E’ lo sfogo del capitano Paolo Maldini, stufo di sentire fischi provenienti dagli altri settori dello stadio al minimo errore e rivolti ad una squadra in piena corsa su tutti i fronti.

21/02/2003 Fonte: Davide Bin, articolo letto 46 volte

“Ma la gente, una parte dei nostri tifosi, cosa vuole da noi?…Solo i ragazzi della Curva Sud ci rispettano, ci amano, ci incitano sempre.”
Queste parole sono solo uno stralcio dello sfogo di capitan Maldini, nelle dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport, in cui sottolinea il disagio suo (e immagino di tutti i suoi compagni) nel sentirsi fischiati e criticati al primo errore da una parte del pubblico di San Siro.
I veri capitani parlano poco, ma quando parlano le loro parole sono pesanti come macigni; era così ai tempi di Franco Baresi, è così anche ora che la fascia del comando è al braccio di Paolo Maldini, un’altra leggenda vivente che indossa da decenni la maglia rossonera.
Superfluo sottolineare che non si può che essere d’accordo con il capitano: il Milan è a soli due punti dalla vetta in campionato, primo a punteggio pieno nel girone di Champions League con fondate prospettive di raggiungere la qualificazione con due turni di anticipo in un raggruppamento che comprende la squadra considerata da tutti la più forte e spettacolare d’Europa e del mondo (il Real Madrid, anche se personalmente non sono d’accordo), in semifinale di Coppa Italia con la possibilità nemmeno tanto remota di qualificarsi per la finale…cosa si vuole di più da questa squadra?
Se lo chiede Maldini e me lo chiedo anch’io, ma non è la prima volta che i settori cosiddetti “nobili” di San Siro fischiano la squadra o singoli giocatori nei momenti di difficoltà.
Senza andare troppo in là con i ricordi, basta ripensare proprio a mercoledì, quando il povero Tomasson è stato prima fischiato e “maltrattato” per qualche errore di troppo, poi osannato e invocato a gran voce dopo il gol decisivo e al momento della sua uscita dal terreno di gioco.
Il danese è solo l’ultima vittima in ordine di tempo della “coerenza” del pubblico rossonero più ricco (nel senso dei soldi, non certo del cervello!) e facoltoso ma ha molti predecessori, alcuni anche illustri: ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie gente che ha fischiato e contestato nientemeno che un certo Van Basten, ovviamente pochi minuti prima di esultare come un pazzo per un suo gol e compiacersi per le sue prodezze.
Ma sono stati tanti i giocatori colpiti dall’impietosa critica di una parte del pubblico, che si ostina a pensare di essere autorizzata a fischiare e insultare solo perché paga (profumatamente) un biglietto e crede di essere di grande aiuto alla squadra e ai suoi giocatori, non perdendo occasione di demoralizzarli al primo errore invece di continuare ad incitarli per il bene del Milan.
Come si fa ad essere così ottusi da non capire che fischiando un giocatore si penalizza ancora di più la squadra per cui si “dovrebbe” tifare, invece di aiutarla e spingerla alla conquista di quei risultati che tutti speriamo di ottenere?
E, nel caso specifico, come si fa a pretendere di più da una squadra in piena corsa su tutti i fronti e che ha tutto il diritto di attraversare un momento di difficoltà in una stagione lunga e sfiancante e gradirebbe essere sostenuta e incitata nei momenti di difficoltà, invece che fischiata e criticata?
Davvero certa gente pensava che si potessero vincere tutte le partite dando sempre spettacolo, senza mai soffrire e umiliando sempre gli avversari con punteggi tennistici?
Prospettiva meravigliosa ma, ahimè, utopia pura giocando ogni tre giorni partite durissime e tutte decisive.

Per questo le parole di capitan Maldini mi riempiono d’orgoglio, perché da ormai 17 anni frequento quella Curva Sud che non ha mai rinunciato a stare accanto ai giocatori dovunque e comunque, perchè CI FACCIAMO I CHILOMETRI, SUPERIAMO GLI OSTACOLI, COL DIAVOLOOO IN FONDO AL CUOOOR, senza fischiare i giocatori al primo errore, incitando sempre tutti, anche e soprattutto quelli più “scarsi”, a maggior ragione se ci mettono voglia e grinta.
Non abbiamo mai preteso le vittorie a tutti i costi, ma solo il massimo impegno in ogni competizione; è vero, qualche volta abbiamo contestato (e se devo essere sincero non ero nemmeno troppo d’accordo) ma sempre per il bene della squadra (e non a caso dopo le contestazioni abbiamo sempre vissuto grandi stagioni) e ci fa piacere che ogni tanto i giocatori si ricordino di noi, dei sacrifici che facciamo per stare accanto a loro, del bene che vogliamo loro, del rispetto che non manca mai nei loro confronti, della passione che mettiamo nel nostro tifo e nel nostro modo di vivere le partite accanto alla squadra, quasi fossimo in campo anche noi, soffrendo, esultando, lottando con le uniche armi a nostra disposizione, quella voce che alla fine degli incontri non c’è più e quella straordinaria passione che è, forse, l’unica cosa genuina rimasta in un calcio che è sempre meno gioco e sempre più business.
Mercoledì scorso abbiamo mostrato anche grande maturità, evitando l’uso di fumogeni, torce e bengala che avrebbero fatto rischiare la squalifica del campo; anche questo particolare è stato apprezzato e lodato da società e giocatori, forse un po’ meno dai mass-media, sempre pronti a criminalizzare gli Ultras quando sbagliano, ma “casualmente” distratti quando si dovrebbe sottolinearne i comportamenti positivi.

Comunque, caro Paolo, non ti preoccupare dei fischi di quella parte di pubblico che non merita straordinari campioni come te e una squadra capace di conquistare innumerevoli trofei negli anni in cui tu hai indossato la gloriosa maglia rossonera.
In quei momenti rivolgi lo sguardo alla Sud, la tua Curva, che anche mercoledì ti ha osannato fino al punto di chiederti un gol da dedicare a noi e che non vi abbandona mai nei momenti difficili; quello è il vero pubblico rossonero, quello è il cuore pulsante del tifo, quella la parte di tifosi che vive in simbiosi e in sintonia con voi, tanto che qualche volta siete venuti a trovarci e a vivere la partita insieme a noi, invece di restarvene comodamente seduti in tribuna (Inzaghi e Abbiati ad esempio); a volte anche noi cantiamo e tifiamo meno del dovuto e non riusciamo ad incitarvi come si dovrebbe ma saremo sempre accanto a voi (SEMPER CHI) perché…CHE PIACERE MI DA’ QUESTA VITA ULTRA’!
E la prossima volta ricorda a chi vi fischia che Milano ha un’altra squadra e chi gradisce fischiare e contestare vada pure a San Siro a vedere l’Inter che, fra l’altro, offre molte più occasioni per esercitare la “nobile arte” del fischio e della contestazione, visto che è risaputo che da anni non vince niente e fa disperare i suoi tifosi!

Davide Bin

davbin@inwind.it