La Camera approva la misura di clemenza per i detenuti. 340 sì, 81 contrari. Lo sconto di pena si applicherà anche ai reati come corruzione e concussione. Leghisti col lutto a braccio per protesta.
ROMA - Alla fine la Camera ha approvato il cosiddetto indultino in meno di una giornata di votazioni. Lo ha fatto grazie ad una maggioranza trasversale (Ulivo e Rifondazione si sono alleati nella circostanza con Forza Italia e Udc, mentre Lega e An si sono opposti). E lo ha fatto mantenendo sostanzialmente l'impianto del testo approdato in aula dalla Commissione Giustizia.
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In pratica la legge condona tre anni di pena a chi ha già scontato un quarto della stessa; a patto però che il beneficiario non commetta altri reati nei cinque anni successivi al rilascio anticipato. Esclude comunque da questo atto di clemenza i reati particolarmente efferati e socialmente pericolosi come quelli legati a mafia, terrorismo, violenza carnale e omicidio. Ma comprende invece quei crimini contro la pubblica amministrazione (corruzione e concussione) che in un primo tempo sembravano dover rimanere fuori.
In ogni caso viene anche stabilito che l'extracomunitario senza permesso di soggiorno che dovesse essere liberato anticipatamente dovrà automaticamente essere espulso dal Paese. Mentre si dà facoltà al magistrato di sorveglianza di stabilire quando sussistano le condizioni per la revoca dello sconto triennale; come pure di definire quali debbano essere le prescrizioni a cui dovrà sottoporsi il reo (obbligo o meno di dimora, presentazioni o meno giornaliera alle autorità di pubblica sicurezza).
Non potendo boicottare più con l'ostruzionismo d'aula l'iter spedito del provvedimento, i deputati leghisti hanno optato oggi per un gesto di contestazione eclatante nel momento in cui la legge era ormai in dirittura d'arrivo. Prima si hanno indossato tutti una fascia nera al braccio in segno di lutto. E poi hanno abbandonato l'aula per protesta (anche se sono comunque rientrati più tardi per dire no nella votazione finali).
A questo proposito l'intervento del capogruppo del Carroccio è stato particolarmente virulento. ''Questo è un giorno di lutto per una giustizia che è stata resa in questo modo ingiusta e inefficace. - ha dichiarato in assemblea Alessandro Cè - L'indultino sancisce la morte della Costituzione e ne fa carta straccia. Sancisce anche la morte della coerenza parlamentare e della corretta informazione politica.
E' un giorno triste per le vittime di ieri e di domani. Parole e gesti che oltre a suscitare le vibrate contestazioni di alcuni parlamentari ulivisti hanno prodotto una netta censura da parte di Pier Ferdinando Casini. "E' un problema di sensibilità personale e collettiva. - ha difatti subito commentato in aula il Presidente della Camera - Ma non posso accettare in un Paese che ha subito lutti veri, in un'aula che sempre espresso solidarietà alle vittime nei momenti tristi della storia italiana, venga fatto un uso così strumentale del segno di lutto''.
(da IL NUOVO 4 FEBBRAIO 2003)
Che sceneggiata! Ci hanno fatto credere di avere a cuore il problema delle carceri italiane! Hanno approvato una legge spinti da motivi "altamente umanitari"! In realtà fin dall'inizio pensavano esclusivamente a sè stessi: a come assicurarsi l'impunità per i reati commessi!