LETTERA DI MARCO PANNELLA AI PARLAMENTARI ITALIANI E AI PARLAMENTARI EUROPEI ITALIANI

Roma, 11 febbraio 2003

Ai Deputati
Ai Senatori
Ai Deputati italiani al PE


Care colleghe, Cari colleghi,

dopo tre settimane dal lancio, il progetto-proposta, atto a perseguire una ALTERNATIVA sia all’intervento militare, sia all’insostenibile “staus quo”, lungi dall’esser superato, viene confermato e rafforzato dagli eventi da allora verificatesi e che da alcuni giorni sono purtroppo valanga.

Con i soli mezzi a nostra disposizione per la raccolta telematica delle adesioni e sottoscrizioni del progetto, sin dalla prima settimana la forza del progetto è apparsa chiara. Si è trattato all’inizio di un test che ben presto si è rivelato sorprendentemente positivo.
Ebbene, da quel 20 gennaio, a nessuno è stato permesso in Italia di ascoltare dal sistema televisivo di massa anche un solo secondo di informazione, di dibattito, anche di semplice ascolto al riguardo. Non solamente a Emma Bonino o a me, o a qualsiasi altro radicale, ma all’elenco qualitativamente e numericamente straordinario di personalità pubblicamente d’accordo, ai parlamentari, agli esponenti di Governo o di opposizione, di maggioranza o di minoranza, E’ STATO MAI CONCESSO ANCHE UN SOLO MINUTO DI DIBATTITO E DI APPROFONDIMENTO, nemmeno incidentale.

Insomma, ci troviamo a dover affrontare le disastrose conseguenze di 20 giorni (e quali!) di ritardo e di sottrazione all’opinione pubblica di una informazione e di una conoscenza senza le quali le iniziative politiche, specie di questo tipo, diventano mera agitazione o testimonianza. Non appena chiunque, dai quattro Senatori a vita (su cinque), ai (oggi) 162 parlamentari e 20 parlamentari Europei, esattamente per metà dell’area di Governo e per metà di quella d’opposizione, si sono venuti manifestando, al pari delle altre personalità, sono stati totalmente oscurati e la loro scelta equiparata ad una qualsiasi manifestazione di identità radicale.
Il danno è stato ed è enorme. Il nostro Parlamento e il nostro Governo da più di due settimane avrebbero potuto esprimere una iniziativa che avrebbe coinvolto facilmente e rapidamente l’Unione Europea e raggiungere il Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

L’obiettivo IRAK LIBERO!, quello della messa in atto di una sorta di “Governo provvisorio” per la transizione democratica del regime e della società irakena sotto egida ONU, avrebbe tolto forza alle retoriche contrapposte e fornito una posizione di forza tale da rendere la scelta della sua fuoriuscita sicuramente interessante per Saddam stesso. E, da questa iniziativa “italiana” missioni come quella del Cardinale Etchegaray non sarebbe stata probabilmente vanificata come gli ultimi malaugurati eventi temo la rendano.
Occorre d’urgenza uscire da questa disgraziata situazione, persistendo la quale solo per imbecillità Saddam potrebbe accettare o scegliere l’abbandono del potere.
Infatti stanno esplodendo inauditi pasticci, bidoni, irragionevolezze, attentati veri e propri a quel tanto di unità democratica e nonviolenta che pure avevamo individuato capace di disarmare interessi, riflessi, determinazioni traumatiche di oggettivi pericoli come tali, in definitiva constatati e aggrediti dall’Onu, e non solamente dai soliti demoni amerikani o sharoniani.


IN QUESTO QUADRO TROVO DOLOROSO E DISSIPANTE IL RITARDO CON IL QUALE SI STA GIUNGENDO ALLE DELIBERAZIONI PARLAMENTARI E POLITICHE, NELLA CADUTA – SE NON NELLA RICERCA – QUOTIDIANA IN CONTRAPPOSIZIONI RISSOSE E SENZA SPESSORE POSITIVO.

Noi sappiamo che questo è il costo del riflesso ormai pressochè antropologico per il quale nel nostro paese non ha corso l’imperativo costituzionale e letteralmente democratico del formarsi delle scelte nazionali attraverso un popolo INFORMATO e consapevole, che possa adottare e far adottare le scelte più opportune. Dopo ormai trent’anni continuiamo ad assistere allo scempio di attribuire a noi doglianze e lotte per ferite ai nostri diritti di manifestare le nostre opinioni, mentre è soprattutto in causa il diritto di ogni cittadino a "conoscere per deliberare".

SUL TEMA GUERRA/PACE, DEMOCRAZIA/OPPRESSIONE E’ INVECE STATA VIETATA A TUTTI QUALSIASI PAROLA VOLTA AD ASSUMERE DECISIONI NELLA CONSAPEVOLEZZA POPOLARE, DELL’OPINIONE PUBBLICA. SU QUESTO “LA POLITICA ITALIANA” HA PRODOTTO SILENZIO E DI CONSEGUENZA ABBIAMO RIFIUTATO DI FORNIRE UN ALIBI PERICOLOSO A QUESTO DISSENNATO COMPORTAMENTO.
DONDE IL SILENZIO DOPO 27 ANNI DI RADIO RADICALE, E LA SOSPENSIONE DI QUALSIASI NOSTRO RAPPORTO CON IL SISTEMA DISINFORMATIVO RADIOTELEVISIVO ITALIANO PER LE NOSTRE ATTIVITA’. Le quali, se necessario, si svolgeranno tutte non nel nostro territorio ma nell’immaterialità telematica.
La campagna è in tal modo non dismessa ma rilanciata e potenziata. Mai come in queste ore registriamo quantità e qualità di sottoscrizioni telematiche, e un processo di unificazione mirabile e senza precedenti delle forze altrimenti contrapposte.

Potete anche voi constatarlo e documentarvi sul sito: www.radicalparty.org

Vi chiedo scusa per la lunghezza di questa mia comunicazione, che ho ritenuto doverosa.

VI CHIEDO CON UMILTA’ E FIDUCIA DI GIUNGERE ENTRO POCHISSIMI GIORNI ALLA ADOZIONE DI UNA RISOLUZIONE BASATA SU QUESTO ORMAI “NOSTRO” PROGETTO.

Con Emma Bonino e il Partito Radicale Transnazionale vi prego davvero di prestarci ascolto e di difendere i vostri diritti-doveri compiuti e dalla nostra comune dignità mortificata e ferita dalla disinformazione e dall’azzeramento di un diritto umano e politico fondamentale per tutto il popolo italiano.

Un cordiale saluto,

Marco Pannella


P.S. DIMENTICAVO: NELLE PROSSIME ORE DOBBIAMO PROCEDERE AD UNA PRIMA “CHIUSURA” E UN PRIMO BILANCIO DELL’INIZIATIVA. DAVVERO SIETE PREGATI DI RISPONDERMI SUBITO, APPENA POSSIBILE. GRAZIE ANCORA.