User Tag List

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 19
  1. #1
    Insorgente
    Data Registrazione
    25 Jul 2002
    Località
    Da ogni luogo e da nessuno
    Messaggi
    2,654
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Il correntone vota la mozione PRC e Angius si incazza. I pacifisti delusi dall'Ulivo

    Alla Camera l'Ulivo vota compatto, il Correntone Ds vota anche la mozione del Prc
    di red


    Per prima si vota la risoluzione di Rifondazione (che a Palazzo Madama può contare solo su due seggi). Il conteggio, in questo caso, avviene col sistema elettronico: 31 voti a favore, 154 no. Poi si vota il documento dell'Ulivo: 124 sì e 149 no. E un dato balza subito agli occhi: nonostante le polemiche, il centrosinistra s'è rivelato compatto. Poi si vota la mozione delle destre: approvata per alzata di mano. S'è conclusa così la lunga mattinata di discussione al Senato sulla crisi irachena.

    Mentre alla Camera il lungo e a tratti aspro dibattito sulla crisi irachena si è concluso con l'approvazione della mozione presentata dalla maggioranza (301 voti a favore, 236 contrari e 4 astenuti). La mozione presentata dall'Ulivo ha ottenuto 227 voti favorevoli e 311 contrari con 4 astenuti. La risoluzione presentata da Fausto Bertinotti è stata respinta con 320 contrari e 48 favorevoli.

    Lla mozione che chiedeva l'esilio di Saddam, prima presentata da Pannella, poi fatta propria dall'Udc e da una decina di parlamentari tra cui Boato, ritirata su richiesta del ministro Frattini a metà pomeriggio e infine ripresentata a sorpresa, da La Russa, alla fine è stata votata per parti separate e approvata solo nella parte relativa alla richiesta di esilio e non quella che riguarda il governo provvisorio dell'Onu.

    Sono stati 48 i deputati che hanno votato a favore della mozione di Rifondazione comunista sulla crisi irachena. Il testo in cui si diceva un no netto alla guerra ha ottenuto il consenso oltre che di Bertinotti e compagni (10 voti) anche di esponenti dell'Ulivo: sinistra Ds,Verdi e Pdci. Dal correntone Ds sono arrivati 27 voti (Bandoli, Bellini, Bielli, Buffo, Calzolaio, Cialente, Crucianelli, Dameri, Duca, Folena, Fumagalli, Gasperoni, Grandi, Grignaffini, Grillini, Leoni, Lolli, Mussi, Panattoni, Pinotti, Pisa, Sabattini, Sasso, Sciacca, Soda, Trupia, Zanotti); 7 dal Pdci (Bellillo, Cossutta
    Armando, Cossutta Maura, Diliberto, Pistone, Rizzo, Vertone); 4 Verdi (Cima, Lion, Pecoraro Scanio, Zanella).


    Una conclusione che comunque avrà anche strascichi di polemiche. Polemiche annunciate da una battuta di Gavino Angius, il capogruppo dei diesse, all'uscita dalla seduta. «Trovo grottesco che il correntone abbia votato anche il documento di Rifondazione, che è alternativo al nostro. Hanno chiesto che ci fosse un dibattito in aula, hanno chiesto che l'Ulivo presentasse una sua mozione unitaria e poi votano anche quello di Rifondazione... grottesco».

    Le polemiche rischiano però di far passare in secondo piano il dato politico a cui si accennava prima: la compattezza nella file dell'Ulivo. Neanche una defezione. E rischiano soprattutto di oscurare il dibattito politico. Avviato da una relazione del premier. Che è arrivato addirittura ad attribuire all'opera del suo governo «il recupero di unità d'intenti dell'Europa». Poi ha insistito: «La linea del nostro esecutivo non è cambiata e resta coerente, ancorata all'appartenenza all'Unione europea, al legame euroatlantico, al riconoscimento dell'Onu e del Consiglio di sicurezza come sede primaria per la ricerca di una soluzione pacifica di questa crisi».

    Salvo poi aggiungere, subito dopo: «Gli Usa non resteranno soli nell'impresa di impedire la proliferazione delle armi di distruzione di massa...».

    E' stato, allora fin troppo facile per l'opposizione lanciare l'accusa di ambiguità a quest'atteggiamento. Gavino Angius, per esempio: «In queste settimane il governo italiano si è mosso su tutt'altra linea. Altri hanno costruito quella risoluzione del Consiglio d'Europa che è stata oggi esaltata dal Presidente del Consiglio. Il governo italiano si è mosso sostenendo le iniziative unilaterali dell'amministrazione Bush, che erano sbagliate e che hanno avuto una battuta d'arresto sia nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, sia nel Parlamento europeo, che nel Consiglio d'Europa».

    E allora di quale linea parla Berlusconi? «Di quella stabilita da Martino nel suo incontro con Rumsfeld, quando ha garantito agli Usa l'uso di tutte le infrastrutture italiane per la guerra preventiva?».

    Nel dibattito è intervenuto anche Giulio Andreotti. Il senatore a vita - pronunciando una durisisma e inappellabile condanna della filosofia sottesa alla guerra perventiva - ha invitato la maggioranza a integrare il proprio documento con l'ultimo paragrafo della mozione dell'Ulivo. Laddove si chiede comunque un voto parlamentare prima di impegnarsi in qualsiasi avventura militare.

    E al proposito Andreotti ha ricordato un precedente storico: quello del 1914 quando l'Italia entrò nella prima guerra mondiale anche se la maggioranza della Camera dei Deputati era contraria all'intervento. «Il fatto che ci siano dei precedenti - ha sillabato Andreotti in aula- non l'autorizza signor Presidente a ripetere questa non considerazione del Parlamento». La destra ha subito accolto l'invito. E si è andati al voto. Dei risultati abbiamo già detto.

    Dopo il Senato la discussione è ricominiata alla Camera. Qui, Berlusconi ha aggiunto le sue solite valutazioni sull'opposizione: «Incomprensile come si sta comportando». Dal canto suo l'Ulivo, attraverso le parole di Rutelli scambiate fuori dall'aula con i giornalisti, ha fatto sapere che voterà solo il suo documento. Non voterà il documento delle Case della Libertà, neanche emendato da Andreotti.

    Fabio Mussi, vicepresidente della Camera, esponente del Correntone
    ha rivolto un appello a Rifondazione perchè faccia convergere i suoi voti anche sulla mozione dell'Ulivo. «Guardo con favore a tutte le mozioni che si
    esprimono contro la guerra - ha affermato Mussi - ci sono cose che condivido nella mozione del Prc anche se essendo stata presentata molto tempo fa non dà conto degli sviluppi. Chiedo al Prc di valutare bene la mozione dell'Ulivo, è il momento della responsabilità e della chiarezza di tutti coloro che vogliono la pace». Per Mussi quindi di fronte alla «condotta zig-zag del Governo c'è il dovere di unità tra tutte le opposizioni».

    Ma il Prc non vuole votare la mozione dell'Ulivo perchè non esclude la guerra e disconosce l'appello degli organizzatori della manifestazione di sabato a Roma, che si oppone alla guerra senza no e senza ma. Il segretario del Prc Fausto Bertinotti argomenta il no che Rifondazione ha ribadito all'Ulivo per una possibile convergenza in Parlamento sulla crisi irachena. «Da sabato ad oggi -ha osservato il leader del Prc- sembra passato un secolo. Sentiamo rullare i tamburi di guerra, il governo è
    decisamente su questa frontiera e trovo francamente sconcertante che
    anche il centrosinistra voti una mozione di grande ambiguità».

    Un appello all'opposizione, o meglio a una parte dell'opposizione, a votare la mozione della maggioranza è venuto da Frattini, ministro degli Esteri, che chiesto in questo modo di riconoscere al governo l'impegno profuso «per una posizione unica a livello europeo».

    I pacifisti del comitato "Fermiamo la Guerra", promotori della manifestazione di Roma, riuniti in «unità di crisi» all'albergo Nazionale dove seguono in diretta radiofonica il dibattito sulla guerra alla Camera, esprimono la loro delusione per la mozione presentata dal centrosinistra. Dice Alfio Nicotra, «nella riunione di giovedì scorso i Ds ci avevano assicurato che la loro posizione sarebbe stata contro la guerra anche se avallata dall'Onu. Di questo non c'è traccia nella mozione dell'Ulivo, anzi l'uso della forza viene ampiamente considerato».

    Alla riunione dell'unità di crisi ci sono un pò tutti i rappresentanti delle realtà che hanno promosso la manifestazione del 15 febbraio a Roma: da Raffaella Bolini dell'Arci al
    Disobbediente Anubi D'Avossa, da Piero Bernocchi dei Cobas ad Alessandra Mecozzi della Fiom, Gennaro Migliore, responsabile relazioni estere del Prc fino al verde Paolo Cento, che ancora non può partecipare ai lavori dell'Aula per via del provvedimento
    di espulsione del 6 febbraio scorso.

    www.unita.it
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    01 Oct 2002
    Località
    Torino, riva sinistra del Po.... Europa. Dead Poets Society...
    Messaggi
    8,586
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il correntone vota la mozione PRC e Angius si incazza. I pacifisti delusi dall'Ulivo

    Originally posted by Paddy Garcia
    Alla Camera l'Ulivo vota compatto, il Correntone Ds vota anche la mozione del Prc
    di red


    Per prima si vota la risoluzione di Rifondazione (che a Palazzo Madama può contare solo su due seggi). Il conteggio, in questo caso, avviene col sistema elettronico: 31 voti a favore, 154 no. Poi si vota il documento dell'Ulivo: 124 sì e 149 no. E un dato balza subito agli occhi: nonostante le polemiche, il centrosinistra s'è rivelato compatto. Poi si vota la mozione delle destre: approvata per alzata di mano. S'è conclusa così la lunga mattinata di discussione al Senato sulla crisi irachena.

    Mentre alla Camera il lungo e a tratti aspro dibattito sulla crisi irachena si è concluso con l'approvazione della mozione presentata dalla maggioranza (301 voti a favore, 236 contrari e 4 astenuti). La mozione presentata dall'Ulivo ha ottenuto 227 voti favorevoli e 311 contrari con 4 astenuti. La risoluzione presentata da Fausto Bertinotti è stata respinta con 320 contrari e 48 favorevoli.

    Lla mozione che chiedeva l'esilio di Saddam, prima presentata da Pannella, poi fatta propria dall'Udc e da una decina di parlamentari tra cui Boato, ritirata su richiesta del ministro Frattini a metà pomeriggio e infine ripresentata a sorpresa, da La Russa, alla fine è stata votata per parti separate e approvata solo nella parte relativa alla richiesta di esilio e non quella che riguarda il governo provvisorio dell'Onu.

    Sono stati 48 i deputati che hanno votato a favore della mozione di Rifondazione comunista sulla crisi irachena. Il testo in cui si diceva un no netto alla guerra ha ottenuto il consenso oltre che di Bertinotti e compagni (10 voti) anche di esponenti dell'Ulivo: sinistra Ds,Verdi e Pdci. Dal correntone Ds sono arrivati 27 voti (Bandoli, Bellini, Bielli, Buffo, Calzolaio, Cialente, Crucianelli, Dameri, Duca, Folena, Fumagalli, Gasperoni, Grandi, Grignaffini, Grillini, Leoni, Lolli, Mussi, Panattoni, Pinotti, Pisa, Sabattini, Sasso, Sciacca, Soda, Trupia, Zanotti); 7 dal Pdci (Bellillo, Cossutta
    Armando, Cossutta Maura, Diliberto, Pistone, Rizzo, Vertone); 4 Verdi (Cima, Lion, Pecoraro Scanio, Zanella).


    Una conclusione che comunque avrà anche strascichi di polemiche. Polemiche annunciate da una battuta di Gavino Angius, il capogruppo dei diesse, all'uscita dalla seduta. «Trovo grottesco che il correntone abbia votato anche il documento di Rifondazione, che è alternativo al nostro. Hanno chiesto che ci fosse un dibattito in aula, hanno chiesto che l'Ulivo presentasse una sua mozione unitaria e poi votano anche quello di Rifondazione... grottesco».

    Le polemiche rischiano però di far passare in secondo piano il dato politico a cui si accennava prima: la compattezza nella file dell'Ulivo. Neanche una defezione. E rischiano soprattutto di oscurare il dibattito politico. Avviato da una relazione del premier. Che è arrivato addirittura ad attribuire all'opera del suo governo «il recupero di unità d'intenti dell'Europa». Poi ha insistito: «La linea del nostro esecutivo non è cambiata e resta coerente, ancorata all'appartenenza all'Unione europea, al legame euroatlantico, al riconoscimento dell'Onu e del Consiglio di sicurezza come sede primaria per la ricerca di una soluzione pacifica di questa crisi».

    Salvo poi aggiungere, subito dopo: «Gli Usa non resteranno soli nell'impresa di impedire la proliferazione delle armi di distruzione di massa...».

    E' stato, allora fin troppo facile per l'opposizione lanciare l'accusa di ambiguità a quest'atteggiamento. Gavino Angius, per esempio: «In queste settimane il governo italiano si è mosso su tutt'altra linea. Altri hanno costruito quella risoluzione del Consiglio d'Europa che è stata oggi esaltata dal Presidente del Consiglio. Il governo italiano si è mosso sostenendo le iniziative unilaterali dell'amministrazione Bush, che erano sbagliate e che hanno avuto una battuta d'arresto sia nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, sia nel Parlamento europeo, che nel Consiglio d'Europa».

    E allora di quale linea parla Berlusconi? «Di quella stabilita da Martino nel suo incontro con Rumsfeld, quando ha garantito agli Usa l'uso di tutte le infrastrutture italiane per la guerra preventiva?».

    Nel dibattito è intervenuto anche Giulio Andreotti. Il senatore a vita - pronunciando una durisisma e inappellabile condanna della filosofia sottesa alla guerra perventiva - ha invitato la maggioranza a integrare il proprio documento con l'ultimo paragrafo della mozione dell'Ulivo. Laddove si chiede comunque un voto parlamentare prima di impegnarsi in qualsiasi avventura militare.

    E al proposito Andreotti ha ricordato un precedente storico: quello del 1914 quando l'Italia entrò nella prima guerra mondiale anche se la maggioranza della Camera dei Deputati era contraria all'intervento. «Il fatto che ci siano dei precedenti - ha sillabato Andreotti in aula- non l'autorizza signor Presidente a ripetere questa non considerazione del Parlamento». La destra ha subito accolto l'invito. E si è andati al voto. Dei risultati abbiamo già detto.

    Dopo il Senato la discussione è ricominiata alla Camera. Qui, Berlusconi ha aggiunto le sue solite valutazioni sull'opposizione: «Incomprensile come si sta comportando». Dal canto suo l'Ulivo, attraverso le parole di Rutelli scambiate fuori dall'aula con i giornalisti, ha fatto sapere che voterà solo il suo documento. Non voterà il documento delle Case della Libertà, neanche emendato da Andreotti.

    Fabio Mussi, vicepresidente della Camera, esponente del Correntone
    ha rivolto un appello a Rifondazione perchè faccia convergere i suoi voti anche sulla mozione dell'Ulivo. «Guardo con favore a tutte le mozioni che si
    esprimono contro la guerra - ha affermato Mussi - ci sono cose che condivido nella mozione del Prc anche se essendo stata presentata molto tempo fa non dà conto degli sviluppi. Chiedo al Prc di valutare bene la mozione dell'Ulivo, è il momento della responsabilità e della chiarezza di tutti coloro che vogliono la pace». Per Mussi quindi di fronte alla «condotta zig-zag del Governo c'è il dovere di unità tra tutte le opposizioni».

    Ma il Prc non vuole votare la mozione dell'Ulivo perchè non esclude la guerra e disconosce l'appello degli organizzatori della manifestazione di sabato a Roma, che si oppone alla guerra senza no e senza ma. Il segretario del Prc Fausto Bertinotti argomenta il no che Rifondazione ha ribadito all'Ulivo per una possibile convergenza in Parlamento sulla crisi irachena. «Da sabato ad oggi -ha osservato il leader del Prc- sembra passato un secolo. Sentiamo rullare i tamburi di guerra, il governo è
    decisamente su questa frontiera e trovo francamente sconcertante che
    anche il centrosinistra voti una mozione di grande ambiguità».

    Un appello all'opposizione, o meglio a una parte dell'opposizione, a votare la mozione della maggioranza è venuto da Frattini, ministro degli Esteri, che chiesto in questo modo di riconoscere al governo l'impegno profuso «per una posizione unica a livello europeo».

    I pacifisti del comitato "Fermiamo la Guerra", promotori della manifestazione di Roma, riuniti in «unità di crisi» all'albergo Nazionale dove seguono in diretta radiofonica il dibattito sulla guerra alla Camera, esprimono la loro delusione per la mozione presentata dal centrosinistra. Dice Alfio Nicotra, «nella riunione di giovedì scorso i Ds ci avevano assicurato che la loro posizione sarebbe stata contro la guerra anche se avallata dall'Onu. Di questo non c'è traccia nella mozione dell'Ulivo, anzi l'uso della forza viene ampiamente considerato».

    Alla riunione dell'unità di crisi ci sono un pò tutti i rappresentanti delle realtà che hanno promosso la manifestazione del 15 febbraio a Roma: da Raffaella Bolini dell'Arci al
    Disobbediente Anubi D'Avossa, da Piero Bernocchi dei Cobas ad Alessandra Mecozzi della Fiom, Gennaro Migliore, responsabile relazioni estere del Prc fino al verde Paolo Cento, che ancora non può partecipare ai lavori dell'Aula per via del provvedimento
    di espulsione del 6 febbraio scorso.

    www.unita.it
    Il apcifismo ad oltranza non ho senso, ci sono delle volte che la guerra è inevitabile e necessaria, non che questi sial il caso, ma le deicsioni dell'onu su rispettano, se l'onu decide la guerra in Iraq non possiamo opporci, possiamo dire che ci sembra sbagliato, ma è legge!

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    19 May 2002
    Località
    Firenze
    Messaggi
    6,067
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Che l' Ulivo non sia pacifista mi sembra ovvio, altrimenti la guerra in Kosovo non sarebbe stata fatta.
    Se l' Onu decidesse per il Si all' intervento sarebbe ugualmente giusto opporsi.

  4. #4
    Insorgente
    Data Registrazione
    25 Jul 2002
    Località
    Da ogni luogo e da nessuno
    Messaggi
    2,654
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    A differenza tua non dico che la tua posizione "non ha senso", e mi attengo a un principio liberale: la tua posizione è legittima.

    E' legittimo però anche che la prossima volta i pacifisti ad oltranza vi caccino dalle loro manifestazioni.

    P.G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  5. #5
    Insorgente
    Data Registrazione
    25 Jul 2002
    Località
    Da ogni luogo e da nessuno
    Messaggi
    2,654
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Originally posted by Oasis
    Che l' Ulivo non sia pacifista mi sembra ovvio, altrimenti la guerra in Kosovo non sarebbe stata fatta.
    Se l' Onu decidesse per il Si all' intervento sarebbe ugualmente giusto opporsi.
    Lo sai che secondo Umberto la tua posizione "non ha senso"?

    P.G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    01 Oct 2002
    Località
    Torino, riva sinistra del Po.... Europa. Dead Poets Society...
    Messaggi
    8,586
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Originally posted by Paddy Garcia
    Lo sai che secondo Umberto la tua posizione "non ha senso"?

    P.G.
    me perchè mai, io sono daccordo con oasis!

    Io non trovo giusta secondo me una posizione che trecluda ogni guerra, nonoperchè sono guerrafondaio ma perchè talvolta è inevitabile.

    Non è il caso dell'Iraq. Bisgna battersi contr la guerra, se l'Onu la dichiarerà rispetteremo l'Onu ma restermo contrati e noi in guerra non ci andremo.

    Sarebbe come una legge, la rispetti anche se non ti sembra giusta e ti batti per cambiarla...

  7. #7
    Insorgente
    Data Registrazione
    25 Jul 2002
    Località
    Da ogni luogo e da nessuno
    Messaggi
    2,654
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Ma dianime prima scrivi:

    Originally posted by umberto
    se l'onu decide la guerra in Iraq non possiamo opporci, possiamo dire che ci sembra sbagliato, ma è legge!
    E poi scrivi:

    Non è il caso dell'Iraq. Bisgna battersi contr la guerra, se l'Onu la dichiarerà rispetteremo l'Onu ma restermo contrati e noi in guerra non ci andremo.
    Mi sembra che hai le idee un po' confuse, direi schizofreniche.

    Quest'ultima posizione è poi la più stravagante che abbia mai sentito (e non a caso pure Angius da Vespa è uscito con questa "novità").

    Essere contrari alla guerra comporta atti concreti, politici e civili.

    "Andare alla guerra" non significa niente. Alla guerra non ci saremo andati comunque: il nostro ruolo è logistico. Perciò nessuna concessione di basi, strade, benzina all'esercito che vorrà attaccare l'Iraq.

    Per il resto, qualcuno che dichiata che se deve obbedire a una legge e poi se ne fotte dell'articolo 11 della nostro costituzione, cioè della fonte legislativa di questa Repubblica democratica che si chiama Italia, dovrebbe perlomeno farsi un esame di coscienza.

    Io obbedirò alla nostra costituzione, anche se questo potrebbe significare disobbedire ai signori della guerra. E' il minimo che potrò fare da cittadino italiano.

    P.G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  8. #8
    Insorgente
    Data Registrazione
    25 Jul 2002
    Località
    Da ogni luogo e da nessuno
    Messaggi
    2,654
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Un bell'articolo di Sansonetti

    Che è uno dei vostri.

    P.G.

    L'Ulivo sceglie l'Onu come frontiera, ma la sua ala sinistra vota anche con Bertinotti
    di Piero Sansonetti


    L’Ulivo esce da questa giornata campale di battaglia in Parlamento con una mozione unitaria, votata da tutti (ed è una gran novità, un successo soprattutto della maggioranza Ds), con una certa soddisfazione generale (espressa sia dai riformisti e dalla Margherita sia dal correntone dei Ds), ma con le ossa un po’ rotte. Bertinotti lo ha criticato in modo asperrimo, pronunciando uno dei discorsi più duri da un paio d’anni a questa parte. Una quarantina di suoi deputati hanno votato anche la mozione di Rifondazione (attestandosi su una doppia linea: con l’Onu finché è possibile, poi, eventualmente, si vedrà). I pacifisti, riuniti in un albergo a pochi metri dal Parlamento, ne hanno criticato severamente le scelte, spiegando che non era questo tipo di mediazione parlamentare quello che sabato scorso avevano chiesto, in piazza, alcuni milioni di persone.

    Insomma, è stata una vittoria o no? Dal punto di vista delle tattiche parlamentari è stato un discreto successo, perché si è evitata la spaccatura di qualche mese fa sugli alpini in Afghanistan (quando la Margherita se ne andò da una parte e i Ds dall’altra).

    Sul piano della sostanza, i problemi restano tutti aperti. C’è un pezzo di Ulivo pacifista e un altro no, e c’è anche un pezzo di Ulivo che si colloca a metà strada. Finora ha vinto questo terzo pezzo, che è riuscito a mediare. Ma se la crisi irachena si aggraverà, sarà difficile ricomporre le fratture. Una deputata del correntone, che pure ha votato disciplinatamente con gli altri, ieri sera si lamentava un po’ sconsolata: «Il nostro modo di concepire la politica - diceva - ogni giorno è più lontano dalla gente e dai problemi veri. Nessuno parla di programmi, di principi: tutti di tattiche. Non si va lontano così». Molti altri suoi colleghi - sia riformisti sia radicali - sembravano invece contenti del compromesso. Dicevano che comunque si era votata tutti insieme una mozione contro la guerra, cosa che non succedeva più da una dozzina d’anni. Chi aveva ragione?

    La giornata è iniziata con il perfezionamento dell’accordo politico che era stato raggiunto martedì sera tra i vari leader dell’Ulivo. E cioè: mozione unica che si ispira allo spirito di “Bruxelles” (cioè la mediazione tra le colombe franco-tedesche e i falchi anglo-italiani) e ad un giudizio positivo sulla manifestazione pacifista di sabato. La chiave della mozione è: “centralità dell’Onu per salvare la pace”. La parte moderata dell’Ulivo (che non aveva aderito alla manifestazione di sabato) firmando la mozione cede qualcosa; e ancor di più cede la parte più radicale dell'Ulivo, che ammette lo spirito di Bruxelles e cioè il riconoscimento del fatto che spetta all’Onu decidere se sarà guerra o no.

    La parte moderata dell’Ulivo rinuncia anche all’idea di votare almeno qualche paragrafo della mozione della maggioranza (idea che si era fatta strada nei giorni scorsi nell’Udeur di Mastella e tra i socialisti di Boselli). La parte più radicale dell’Ulivo però non rinuncia - simmetricamente - all’idea di distinguersi in qualche modo, e così decide - in Senato, e più tardi alla Camera - di votare anche la mozione di Rifondazione comunista. Angius, capogruppo dei Ds, si arrabbia con Salvi, del correntone, e gli dice che tutto ciò non è coerente. Non si può accettare la mediazione di Bruxelles e poi cancellarla votando con la mozione di Rifondazione (”no alla guerra né con l’Onu né senza l’Onu”). La sinistra Ds però fa notare che la linea “no alla guerra senza condizioni” è quella sottoscritta dal movimento pacifista del quale la sinistra dell’Ulivo fa parte.

    Alla Camera si ripete lo stesso schema. Con forti tentativi di sdrammatizzare la situazione. Mussi - del correntone - pronuncia un intervento ragionevole, sulla linea ufficiale dell’opposizione (con qualche distinzione) e quando finisce di parlare riceve la stratta di mano di D’Alema. Fassino, parlando in aula (il suo è stato di gran lunga l’intervento più applaudito della giornata) cerca di non acuire le polemiche con Rifondazione. Rutelli un po’ meno: polemizza, ma senza troppa enfasi, anche se conclude ipotizzando un “filo ideale” che unisce maggioranza e opposizione, e cioè la comune volontà di appoggiare l’Onu (e questo fa infuriare la sinistra dell’Ulivo).

    Comunque si arriva al voto compatti (Rifondazione vota contro), e quando viene messa ai voti la mozione di Rifondazione i deputati dell’Ulivo che non la votano (cioè la grande maggioranza) decidono di non partecipare allo scrutinio per evitare di votare contro. Verdi, Pdci e una parte del correntone (ma non tutto) vota con Bertinotti. Un paio d’ore prima c’era stata un amichevole zuffa, in transatlantico, tra lo stesso Bertinotti e Franco Marini (che tra i dirigenti dell’Ulivo è, per così dire, il più atlantico). Marini aveva rimpoverato Bertinotti: “noi ci asteniamo sulla tua mozione, perché tu, sulla base del principio di reciprocità, non ti astieni sulla nostra?” Bertinotti, sorridendo, gli aveva risposto: “Perché non ci può essere reciprocità dal momento che la mia mozione è giusta mentre la vostra è sbagliata.”

    In questa situazione assai complessa si è aggiunto l’incidente Pannella. E’ questo: il ccd Volontè aveva presentato un ordine del giorno che recepiva la proposta avanzata un mese fa da Pannella (esilio per Saddam e governo dell’Onu in Iraq). In Aula però l’ha ritirato. Lo ha allora fatto suo l’ulivista Gerardo Bianco, ma il presidente Casini gli ha fatto notare che un deputato non poteva far suo un ordine del giorno: occorrevano o dieci firme o un Gruppo parlamentare. Il ds Violante è andato in soccorso di Bianco: ha detto che lo faceva suo il gruppo Ds. A quel punto anche la Margherita l’ha fatto suo. Si è alzato allora La Russa, di An, e si è accodato: “Firmiamo anche noi così siamo tutti d’accordo e non ci si pensa più”. Benissimo. Ma subito sorge un problema: nell’ordine del giorno c’è un capoverso di insolenze al movimento pacifista.

    Intanto in Parlamento è arrivato Pannella, felice come una pasqua. Si alza però a parlare Giorgio La Malfa e dice che secondo lui quell’ordine del giorno è “invotabile”. Pannella, furioso, commenta: «E’ sempre così, quando i padri si prendono tutta l’intelligenza ai figli non resta niente...». Si riferisce a Ugo La Malfa, rimpianto padre di Giorgio. Tutti i gruppi che avevano fatto propria la mozione Volontè prendono al volo lo spunto offerto da La Malfa e la ritirano. Pannella è ancor più furioso. Mastella, guastafeste, accorre in aiuto del vecchio Marco. Dice: se gli altri se ne vanno, sono io a far mio l’ordine del giorno. Si aggregano altri 10 deputati, tra cui Intini. A quel punto Violante chiede che si divida in due l’ordine del giorno e si votino le parti separate. Gli insulti ai pacifisti graziaddio vengono bocciati, l’invito all’esilio approvato, con l’unico voto bipartisan della giornata (anzi, dell’anno).

    Mentre in Aula si consuma questo dramma, in Transatlantico viene fatto circolare un dispaccio di agenzia che attribuisce a Cofferati un giudizio soddisfatto per come sono andate le cose, e cioè per la mozione unitaria dell’Ulivo. Nelle tribune del pubblico però ci sono una decina di ragazzini - disobbedienti - che non sono soddisfatti: si alzano in piedi e scoprono delle magliette, poco solenni, su ciascuna delle quali è stampata una lettera a carattere cubitale: N-O-W-A-R. Casini li fa buttare fuori dai commessi.

    www.unita.it
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  9. #9
    I amar prestar aen
    Data Registrazione
    09 Sep 2002
    Località
    Brescia
    Messaggi
    8,891
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Rispetto al solito l'ulivo ha dimostrato maggiore compattezza. Lo Sdi e L'udeur che si erano dichiarati possibilisti a firmare una mozione bipartisan ed erano stati "convinti" a non farlo, non dovrebbero essere molto contenti del fatto che la sx della coalizione ha fatto quello che loro non hanno potuto, per lealtà di coalizione, o voluto fare.

    Cordiali Saluti
    E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
    Che di me degno un dì questo mio figlio
    Sia spendor della patria, e de Troiani
    Forte e possente regnator. Deh! fate
    Che il veggendo tornar dalla battaglia
    Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
    Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
    E il cor materno nell'udirlo esulti.

  10. #10
    Claude
    Ospite

    Predefinito

    Originally posted by Paddy Garcia
    A differenza tua non dico che la tua posizione "non ha senso", e mi attengo a un principio liberale: la tua posizione è legittima.

    E' legittimo però anche che la prossima volta i pacifisti ad oltranza vi caccino dalle loro manifestazioni.

    P.G.
    A me basterebbe che si cacciassero i "pacifisti", ovvero i comunisti nelle loro varie gradazioni di colore, da ogni consesso in cui si discuta delle strategie politiche per il ritorno al governo del paese da parte del centrosinistra.

    Poi, fatevi pure tutte le manifestazioni che volete.

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Angius (Ulivo) attacca Paola Binetti (Ulivo).
    Di versoilppe nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 24
    Ultimo Messaggio: 22-11-06, 15:58
  2. Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 28-10-04, 01:17
  3. Articolo 18, il correntone DS vota SI
    Di Paddy Garcia (POL) nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 01-04-03, 23:42
  4. Articolo 18, il correntone vota SI
    Di Roderigo nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 30-03-03, 18:45
  5. L'Ulivo si incazza con Berlusconi perchè non è un pezzente...
    Di EMPEROR DOLLAR $ nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 01-09-02, 14:53

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito