Anche ! ma mai uno smidollato quaqquaraqua !Originally posted by Orazio Coclite
E perché non un imbecille tout-court?
Anche ! ma mai uno smidollato quaqquaraqua !Originally posted by Orazio Coclite
E perché non un imbecille tout-court?
Sono d'accordo al 100%Originally posted by Paul Atreides
Io credo che Romualdi quando parlava di cultura di Destra intendesse una cultura con tematiche valori, princìpi, autori chiari, coerenti, organici.
Pertanto definirla di ''destra'' è solo una indicazione di massima. La si potrebbe definire in tanti altri modi. L'importante è avere idee chiare.
Sinistra Nazionale!
Originally posted by Rodolfo
Sono d'accordo al 100%
Scusate , come si scrive : Evola oppure Ebola ?
la situazione ovviamente è diversa oggi. Non è più il caso di fare un vittimismo lamentandoci di una "egemonia kulturale" di sx che è (quasi) scomparsa, e possiamo stare tranquilli che i giovani hanno smesso di seguire in massa le sirene del marxismo. C'è ancora molto da fare tuttavia. Restano i residui della vecchia egemonia, nella persona fisica dei vegliardi di sx (Bobbio, Canfora, ecc...) e nel vecchio apparato di controllo kulturale (istituti, centri di ricerca, riviste, giornali, case editrici...).Originally posted by Rodolfo
Uno dei motivi che più ricorrono sulla nostra stampa e nelle conversazioni del nostro ambiente è la condanna del massiccio allineamento a sinistra della cultura italiana. Questa condanna viene formulata in tono un po' addolorato, un po' sorpreso, quasi fosse innaturale che la cultura si trovi ormai schierata da quella parte mentre a destra si incontra un vuoto quasi completo. Di solito si cerca di rendersi ragione di questo stato di cose con spiegazioni a buon mercato, quel tipo di spiegazioni che servono a tranquillizzare sé stessi e permettono di restare alla superficie delle cose. Si dice - ad esempio - che la cultura è a sinistra perché là si trova la maggior quantità di danaro, di case editrici, di mezzi di propaganda. Si dice anche che basterebbe che il vento cambiasse perché molti "impegnati a sinistra" rivedessero il loro engagément. In tutto questo c'è del vero. Una cultura, o meglio, la base di lancio di cui una cultura ha bisogno, è anche organizzazione, danaro, propaganda. È indubbio che lo schiacciante predominio delle edizioni d'indirizzo marxista, del cinema socialcomunista, invita all'engagément anche molti che - in clima diverso - sarebbero rimasti neutrali. Ma ciò non deve farci dimenticare la vera causa del predominio dell'egemonia ideologica della Sinistra. Esso risiede nel fatto che là esistono le condizioni per una cultura, esiste una concezione unitaria della vita materialistica, democratica, umanitaria, progressista. Questa visione del mondo e della vita può assumere sfumature diverse, può diventare radicalismo e comunismo, neoilluminismo e scientismo a sfondo psicoanalizzante, marxismo militante e cristianesimo positivo d'estrazione "sociale". Ma sempre ci si trova di fronte ad una visione unitaria dell'uomo, dei fini della storia e della società. Da questa comune concezione trae origine una massiccia produzione saggistica, storica, letteraria che può essere meschina e scadente, ma ha una sua logica, una sua intima coerenza. Questa logica, questa coerenza esercitano un fascino sempre crescente sulle persone colte. Non è un mistero per nessuno il fatto che un gran numero di docenti medii ed universitari è comunistizzato, e che la comunistizzazione del corpo insegnante dilaga con impressionante rapidità. E, tra i giovani che hanno l'abitudine di leggere, gli orientamenti di sinistra guadagnano terreno a vista d'occhio. Dalla parte della Destra nulla di questo. Ci si aggira in un'atmosfera deprimente fatta di conservatorismo spicciolo e di perbenismo borghese. Si leggono articoli in cui si chiede che la cultura tenga maggior conto dei "valori patriottici", della "morale" il tutto in una pittoresca confusione delle idee e dei linguaggi. A sinistra si sa bene quel che si vuole. Sia che si parli della nazionalizzazione dell'energia elettrica o dell'urbanistica, della storia d'Italia o della psicoanalisi, sempre si lavora a un fine determinato, alla diffusione di una certa mentalità, di una certa concezione della vita. A destra si brancola nell'incertezza, nell'imprecisione ideologica. Si è "patriottico-risorgimentali" e si ignorano i foschi aspetti democratici e massonici che coesistettero nel Risorgimento con l'idea unitaria. Oppure si è per un "liberalismo nazionale" e si dimentica che il mercantilismo liberale e il nazionalismo libertario hanno contribuito potentemente a distruggere l'ordine europeo. O, ancora, si parla di "Stato nazionale del lavoro" e si dimentica che una repubblica italiana fondata sul lavoro l'abbiamo già - purtroppo - e che ridurre in questi termini la nostra alternativa significa soltanto abbassarsi al rango di socialdemocratici di complemento. Forse gli uomini colti non sono meno numerosi a destra che a sinistra. Se si considera che la maggior parte dell'elettorato di destra è borghese, se ne deve dedurre che vi abbondano quelli che han fatto gli studi superiori e dovrebbero aver contratto una certa "abitudine a leggere". Ma, mentre l'uomo di sinistra ha anche degli elementi di cultura di sinistra, e orecchia Marx, Freud, Salvemini, l'uomo di destra difficilmente possiede una coscienza culturale di destra. Egli non sospetta l'importanza di un Nietzsche nella critica della civiltà, non ha mai letto un romanzo di Jünger o di Drieu La Rochelle, ignora il "Tramonto dell'occidente" né dubita che la rivoluzione francese sia stata una grande pagina nella storia del progresso umano. Fin che si rimane nella cultura egli è un bravo liberale, magari un po' nazionalista e patriota. È solo quando incomincia a parlare di politica che si differenzia: trova che Mussolini era un brav'uomo e non voleva la guerra, e che i films di Pasolini sono "sporchi". Basta poco ad accorgersi che se a destra non c'è una cultura ciò accade perché manca una vera idea della Destra, una visione del mondo qualitativa, aristocratica, agonistica, antidemocratica; una visione coerente al di sopra di certi interessi, di certe nostalgie e di certe oleografie politiche.
Adriano Romualdi
Brano tratto da Una cultura per l'Europa, Edizioni Settimo Sigillo.
Pure, continua ad essere valido il panorama desolante della cultura attuale di dx (non quella vecchia e gloriosa del passato), ampliamente denunciato da Veneziani.
È ancora vero che a dx spesso non si assumono "valori di dx", ma si è ancora succubi di quello che oggi si potrebbe chiamare buonismo, egalitarismo e democraticismo. Ovvero a dx molti assumono come dati indiscutibili dei riferimenti che non appartengono al campo della vera dx, che deve invece lottare per una visione eroica, gerarchica, romantica ed aristocratica del mondo. Vero anche che la "kultura" di sx pur essendo banale e piatta, si mantiene proprio per certe semplificazioni, riduzionismi e conformismi e per una certa coerenza di fondo, che la rendono più facilmente "spendibile" a livello basso e medio. È più facile masticare qualche dogma democratico o marxista, che capire la filosofia dell'essere heideggeriana, la teoria politica di Schmitt o quella aristocratica di Evola. A dx la cultura è più elevata, più sofisticata, più articolata, più diversificata e manca un collante che a sx fu rapprensentato per molto tempo dalle varie declinazioni del marxismo.
Penso che se continuiamo a riferirci ad un fenomeno storico quale la Rivoluzione francese con l'armamentario della libellistica papalina, concistoriale, sanfedista, antcarbonara ed antinapoleonica dei primi decenni dell'800, perchè da lì deriva la critica della Rivoluzione Francese, allora siamo finiti.
Primo perchè il mondo non torna mai indietro.
Secondo perchè aristocratici e preti meritavano di essere spazzati via, tanto facevano schifo ed erano decaduti
Terzo perchè c'è più Tradizione nella concezione politica di Maximilian Robespierre (occorre leggere però ciò che scrisse e la sua vita...) che nella concezione, se mai ne aveva una, di LUIGI XVI e di Maria Antonietta
Il Fascismo ammesso che possa avere un'eredità culturale, sta fuori dalla Destra culturale.
Ripeto: concezione eroica (e non spirituale...) e concreta della vita (Mussolini voleva vedere creare e fare e non pregare...) e, per quanto riguarda il dopo 1945, visione storica revisionistica, cioè critica delle cause della seconda guerra mondiale, degli effetti e dei risultati e del mondo che ne è uscito.
Questi a parer mio i pilastri di cemento armato della cultura nazional-rivoluzionaria.
E si scrive Affus e come si pronuncia? Strunzus?Originally posted by Affus
Scusate , come si scrive : Evola oppure Ebola ?
Originally posted by Furio Camillo
Penso che se continuiamo a riferirci ad un fenomeno storico quale la Rivoluzione francese con l'armamentario della libellistica papalina, concistoriale, sanfedista, antcarbonara ed antinapoleonica dei primi decenni dell'800, perchè da lì deriva la critica della Rivoluzione Francese, allora siamo finiti.
Primo perchè il mondo non torna mai indietro.
Secondo perchè aristocratici e preti meritavano di essere spazzati via, tanto facevano schifo ed erano decaduti
Terzo perchè c'è più Tradizione nella concezione politica di Maximilian Robespierre (occorre leggere però ciò che scrisse e la sua vita...) che nella concezione, se mai ne aveva una, di LUIGI XVI e di Maria Antonietta
Il Fascismo ammesso che possa avere un'eredità culturale, sta fuori dalla Destra culturale.
Ripeto: concezione eroica (e non spirituale...) e concreta della vita (Mussolini voleva vedere creare e fare e non pregare...) e, per quanto riguarda il dopo 1945, visione storica revisionistica, cioè critica delle cause della seconda guerra mondiale, degli effetti e dei risultati e del mondo che ne è uscito.
Questi a parer mio i pilastri di cemento armato della cultura nazional-rivoluzionaria.
Come volevasi dimostrare !
I destrogni fascisti come te in realta sono dei comunisti fondamentalisti nel cuore e non mi sbagliavo .
E' risaputo che tutti i regimi comunisti non hanno fatto altro che attuare le idee della rivoluzione borghese francese dal piu grande al piu piccolo .
Quelli della comune son gli stessi che hanno fatto la rivoluzione in russia . Amico , ficcati nel cervello che la destra è ben altra cosa ......
La destra ripudia l'ugulitarismo populista e iniquo che livella l'uomo e lo fa apparire essenziale alla giustizia sociale .
La fraternita poi non puo essere mai quella dei massoni !
La liberta non è sfasciare la societa per mettere i borghesi al potere . Ma tu hai mai visto la liberta sotto i rivoluzionari ?
Ma dove la vedi sta libellistica papalina ecc. , nei tuoi sogni ?!!!
Povera destra .......
e Cornelio da che deriva ?Originally posted by cornelio
E si scrive Affus e come si pronuncia? Strunzus?
[IMG]http://www.holywar.org/italia/ds_mondialismo/immagini/lef.jpgOriginally posted by Affus
Come volevasi dimostrare !
I destrogni fascisti come te in realta sono dei comunisti fondamentalisti nel cuore e non mi sbagliavo .
E' risaputo che tutti i regimi comunisti non hanno fatto altro che attuare le idee della rivoluzione borghese francese dal piu grande al piu piccolo .
Quelli della comune son gli stessi che hanno fatto la rivoluzione in russia . Amico , ficcati nel cervello che la destra è ben altra cosa ......
La destra ripudia l'ugulitarismo populista e iniquo che livella l'uomo e lo fa apparire essenziale alla giustizia sociale .
La fraternita poi non puo essere mai quella dei massoni !
La liberta non è sfasciare la societa per mettere i borghesi al potere . Ma tu hai mai visto la liberta sotto i rivoluzionari ?
Ma dove la vedi sta libellistica papalina ecc. , nei tuoi sogni ?!!!
Povera destra .......
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Questa immagine, diffusa verso la fine del secolo XIX dal Grande Oriente di Francia, sintetizza l’uomo nato dalla Rivoluzione francese. L’uomo con la cazzuola da muratore e il grembiule è, chiaramente, il "libero muratore" o "massone".
Egli è appoggiato ad una colonna sulla quale è incisa, su due tavole, la "Dichiarazione dei diritti dell’uomo", che sostituisce le due tavole dei "Dieci Comandamenti" dati da Dio a Mosè.
Poggiato su questa dichiarazione, che costituisce il fondamento dello Stato ateo, egli schiaccia ed uccide il prete, butta a terra la tiara e le corone. In alto, campeggia il trinomio della Massoneria: Liberté, Egalité, Fraternité.
Questa immagine, diffusa verso la fine del secolo XIX dal Grande Oriente di Francia, sintetizza l’uomo nato dalla Rivoluzione francese. L’uomo con la cazzuola da muratore e il grembiule è, chiaramente, il "libero muratore" o "massone".
Egli è appoggiato ad una colonna sulla quale è incisa, su due tavole, la "Dichiarazione dei diritti dell’uomo", che sostituisce le due tavole dei "Dieci Comandamenti" dati da Dio a Mosè.
Poggiato su questa dichiarazione, che costituisce il fondamento dello Stato ateo, egli schiaccia ed uccide il prete, butta a terra la tiara e le corone. In alto, campeggia il trinomio della Massoneria: Liberté, Egalité, Fraternité.