Vi propongo un articolo di Blondet sull'evoluzionismo visto che in questo
periodo avete discusso questo tema.
Ciò che non dice mai, l'ottimo Piero Angela, è che la teoria di Darwin è
messa in dubbio, e a voce sempre più alta, da un numero crescente di
scienziati americani.
Dal '93, l'autorevolissima Boston Review (la rivista del MIT, la più
avanzata università scientifica Usa) accoglie un dibattito in cui i biologi,
matematici, paleontologi e biochimici attaccano "il dogma evoluzionista", e
su basi scientifiche.
L'evoluzionismo sostiene che nel DNA avvengono di continuo mutazioni
accidentali. Il genetista James Shapiro ricorda invece che le mutazioni del
DNA, la "scrittura della vita" (un vero "programma di computer", con tutte
le istruzioni per formare un essere vivente, presente sia negli esseri più
"primitivi" che dei più "evoluti"), sono rarissime. Perchè, dice shapiro -
ecco un'altra notizia che Piero Angela evita di fornirci - "il DNA è fornito
di molti apparati di "correzione di bozze", su vari livelli, che riconoscono
e rimuovono gli errori occorrenti durante la replicazione del DNA". Il DNA
dunque si difende attivamente proprio da quelle casuali accidentalità, in
cui i darwinisti identificano il motore dell'evoluzione. Di fatto, il DNA è
la struttura più stabile dell'universo. Nei secoli, le lapidi egizie di
granito diventano illeggibili; il DNa, fatto di proteine, si riproduce
sempre uguale, opponendosi in modo attivo al degrado di tutte le cose. E,
impariamo ora, si difende anche dal darwinismo.
Le sole mutazioni frequenti sono provocate dall'uomo su animali di
laboratorio: con radiazioni nucleari o con agenti chimici che sconvolgono
brutalmente la struttura del DNA. E' il caso del moscerino della frutta,
l'insetto preferito dai genetisti perchè produce una generazione nuova ogni
mese. Studiato da 80 anni in tutti i laboratori del pianeta, il moscerino è
stato costretto a subire milioni di mutazioni. Tutte, nessuna esclusa,
diminuiscono la sua attitudine alla vita (mancanza di occhi, di ali, di
zampe); gli animaletti mutanti possono vivere solo in laboratorio, grazie
alle cure degli sperimentatori; in natura sarebbero morti prima di
trasmettere il loro patrimonio genetico ai discendenti. Meno che mai la
drosofila ha dato luogo ad altre specie.
Tutto ciò induce una nuova generazione di scieziati a sostenere, ormai
apertamente, che gli esseri viventi sono il frutto di una "progettazione
intelligente" (intelligent design). "E' una teoria pienamente scientifica
che formuliamo come tale", ha scritto William Dembski, logico-matematico
della notre Dame University.
Perchè? Perchè troppi apparati delle creature viventi presentano una
complesità irriducibile, risponde Michael Behe, biochimico della Leighton
University. Come esempio di "complessità irriducibile", Behe porta il caso
della trappola per topi. Costituita di cinque pezzi - una molla, la
tagliola, il gancetto che tiene la tagliola in posizione, l'esca, la
tavoletta su cui tutto è inchiodato - è una macchina molto semplice. Ma la
sua semplicità "non può essere ridotta". Se manca un solo pezzo, non è che
la trappola funzioni meno bene; non funziona affatto. Dunque, non può
essersi formata a poco a poco, con aggiunte e miglioramenti; la trappola è
stata progettata fin dall'inizio così. Molti apparati di esseri viventi sono
ugualmente "irriducibili". Non funzionano se mancano anche solo di un
componente.
La lingua del picchio è una complessità irriducibile. Il noto eccellino ha
una lingua lunga 15 centimetri, quanto il suo corpo. Dove la tiene? La tiene
arrotolata attorno al cranio, come una fionda. La cosa stupefacente è che la
lingua parte dal becco all'indietro, gira attorno al cranio e ritorna al
becco dalla parte opposta. Ora, non è possibile che una lingua così
straordinaria si sia evoluta per gradi. Il solo fatto che sia rivolta
all'indietro avrebbe reso impossibile la nutrizione a generazioni di
primogenitori del picchio, finchè l'apparato non avesse raggiunto la
necessaria lunghezza.
Altro caso: il limulus, una specie di granchio corazzato che vive sulle
coste dell'Atlantico. Essere "primitivo", cugino degli antichissimi
trilobiliti (estinti da milioni di anni), è considerato un fossile vivente,
presente in strati fossili da 300 milioni di anni (e sempre uguale). Di
recente s'è scoperto che gli occhi del limulus, di notte, aumentano il loro
potere visivo di un milione di volte. Non sono affatto occhi "primitivi". Al
contrario: sono più sofisticati degli apparecchi elettronici a visione
notturna usati per scopi militari. Ciò che vediamo in natura è uno scoppio
di fantasia progettistica.
Anche l'evoluzione dell'Uomo è in discussione.
L'albero genealogico fornitoci dagli evoluzionisti viene sconvolto da sempre
nuove scoperte, che spingono i nostri presunti "progenitori comuni fra uomo
e scimmia" alla posizione di rami collaterali.
L'uomo di Neanderthal, estintosi "solo" 25 mila anni fa (già esisteva l'uomo
moderno), non solo ha perso il posto di nostro "antenato", ma anche di
quello di parente collaterale.
Due studi recenti hanno ricavato il DNA del Neanderthal: è così diverso dal
nostro, che le due specie non potevano unirsi ed avere prole. Era una
umanità aliena. Da poco in spagna (ad Atapuerca) è stato trovato il fossile
d'un uomo di 780 mila anni, eppure completamente moderno. Così moderno che
gli imbarazzati evoluzionisti hanno creato una specie apposta per lui: Homo
Antecessor ("che precede gli altri").
Nel Novembre 1999, l'autorevole rivista National Geographic ha pubblicato in
pompa magna la foto di una lastra minerale dove si vedeva un dinosauro con
ali e piume:"E' la prova che gli uccelli si sono evoluti da questi antichi
rettili", ha esultato il biologo Barry A. Palavitz nell'articolo che
accompagnava la scoperta.
Subito dopo, s'è appurato che "il fossile" era un falso, composto da due
fossili diversi (un uccello e un sauro) incollati insieme, opera dei
contadini cinesi della zona di Liaoning, che sfruttano e vendono (sul
mercato nero) i fossili di un giacimento locale. Uno scandalo molto
chiacchierato in Usa. Piero Angela non ce lo ha raccontato.