Pd, nuova bufera
Emiliano-dalemiani


di BEPI MARTELLOTTA

BARI - Scoppia una nuova bufera nel Pd pugliese, dopo l’intervista di Michele Emiliano al «Corsera» in cui parla della Puglia come di una «Hiroshima» assediata dai dalemiani, invita Vendola a non dimettersi «anche se dovesse arrivargli un avviso di garanzia» e attribuisce a D’Alema rapporti con l’imprenditore Degennaro, candidato dal Pd alle ultime europee. Mentre il leader dell’Udc Pierferdinado Casini, ieri a Lecce per incassare l’ingresso del senatore salentino Lorenz o Ria nelle fila dell’Udc, non si sbilancia sul sì o no al patto col Pd, ma sulla ricandidatura di Vendola chiarisce: «È indispensabile un forte segno di discontinuità, occorre un coinvolgimento della società civile nella politica per cambiare profondamente le cose. E fa testo l'esperimento Ferrarese della provincia di Brindisi. Il modello brindisino potrebbe essere quello da attuarsi a livello regionale».

Dal fronte dalemiano si levano gli scudi contro Emiliano. «Il criterio di selezione delle candidature alle europee è stato dettato dall’esigenza predominante di rafforzare la campagna elettorale a sostegno del sindaco-segretario - dice Enzo Lavarra, come Degennaro non eletto a Strasburgo - con candidature che direttamente e indirettamente afferivano la città di Bari. E che, per questo, intere province furono escluse dalla lista rendendola più debole. Questa scelta fu compiuta in modo solitario, attribuire perciò a Roma, a D'Alema o ad altri la responsabilità di queste scelte è non solo ingeneroso, ma soprattutto offensivo della verità». Il clima è teso quanto basta anche sulla ricandidatura di Vendola.

«Fa bene il presidente a chiarire subito che il futuro della Puglia non è merce barattabile sul tavolo degli accordi nazionali. Comprendo le sue ragioni, ma sono sicuro - dice Guglielmo Minervini - che l’eventualità che corra da solo non si renderà necessaria».

«Da Emiliano apprendiamo che D’Alema avrebbe bocciato la ricandidatura di Vendola, proponendogli una umiliante retrocessione a capolista e che questo avrebbe provocato l’azzeramento della Giunta regionale, non determinato - attacca Roberto Ruocco (Pdl) - né da “questioni morali” né da esigenze di un “salto di qualità”». «O Emiliano possiede la dote della preveggenza o si prepara ad assassinare politicamente Vendola per sostituirlo» dice Pierfelice Zazzer a, coordinatore regionale dell’I dv Puglia. Occorre salvare il centrosinistra e «non bastano certamente le primarie a garantire il cambiamento».

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