesa di un chiarimento con le due fazioni più inquiete della maggioranza. Da una parte i dieci ribelli azzurri che fanno capo al coordinatore regionale Paolo Romani e che da alcuni mesi mettono in difficoltà la leadership di Formigoni con continue azioni di disturbo in Consiglio regionale al momento del voto, in aperta ostilità con le «pretese egemoniche» dei ciellini di Formigoni. Dall´altra i leghisti, che in vista delle elezioni amministrative di maggio chiedono di pesare di più nella coalizione. A cominciare dal numero dei candidati sindaco.

Alberto Annicchiarico