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  1. #21
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    L'opzione b non e' ahime' invece niente di cosi' insensato, perche' se fossi sufficientemente attento ti renderesti conto che nella Lega Araba, della quale fanno parte i maggiori produttori di petrolio del Medio Oriente i mugugni sono diventati urla selvagge.

    Ti posso dire che ormai solo il Bahrein, il Kuwait, il Qatar e gli Emirati sono marcatamente filoamericani, nell'Arabia Saudita (nella quale che se tu fossi attento noteresti non esserci il massiccio sbarco di truppe americane che aveva caratterizzato la prima guerra del golfo, sbarcate invece in Kuwait e nel Bahrein)
    c'e ormai un braccio di ferro sotterraneo per la successione a re Fahd ormai tenuto in vita solo dai medici tra filoamericani e principi che vorrebbero un progressivo distacco da queste posizioni, e le popolazioni arabe anche dei paesi moderati non ne possono piu' della prepotenza americana.

    C'e una fortissimo antiamericanismo che affiorera' prepotentemente a causa di questa guerra, che ricordo e' attuata CONTRO uno stato, e non contro un'organizzazione terroristica.
    Come ho gia' ricordato non c'e ALCUN legame tra Al-Quaeda e l'Iraq, per ragioni facilmente intuibili, in quanto AL-Quaeda e' l'estrema propaggine del wahhabismo sunnita, da Saddam sempre represso e zittito in nome del centralismo della sua figura (oltre al fatto che c'e una grossa parte della popolazione di credenza sciita).

    L'unica vera ragione per la quale il petrolio non potrebbe schizzare a prezzi altissimi (non dico ad 80 dollari) e' invece la garanzia offerta dalla Russia che e' davvero in questo momento l'unica opzione per l'evitare di verificarsi di una forte crisi petrolifera.

    In quanto alla resistenza accanita ti posso solo dire che solo Bush e gli altri cercopitechi del suo entourage possono pensare che verranno accolti con le bandierine in mano da una popolazione festante, quando anche i sassi sanno che sono stati per 10 anni prima bombardati e poi affamati dagli USA stessi.
    Israele se venisse coinvolta (anche se credo solo marginalmente) non potrebbe che che peggiorare le cose.

    Questa guerra e' una vera iattura SOPRATUTTO per gli americani e per i loro alleati, anche se ben pochi se ne rendono contro realmente...

    Significhera' spostare il "baricentro" dell'antiamericanismo da una "frangia" (perche tale e') come Al-Quaeda, seppur molto ben finanziata e organizzata, ad una grossa massa di islamici non piu' accomunati solo dall'integralismo di genesi wahhabita ma molto piu' eterogenei.

    Senza contare il fatto che la "pacificazione" del territorio sara' molto ma MOLTO piu' difficile, in quanto mentre ad esempio in Afghanistan la "stella polare" sia per l'intervento terrestre che per la pacificazione e sopratutto per il governo era costituita dall'Alleanza del Nord che sempre di afghani contava, nell'Iraq attualmente non c'e ne' sincronia ne' identita' di intenti per le forze di opposizione a Saddam Hussein, poche e con differenti strategie (Curdi a nord, oltretutto ostilissimi alle forze turche che invaderebbero da Nord e gruppi sciiti piu' o meno integralisti a sud), con il risultato di una degerazione della situazione di tipo "somalo" con l'occupazione permamente americana delle zone petrolifere e gli alleati (tra cui AHIME' gli italiani) a "tentare" una impossibile pacificazione nel resto delle zone del paese...

    Saluti

    Luca Loi
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  2. #22
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    Se il prezzo del petrolio supera i 35$ diventa conveniente estrarlo da nuovi pozzi (tipo mare del nord e caspio). Quindi non possono farlo per troppo tempo. La lista dei paesi arabi pro Usa che hai fatto è abbastanza lunga. L'Opec non controlla più la totalità del mercato petrolifero.
    La unica resistenza militare sarà fatta "forse" dalla guardia repubblicana,se non si libera lei di Saddam al terzo giorno di guerra, perchè non può resistere con gli alleati a lungo. Gli altri reparti non esistono, sono come la cavalleria polacca del 39. Rimarranno attività resitenziali, che senza appoggi esteri non hanno solo possibilità di dare fastidio. La velocità della guerra dipenderà da quante perdite saranno disposti a subire gli alleati ed ad infliggere ai civili irakeni.
    Al queada è già in guerra con noi dal 1998. Se altri islamici vorranno aiutarla, non sposteranno di certo l'ago della bilancia.

    Per il futuro dell'irak, i due anni di amministrazione controllata Usa non mi convincono. Avrei preferito che esistesse un "Kìrzai" irakeno.

    Cordiali Saluti
    E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
    Che di me degno un dì questo mio figlio
    Sia spendor della patria, e de Troiani
    Forte e possente regnator. Deh! fate
    Che il veggendo tornar dalla battaglia
    Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
    Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
    E il cor materno nell'udirlo esulti.

  3. #23
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    Predefinito Re: Re: E' il petrolio il premio della vittoria

    Originally posted by locke


    L'opzione b è degna delle migliori battute di zelig.
    A prescindere che si dovrebbe specificare per cosa si intende per resistenza accanita e coinvolgimento di israele, non si capisce come potrebbe salire il prezzo del petrolio così tanto. Gìià ora è fuori dal mercato, l'unica possibilità per fare salire il prezzo del petrolio sarebbe quella che i paesi arabi produttori rinunciassero alle loro espostazioni verso l'occidente. Non siamo più nel 73, solo l'italia avrebbe enormi problemi, gli altri hanno diversificato la dipendenza e hanno sufficienti scorte.

    Cìomunque mancano solo 6 settimane e poi vedremo.

    Cordiali Saluti
    Ma a volte nel teatrino della politica anche zelig riesce a fare previsioni azzeccate.
    Il prezzo del petrolio è mantenuto artificiosamente basso, con la politica della prevaricazione economica attuata dalle grandi potenze industriali. Ho già scritto che un litro di petrolio costa meno di un litro di acqua minerale. E questo è assurdo.
    Come risorsa non è rinnovabile e nel momento in cui le scorte diventeranno più rarefatte, non si fa fatica a prevedere che cadremo in una crisi di sistema di proporzioni enormi. Quello che stiamo vivendo , con il terrorismo dei fondamentalisti islamici che provengono soprattutto dai paesi produttori di petrolio, sono solo i segnali di sommessi di questa crisi di proporzioni bibliche.
    In questo contesto va poi collocata la situazione italiana che, come al solito, sarà ancora peggiore per la scelta di abbandonare il nucleare e di non essersi attivata per un serio piano energetico.
    mr

  4. #24
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    Predefinito Per Luca Loi

    Sono completamente d'accordo con quanto hai detto e sono molto pessimista sul futuro.
    I grandi giacimenti dei paesi arabi finirà che ce li dovremo sorvegliare e difendere. Dovremo quindi diventare i mercenari degli usa e iniziare a inviare truppe perchè anche noi dovremo fare la nostra parte per guadagnarci la pagnotta petrolifera.

    Sarebbe bene invece avviare una politica energetica realistica alternativa che non escluda nemmeno l'utilizzo del carbone e dell'idrogeno e abbandonare progressivamente la dipendenza dal petrolio.
    mr

  5. #25
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    Predefinito Re: Re: Re: E' il petrolio il premio della vittoria

    Originally posted by mariarita


    Ma a volte nel teatrino della politica anche zelig riesce a fare previsioni azzeccate.
    Il prezzo del petrolio è mantenuto artificiosamente basso, con la politica della prevaricazione economica attuata dalle grandi potenze industriali. Ho già scritto che un litro di petrolio costa meno di un litro di acqua minerale. E questo è assurdo.
    Come risorsa non è rinnovabile e nel momento in cui le scorte diventeranno più rarefatte, non si fa fatica a prevedere che cadremo in una crisi di sistema di proporzioni enormi. Quello che stiamo vivendo , con il terrorismo dei fondamentalisti islamici che provengono soprattutto dai paesi produttori di petrolio, sono solo i segnali di sommessi di questa crisi di proporzioni bibliche.
    In questo contesto va poi collocata la situazione italiana che, come al solito, sarà ancora peggiore per la scelta di abbandonare il nucleare e di non essersi attivata per un serio piano energetico.

    Il prezzo del petrolio lo devi paragonare con quello dell'acqua del rubinetto, non con quello dell'acqua imbottigliata. L'acqua imbottigliata devi confrontarla col prezzo della benzina, non del petrolio.

    Il costo di estrazione del petrolio arabo mi sembra sui 4 o 6 dollari al barile, e visto che lo vendono a 30 non vedo "prevaricazioni".

    Il nucleare siete stati soprattutto voi sinistri a volerlo abolire.

 

 
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