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    Predefinito L'occupazione sistmatica dell'apparato statale

    Alpini? Sette su dieci sono meridionali
    Un'inchiesta del settimanale Sorrisi e Canzoni Tv sfata il mito dell'alpino valligiano e settentrionale. L'esercito di professionisti voluto dal governo ha aperto i reparti ai giovani del sud.


    MILANO - Sicuramente continuerà a piacergli il vino. Ma probabilmente accompagnato, invece che da fontina e asiago, da salame piccante e provolone. Sì, perché il corpo degli Alpini o meglio, le "penne nere", orgoglio del nostro esercito, sempre i primi a partire per le missioni più delicate, tradizionalmente costituito da "valligiani" e settentrionali usi a scalar montagne e muoversi nel freddo delle Alpi, ora comincia a parlare anche in dialetto calabrese, pugliese, campano o, addirittura, siciliano.

    Nulla di male, ovviamente. Ma, come capita spesso in questi casi, un fenomeno di costume che dà il segnale dei tempi che cambiano e dell'integrazione nord-sud della Penisola che avanza, a dispetto dei suoi detrattori, anche nei settori finora appannaggio dell'una o dell'altra compagine.

    Gli alpini, almeno nell'immaginario collettivo, restavano finora un corpo scelto dell'esercito reclutato in prevalenza al nord. A sfatare il mito, però, ci ha pensato il settimanale Sorrisi e Canzoni Tv, che ha lavorato per registrare la provenienza dei militari inquadrati nelle brigate di montagna.

    Il risultato? Uno schiaffo alla tradizione: delle 12 mila 500 "penne nere" attualmente in servizio, almeno sette su dieci appartengono a regioni meridionali della Penisola. La colpa? In parte è dovuta proprio alla fine della leva obbligatoria, che ha determinato una diminuzione delle chiamate dalle regioni di montagna.

    La composizione regionale dell'esercito insomma, anche negli Alpini, rispecchia quella degli altri reparti. Un luogo comune che cade, dunque, per lasciare il posto a quell'esercito di "professionisti" che adegua l'Italia alle altre nazioni occidentali e che non ha più bisogno di contare sulla provenienza regionale, per ovviare a eventuali carenze di preparazione.

    I miltiari italiani, insomma, oggi sono dei professionisti in grado di affrontare le diverse situazioni in cui si trovano, indipendentemente dalla regione dalla quale provengono.

    (17 FEBBRAIO 2003, ORE 16.53)

  2. #2
    Ridendo castigo mores
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    Predefinito Re: L'occupazione sistmatica dell'apparato statale

    Originally posted by Dragonball
    [B].....un fenomeno di costume che dà il segnale dei tempi che cambiano e dell'integrazione nord-sud della Penisola che avanza....
    dal sud al nord ... ovviamente ..

 

 

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