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Il diritto internazionale per Bush è un optional
di Massimo Fini
C'è voluto il capo della diplomazia Vaticana, Louis Tauran, perché nella confusione generale e nello strazio che si viene facendo del diritto internazionale, venissero messi alcuni puntini sulle i, non evangelici, non etici, ma giuridici che sono poi quelli che dovrebbero interessare gli Stati, e in particolare quelli occidentali, liberali, che si definiscono Stati di diritto e non etici. Ha scandito Tauran: «Nessuna regola del diritto internazionale autorizza uno o più Stati a ricorrere unilateralmente all'uso della forza per cambiare un regime o la forma di governo di un altro Stato». Tauran si riferiva alle recenti affermazioni di Bush il quale fra le ragioni che rendono legittimo l'attacco all'Iraq ha messo quella morale di «abbattere una dittatura per sostituirla con una democrazia esemplare» e ha ammonito che Saddam è solo il primo, poi toccherà agli altri dittatori. E' la prima volta, nella pur lunga vicenda umana, che una guerra viene motivata non con ragioni di difesa, di sicurezza, di interessi, di conquista ma, come sottolineava il Vaticano, con la pretesa di cambiare la forma di governo di uno Stato sovrano. Anche nell'ultima guerra mondiale, che pur fu largamente ideologica, le democrazie attaccarono Germania e Italia per difendere la propria sicurezza e non per cambiare quei regimi la cui caduta non era lo scopo della guerra, ma la conseguenza della sconfitta. Tanto che in Spagna, che non era entrata in guerra, la dittatura di Franco rimase e le democrazie vi intrattennero normali relazioni diplomatiche. In questa pretesa inaudita, nel senso letterale di mai udita prima, di cambiare le forme di governo di Stati sovrani per omologarle alle nostre, con la forza, si tratti di Jugoslavia, di Afghanistan, di Iraq o di chissà chi altro, sta il nostro totalitarismo inconscio, tanto più pericoloso perchè inconscio, che io ho chiamato «il vizio oscuro dell'Occidente».
Ma Tauran ha detto anche un'altra cosa che interessa in particolare noi italiani: «La legittima difesa presuppone l'esistenza di un'aggressione armata». E' il rifiuto della neo-teoria della guerra preventiva' che peraltro è esplicito nella nostra Costituzione quando all'articolo II afferma: «L'Italia ripudia la guerra ...come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Il governo deve rispettare questa norma fondamentale, anche perchè se si mette in una situazione di illegalità costituzionale darà forza e credito a Casarini e soci per legittimare le loro illegalità minori.