La "prova" che Powell ha prodotto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stata una miscela di registrazioni oscure che sono state male interpretate dal Segretario di Stato e fotografie satellitari risibili e somiglianti a quelle scattate sull’Afghanistan due anni fa. Powell ha descritto i frammenti di conversazione e nebbiose immagini come una "prova solida" che l’Iraq trasgrediva la Risoluzione 1441 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.


Ha cominciato con il far sentire due registrazioni di conversazioni tra ufficiali iracheni (presunti, ndt) che parlavano dei siti cui si sarebbero recati gli ispettori dell’ONU. In una, l’Iracheno diceva: "non abbiamo lasciato niente", interpretato da Colin Powell come "non c’era niente in giro", quando vennero gli ispettori. Ma quella di Powell è una interpretazione sottile e non sostanziata (cioè che i materiali erano stati rimossi). O DISTRUTTI, in accordo alla risoluzione dell’ONU, ma questa interpretazione è stata sistematicamente ignorata dal capo della diplomazia USA nel suo intervento, arrogante e prepotente.

Nella seconda registrazione, una (presunta, ndt) Guardia Repubblicana riceve un messaggio da un (presunto, ndt) ufficiale: "C’è la possibilità che per caso vi siano munizioni proibite" nel recinto, che Powell ha interpretato come "sgombriamolo", appunto perché vi era "la presenza di armi di distruzione di massa". Ma il messaggio dell’Iracheno poteva riferirsi a qualsiasi cosa che va dalle armi obsolete, e non sappiamo se il soggetto di questa conversazione era proprio il deposito dove gli ispettori trovarono armi obsolete ricoperte da uno strato di escrementi di uccelli vecchio di tre anni, alle armi proibite. Ma ciò non significa che automaticamente siano coinvolte nel discorso le armi di distruzione di massa come Powell, in modo semplicistico e infantile, ha cercato di affermare.

Il pezzo successivo di queste "solide prove" era una serie di voci che le armi di distruzione di massa erano state nascoste nelle case o trasportate per la campagna a bordo di vetture o in camion sotto le palme. E’ evidente che Powell non conosce la complicata tecnologia che sta dietro un’arma di questo genere.

Queste non sono scudi e lance che possono essere buttati su di un camion e trasportati attraverso il deserto. Powell non ha avvalorato quanto affermato con uno straccio di prova e, come tale, le affermazioni non sono altro che pettegolezzi e dicerie.

Si supponeva che la "solida prova" fosse suffragata da molte fonti, compreso i servizi segreti di altri paesi. Ma come al solito le fonti non sono mai state menzionate. Se queste fonti fossero le stesse che permisero che accadesse ciò che accadde l’11 Settembre, sotto casa di Powell, forse sarebbe stato meglio lasciarle al di fuori di quello che si pensava dovesse essere un serio rapporto.

Intercalato da numerose interiezioni quali "Ditemi! Rispondetemi!", come se stesse parlando ad una assemblea di boyscout, mostrando una chiara mancanza di rispetto verso i suoi colleghi dell’ONU, Powell cercava di avvalorare le sue prove con continue sottolineature puerili come "Noi lo sappiamo dalle prove", senza mai sostanziare alcunchè.

La più grande sghignazzata viene dalle foto satellitari. E’ vero, Powell prima di prersentarle ha detto che erano molto difficili da interpretare e che gli esperti ci hanno passato ore sopra per osservarle. In altre parole stava dicendo: "Sono così difficili da capire ma io ti dirrò come le devi interpretare". Evidentemente, se gli esperti hanno impiegato ore e ore a capire che cosa stavano guardando, le fotografie non possono servire come una "solida prova", rendendo assurda la presentazione di queste immagini.

Erano comunque mostrate oscure costruzioni rettangolari, che sembravano sospettosamente quelle riprese sopra l’Afghanistan, che Powell ha riferito trattarsi di "uno dei bunker chimici" e poi alcuni veicoli, "i veicoli di decontaminazione" o "veicoli per spostare missili". In passato, l’affermazione che il WMD era prodotto in una costruzione di aspetto simile, successivamente ispezionata, risultò falsa in quanto si trattava di una fabbrica di latte in polvere per bambini.

Un impianto, egli ha affermato, è stato ripulito lo scorso 22 Dicembre, cosicchè quando sono arrivati gli ispettori, non trovarono più niente. Però gli ispettori avrebbero dovuto avere con sé strumenti capaci di evidenziare residui di materiale chimico o biologico. E’ semplicemente impossibile mettere tali sostanze in sacchi di plastica, caricarli su camion da spedire sotto qualche palma nel deserto.

In modo ridicolo, e come la ciliegina sulla torta, Powell ha affermato dapprima che "i camion arrivavano per muovere i missili" per subito dopo dire "non sappiamo precisamente che cosa l’Iraq stava muovendo".

La presentazione di queste prove schiaccianti è una rete di bugie, chiacchiere, false interpretazioni, manovre ciniche e probabilmente anche false rappresentazioni, allo scopo di provvedere un caso di guerra contro l’Iraq. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non è un asilo infantile né un campo di boyscout. Non è una classe delle elementari i cui bambini devono essere indottrinati in questo modo da un insegnante incompetente. Se la gente crede a questo rapporto, allora può anche credere che vi siano fate alla fine del giardino. Colin Powell ha agito in modo tale che la sua immagine si trasformassero da quella di un diplomatico mondiale di rispetto a quella di una specie di confuso Peter Pan.

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