RC AUTO: VIA LIBERA A DECRETO FRENA-RICORSI
ROMA - Diventa piu' difficile il ricorso per ottenere indietro una quota dell' assicurazione Rc Auto. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che fissa a 1.100 euro il limite sotto il quale il giudice di pace decide secondo ''equita''' con sentenze difficilmente impugnabili davanti alla Cassazione. La decisione ''per equita''', inoltre, viene esclusa per contratti ''di massa'' sottoscritti su formulari. In pratica i ricorsi degli assicurati Rc auto rischiano ora di diventare piu' complicati e costosi: l' eventuale richiesta di appello davanti alla Cassazione richiede infatti tempi piu' lunghi e soprattutto i costi di un avvocato, limitando cosi' l' impatto della campagna delle associazioni di consumatori.
Il ministro della Attivita' produttive, Antonio Marzano, spiega che cosi' si evitera' che ''controversie su contratti assolutamente identici diano luogo a pronunce difformi'' ma i consumatori parlano esplicitamente di decreto 'salva-compagnie'. Il decreto varato dal Governo fissa a 1.100 euro la soglia fino alla quale il giudice di pace decide le cause secondo equita'. Ma allo stesso tempo si escludono da questa tipologia i contratti ''di massa'' ovvero quelli conclusi mediante la sottoscrizione di moduli e formulari) i cui ricorsi dovranno essere comunque decisi dal Giudice di Pace ma secondo diritto. Questo - spiega il comunicato di Palazzo Chigi, per evitare che controversie ''derivanti da una miriade di contratti assolutamente identici tra loro diano luogo a pronunce difformi per effetto del soggettivo apprezzamento del parametro equitativo da parte di singoli giudici di pace''.
I Consumatori delle sigle riunite nell' Intesa annunciano battaglia e parlano di ''leggina salva-compagnie presentata oggi dal presidente Berlusconi e dal ministro della Giustizia Castelli'' con l' obiettivo di ''sottrarre i diritti al risarcimento contro gli aumenti selvaggi della RC Auto conquistati dai cittadini''. ''E' un atto - dice l' Intesa dei Consumatori - di inaudita gravita' e di inusitata arroganza.
Fonte: ANSA 07/02/2003 207
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In poche parole, il padre di famiglia raggirato dalla propria compagnia di assicurazioni è, di fatto, impossibilitato nel richiedere un giusto rimborso.
Proteggere le compagnie di assicurazioni facendo leva sui costi processuali e sui tempi dei processi civili è da sciacalli. E non mi si venga a raccontare la favoletta dei costi addossati alla parte perdente e della maggiore celerità dei processi dinanzi al giudice di pace: sfido chiunque a trovarmi un cittadino che ha voglia di rompersi le pa**e con avvocati e compagnia bella per un migliaio scarso di euro!
Accidenti, Giustiniano, confrontanto con Berlusconi&Co., era una mezza calzetta!