E infatti questo ritratto (secondo me incantevole) è stato inventariato per decenni e decenni come “L’innamorata del Parmigianino”.In Origine Postato da pcosta
Questo bellissimo dipinto rappresenta una giovane donna elegante, graziosa, grandi occhi neri pieni di curiosità e malizia, vestita in maniera originale, come difficilmente si ritrova nelle altre tele del Cinquecento.
Dalla spalla pende uno di quegli zibellini che furono per quasi tutto il secolo l'ornamento di gran voga e che la moda voleva si rendessero ancora più preziosi ornandone la testa con musetto e baffi d'oro e di argento lavorati, con pietre preziose al posto degli occhi; alle orecchie porta due orecchini pendenti di perle.
E' Antea, bellissima e ricercatissima "cortigiana" della Roma rinascimentale.
Il Parmigianino, racconta il Vasari, venutogli il desiderio di veder Roma, per le opere di Raffaello e di Michelangelo, giunse nell'Urbe ed ottenne l'ingresso in Vaticano. Subito gli arrise la fortuna: e dipinse quadri sacri e profani, Madonne e cortigiane, cardinali ed uomini d'arme.
Sono anni nei quali miete successi e non solamente nel campo delle arti, ma anche in quello, ugualmente a lui gradito, dell’amore, e conosce l'Antea, allora all'apogeo del suo splendore, la ritrae, e ne diviene, con molta probabilità, l'amante.
Mi risulta però che l’identificazione della giovane donna con la bella Antea non sia del tutto certa. Ad alcuni studiosi, infatti, sembra improbabile (e perché mai poi?) che il Parmigianino abbia ritratto una cortigiana con un viso così spirituale e così nobile, quasi fragile, e ritengono più verosimile che si tratti di un quadro su commissione, forse l’omaggio di un aristocratico a una donna della propria famiglia. Inoltre, gioielli e accessori indossati da Antea (rubini, perle e pelliccia) pare siano tipici delle spose aristocratiche.
Comunque sia, anche (e forse soprattutto) da questo ritratto traspare quel sottile, intrigante mistero che circonda tutte le figure del Parmigianino: “lineamenti nobili, mani affusolate che fioriscono sui polsi sottili, vesti sontuose e quell’inafferrabilità dello sguardo che va dal modello allo spettatore, che invano si chiede chi sei, cosa nascondi?”