Ecco un passo del discorso di Berlusconi:

<........C'e' tuttavia qualcosa che non appartiene all'imputato Berlusconi e nemmeno al Presidente del Consiglio Berlusconi. Questo qualcosa e' il mandato degli elettori a governare nell'interesse della sicurezza e della liberta' degli italiani, il mandato a cambiare il Paese attraverso la realizzazione del programma di riforme e di liberta' civili approvato dai cittadini con il loro voto.>


E' comprensibile che il nostro Premier dica qualche castroneria, di quando in quando. Egli non è un politico professionista, e quindi lo possiamo scusare.
Ma che gli eminenti politologi cidiellini del forum non abbiano rilevato la castroneria insita in quel paragrafo, non può essere scusato.
Nel nostro Paese non esiste l' elezione diretta del presidente del Consiglio. Quindi, la maggioranza relativa degli elettori quel mandato non l' ha affidato a Berlusconi bensi alla CDL.
Tenendo ben presente questa verità lapalissiana vedremo che, ove il Premier fosse giudicato colpevole dal tribunale milanese, per risolvere la crisi in modo indolore basterebbe ch' egli si dimettesse cedendo il testimone a qualche altro esponente del CDX. In questo modo verrebbe rispettato il mandato elettorale del 13 maggio, senza alcun melodrammatico appello alla "volontà popolare".
Ma Berlusconi non troverà mai il coraggio, e l' umiltà, necessari per dimettersi. Il suo ego smisurato e la sua vanità glielo impediscono.
Per colpa sua, la diatriba Berlusconi-Pool di Milano si sta avviando ad un finale da tregenda in stile "Cada Sansone con tutti i filistei".
E a farne le spese, more solito, saranno gli italiani.

Gianni Guelfi