"«La guerra scoppierà entro marzo, e a giugno sarà tutto finito»
SONDAGGIO FRA ANALISTI MILITARI


LONDRA - Gli esperti di questioni militari e di politica internazionale ne sono sicuri: la guerra contro l’Iraq comincerà entro due mesi e sarà finita a fine giugno. E’ questo il risultato di un sondaggio condotto dall’agenzia Reuters fra venti analisti specializzati nella politica di difesa e nell’area del Medio Oriente. La metà degli esperti intervistati è addirittura convinta che Washington, malgrado le riserve di Francia, Germania, Russia e Cina, abbia buone possibilità di ottenere una nuova risoluzione delle Nazioni Unite che dia il via libera all'invasione dell'Iraq. Due terzi degli esperti - che risiedono negli Stati Uniti, in Europa, in Asia e nel Medio Oriente - pensano che l'Iraq possieda ancora significativi stock di armi chimiche e biologiche. Secondo loro, non è probabile un esilio di Saddam Hussein o un golpe senza l’invasione da parte degli Stati Uniti. «Più a lungo le truppe americane restano nell’area senza invadere, più diventa un problema politico per Bush», ha detto l’inglese Toby Dodge dall’università di Warwick. Come lui, ben 19 dei 20 intervistati si sono detti convinti che le forze americane e britanniche passeranno all'offensiva prima dell'inizio del prossimo aprile. Nove pensano che ciò potrebbe avvenire anche prima. Undici stimano che il conflitto durerà circa tre mesi, otto prevedono tempi più brevi e uno solo una durata maggiore. Secondo lo scozzese Magnus Ranstorp, Washington otterrà l’appoggio del mondo quando il 5 febbraio all’Onu Colin Powell presenterà le prove di un legame forte fra Saddam Hussein e la rete terroristica Al Qaeda.
Dove i giudizi divergono maggiormente è su quanto a lungo, dopo la guerra, le forze americane dovranno restare in Iraq per garantire la transizione ad una nuova amministrazione democratica: c'è chi dice che pochi mesi basteranno e chi si spinge fino a dieci anni.
In un analogo sondaggio lo scorso dicembre, molti esperti erano ancora insicuri se gli Stati Uniti avrebbero invaso l’Iraq o no. Ora la percentuale degli scienziati convinti che la guerra sia «probabile o molto probabile» è passata dal 50 al 90 per cento.



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