Ottocentomila appassionati manifestanti hanno “colorato” le strade di Roma con i colori della pace, della giustizia divina e dell’uguaglianza. Ma chissà a quale pace costoro si appellavano. Ancora una volta il nemico dichiarato sono gli USA, colpevoli di “offendere” paesi inermi e vittime dell’arroganza a stelle e strisce; ancora una volta vengono minacciati “pacifici” regimi: “impossibile per la gente sensibile e di buona volontà non ribellarsi a simili soprusi”.
Ebbene sì, ormai il buongusto e l’intelligenza sono irrimediabilmente umiliati dinanzi alle argomentazioni di questi ciechi pacifisti che invocano trattati internazionali, l’intervento di organizzazioni sopranazionali e il rispetto di diritti umani contro l’imperialismo americano omettendo qualche imbarazzante particolare. Quegli stessi particolari che hanno spinto i militanti del pacifismo a scendere in piazza con tante bandiere cariche di valori e storia; una storia fatta di lacrime, sangue e violenze. E’ davvero singolare vedere così accanto alla bandiera variopinta della pace anche quelle di un sanguinario guerrigliero come Che Guevara o quelle di partito con la falce e martello dei vari movimenti comunisti. E perché la manifestazione potesse essere considerata strumentalizzata fino all’estremo non potevano mancare le bandiere dei Ds e degli altri partiti dell’Ulivo impegnati in una avvincente gara a chi riusciva a impadronirsi della prima fila in modo da conquistarsi la massima visibilità possibile.
Un comportamento che ha visto diverse personalità della sinistra chiamarsi fuori da questa farsesca recita capitolina. Tra questi Emanuele Macaluso che in piazza non è voluto scendere perché non ne condivideva la parola d'ordine, quel "no alla guerra senza se e senza ma". E se l’Onu dovesse avallare un intervento militare come reagirebbero i rappresentanti dell’opposizione? E come giustificano quei ritratti di Saddam Hussein messi in bella mostra da alcuni partecipanti alla marcia “pacifica”? Pur di colpire Bush si legittima un regime violento ed antidemocratico, quasi lo si vorrebbe sostenere.
A codesti pacifisti l’invito è a lottare per i valori profondi della libertà e del rispetto della dignità degli uomini. Ma in questo caso il tour dovrebbe prevedere una destinazione diversa dalla capitale italiana, magari partendo da qualche ridente località islamica.
Per i valori della pace questo e altro. Forse.
www.legnostorto.com