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Discussione: Malocchio e jettatura

  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Diaspro
    Che le donne portano malaugurio più degli uomini è tipica supertizione cattolica, che nasce dagli albori di Adamo ed Eva.

    Personalmente credo nella possibilità di certe persone, a prescindere dal loro sesso, di portare "iella" o meglio negatività. Ma è complicato dare una definizione di positività o di negatività. Che differenza c'è?

    Io pratico stregoneria, e nella stregoneria non c'è distinzione tra cosa buona e cosa cattiva, o tra male e bene, c'è la convinzione che i "fluidi", come li chiamate voi, sono modulati e modulandoli si determinano effetti. Non credo eccessivamente al corno portafortuna o al ferro di cavallo... credo invece che qualsiasi elemento possa portare sfortuna se siamo noi che vogliamo lo porti o lo determini. Di conseguenza, credo che la iella sia generata da una volontà inconscia di volerla portare.

    Personalmente, ad esempio, dovrei portare sfortuna a tutti perchè è tradizione dire che chi pratica stregoneria è di per se un "occhio del malaugurio". In effetti la mia esistenza non è dopo tutto molto florida, benestante e tranquilla, ma chi mi circonda non mi sembra sia così sfortunato... poi se dopo aver letto questo messaggio vi succede qualcosa di negativo, ditemelo, cosi provvederò ad isolarmi insieme agli altri iettatori!!

    ^_^

    Per quanto ti sia già stato esaustivamente risposto da altri, mi permetto, sentendomi comunque chiamata in causa, di dirti due cosucce anche io. Innanzitutto t'invito a rileggere i vari interventi dei quali, temo, tu abbia colto poco. Ad esempio hai interpretato in forma stregonica la questione del "fluido", che era invero posta con una colorazione assai più ironica, ma l'ironia, si sa, è un fiore che non tutti riescono a cogliere... Dopo di che hai tentato di dare lettura moralistica laddove non sussisteva esigenza alcuna, per quanto, e sia detto per inciso, io presterei maggiore attenzione nel tentare di negare l'esistenza di polarità dicotomiche quali quella costituita dalla contrapposizione bene/male, quando su queste si basa il nostro materico mondo. Che poi spesso i confini di queste siano difficilmente delimitabili, ritagliabili e definibili, è altro paio di maniche. Se, al contrario, invece ti poni al di sopra di tutto ciò allora prego, chino il capo e ti cedo il passo…

    Inoltre, per ciò che concerne certe attitudini femminili, credo invece fermamente nell’esistenza di peculiarità caratterizzanti le varie forme che l'essere assume nel creato, quindi non vedo nulla di riprovevole nel concepire che certe potenzialità appartengano più ad alcuni che, magari, come le donne, di certa natura partecipano maggiormente, piuttosto che ad altri.

    Hummm, sussiste quindi la possibilità tu possa portare jella a quanto leggo...Aspetta un attimo che mi fornisco subito d'apposito ferro d'equino.
    Fatto!
    (Chè raggiungere le corna di cervo sull'armadio mi pare, allo stato attuale dei fatti, poco indicato nonchè pericoloso: metti mai il tuo "fluido" m'avesse già raggiunta...).

  2. #22
    SACERDOTE DI ISIDE
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    credo alla dicotomia solo per alcune cose, ad esempio credo che non ci sia dicotomia tra razionalità ed irrazionalità, tra follia e "sanità" mentale!

    Che le donne hanno prerogative diverse dell'uomo è risaputo, ed anche in un concetto diciamo "magico, esoterico e stregonico", nonchè "superstizioso e folcloristico" è risaputo. Ho solamente detto che credere che la donna sia più iettatrice o potenzialmente iettarice rispetto all'uomo è vero ma appartiene, secondo me, ad una superstizione cattolica. Nelle società matriarcali la donna non era trattata in questo modo, come ho letto in alcuni stralci di manoscritti... adirittura secondo alcune antiche tradizioni vediche la donna che abortisce per causa natura veniva espulsa dalla comunità e doveva purificarsi per il numero dei mesi di gestazione avuta. O ancora, al tempo dei romani i feti nati al settimo mese erano considerati impuri e potenzialmente frutto di adulterio, tantè che era lecito per il consorte non riconoscere i "settimini"... questo non appartiene alla iettatura, ma ti fa capire come le donne sono state trattate, come specie di animali incubatrici alla potestà dell'uomo.

    Ancora oggi si fanno quei rituali per vedere se una persona ha il malocchio. Quello in cui ti mettono un piatto intesta con dell'acqua e ci buttano dell'olio sopra. UNa donna di mia conoscenza compie questa ritualità e per togliere l'occhio che eventualmetne si forma utilizza preghiere rivolte all'Arcangelo Gabriele e Michele. Queste gestualità hanno radici stregoniche, la stregoneria è stata influenzata anche dal cristianesimo, molte erano le streghe che utilizzavano nei loro rituali od atti simbologie o preghiere tipicamente cristiane.

    Ecco perchè ho parlato di malocchio associandolo alla stregoneria, perchè è materia di "streghe" ma non solo, anche di donne cristiane che comunqune compiono atti che dovrebbero essere ripudiati nel nome del proprio credo di appartenenza.

    Io invece tolgo il malocchio utilizzando i capelli di chi ritiene d'esser stato colpito. La ciocca viene utilizzata in un rituale in cui si usano candele consacrate agli spiriti del fuoco quindi della purificazione e dell'acqua raccolta in 7 fontane diverse, mediante la recitazione di alcuni mantra. In luna crescente si immerge la ciocca nell'acqua e si recita una preghiera che è collegata esclusivamente alla volontà creatrice di dominare sull'ignoto. Ovviamente compio questi atti per impedire ai miei amici di rivolgersi a fattucchieri che ti cheidono 10 mila euro per toglierti un malocchio. Io lo faccio gratuitamente, se volete togliervi il malocchio richiedetemelo che ve lo faccio senza problemi e senza farvi spendere un euro e diffidate da chi vi chiede soldi per queste cose.

    Poi, io se ci credo o no poco importa, l'importante è che l'eventuale effeto placebo abbia effetto sulla persona, senza utilizzare queste discipline per manipolare od estorcere qualcosa agli altri o ai più deboli.

  3. #23
    megaelleno
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    Quoto in toto Yggdrasil. Spero di poter proseguire seriamente la discussione.

    P.S.: Se non ricordo male, il DODO mi pare sia un uccello estinto. Ecco un'altra cosa che mi dà fastidio: il vezzo di accorciare e storpiare i nomi.

  4. #24
    SACERDOTE DI ISIDE
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    Non l'ho accorciato. E' che ti vedo un pò come un Raphus cucullatus.
    Tutto qui.


  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada
    Jettatura e malocchio in Calabria
    di Domenico Caruso


    L'olio che sparisce nell'acqua -
    Immagine tratta dal sito http://www.uniurb.it/

    In una famosa commedia di Pirandello, il protagonista Rosario Chiarchiaro pretende che gli sia rilasciata una pubblica patente di jettatore per trarne profitto:
    "Signor giudice, mi hanno assassinato. Lavoravo. Mi hanno fatto cacciar via... con la scusa che, essendoci io, nessuno più veniva a far debiti e pegni; mi hanno buttato in mezzo alla strada, con la moglie paralitica da tre anni e due ragazze nubili, di cui nessuno vorrà più sapere, perché son figlie mie...".
    Conosciamo, per esperienza, individui che appena s'inseriscono in un gruppo procurano discordia e disgrazie, altri all'opposto che emanano gioia e benessere.
    Mentre i primi vengono sfuggiti dalla società perché portatori di jella, dei secondi si gradisce la piacevole compagnia.
    A ragione si definisce malocchio la carica d'influenze negative che certe persone invidiose mandano col semplice sguardo.
    Naturalmente, prima di attribuire energie nefaste ad alcuni, bisogna escludere le varie cause di salute o di suggestione che possono dipendere dall'influsso dell'occhio malevolo. Tra le tante storie in materia, una racconta di un uomo che riusciva a uccidere col semplice sguardo e del quale ne approfittò il re per fare eliminare i condannati a morte.
    Dalle umane debolezze non sono esenti tanti austeri personaggi, i quali nei riguardi del fàscino malefico affermano: "Non è vero, ma ci credo!".
    Molti scongiuri e precauzioni vengono, quindi, adottati per allontanare il malocchio.
    "Aglio, fravaglie, fatture ca nun quaglie; corna, bicorna, cape 'e alice e cape d'aglio" ripeteva Pappagone nelle sue commedie di successo.
    Chi non ricorda il Presidente della Repubblica Giovanni Leone con il pugno chiuso e l'indice col mignolo aperti ad "U" ?
    Nel suo libro Gestures (i gesti) Desmond Morris asserisce che noi italiani siamo il Paese in cui l'atteggiamento delle corna è vivo e vitale. Nessun popolo si sottrae. Perciò condividiamo il primato con Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Turchia, Jugoslavia, Belgio, Danimarca ed alcuni Stati dell'Africa settentrionale e dell'America latina.
    Poichè l'allegria è l'antidoto della jettatura, rammentiamo quanto lamentava Stecchetti nella sua Palinodìa circa la scomparsa delle corna per l'eccessiva virtù delle spose:

    "O le donne, le donne
    che virtù portentose,
    che modello di mamme,
    di ragazze, di spose:
    se questo tempo dura
    non ci son corna per la jettatura".

    Tra gli amuleti, oltre ai "corni" di ogni tipo che hanno sostituito l'antico "fallo", troviamo gobbetti , numeri 13, chiavi di ferro, manine nella tipica forma, gufette, nastrini di colore rosso. All'ingresso delle abitazioni come portafortuna, inoltre, vengono attaccati ferri di cavallo, grattugie, teste di cervo, artistiche maschere di ceramica create a Seminara (R.C.).
    Anche se il progresso tecnologico ha raggiunto traguardi impensabili, l'uomo del Duemila è ancora schiavo delle superstizioni.
    La scienza non è sufficiente a debellare il bene e il male che si nascondono nelle recondite pieghe della nostra anima, malgrado l'opera incessante dei mass media.
    Fra le tante credulità greche, ereditate dalla nostra società agricola pastorale del passato, distinguiamo il fàscino (dal latino fàscinum, malìa) - dovuto talvolta allo sguardo involontario che colpisce con una lode specialmente i piccoli - dalla jettatura (dal latino jàcio, getto) - cattivo influsso determinato dalla presenza di certe persone.
    Una sfumatura del malocchio è 'u pìcciu (la molestia) che si manifesta con sottili parole d'invidia verso chi ha successo ("Chi furtuna chi 'nd'eppi!" - Quale fortuna ha avuto!).
    Diversi proverbi calabresi, come quelli raccolti a S. Martino, esprimono la preoccupazione per la jella.
    Eccone qualcuno che ha come oggetto gli animali: "Mègghiu di' cani muzzicati, ca di mali vicini 'mbidiati". (E' preferibile venire azzannati dai cani che essere invidiati dai cattivi vicini). "Non duvi sedi, ma duvi meri la pìgula feri". (La civetta è di cattivo auspicio non dove si posa ma dove indirizza lo sguardo). "Quandu canta 'a gadina, 'a casa è china". (Quando la gallina imita il gallo in casa si raduna parecchia gente per lutto).
    Ma c'è dell'altro:
    A Giffone (R.C.), ha scritto l'amico N. Catalano, vi è della gente che fa curare la parotite in modo magico. Quando un bambino è affetto dal magulà (dal greco magulàs), la madre lo porta da un'esperta perchè venga sottoposto al pricantu (scongiuro) con la formula rituale: "Arricchiuni e magulà \ non passari cchiù di ccà! ..." seguita da alcuni segni di croce su un mattone e sulle guance dell'infermo. Ma il bello viene dopo: ecco, infatti, una giovane signora giungere trafelata dal medico col figlioletto in braccio coi sintomi della parotite in volto.
    Al piccino si prescrive la cura del caso e la madre nel prendere la ricetta, con aria ingenua, domanda: "Chi diciti, dottori, o' figghiolu 'nci lu fazzu lu pricantu da' maistra Pascalina?". Al medico sorpreso non resta che guardare con un sorrisetto la donna e rispondere: "Sì, prima facitinci 'sta cura e... poi fàtilu puru pricantari!". (Dopo le cure mediche, praticate pure ogni scongiuro!).
    Concludiamo con un rituale, da noi registrato negli anni sessanta a Laureana di Borrello (R.C.). Le formule, molto segrete, che per la prima volta pubblichiamo, venivano rivelate agli adepti soltanto in circostanze particolari - come la notte di Natale.
    Una ragazza, avvertendo un malessere diffuso, spossatezza, inappetenza e - forse - un po' di febbre, riteneva d'essere adocchiata a motivo della sua avvenenza e si recò da donna Vincenza Femìa, che conosceva bene le formule di scongiuro.
    Quest'ultima, invitò la giovane a sedersi, fece il Segno di Croce, recitò tre Gloria, un Pater Noster, il Credo e - quindi - ripetè a memoria:

    "Nesci, occhiu smalidittu,
    pemmu trasi Gesù Cristu.
    Pe' lu nomi di Gesù,
    nesci malocchiu e non tornari cchiù.
    E pe' la Santa Notti di Natali,
    mu squagghi (sciolga) comu l'unda di lu mari".

    Intanto, su una bacinella predisposta con dell'acqua, per tre volte consecutive l'anziana donna fece il Segno di Croce con la mano; analogo gesto ripetè sul capo della paziente. Anche il recipiente venne passato sulla testa della giovane.
    Donna Vincenza, a questo punto, fece cadere nell'acqua col pollice tre stille d'olio di oliva accompagnate dalla giaculatoria:

    "Occhiu, malocchiu, malincunia:
    nesci malocchiu di la vita mia,
    e pe' la Santa Notti di Natali
    mu squagghi comu l'unda di lu mari!".

    Per fortuna le gocce d'olio, cadendo nell'acqua, rimasero integre; nel caso si fossero sciolte, si sarebbe dovuto ripetere il rito.
    Così alla fine, incredibile ma vero: forse per la suggestione, la ragazza dichiarò di sentirsi pienamente in forma!

    Dal sito http://www.brutium.info/index.htm - Copyright © 2000 Domenico Caruso



    Davvero molto bello questo thread. Leggere qui i nomi e le tradizioni popolari di piccoli paesi vicinissimi al mio ( San Martino, Seminara, Giffone, Laureana di Borrello) è stato davvero un piacere. Questo è uno dei pochi fora di Politicaonline che da spazio alle credenze e alle tradizioni locali. Non c'ho mai scritto ( non ne so abbastanza, anche se i temi da voi trattati mi affascinano molto ), ma vi leggo spesso.
    In ogni caso in Calabria i riti contro il "Malocchio" non si contano neppure, sono davvero tantissimi. Ho assistito ad alcuni di essi da piccolo. Ancora oggi sono praticati, soprattutto da parte di signore molto anziane. Nel mio paese ( Melicucco) e in alcuni limitrofi si usava una procedura antichisima per eliminare il malocchio: Ve la posto qui, è una chicca.

    I novizi, cioè i soggetti che non hanno mai praticato il rito di eliminazione del malocchio, devono recitare la formula che tra poco riporterò e alcune preghiere (Gloria, Padre Nostro, Ave Maria) per la prima volta durante la Messa notturna del Santo Natale. Dopo di che l'operazione potrà essere esplicata "con successo" sui "cristiani", cioè sulle persone.

    "Tri su l'amici, tri su li nimici
    l'occhiu, la menti e la mala volontà
    du'occhi t'hannu guardatu e lu cori t'hanno pigghiatu
    Pregamu l' Eternu Patri lu malocchiu mu si ndi vaci"

    "Nesci Malocchiu, Trasi Bonocchiu " ( 3 volte)

    ----------------------------------------------------------------------
    Traduzione

    ( Tre sono gli amici e tre i nemici: l'occhio, la mente e la cattiveria. Due occhi ti hanno guardato e ti hanno preso il cuore. Preghiamo il Padre Eterno affinchè il malocchio se ne vada. Esci Malocchio, entra Buona Sorte )

    ----------------------------------------------------------------------

    Dopo questa formula si fanno Tre segni della Croce sulla fronte della persona sottoposta al rito o su un suo indumento. Infine si recitano il Gloria , il Padre Nostro e l'Ave Maria.

  6. #26
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    Benvenuto nel forum, caro Liberamente, e grazie per il davvero pregevole contributo!

    La Calabria è una regione splendida e affascinante, che non smetterei mai di studiare sul piano sia naturalistico sia etno-antropologico (anche se a volte temo che le nuove generazioni tenderanno ad abbandonare questo patrimonio) e che mi piace sempre ammirare al tramonto, oltre lo Stretto...

    Luoghi come Pentedattilo, poi, sono da sogno...

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada
    Benvenuto nel forum, caro Liberamente, e grazie per il davvero pregevole contributo!

    La Calabria è una regione splendida e affascinante, che non smetterei mai di studiare sul piano sia naturalistico sia etno-antropologico (anche se a volte temo che le nuove generazioni tenderanno ad abbandonare questo patrimonio) e che mi piace sempre ammirare al tramonto, oltre lo Stretto...

    Luoghi come Pentedattilo, poi, sono da sogno...

    Ti ingrazio. Pentedattilo è stupenda, tutta la Calabria è una terra mistica e dai grandi misteri.
    La cosa che più mi affascina del rito che ho prima riportato è il connubio tra "Superstizione" ( nel senso stretto della parola), Sacralità, e Numeri . Ricorre spesso nella formula e nei gesti il numero tre, la Trinità. Tre sono gli amici e tre i nemici; tre volte si ripete il ritornello finale ; si fanno tre segni della croce sulla persona o sui suoi indumenti; tre sono le preghiere finali.
    Singolare poi che la cerimonia debba "iniziare" durante la Messa notturna del Santo Natale. E' una vera e propria iniziazione essenziale perchè l'eliminazione del malocchio possa avvenire con successo.
    Nell'osservare la procedura ho notato più volte alcuni effetti "strani" sulla persona di chi esegue il rito: colui ( ma spesso colei, in massima parte si tratta di donne anziane) che elimina "u picciu", "il malocchio", inizia a sbadigliare in maniera continua, sembra risentire fisicamente dell'operazione.

  8. #28
    megaelleno
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    Citazione Originariamente Scritto da Diaspro
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    Che pena.

  9. #29
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    Ma chi è, il mago Otelma?

  10. #30
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    [quote=Diaspro]...Ho solamente detto che credere che la donna sia più iettatrice o potenzialmente iettarice rispetto all'uomo è vero ma appartiene, secondo me, ad una superstizione cattolica... Nelle società matriarcali la donna non era trattata in questo modo, come ho letto in alcuni stralci di manoscritti...
    ... UNa donna di mia conoscenza compie questa ritualità e per togliere l'occhio che eventualmetne si forma utilizza preghiere rivolte all'Arcangelo Gabriele e Michele. Queste gestualità hanno radici stregoniche, la stregoneria è stata influenzata anche dal cristianesimo, molte erano le streghe che utilizzavano nei loro rituali od atti simbologie o preghiere tipicamente cristiane...
    ...Io invece tolgo il malocchio utilizzando i capelli di chi ritiene d'esser stato colpito. La ciocca viene utilizzata in un rituale in cui si usano candele consacrate agli spiriti del fuoco quindi della purificazione e dell'acqua raccolta in 7 fontane diverse, mediante la recitazione di alcuni mantra. In luna crescente si immerge la ciocca nell'acqua e si recita una preghiera che è collegata esclusivamente alla volontà creatrice di dominare sull'ignoto. Ovviamente compio questi atti per impedire ai miei amici di rivolgersi a fattucchieri che ti cheidono 10 mila euro per toglierti un malocchio. Io lo faccio gratuitamente, se volete togliervi il malocchio richiedetemelo che ve lo faccio senza problemi e senza farvi spendere un euro e diffidate da chi vi chiede soldi per queste cose... quote]

    Ed io che pensavo che questo fosse un forum di analisi seria e scientifica delle tradizioni e delle res occultae... Innanzitutto il mito che associa cristianesimo a maleaugurio risale ai pettegolezzi di ambienti anticlericali ottocenteschi, da cui ben giustifico i suoi ritrovati mnoscritti. E non solo come iettatura "attiva" (cioè che preti e suore portassero seccia) ma anche a livello "passivo" (e qui l'ennesima leggenda nera secondo cui per i cattolici la donna portasse male - non è scritto nemmeno sul malleus maleficarum). Rimando sull'usanza di versare olio nell'acqua al fondamentale testo del De Martino "sud e magia", dove il sincretismo tra religione e superstizione (condannato dal cattolicesimo) assomiglia tanto alle forme di Santeria sudamericana.
    Mi congratulo con lei per il tanto tempo che dedica a pratiche delle quali dubita la veridicità.

 

 
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