Il discorso potrebbe essere molto interessante e stimolante. Di certo posso ricordare come sia comune riscontrare in principio alle tradizioni dei popoli di mezzo mondo un chiaro riferimento ad un'età dell'oro in cui l'uomo viveva in comunione con la natura tutta senza nutrirsi di animali, ma traendo benefici da una vita sana e in sintonia con il cosmo. Questa cosa lo troviamo in paesi e popoli assai distanti gli uni dagli altri: nel Pentateuco come nei libri sacri dell'India, e perfino nella cultura classica greca (ne fa ad esempio riferimento Plutarco). Di quella nostalgia di un'età dell'oro il cui allontanamento per la legge dei cicli cosmici ha portato inevitabilmente ad una corruzione e degenerazione degli uomini, il cui cibarsi di cibi animali ne è una chiara conseguenza. L'allontanarsi dal centro originale, dalla perfezione immota alla radice della Tradizione comune a tutti i popoli viene testimoniata negli scritti giunti fino a noi da parte di quei popoli che più lungimirantemente hanno saputo conservare il ricordo ancestrale del proprio passato. Vediamo quindi che il non cibarsi di cibi animali non è solamente una pratica giustificabilissima per motivi di migliore salute e forza fisica, ma anche un richiamo centrale delle tradizioni spirituali dei popoli di mezzo mondo. Popoli adattatisi alla necrofagia solamente a seguito della corruttela dei tempi e come chiaro elemento degenerativo all'interno dell'equilibrio perduto. Così a memoria, ricordo che nella Genesi Dio autorizza il consumo di animali come cibo proprio a seguito di un'era di pace contrassegnata dalla mancanza di spargimenti di sangue, ed anche in questo caso la degenerazione viene esplicitata tramite la figura dell'uomo costretto a nutrirsi di carcasse di animali morti.Originally posted by Senatore
Bella la frase di Scaligero.
Non sono vegetariano e non ho mai creduto che il rispetto per la vita porti necessariamente ad esserlo.
Non sarebbe interessante aprire una discussione sul vegetarianismo -non in generale- ma in quanto collegato ad una certa visione del mondo (tradizionale o comunque di destra)?
Interessante è inoltre notare come spesso la pratica dell'astinenza dai cibi animali (quindi dalla violenza e dal sangue) è caratteristica di solito ascritta a quei personaggi che, per valore individuale o di stirpe (sovente di origine sovra-umana) e per capacità di auto-controllo (ossia di forza 'autentica'), vengono posti al di sopra della media degli uomini, troppo legati questi ultimi alle meschinità ed alle debolezze della vita. Il vegetarianismo è spesso annoverato tra le caratteristiche e le capacità di solito attribuite a questi uomini pii, illuminati e santi a cui è permessa una pratica spirituale ed una trascendenza che rimane purtroppo interdetta a quanti introducono giornalmente dentro il proprio corpo sostanze altamente nocive e piene di karma negativo quale appunto i prodotti dei macelli e della tortura di altri esseri viventi.
Mai come in questi esempi credo si possa parlare di 'Forza nella compassione', che, richiamandomi alla frase di Scaligero, permette agli uomini migliori di esternare una forza 'autentica', nel controllo delle proprie pulsioni telluriche e prometeiche.
In ultimo una considerazione personale: se come assodato la Tradizione è una e perfetta, allora le innumerevoli prove chiare ed inequivocabili provenienti da tutti i campi dello scibile umano atte a dimostrare la nocività e tossicità conclamata di una dieta a base di cadaveri, altro non fanno che condurci su di una strada di auto-coscienza e di auto-fortificazione, spesso difficile, ma necessaria per poter iniziare a cambiare il mondo attorno a noi partendo proprio dal mondo dentro di noi (a meno che ovviamente non siate marxisti e riteniate che sia sempre e comunque il contesto sociale ed ambientale ad aver prevalenza sulla personalità del singolo individuo, incapace di influire sostanzialmente la realtà in cui si trova calato )
Questi i miei due spicci.
Saluti caro Senatore.
EVROPA ERWACHE