BRESCIA - Scrivere il proprio «no» con il fuoco, tendendo ...


BRESCIA - Scrivere il proprio «no» con il fuoco, tendendo corde intrecciate e imbevute di liquido infiammabile lunghe decine di metri perché il messaggio fosse ben visibile, a distanza. Brescia stenta a pronunciarsi sulle ipotesi emerse nelle prime ore di indagine sul rogo che dalla sera di lunedì ha inghiottito cinquanta ettari di bosco sul colle della Maddalena, e preferisce definire quelle fiamme «un’azione criminale», qualsiasi mente abbia generato quel rogo. «Atto di inaudita gravità e pericolosità - ha detto il sindaco, Paolo Corsini -. L'incendio ha danneggiato una zona naturale di notevole valore ambientale per la città». Le ipotesi che si intrecciano poggiano tutte su poche certezze: la natura dolosa dell'incendio e che sia stato provocato da un gruppo di piromani. Troppi focolai accesi in contemporanea e su versanti diversi. E poi quei segni quasi geometrici che a distanza appaiono come lettere, quel «no» che chi vive a sud di Brescia ha letto e riletto guardando con apprensione la montagna infuocata. E quelle altre lettere che sembrano indicare un altro «no» o la parola «war».Si va dal sospetto di una rivendicazione pacifista contro la guerra (e che, a sorpresa, si rivelerebbe anche antiambientalista ed antiecologista) alla lite tra cacciatori di cinghiali che si contendono una «fetta» del colle bresciano dove peraltro la caccia è vietata, salvo piani di abbattimento promossi dalla Provincia per difendere le colture. Proprio ieri mattina, nei boschi della Maddalena avrebbe dovuto svolgersi una battuta di caccia selettiva, una decisione contrastata da alcuni capisquadra. Basta questo per spingere una mano ignota a rispondere con un devastante «no» di fuoco? «Coincidenza quantomeno inquietante» ha commentato Alessandro Sala, assessore provinciale alla caccia. Su questa «coincidenza» le sue guardie venatorie hanno scritto pagine e pagine destinate al tavolo del procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini. Per ora soltanto ipotesi. «Il fatto è grave, qualunque sia la matrice» ripetono gli investigatori. «In questo momento posso solo augurarmi che i responsabili vengano individuati al più presto - ha ribadito Viviana Beccalossi, assessore regionale all'agricoltura con delega a caccia e incendio -: al di là del possibile movente, sul quale non mi pronuncio perché mi risulta che le indagini siano solo all'inizio, quest'episodio dimostra ancora una volta che nella nostra regione gli incendi non divampano mai per caso. In questo caso poi, c'è l'aggravante che i piromani sono più d'uno». Almeno cinque, stando alle prime ricostruzioni: una squadra di piromani «armati» di corda imbevuta di liquido infiammabile che si sono presi cura di scendere dalla sommità del colle che domina Brescia lungo traiettorie studiate a tavolino e coincidenti con quelle che poi, a distanza, sarebbero apparse come lettere scritte sulla lavagna nera della notte. «Un lavoro del genere è cominciato almeno alle cinque di pomeriggio - ha ipotizzato una guardia forestale -: ci saranno volute due ore per posizionare le micce. Il fuoco, ben visibile dalle 21.30, deve essere stato appiccato prima delle 20. In piena notte si sono messi in moto gli uomini della Forestale, della polizia provinciale, vigili del fuoco e volontari della protezione civile. Poi, con le prime luci del giorno, per spegnere il rogo sono intervenuti anche due elicotteri messi a disposizione dalla Regione. La caccia ai piromani è aperta.


Dal televideo di Teletutto (emittente locale bresciana):

...CACCIA APERTA AI PIROMANI
Dal capogruppo di An in Loggia Andrea Arcai la richiesta di adottare un piano di protezione civile atteso da tempo. E mentre Digos e polizia provinciale chiedono tempo per approfondire le rispettive piste di indagine, la prima che cerca i piromani tra qualche estremista che ha voluto manifestare con il rogo il suo diniego alla guerra all'iraq (nelle linee geometrice emerse dal buio della notte non pochi infatti avevano letto un no war abbozzato), la seconda invece fa riferimento ad aspri dissidi registrati tra cacciatori ed alcuni cinghialisti "ribelli".



Staremo a vedere.