Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Il Piazzista dell'Odio a Roma per incontrare il devoto satrapetto...

    sottotitolo: cronaca di un ennesimo abominio
    (fate caso alle immagini che mostrano il garrulo berlusca che scodinzola in modo indegno e quasi smania per stendersi a mò di pelle di leone.....)







    Il ministro della Difesa Usa incontra il premier italiano
    e avvisa: "Con l'Iraq la diplomazia internazionale ha fallito"

    Rumsfeld a palazzo Chigi
    "Grazie all'Italia e a Berlusconi"

    Martino: "Siamo sulla stessa posizione degli Usa"


    ROMA - E' volato a Palazzo Chigi il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld per certificare l'unità di intenti fra Italia e Stati Uniti nella crisi europea. Una unità di intenti che il ministro della Difesa Antonio Martino ha riassunto così: "L'amministrazione Usa e il governo italiano condividono la stessa posizione". Mentre il suo omologo americano ringraziava "l'Italia per il suo supporto alla lotta al terrorismo e Berlusconi per la sua leadership nella messa a punto del documento firmato da 8 paesi che hanno espresso la loro determinazione per il disarmo dell'Iraq. E' un segnale importante perché il mondo si convinca che l'Iraq si deve disarmare".

    I due ministri della Difesa, dopo l'incontro fra Rumsfeld e Berlusconi, hanno tenuto una conferenza stampa. Sottolineati gli "eccellenti rapporti con Berlusconi", Rumsfeld ha tirato una riga sulle possibilità di una via diplomatica. "Abbiamo a che fare - dice Rumsfeld - con un regime che ha programmi chimici, biologici e nucleari, e li ha utilizzati contro la sua gente e contro i suoi vicini. Ha invaso due suoi vicini, e ha minacciato di destabilizzare vari suoi paesi vicini". E poi prosegue: "La domanda è: cosa possiamo fare? La risposta è: proviamo con la diplomazia, dodici anni, proviamo con le sanzioni economiche, almeno cinque anni, e poi intervento militare limitato e cooperazione. Ma ancora prima dell'ultima scelta, quella della guerra, dobbiamo contemplare che il non agire può essere ancora più devastante dell'agire". Da questo assunto segue la tesi: "La diplomazia internazionale ha fallito nel suo intento di disarmare il regime di Saddam Hussein". Martino, invece, confida ancora in una soluzione pacifica.

    Anche se un Rumsfeld sempre più falco avverte l'Iraq: "Se dovesse usare le armi chimiche", ha detto il ministro di Bush "si pentirà di averlo fatto". "Saddam - ha spiegato - non può usare le armi chimiche da solo, deve usare la sua catena di comando e stiamo parlando con questi e spiegando loro che farebbero meglio a non usarle. Nel caso lo facessero si pentiranno di averlo fatto".

    Quanto all'Italia Martino ha ribadito che ''una eventuale partecipazione militare italiana ad una guerra contro l'Iraq è una responsabilità collegiale del governo. Ma comunque è una cosa che deve passare per l'approvazione del Parlamento''. Anche se al momento per il ministro italiano "non è il caso di fare congetture su qualcosa che potrebbe o non potrebbe accadere".

    Ma Martino vede in pericolo la credibilità dell'Onu. "Se Saddam Hussein - ha detto - dovesse disattendere anche la diciassettesima risoluzione dell'Onu sarebbe uno smacco per le Nazioni Unite che vedrebbero a rischio la loro credibilità". Però, il governo italiano, continua a ritenere necessaria una nuova risoluzione dell'Onu dopo il rapporto degli ispettori.

    (7 febbraio 2003)

  2. #2
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    Predefinito vorrei capire

    se l' ONU non dovesse dare la risoluzione così come la vuole Bush mi par d' aver capito che america e Inghilterra siano intenzionati ad andare avanti. Ecco UFFICIALMENTE in questo caso l' Italia si può sapere cosa farà??? Ache se purtroppo tutto indica che siamo pronti a seguire il giustiziere mondiale

  3. #3
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    Predefinito Re: vorrei capire

    Originally posted by lucia
    se l' ONU non dovesse dare la risoluzione così come la vuole Bush mi par d' aver capito che america e Inghilterra siano intenzionati ad andare avanti. Ecco UFFICIALMENTE in questo caso l' Italia si può sapere cosa farà??? Ache se purtroppo tutto indica che siamo pronti a seguire il giustiziere mondiale


    la risposta a questa domanda sta nelle parole di Martino: "Siamo sulla stessa posizione degli Usa"

    Certo si potrebbe disquisire di "quanto" valga l'opinione di Martino rispetto quella di berlusconi ma credo proprio che si tratti di mera accademia

    ciao

    g.d.t.

  4. #4
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    Predefinito

    ho l'impressione che martino direbbe la stessa cosa anche se gli americani praticassero il cannibalismo di massa...

  5. #5
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    Predefinito

    e come tutti i piazzisti.....


    ecco anche il Piazzista dell'Odio che quando viene messo alla porta reagisce insultando.


    semplicemente stomachevole....





    Irak, insulti di Rumsfeld alla Germania
    di Redazione (redazione@vita.it)


    07/02/2003
    Il segretario di Stato americano porta un attacco senza precedenti ai tedeschi.
    Berlino: “e' fuori di testa"



    La nuova stilettata dal segretario di stato Usa Donald Rumsfeld, che sull'Iraq ha messo la Germania sullo stesso piano di Libia e Cuba, ha creato irritazione a Berlino e provocato una valanga di reazioni anche se finora nessuna ufficiale del governo.

    In dichiarazioni oggi all'Handelsblatt, il consigliere del Pentagono Richard Perle che giorni fa aveva definito ''irrilevante'' la Germania, ha rincarato la dose: ''i tedeschi non svolgono piu' alcun ruolo''. Un ricucitura delle relazioni tedesco americane e' a suo dire ''con un nuovo governo sicuramente possibile''. Secondo Perle, la posizione del governo non risponde a quella della popolazione: ''i risultati alle regioni in Assia e Bassa Sassonia parlano da se'', ha detto riferito alla debacle Spd.

    In dichiarazioni al Weser Kurier, il presidente del Bundestag Wolfgang Thierse (Spd) afferma che gli Usa hanno un ''rapporto problematico'' con il consiglio di sicurezza Onu: intendono seguire le sue risoluzioni solo se gli stanno bene, ''altrimenti attaccano anche senza risoluzione'', ha criticato. Il ministro degli esteri Joschka Fischer (verde), in dichiarazioni alla Zdf, ha cercato di minimizzare le parole di Rumsfeld: ha detto di avere passato a New York diverse ore con il segretario di stato Colin Powell e di avere avuto l' impressione ''che questa sia la posizione del governo Usa''.

    Il ministro degli interni Otto Schily (Spd) ha rimandato alle origini di Rumsfeld (gli antenati provenivano dalla zona di Brema) e li' ''la lingua si articola talvolta in modo un po' grossolano, non lo prendo molto sul serio'', ha detto. Ancor piu' esplicito l'ex ministro degli esteri Klaus Kinkel (Fdp, liberale): ''Rumsfeld e' uscito di testa, un comportamento impossibile'', ha detto ieri alla rete nt-v. Il coordinatore del governo per i rapporti tedesco-americani Karsten Voigt (Spd) ha suggerito ad ambo le parti un ''disarmo retorico'', mentre il portavoce di difesa della Cdu Christian Schmidt ha osservato che non ci si deve meravigliare delle reazioni se a Berlino si definisce cowboy il presidente Bush: ''chi semina vento raccoglie tempesta'', ha detto.

    Anche il direttore dell'Aspen Institute in Germania Jeffrey Gedmin, autorevole commentatore dei rapporti tedesco-americani in Germania, non si meraviglia delle uscite di Rumsfeld: ''chi lo conosce sa che ogni giorno arriva una nuova offesa, non lo prenderei cosi' sul serio''. A suo dire le tensioni dipendono dal cancelliere Gerhard Schroeder, il ministro della difesa Peter Struck (entrambi Spd) e Fischer: ''altre persone sarebbero di aiuto'', anche Fischer ha perso influenza, ha detto.
    Rumsfeld e' atteso questo fine settimana a Monaco alla conferenza internazionale sulla sicurezza: e' previsto anche un incontro col collega Struck.



 

 

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