La Lega chiede una scuola meno "femminilizzata"


Troppe donne nel corpo insegnate. "Un handicap nella maturazione degli adolescenti", tuona il Carroccio. Che chiede incentivi per arrulare maschi. Relatore: la deputata Giovanna Bianchi Clerici.
di Franco Chirico

ROMA - La Lega Nord lancia un accorato allarme contro la "femminilizzazione" del corpo insegnante italiano. Lo fa in occasione dell'avvio nell'aula di Montecitorio dell'esame della Riforma della scuola approntata dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti. E lo fa per bocca, un po' paradossalmente forse, di una deputata donna: Giovanna Bianchi Clerici. E lei infatti a prendere la parola un po' a sorpresa all'inizio della mattinata parlamentare (prima che l'esame degli articoli della legge-delega entri nel vivo) per ammonire l'assemblea circa il fatto che troppe donne insegnanti possono costituire ''un handicap nei processi educativi e di maturazione degli adolescenti". E questo rischio, a suo avviso, lo correrebbero soprattutto gli studenti maschi. In quanto ad essi in particolare verrebbero a mancare "modelli di riferimento e di imitazione necessari nella loro crescita'':

La preoccupazione della deputata leghista è tanto genuina e profonda che lei stessa ha del resto messo a punto un ordine del giorno alla legge di riforma. Con il quale si impegna il governo a ''studiare forme di incentivi costituzionalmente compatibili'', per incoraggiare ''il reclutamento'' di insegnanti uomini.

Secondo Bianchi Clerici va dunque arrestato un processo socio-economico che sta scoraggiando l'ingresso di docenti maschi nel mondo della scuola. Un processo che, secondo lei, ha delle spiegazioni precise. ''La questione - ha osservato infatti la parlamentare - è seria. Negli ultimi decenni la scuola si è fortemente femminilizzata, anche a causa della costante perdita di prestigio sociale ed economico che l'ha investita". Ma ci sarebbero anche ragioni molto più pratiche dietro questa sorta di svirilizzazione del mondo scolastico. "Fare l'insegnante - ha aggiunto sempre l'esponente del Carroccio - è di fatto diventata una professione femminile, perché consente di conciliare lavoro e famiglia, grazie all'orario di lavoro meno impegnativo rispetto ad altre professioni''.

Non è ancora chiaro come questa esortazione a far tornare i maschi dietro la cattedra verrà accolta dall'aula di Montecitorio. Ne' se la proposta di Bianchi Clerici può configurare una qualche forma di discriminazione sessuale nell'accesso alla professione di insegnante. Il dibattito parlamentare sulla legge di riforma appena iniziato ci dirà forse di più.