Cnn mostra frammenti della navicella sparsi al suolo
Lo Shuttle Columbia si disintegra in volo
La navicella si è spezzata sopra il Texas a pochi minuti dall'atterraggio a Cape Canaveral. Sette astronauti a bordo
WASHINGTON - La navicella spaziale Columbia si è spezzata in volo, a un'altezza di circa 200 mila piedi, per cause ancora imprecisate. C'erano a bordo sette astronauti, fra cui il primo
israeliano in orbita, Ilan Ramon. A quel momento, la navetta viaggiava ancora a circa 20 mila chilometri l'ora. «Forse un errore di manovra al rientro», ipotizza l'astronauta italiano Umberto Guidoni.

BANDIERA A MEZZ'ASTA - La Cnn ha mostrato un frammento del Columbia su un marciapiede di fronte a quello che appare il giardino di un'abitazione. La Nasa ha messo a mezz'asta la bandiera del Kennedy Space Center, a Cape Canaveral (Florida), un gesto che sembra confermare che l'Agenzia spaziale considera perduto l'equipaggio della Columbia. La bandiera si trova accanto all'orologio che scandisce il conto alla rovescia delle navette. Il contatto con la navicella spaziale, partita 16 giorni fa con qualche problema al decollo, era stato perso alle 15 ora italiana.


NESSUN SEGNALE - Prima della perdita totale delle comunicazioni dallo Shuttle Columbia non era arrivato nessun segnale d'allarme. I contatti sono stati persi alle 15.00 ore italiane, un quarto d'ora prima dell'ora prevista dell'atterraggio, alle 8.16 ora della Florida. A quel momento la navetta spaziale viaggiava alla velocitá di 20,113 chilometri orari ad un altitudine di 60,210 metri.



CAPE CANAVERAL - L'atterraggio era previsto al Kennedy Space Center di Cape Canaveral alle 9 e 16 ora locale, le 15 e 16 in Italia; dalle 9, però, non è arrivato più nessun segnale.
In Texas alcuni testimoni hanno raccontato di aver sentito una forte esplosione.

PROCEDURA DI EMERGENZA - Passati quindici minuti dall’orario previsto per l’atterraggio, la Nasa ha dato il via alle procedure di ricerca e soccorso: le squadre sono partite dalle basi di Dallas e Forth Worth, nel Texas. Le misure di sicurezza al lancio ed all’atterraggio erano particolarmente strette per timore di un’attentato terroristico. Ma la Casa Bianca dice che «non ci sono evidenze di un atto terroristico».


1 febbraio 2003