L'estremista si dichiara prigioniera politica

Lioce: islamici alleati naturali delle Br

In un documento letto ai magistrati la terrorista rivendica anche l'attentato a Marco Biagi

FIRENZE - Un documento che farà discutere. «Sono prigioniera politica e militante nelle Brigate Rosse-Partito Comunista Combattente. La linea politica di attacco al cuore dello Stato si è espressa lungo tutta l’attività e da ultimo con l’attentato a Biagi. Gli islamici sono naturale alleato del proletariato».
Così ha risposto Desdemona Lioce ai magistrati romani che hanno tentato questa mattina di interrogarla sul delitto D'Antona nel carcere fiorentino di Sollicciano.
IL DOCUMENTO - «Un attacco al programma di rimodernizzazione economica, sociale e istituzionale", così Lioce, nel suo documento, definisce l’omicidio a Marco Biagi, rivendicato dalle Brigate Rosse. «Conseguentemente a questa impostazione generale - continua il documento di Lioce, acquisito dai pm romani secondo quanto affermato dall’avvocato Baccioli - le forze rivoluzionarie evitano lo scontro con il nemico se non ha questo obiettivo». Poi il riferimento a quanto accaduto domenica scorsa sul treno Roma-Firenze: «In questa circostanza - dice Lioce - è stato colpito il compagno Mario Galesi che ha messo a disposizione della rivoluzione la propria energia senza limiti». Quindi il riferimento agli islamici. «Le masse arabe islamiche, espropriate e umiliate sono il naturale alleato del proletariato metropolitano».
L’avvocato Baccioli ha infine spiegato che Lioce ha parlato ai magistrati della «Ricostituzione di un fronte anti-imperialista con la trasformazione della guerra imperialista in guerra rivoluzionaria». Secondo l’avvocato Baccioli, il documento di Lioce non equivale a una rivendicazione dell’attentato Biagi, ma, ha sottolineato, «E' una rivendicazione dell’appartenenza alle Br». A chi gli chiedeva perché nel documento non si citi l’omicidio a Massimo D’Antona, Baccioli ha risposto sottolineando che si tratta di una scelta «occasionale, perché l’ultimo episodio è stato quello di Biagi». Infine, il legale ha ripetuto che Lioce non intende rispondere ai magistrati «Sui fatti specifici». «Con il documento - ha continuato la Lioce - ha solo voluto dire che gli obiettivi sono altri (rispetto alla sparatoria di domenica) e non cadono per la morte di un compagno».
Il documento può essere un invito ai brigatisti in carcere a continuare la lotta armata? "Implicitamente può darsi", ha risposto l’avvocato.
5 marzo 2003