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  1. #11
    Christianity Under Fire
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    Predefinito Re: Global Democracy

    Originally posted by Affus
    Scusa David ma che c’entra quello che dici ?
    Noi stavamo parlando di un ipotetico e avveniristico regno messianico in cui dialogo per il messia significherebbe tolleranza del male
    Caro Affus, capisco la logica delle tue convinzioni.
    La mia risposta sarà molto chiara questa volta.
    Io non accetto che nessuno imponga la sua dittatura. Non accetto neppure un messia, un monarca, un presidente che impone la propria volontà senza credenziali ma per arroganza di potere. Per questa ragione l'ONU vuole estendere le regole democratiche a livello planetario. Tale riconoscimento implica un pericolo: la possibilità da parte di dittature e terrorismi di abusarne. The Charter for Global Democracy (http://fly.hiwaay.net/~becraft/GlobalCharter.htm) è però da controbilanciarsi con altri statuti detti di Global Security.
    Il rischio esiste sempre ma meglio rischiare garantendo i diritti costituzionali che delegando ogni potere a dittatori. Il Messia che porrà fine al pluralismo avrà il diritto di farlo perché il mandato sarà divino, ma con le parole del profeta Daniele ciò avverrà "senza mano d'uomo": è la "roccia" che cade dal Cielo ed assume il governo mondiale. Fino ad allora dittature no grazie.

    Saluti

  2. #12
    Affus
    Ospite

    Predefinito Re: Re: Global Democracy

    [QUOTE]Originally posted by david777
    [B]Caro Affus, capisco la logica delle tue convinzioni.
    La mia risposta sarà molto chiara questa volta.
    Io non accetto che nessuno imponga la sua dittatura. Non accetto neppure un messia, un monarca, un presidente che ....


    Caro David , non si tratta di sopraffare nessuno per arroganza di potere ma di rendere un servizio al bene comune che è il compito dell’autorita .
    Gia il fatto che si esercita l’autorita non per imporre il bene , che è il compito suo specifico , ma per fini personali , significa che si è fuori servizio o in contraddizione col servizio pur se in un potere legittimo riconosciuto come valido .
    Ma tu mi dirai : quale garanzia ho che cio non accada ? Io non ti saprei rispondere ,ma
    penso che l’autorita rende conto solo a un ‘auturita piu in alto di lei e non piu in basso .
    L’arroganza è qualcosa di etico , quindi viene giudicata da un autorità morale semmai e non popolare, perché né il popolo , né il numero puo mai essere garanzia di giustizia , di verita né di bene .
    L’ONU vuole estendere il suo potere a livello planetario ? Con quale autorità ,con quale verita , di grazia ?
    Ma questo potere è gia avvenuto e i mali internazionali della nostra epoca sono appunto i mali atavici dell’ONU che stanno venendo tutti al pettine , cioe la mancanza di una verita da seguire , ma affidarsi piuttosto a plutocrazie di potere che tirano la giustizia ognuno dalla loro parte . Credere ancora nell’ ONU significa credere nell’errore degli ultimi papi che hanno ignorato di trovarsi davanti a un potere massonico che governa secondo principi economici e di convenienza . Ogni autorita è legata alla verita e non puo prescindere da essa ogni scelta morale . Ogni liberta al di fuori della verita è un errore e non liberta che porta conseguenze errate politicamente . Tu non capisci cosa significa la tolleranza democratica quando poni questa come bene assoluto . Significa che per un voto in piu, che si puo ottenere in tanti modi , io posso esercitare ogni arbitrio morale rispetto alla verita e al popolo stesso .Nella teocrazia invece l’autorita sta a servizio del bene assoluto che non potrebbe coincidere col bene immediato del popolo a volte .
    Il dittatore è una cosa , perché cerca di estendere la sua potenza mediante il nazionalismo ecc. ,e l’autorita che serve Dio è un ‘altra cosa, perché cerca di attuare e di salvaguardare i Suoi principi , fine per cui è nata . Chi sta li per il bene non puo fare il male . Senza aspettare il Messia , che ha i suoi tempi e i suoi modi che ignoriamo , noi abbiamo il dovere di agire politicamente bene e non democraticamente bene . Non so se intendi ?” Venga il suo Regno” significa impegnarsi oggi che quel Regno giunga domani altrimenti non ci puo essere nessuna giustizia sulla terra .Questo non è compito della Chiesa , ma dei laci ,perché la chiesa si occupa di salvezza soltanto .
    Il Regno politico viene attuato esattamente quando nelle istituzioni trionfa la Sua legge che non è necessariamente una pace spirituale e interiore di ognuno .
    Lo dice proprio un passo dei Maccabei : “in quel tempo c’era la pace perché in Israele si osservava esattamente la sua legge “ , cosa del genere .A me interessa solo questa pace e non altro politicamente . Ora per quale motivo gli israeliti avevano due leggi ?
    Una, che è universale , era scritta con il dito stesso di Dio , e che adoravano gli israeliti nell’Arca rivestita d’oro , e una(particolare) scritta da Mose’ sotto ispirazione nella tenda ,che non veniva riposta nell’Arca , ma accanto . L’unico popolo che nell’ antichita adorava una legge erano gli israeliti . L’ ONU se ne frega di quella legge , cerdimi , egli ha altri principi .
    E volendo parlare di apocalisse ti dico pure , che un giorno qull’Arca verra di nuovo fuori , perché la bibbia ti dice finanche dove sia nascosta . L’Arca verra di nuovo fuori quando tutto il popolo sara riunito 2Macc.2,7.
    Essa verra fuori di nuovo insieme alla Tenda della Testimonianza Ap.15,5.
    Tu dici alle dittature : “no grazie !”
    Io quelle che vedo in giro sono solo dittature che si travestono da democrazia e sono pure della peggire specie perché hanno una arroganza e una saccenza di potere, come non si era mai visto sulla terra . Io non aspetto nessun segno dal cielo perchè è gia stato tutto rivelato .

  3. #13
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    Predefinito Re: papi ed imperatori in arrivo

    [QUOTE]Originally posted by Affus
    [B]
    Originally posted by david777
    Io quelle che vedo in giro sono solo dittature che si travestono da democrazia e sono pure della peggire specie perché hanno una arroganza e una saccenza di potere, come non si era mai visto sulla terra . Io non aspetto nessun segno dal cielo perchè è gia stato tutto rivelato .
    Caro Affus, anch'io credo che la teocrazia sia il Governo per eccellenza. Ma quale teocrazia oggi? Per varie ragioni teologiche e per il semplice dato di fatto oggi non abbiamo più un profeta come Samuele che riporta la Volontà di Dio agli anziani ed ai giudici d'Israele. Quella teocrazia e non la monarchia teocratica che seguì la richiesta di un re a Samuele è la vera teocrazia che rientra nei canoni di verità assoluta di cui tu parli. Qualunque tentativo umano di ristabilire la teocrazia non può che risolversi in abuso e dittatura. Inoltre l'imposizione di una teocrazia "per mano d'uomo" provocherà altre similari ed alla fine si ritornerà alle guerre di religioni all'indomani della Riforma Protestante in Europa. Per questo i Giovanni Calvino di oggi - cristiani, ebrei o mussulmani - altro non possono essere che teologi con la loro rispettabilissima opinione ma pur sempre opinione che le relative greggi sono chiamati ad esaminare, valutare ed eventualmente accettare. La democrazia può essere anch'essa pericolosa quando la libertà non tiene conto della libertà e della vita altrui. Sono dunque d'accordo che la democrazia debba essere soggetta a controllo. L'ONU non sono la verità assoluta ed esse stesse possono compiere gravi errori, però una cosa è chiara: esse agiscono in sintonia con statuti internazionali che riconoscono diritti universali. Le votazioni e le scelte possono subire pressioni (specialmente dai più forti...) ma i popoli ch'esse rappresentano possono sollevarsi nel caso di soprusi gravi. Non dico poi di lasciare all'ONU autorità assoluta, perché questo potrebbe significare una coalizione contro la verità e le minoranze. Il ruolo degli USA come potere di controllo dell'ONU può essere proficuo se l'obiettivo non è la liquidazione dei diritti universali, bensì la garanzia ella sicurezza globale. Invece sembra che il rifiuto del Global Charter for Democracy sia dovuto al timore di non poter continuare ad arricchirsi con i giochi finanziari ed economici dell'oppressione. Israele è a rischio di un'altra teocrazia con un altro messia, così come per l'Occidente ed i mussulmani: bella miscela... Che bella era messianica con papi ed imperatori fasulli alla vigilia di un altro scontro epocale.

    Saluti

  4. #14
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    Predefinito AXUM

    [QUOTE]Originally posted by Affus
    [B]
    Originally posted by david777
    E volendo parlare di apocalisse ti dico pure , che un giorno qull’Arca verra di nuovo fuori , perché la bibbia ti dice finanche dove sia nascosta . L’Arca verra di nuovo fuori quando tutto il popolo sara riunito 2Macc.2,7.
    Essa verra fuori di nuovo insieme alla Tenda della Testimonianza Ap.15,5.
    A proposito dell'Arca ti propongo il seguente articolo in

    http://www.khouse.org/articles/bible...30301-457.html

    The Ethiopian Expedition
    by Chuck Missler

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    From January 12-29, 2003, we had the opportunity to join with Bob Cornuke, the famous international archaeological investigator, on an invitational expedition to Ethiopia to participate in the annual Timkat celebration.1 It turned out to be one of the most absorbing and life-changing experiences we've ever had.

    The Ethiopians have been guarding their mysterious relic for over 2400 years, which they maintain is the Ark of the Covenant. Once a year they celebrate it with a two-day procession called Timkat.

    Based on our understanding of 2 Chronicles 35, it appears that the Levites had removed the Ark of the Covenant from Jerusalem to protect it from the ravages of Manasseh and sought protection under Pharaoh Necho. 2 (Pharaoh Necho, incidentally, was an Ethiopian, descended from XXV Dynasty, known as the Ethiopian Dynasty.) This relic, along with its Levitical retinue, apparently remained ensconced at Elephantine Island in Egypt for two centuries before it was moved south to Tana Qirqos Island on Lake Tana in Ethiopia, where it remained for eight centuries before moving to Axum, where it has been secured in a highly protected bunker-like building to this day.

    We were able to visit each of these sites where this mysterious relic has been guarded for over 2400 years.

    Elephantine Island

    Elephantine Island lies in the middle of the Nile, just across from where the city of Aswan sits today; however, in the days of XXV Dynasty, it was a military fortress serving as a capital, which rendered it as an ideal refuge to protect the Ark from the reach of the malicious King Manasseh in Israel.

    In addition to exploring the extensive ruins of the original fortifications and the subsequent temples - particularly from the subsequent Ptolemaic periods - we also encountered evidence that there previously had been a Jewish colony there in the sixth century B.C., worshiping in a temple to Yehovah.3

    Tana Qirqos Island

    Lake Tana is a large lake - over 90 miles across - in Ethiopia. Among its numerous small islands there is one, Tana Qirqos, which served as the Ark's domicile for eight centuries.

    Thanks to the relationships that Bob Cornuke had established in his numerous earlier visits, we were received graciously by the small colony of monks that still reside there and were treated with opportunities to review some of their treasures still in their safekeeping: bronze flesh hooks that were used for the burnt offerings, bowls and other assorted implements, etc. We also examined the postholes that are still visible in the rocks where the Tabernacle ostensibly stood.

    It was interesting to discover that they also embrace a tradition that Joseph, Mary and the child Jesus visited there during their sojourn in Egypt.

    Axum

    In about A.D. 330, the Ark was moved to Axum where it still resides today, presently housed in a secure building known as St. Mary's Church of Zion. It is guarded day and night by a Guardian that never leaves the site. When he dies, a young boy, specially chosen and groomed for this honor, will take his place until he, too, dies and is replaced by his successor. This procedure apparently has been followed for thousands of years.

    Once a year, they celebrate Timkat, a procession from St. Mary's Church of Zion, through the town, to a waterside ceremony celebrating the Baptism of Christ. The procession continues to a large area distinguished by numerous stelae and other fixtures commemorating the nation, where prayers and songs continue on the second day. Ultimately the ceremonial elements are then returned to St. Mary's Church of Zion.

    The actual Ark does not leave its secluded vaults, nor does the Guardian leave its side. Ceremonial replicas and other elements are used in the celebration. But it was absolutely astonishing to participate with tens of thousands of Levites, singing and praying - around the clock - for days prior, during, and subsequent to the processions, all celebrating Jesus Christ!

    Here is a living tradition that apparently has been going on for over 2400 years! It is the only living tradition of the Ark of the Covenant on the Planet Earth. This is the only nation in Africa that claims to be Christian - and it has the Lion of the Tribe of Judah on its currency!

    We had the unique privilege to be received in the home of Mr. Navrud, the Administrator (the one to whom the Guardian reports). Accompanied by his protégé and heir apparent, and our interpreter, Bob and I spent several hours in a Bible study with them, comparing our Scriptures with theirs. While it is clear that they take their responsibility to protect the Ark until the Messiah comes very seriously, they seemed surprisingly unaware of any further eschatological insights.

    We shared our views regarding the destiny of the Mercy Seat and the implications behind Philip's encounter with the Ethiopian Treasurer in Acts 8, etc.4 It may seem presumptuous, but it may ultimately turn out that our visit may have planted some fruitful seeds for their future.

    Other Sites

    Of course, we visited other sites as well (and the three we mentioned have been presented in their historical order rather than the sequence we encountered them).

    We began in Rome, visiting the Vatican, et al., which, of course, has to be seen to be fully understood. The scope of the world's history - and its future - is incomplete without understanding the ostensible grandeur - and agonies - from the struggles for temporal and religious power.

    We entered Ethiopia through Addis Ababa, "the Capital of Africa," and our visit included the famed rock churches of Lalibella, which apparently figure prominently in intrigues with the Knights Templar in the 14th century. When we visited Elephantine Island, we continued on a cruise down the Nile to Luxor, Karnak, etc., all incredibly spectacular and instructive.

    Before we left Cairo, we also made some fascinating discoveries in the Cairo Museum. We examined the stela of Pharaoh Merenptah, the 13th son of Rameses II, which is distinctive in that it includes a reference to the "tribe" of Israel.5 (The mummy of Pharaoh Merenptah is also distinctive in that the salts in the canopic lungs indicate that he apparently drowned in salt water!) Could he be the "missing" pharaoh of the Exodus?

    The Reality of the Ark?

    Everyone asks us, "Did we actually see the Ark?" No, we didn't. The actual relic never leaves its protected enclosure. It is significant that the Guardian himself never leaves the enclosure - even during the high days of the Timkat celebration.

    In our extensive discussion with numerous officials we never encountered the slightest doubt that they believe they really do have the actual Ark of the Torah under their protection. (And we should also bear in mind that it is not in the interests of Ethiopia for the world to be really aware of their predicament; it would further complicate the acquittal of their responsibilities.)

    I believe it is correct to report that each member of our expedition "strongly suspect" that the Ark is, indeed, there under their safekeeping, and that it will ultimately prove to be the special "gift" that will be presented to the Messiah in the not-to-distant future.6

    * * *




    --------------------------------------------------------------------------------

    This article was originally published in the
    March 2003 Personal Update NewsJournal.

    --------------------------------------------------------------------------------
    Notes: [RETURN TO TEXT]

    Robert Cornuke and David Halbrook, The Lost Ark of the Covenant , Broadman and Holman Publishers, Nashville TN, 2002.
    See our briefing pack, The Seat of Mercy , for a review of this possibility.
    Elephantine, Official Guidebook , German Institute of Archaeology, Cairo, 1998, p.14.
    See our briefing pack, The Seat of Mercy , for a complete discussion.
    Official Catalogue, Egyptian Museum, Cairo, Item 212, Ground floor, Room 13.
    Isaiah 18; Zephaniah 3:10; et al

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    Additional Related Resources:

    Seat of Mercy on Audio CD with MP3 - Chuck Missler and Bob Cornuke / Audio CD
    Where is the Ark of God? And what is its ultimate destiny? - Now with FREE SHIPPING

    More Information >>>


    The Mystery of the Lost Ark - Chuck Missler / Cassette Tape
    Explore with Chuck the Ark of the Covenant, in light of the numerous searches and legends. Included is a detailed look at the Tabernacle and the Camp of Israel, describing the Levitical symbolism of God's plan of redemption. - Now with FREE SHIPPING

    More Information >>>



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    Related Articles from Koinonia House:
    • The Gift from Ethiopia: A Relic with a Future?
    Chuck Missler - from Personal Update

    • A Relic with a Future? Pt. 2 The Gift From Ethiopia
    Chuck Missler and Bob Cornuke - from Personal Update

  5. #15
    Affus
    Ospite

    Predefinito

    L'Arca dell'Alleanza si trova esattamente dove dice la Bibbia in 2Macc. 1 ,10 e non dove sono andati a cercarla miscredenti protestanti . E' stata ben nascossta da Dio e quando uscira fuori , sara uno dei segni della convesuìione degli ebrei .
    Insieme all'Arca si trova la manna , il bastone di Mosè e la tenda .

  6. #16
    Affus
    Ospite

    Predefinito Re: Re: papi ed imperatori in arrivo

    Senti , noi non siamo il popolo eletto e non dobbiamo aspettare nessun Samuele o Elia per attuare la legge naturale che è ben conoscibile dentro e fuori di noi . Chiunque ha un minimo di autorta la attua senza compromessi nel suo piccolo . A livello personale conta invece la morale evangelica .
    Il politico non deve fare il solito errore di venire a patti sui valori . Li Dio non perdona .
    Dio chiede solo questo a chiunque fa politica e non ci vuole nessuna ispirazione dall’alto . L’unica guerra giusta è proprio quella religiosa e non altre . L’unico motivo idoneo ad uccidere è per motivi etici da parte dell’autorita .Cioe per i bene comune . E’ in fondo la legge del taglione imposta da Dio a Mose’ per far osservare politicamente i comandamenti al popolo .
    Scrissi questo articolo parecchi anni fa . Leggitelo e vedi cosa capisci . Non è questione di democrazia o di monarchia o di dittatura .


    Un Levita


    Dice il libro dei Giudici (cap.19-20) che , purtroppo , quando ancora non c'era un re in Israele , ne succedevano di tutti colori tra il popolo che era uscito da poco dall'Egitto , come in questi capitoli che solo a leggerli ci rattrista il cuore per lo spirito selvaggio e profondamente antievangelico degli israeliti . Li possiamo giustificare dicendo che erano ancora poco evoluti dalla loro e nostra comune origine animalesca e che non avevano ancora conosciuto il vangelo e quindi non potevano essere in nessun modo buoni e rispettosi degli altri . Qui si parla di gente ignorante a cui Dio pero sta dietro e che non conosce ancora il vangelo come noi .
    Ma la cosa che piu mi meraviglia è come questi israeliti delle undici tribù che vogliono vendicare la morte della concubina di uno di loro contro la tribù di Beniamino , non fanno per niente la conta dei morti . Per una donna concubina che muore gli israeliti radunatisi in battaglia in un primo scontro, contro i loro fratelli perdono ben22 mila uomini ! Il bello è che avevano agito in piena regola in quanto avevano chiesto al Signore davanti al santuario di Betel se dovevano combattere e chi doveva schierarsi in prima fila : Giuda ! Dopo la solenne batosta del campo di Israele da parte di pochi Benianimiti , gli israeliti (quattrocentomila ) , tornano di nuovo a Betel per chiedere consiglio al Signore e questi gli dice che bisogna continuare a dar battaglia anche contro una tribù dei loro fratelli ! Cosi gli israeliti tornando a dar battaglia e lasciano sul terreno altre 17 mila vittime . Di nuovo vanno a piangere davanti al Signore a Betel e questi promette ,finalmente, che glieli consegnerà nelle loro mani . In totale i Benianimiti caduti in battaglia sono 25mila , con pericolo di estinzione della tribù perchè nè scampano appena 600 che si rifugiano alla roccia di Rimmon . Ora se facciamo la conta vediamo che in tutto cadono in battaglia per una donna 22+17+25mila uomini ; insomma intorno a 60mila uomini, sempre per una donna ! Io mi domando , come mai il Signore non si è messo a contare , visto che quei barbari non sapevano contare !!! Come ha fatto il Padreterno a stare dietro alle vicissitudini di quei selvaggi e spronarli anche a continuare ? Li ha assecondati e invitati a dare battaglia e non a fregarsene per una povera e disgraziata donna ! Se qualcuno volesse perdere la fede sulla mentalità di Dio , questa è una buona pagina . Si puo prendere la scusa dei numeri , dove certi biblisti odierni sono maestri . il fatto è che i numeri piccoli son tutti ben azzeccati : 600 uomini appena di Beniamino sopravvissuti ,400 vergini catturate , 200 mancanti all'appello . Perchè debbo prendere per veri solo i numeri piccoli e ritenete sbagliati i numeri grandi ? Per la mala fede dei biblisti ? Perchè si parla addirittura di estinzione di una tribu ad opera del massacro degli israeliti ? Quindi se son validi i numeri piccoli debbono essser validi anche i grandi , non si scappa ! Se i biblisti hanno poca fede , son cavoli loro ! Ma veniamo al nostro discorso . Io oggi leggo con piacere queste pagine e mi ci diverto pure a vedere come Dio "giocava" con gli israeliti . Il fatto è che quei poveri trogloditi , presero a cuore un fatto etico ! Erano disposti a dare la vita per una questione etica piu che per una povera donna .Pensate 400mila uomni disposti a dare la vita per un fatto morale e di costume della loro societa ;allora sara questa una cosa che dovra' pesare molto sul cuore di Dio!!???? Se facciamo la conta , nella nostra Italia civile , progredita e democratica , di tradizione cattolica e percorsa da mille missionari del vangelo , troveremo un centinaio di cristiani pronti a dare la vita per un motivo etico ? Io ho i miei grossi dubbi perchè noi siamo civili ed evangelizzati oramai e di ignoranti di questi tempi ne sono rimasti davvero pochi ! Noi siamo pronti solo a votare Forse troveremo piuttosto qualche centinaio di preti disposti a dire che bisogna rispettare gli abortisti ! Si, ne sono sicuro !
    ad laudem di Jesum Christum !

  7. #17
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    Predefinito ETICA, DIRITTO NATURALE E SICUREZZA GLOBALE (PARTE1)

    Originally posted by Affus
    Senti, noi non siamo il popolo eletto e non dobbiamo aspettare nessun Samuele o Elia per attuare la legge naturale che è ben conoscibile dentro e fuori di noi. Chiunque ha un minimo di autorta la attua senza compromessi nel suo piccolo. A livello personale conta invece la morale evangelica.
    Il politico non deve fare il solito errore di venire a patti sui valori...
    Dio chiede solo questo a chiunque fa politica e non ci vuole nessuna ispirazione dall’alto. L’unica guerra giusta è proprio quella religiosa e non altre. L’unico motivo idoneo ad uccidere è per motivi etici da parte dell’autorità. Cioè per il bene comune .
    Gent.mo Affus, sono d'accordo almeno su una cosa: una sola etica prima o poi s'imporrà: un'autorità capace d'imporsi e di interpretare la legge naturale. Il problema è che se tale autorità non procede da procedimenti democratici, qualcos'altro s'imporrà e deciderà per sè cosa sia giusto o sbagliato. Se la coscienza individuale e collettiva non avranno peso nel riconoscimento dell'autorità etica, la forza deciderà per essa. Pensare che senza la coscienza democratica l'etica del monoteismo, le costituzioni civili ed internazionali non siano a rischio è un'illusione. L'etica teocratica va storicamente riconosciuta e non imposta. E' solo con l'avvento del Regno di Dio che Dio interviene d'autorità. Chi prova ad imporsi contro la libertà e la coscienza individuale e collettiva diviene egli stesso "l'uomo senza legge". Suggerisco come questo possa presto accadere.

    ETICA, DIRITTO NATURALE E SICUREZZA GLOBALE.

    Nel 2001 nel corso di una e-conference della World Bank dal titolo “Global Business Ethics Standards E-Discussion” il seguente contributo fece la sua comparsa quasi a chiudere agli sgoccioli il forum, che invece risultò provocatorio per qualcuno che non mancò di rispondere: Kenneth W. Johnson http://www2.worldbank.org/hm/hmethics/0310.html A tra poco dopo aver cliccato ed esaminato il documento... La World Bank sembrava voler intraprendere un corso di eticizzazione imprenditoriale ma certe affermazioni di Kenneth andavano, anche se diplomaticamente, sottilmente lontano da questa meta per riproporre un quesito che frulla in più di qualche cervello da qualche tempo: la Business Ethics che il libero mercato vuole consacrare in nome della legge naturale è veramente etica e conforme al diritto naturale? E’ la nozione di “diritto naturale” manipolabile ed adattabile a secondo dei riferimenti filosofici primari? A quale filosofia si ispirano le corporazioni e le multinazionali che vorrebbero instaurare e consolidare delle norme di “Corporate Social Responsability”?
    Ritornato da un viaggio dal sapore “antropologico”, Mr Kenneth W. Johnson prima appare paladino della democrazia ed il libero mercato presso antiche culture, poi subito dopo introduce il sua vero pensiero: “There seems to be a sense, moreover, that there is no ethical foundation for either democracy or a free market. I think that is a serious misunderstanding, and I would like to address it. It also ties directly into this week's topic "societal outcomes" because, for me, the most important societal outcomes are structural, procedural and systemic rather that any particular outcome such as environmental concerns or distributive justice. Why?”
    L’antifona era già chiara ma andava confermata e così Mr Kenneth procede: “The foundation of ethics is individual choice and shared purposes of people coming together to solve common problems and achieve shared goals. In my view, if one is concerned about conforming to a
    dictated set of standards, however imposed, we are out of the realm of ethics and into morality or law, which is based not upon the logic and applicability of the standards themselves, but upon the
    validity or power of the source of the standards. Protecting the environment and ensuring equal opportunity for all of a society's members are proper goals, but so are the means to achieve these
    goals.” Siamo alla logica del: “Il fine giustifica I mezzi”. Il secondo passo è compiuto: Mr Kenneth dice con eleganza che noi rispettiamo l’etica delle popolazioni in via di sviluppo, così come le potenze del libero mercato hanno diritto alla loro etica senza imposizioni da parte di un’entita giuridica che definisca per tutti gli standards dell’etica, la quale non può essere unificata se non dal potere e dalla sorgente di chi impone gli standards. E’ lo stesso conflitto tra Magistratura e Stato, quando un capo di governo dice: “Io sono sottomesso alla legge del Premier fatto dal popolo!” Dunque è questione di potere e non di accademiche autorità forensi nel senso classico ed umanistico. Il libero mercato dichiara di poter essere sottomesso solo alla legge del libero mercato ed è dunque per questa ragione che la Magistratura e le corti supreme devono essere sacrificate e riformate. Prendendo astutamente a prestito il concetto di autonomia e dignità di antiche culture, il terzo passo è in arrivo:”The ethics of a free market is built into the system itself.” Ma come si pone il libero mercato nei confronti delle culture individuali? Le successive affermazioni fanno chiaramente intendere che il libero mercato in quanto economia globale si trova a contatto con una enorme varietà di culture, perciò non si può definire in partenza tutte le regole. E’ in pratica il diritto di autogovernarsi ed autodefinirsi a seconda delle culture e delle circostanze. In realtà ciò che preme a Mr Kenneth è svincolare il libero mercato da un’etica universale che limiti la “mano libera”… finanziaria: “We do not know all or even most of the people we deal with to meet the individual and social needs of a global society. The foundation of a free market is free exchange based upon individual choice: consumers satisfying their most urgent needs through transactions free of fraud or compulsion. Thus, there is a limited role for government to prevent, detect, and punish fraud or compulsion, but not to dictate individual or other social choices. Long-term success for individual businesses, then, is based up
    cooperation, trust, and loyalty. It is virtually impossible to be successful over time without cooperating well with suppliers, employees, and others. Trust and loyalty are necessary as well.
    Trust where we do not know those we deal with well. Loyalty where we know them well enough to trust through some degree of experience.” Fiducia ed affidabilità all’insegna della spontaneità senza controllo da parte di un’etica globale. E faccio notare quì uno degli archetipi dell’opposizione alle Nazioni Unite, ai loro documenti di democrazia globale, alla Dichiarazione Universale Dei Diritti Dell’Uomo, dove i principi del diritto individuale, dai suoi rapporti con la società al mondo del lavoro, vengono sanciti. Quì si ritrovano pure i principi e gli articoli costituzionali per la definizione di ciò che debba intendersi per “CSR - Corporate Social Responsibility”. E la cosa interessante è che tali documenti sono compatibili con i fondamenti di tutti le religioni monoteistiche e con tutte le costituzioni civili, a prova che il diritto naturale è una nozione ben affermata nella coscienza umana. L’universalità di tale legge è confermata nel primo capitolo dell’epistola ai Romani e similari affermazioni dell’apostolo Paolo e della Scrittura. Il “pensiero dell’eternità” nell’uomo è stabilito da Dio, il quale ha pure stabilito il Diritto e la Gioustizia. Il problema per il libero mercato è che un’etica globale di origine monoteistica, inglobata negli statuti e nei principi delle Nazioni Unite e tradotta in CSR significherebbe una competizione troppo limitata ed una possibilità di arricchimento e sfruttamento – giocando sulle discrepanze sociali, costo del lavoro, omertà dei governi, manipolazione delle magistrature, corti supreme e lobbies – ridotta all’essenziale ed al ragionevole, senza eccessivi divari sociali ed economici. Sarebbe praticamente la fine del Capitalismo come lo conosciamo oggi e l’inizio di un egualitarismo che ritroverebbe nell’ONU (a fianco del Monoteismo) un centro di potere globale. Anche se ciò non è necessariamente pericoloso, dobbiamo ricordare che un potere globale e centralizzato di qualunque origine esso sia adempirebbe le profezie apocalittiche relative al “Piccolo Corno”, perciò il meglio che si possa auspicare, nell’attuale stato di cose e nell’epoca di transizione alla vera teocrazia del Regno di Dio, è un’etica universale con almeno tre organi di potere: l’ONU, i governi statali e locali (regionali, nazionali, federali o confederali), gli USA ed i loro alleati (ossia una sostanziale federazione/confederazione occidentale di controllo). Tale equilibrio non significherebbe però che non esiste un’etica globale e capace di regolamentare il mercato sulla base di una convenzionale CSR. Ne consegue che attentare a spaccare l’equilibrio di tale potere globale tripartite a vantaggio di una o due delle parti equivale al tentative di costituire una dittatura globale servendosi di strumenti economici, politici o di entrambi. Quando a tale tentative si aggiunge la manovra del rifiuto e boicottaggio di un’etica globale ed indipendente allora diventa chiaro ciò che oggi il libero mercato e le forze che gli sono dietro le quinte stanno cercando di fare. Le implicazioni per la sicurezza globale diventano allora palesi, perché è chiaro che una o due delle tre parti del potere globale o loro frazioni, oltre alle entità umane interessate, vengono a sentirsi sotto minaccia, la quale è evidentemente e teoricamente accompagnata da sfruttamenti, oppressioni e finanche tentativi di conquista territoriale e genocidio. Vista da tale prospettiva la tentazione degli USA di spaccare l’Europa in due aree d’influenza, la palese determinazione a conquistare e governare il Medio Oriente, la tendenza ad invalidare l’ONU ed a promuovere governi compatibili in giro per il mondo, altro non suona che come spaccatura di equilibri globali essenziali e rischio di adempiere per se le profezie del Piccolo Corno e della sua etica in conflitto d’interesse. Dal punto di vista della teologia biblica on ci sono dubbi: se gli Usa conquistano e governano l’Iraq, tutto il resto in MO cade ad effetto domino ed un patto israelo-palestinese promosso e garantito dalla Pax Americana introdurrà gli USA, i suoi alleati ed il Presidente di turno alla realizzazione delle profezie apocalittiche ed all’inizio dell’ultima settimana del profeta Daniele verso la Tribolazione. La reazione comunque delle altre parti sarebbe nel tempo tale che lo stesso patto israelo-palestinese verrebbe compromesso a scapito dell’incolumità questa volta d’Israele, e tale che l’America ed i suoi primi alleati in una nuova federazione occidentale verrebbero a trovarsi in una situazione di compromesso grave a pressioni per l’annichilimento d’Israele e per la socializzazione (comunque prima o poi) del libero mercato, in una nuova forma di potere che è un ibrido di dittatura economica e capitalismo internazional-socialista. Di democrazia alla fine di questo processo non ve ne sarà neppure l’ombra tra i nuovi plebei se non le manciate di un Menenio Agrippa Imperatore in cambio di servigi ai patrizi e del culto dell’Imperatore. Sarà pure che Saddam è “the lawless man” del momento ma quell che il nuovo sistema a scapito d’Israele produrrà sarà una mostruosità priva di etica senza precedenti nell’intera storia della razza umana.
    Una domanda essenziale per la comprensione della nuova etica (spontanea e “deregulated”) che il libero mercato sembra voler imporre è la seguente: quale è il sostrato culturale e spirituale dell’etica di mercato congeniale a Mr Kenneth W. Johnson e se tale sostrato è condiviso quale indizio perlomeno dalla World Bank (sarebbe una significativa punta dell’iceberg)? Sono la World Bank e gli USA sulla stessa linea? D’ora in poi chiamerò Mr Johnson con il termine di “K Code” per riferirci all’etica congeniale alla World Bank ed al libero mercato nell’accezione dell’iperliberismo, purché tale teoria venga confermata dalle risposte alle precedenti domande.
    Ma andiamo per gradi e vediamo intanto confermata la preocuppazione del K Code “to maximize the profit”: “Transaction costs are significantly lower and profits are considerably higher where cooperation, trust, and loyalty are deserved and abound. All the principles for action that are required to achieve this cooperation, trust, and loyalty form the body of free market ethics.”
    Ne consegue l’idea macchiavellica ed utilitaristica della Business Ethics: “For those familiar with ethical theory, a free market can be justified by maximizing individual choice and on a theory of
    utility: a philosophy that distinguishes between act utility (whether an individual act creates the greatest good for the greatest number) and rule utility (whether a general rule creates, on balance, the greatest good for the greatest number.) So, free markets and democracy can be seen as "systems utility," that is, systems that create the greatest good for the greatest number.” Si noti che il libero mercato viene giustificato solo dalla produzione e dall’utilità e che la democrazia si ritrova come il libero mercato ad essere sistema di utilità per il maggior numero. Se nel frattempo dunque che il libero mercato ha creato più o meno i risaputi danni - competizione eccessiva, salari disumani, ingiustizie, liquidazione di sindacati, cancellazione o riduzione degli statuti del lavoro, condizioni di pericolo sanitario, disoccupazione e povertà per una parte od una massa dell’umanità, uso immorale delle risorse senza proporzionato contraccambio, zone franche per imprese a scapito della difesa dei lavoratori e della collettività, se non guerre di conquista – la definizione di democrazia non si riferisce più alle costituzioni civili ed agli statuti internazionali che garantiscono la civiltà e l’eticità delle relazioni tra l’individuo o la società, - finanche lo Stato e la Nazione – e gli enti del libero mercato, bensì alla capacità delle organizzazioni non governamentali (NGO – e.g. religious, community service organizations, charities, Transparency International, Amnesty International, Habit for Humanity, the
    Wilderness Conservancy, Planned Parenthood ) i quali però non avrebbero più nessun potere coercitivo e legislativo, mentre i governi che lo lo hanno ancora (se nel frattempo non sono stati sostituiti dale imprese) ne dovrebbero – secondo il K Code – essere privati. E’ ciò che succede in varie nazioni occidentali ed anglosassoni dove un organo detto “Ombudsman” ha potere coercitivo finché non si tratta di imprese private e multinazionali. La cooperazione che in circostanze di conflitto o “Work Claim” si crea spesso persino tra vari NGOs, avvocati, medici, psichiatri, assicurazioni, investigatori e persino gli stessi sindacati – che dovrebbero sostenere il cittadino ed il lavoratore – e forze di libero mercato e governi in conflitto d’interesse è molto spesso semplicemente uno scandalo che vede il cittadino, il lavoratore e la società perdenti. I casi irrisolti o risulti con la truffa e l’illegalità a vantaggio di accordi nascosti tra la controparte sono centinaia di migliaia se non milioni in Occidente in contrasto con la Dichiarazione dei Diritti Dell’Uomo e normalmente con le stesse costituzioni nazionali dove i governi sono diventati o fantocci o impotenti e dove la magistratura è prossima alla liquidazione o alla perdita del suo potere indipendente. Il resto che rimane delle NGOs è raramente capace di produrre qualche risultato che il libero mercato non gradisca, spesso per la sua convenienza e propaganda, oppure si finisce per accollarsene il costo, talvolta distribuendo assistenza con soldi della comunità nella veste di Social Sicurity. Il libero mercato nel frattempo ha vinto e fatto i propri interessi. Ecco in realtà quel che propone il K Code: un’etica arbitraria ed autarchica che non deve dare conto a nessuno e che decide per se quale CSR adottare senza rimetterci. E’ la democrazia senza democrazia per molti, e l’etica senza fondamenti morali. Nonostante tutto il libero mercato si propone di diventare “Utility System” per tutti I popoli e tutte le civiltà di cui in teoria se ne rispetta la dignità e l’indipendenza: è il multiculturalismo che si reduce a tecnologia, usi e costumi, pizza, spaghetti e cappuccino, ma che ha ben poco a che spartire con le produzioni intellettuali ed il patrimonio spirituale che aspira al Diritto ed alla Giustizia per tutti. Quando poi la pretesa è quella di esportare tale “Free Market Democracy” con la guerra mirata “to regime change”, allora l’ipocrisia è palese, perché non si può eticamente sostituire un regime spesso causa di altri regimi. Ciononostante questa non è una condanna sistematica ed indiscriminata degli USA la cui funzione di contrappeso deve essere tenuta comunque in conto, purché essa sia veramente tale.
    Come il K Code risolve la seguente domanda potete vederlo da voi stessi: “But what of the obvious disparities between individuals within societies and between societies?”

    In sostanza l’etica del libero mercato che il K Code ci presenta causa global insecurity, terrorismo, povertà di grandi masse escluse dal consumo e dalla produzione, ingiustizie e degenerazioni della cultura e dei governi a beneficio temporaneo delle imprese e delle multinazionali. Temporaneo finché la pentola non esplode come infatti presto esploderà.

    A questo punto del Forum della World Bank tutti sembravano felici e contenti, quando qualcuno decise di tentare una risposta che un italiano quasi in chiusurà scrisse, ma che per forza di cosa non poteva che essere per il momento succinta cercando di sintetizzare le definizione e làuniversalità dell’etica senza però inoltrarsi in questioni teologiche. Tale risposta che chiameremo M Code trovò una conferma proprio laddove le conseguenze della K Code democracy è più sofferta. E’ da notare che nel commentare la risposta, Mr Johnson nel presunto tentative di apportare delle correzioni finì per apportare leggere modifiche all’originale – cosa che può essere notata mettendo a confronto le due fonti: M Code http://www2.worldbank.org/hm/hmethics/0325.html
    La risposta del K Code http://www2.worldbank.org/hm/hmethics/0327.html.

    Dall’inizio del Forum intanto l’11 Settembre sembrava aver detto la sua. Dopo la risposta di K Code resterà ancora da rispondere alle prima menzionate domande ed in particolare scoprire quale sia la scuola di pensiero filosofica della World Bank e K Code.


    From: ethics@lists.worldbank.org
    Date: Saturday, 13 October 2001 02:22:09 AM
    To: Global Business Ethics Standards E-Discussion
    Subject: [ethics] Re: Free Markets, Democracy, Independent Sector as Societal Outcomes

    In reply to my message, Michael Mastrantuono wrote:

    Ethics as a discipline cannot be built independently, nor can it
    be a conventional collection of shared values and rules. Ethics is
    not morals. Ethics relates to the foundation of Natural Law and as
    such has the authority to regulate everybody and everything, free
    market included. Failing to do so, we create monsters and
    disruption of logic and harmony of human production and resources,
    until every fragment of independence from Ethics (injustice) will find
    mechanically and metaphysically its own particular and global
    retribution.

    Reply to Michael Mastrantuono and the list at large

    In my view, the most intriguing finding from the entire eight weeks
    of this e-conference has been a clear split between those who
    believe that human beings are (more or less) capable of independent
    judgment to create the lives they truly want to live and those who
    make frequent appeals to some outside force or forces that have the
    (more or less) right answers: answers that the "common" people (or
    people as a whole) are incapable of arriving at on their own behalf.

    These "forces" have taken many forms of dictating what individual
    decisions should be in specific instances: governments,
    international protocols, institutional standards that do not involve
    all interested parties, praying five times a day and abstaining from
    alcohol and dancehalls, and, in today's messages, institutional
    imposition in a mixed economy and natural law. In all of these
    instances, their proponents are calling for some degree of faith in
    the validity and appropriateness of these standards. I think this is
    the essential difference between ethics, on the one hand, and morals
    or law or moral (natural) law on the other. Ethics is using one's
    essential human capacities to achieve a good live in community with
    others. The rub here is that in diverse, complex societies, it takes
    finely tuned and well exercised human capacities to find our
    ways. That, in my view, is the value of this World Bank-sponsored
    e-conference. That it is a forum for coming together as a temporary
    community of inquiry.

    I grant you that the state of the world suggests that a truly free
    world based upon shared purposes and values is not just around the
    corner. But I think it is precisely the appeals to having someone
    else solve our problems that leads to or aggravates the global
    situation. Dealing with artificial borders and boundaries imposed by
    outside forces are at the root of many of the world's difficulties
    today.

    I agree with Michael that ethics is first and foremost a discipline.
    I also agree the ethics is not morality. In my view, ethics,
    especially organizational ethics, is the discipline by which people
    achieve their human potential through informed independent judgment
    and in community with those sharing common purposes and values.
    People reach these informed independent judgments by employing their
    well developed essential capacities to think critically and
    creatively, communicate both ideas and feelings, and cooperate in
    inquiry and action. And in fact, natural law has most recently been
    considered to be reason-based: "natural law is what reason
    discovers, and natural law was discovered by reason." Encyclopedia
    of Philosophy, vols 5-6, p. 452. (For the list member who wanted
    more philosophy.)

    And if I gave the impression that the sets of social rules derived to make free markets, democracy or an effective independent sector effective are arbitrary--simply whatever a given society wants them to be--then I did not effectively make my case. I am reluctant to suggest that human cooperation, trust within a culture in general, and loyalty to individuals and institutions where experience suggests they are appropriate are based on natural law, but they are essentials for societies to function. For communities to prosper individuals may operate through fraud and coercion within the seams of otherwise prospering communities, but as the great Austrian economist Ludwig von Mises wrote, they are careful to make sure that fraud and coercion do not become the rule for the society.

    For these "forces" to legitimately substitute themselves for the informed judgment of individuals in association with their families and communities requires two informed judgments from the start: first, on what basis do we believe that the proposed force is a voice that promulgates effective standards in general and, two, on what basis do we believe that the "force" knows our particular circumstances at any given point in time and place so that the standards they promulgate are effective under those circumstances?

    I do not accept that any of the forces proposed are particularly effective at ordering national economics let alone global economics in general, and I reject outright the notion that they are effective in ordering appropriate decisions in specific situations.

    I have faith in people. People who, with the help of facilitating institutions, can make decisions about how to order their own lives in association with others. To be free to do this, there is a vital role for government. Governments must safeguard their societies against coercion and fraud, by whomever imposed. For people to be informed enough to make effective decisions, competing enterprises
    in a free market and the facilitating role of the independent sector seek out gaps in individuals' knowledge or understanding and helps fill them.

    Finally, for the people who are looking for metrics. How does one assess whether the mass of human are achieving their human potential? Are living lives they truly desire to live? Are satisfied with their communities? Have happy family lives? And if we are not measuring those, what are we measuring? More likely than not we are measuring surrogates, pale reflections of the richness of what life is all about.

    As I hope I made clear in my message, I am pleased to see that there is support for "transitioning to developing economies to free markets and democracy." Free markets and democracy require certain values abounding in the society for them to work. They cannot be imposed; they are not a panacea.
    Warmest regards.......ken

    Ethics & Policy Insights
    Helping to Shape a Better World
    One Organization at a Time.....
    Kenneth W. Johnson
    PO Box 28277 * Washington, DC 20038-8277
    TEL 202-479-4892
    http://www.EthicalEdge.com/news.html

  8. #18
    Affus
    Ospite

    Predefinito Re: ETICA, DIRITTO NATURALE E SICUREZZA GLOBALE (PARTE1)

    "L'etica teocratica va storicamente riconosciuta e non imposta. E' solo con l'avvento del Regno di Dio che Dio interviene d'autorità. Chi prova ad imporsi contro la libertà e la coscienza individuale e collettiva diviene egli stesso "l'uomo senza legge". Suggerisco come questo possa presto accadere. "


    Abbiamo avuto ultimamente una chiesa che, purtroppo, ha fatto solo confusione nell'ambito sociale e del diritto naturale .
    Abbiamo avuto una chiesa che ha irretito sul nascere autentici movimeneti genuinamente politici di ispirazione cristiana e ha considerato come frutto del concilio i movimenti carismatici e neocatecumenali di ispirazione luterana e protestane .
    Gravi responsabilita si trovano in alto nel magistero e i risultati li vediamo nella dispesione delle coscienze e nella diasporta dei laici impegnati politicamente .

    Se è vero quello che dici, che l'etica basata sul diritto naturale va prima riconosciuta , allora annulli tutto il Vecchio Tastamento ed il dirtto dell'autorita stessa a governare secondo il bene .
    Tutti i re e i profeti d'Israele erarno eretici !
    Allora hai una mentalita evangelica , cioe anarchica e protestante .
    A livello personale , posso avere tutta la democrazia che voglio , ma questo non lo si puo chiedere all'utorita .
    Il vangelo è un opzione : " se vuoi .....vieni e seguimi , "" e non va imposto a nessuno, ma la legge naturale non è un opzione .
    Il bene non è un opzione , ma solo la grazia .
    Chi vuol vivere secondo il vangelo e il comunismo , se ne va a vivere in una comunita di fede a parte , con i voti e il diritto canonico . Cioe una legislazione che non si basa sul diritto naturale , ma che parte da quella per entrare nella fede .
    Lo stato non deve imporre il vangelo o il comunismo come hanno tentato di fare finora , ma solo la legge naturale e il diritto .

  9. #19
    Affus
    Ospite

    Predefinito Re: ETICA, DIRITTO NATURALE E SICUREZZA GLOBALE (PARTE1)

    nell'articolo in inglese mi è sembrato di capire che parlano di legge naturale senza avere la benche minima nozione .

    Si scambia la legge naturale per il libero mercato , cioe l'istinto irrazionale e incontrollato dell'uomo .
    Si batte solo l'aria se non si conoscono i termini del problema .

  10. #20
    Christianity Under Fire
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    Predefinito Re: Re: ETICA, DIRITTO NATURALE E SICUREZZA GLOBALE (PARTE1)

    Originally posted by Affus
    Abbiamo avuto ultimamente una chiesa che, purtroppo, ha fatto solo confusione nell'ambito sociale e del diritto naturale .
    Abbiamo avuto una chiesa che ha irretito sul nascere autentici movimeneti genuinamente politici di ispirazione cristiana e ha considerato come frutto del concilio i movimenti carismatici e neocatecumenali di ispirazione luterana e protestane .
    Se è vero quello che dici, che l'etica basata sul diritto naturale va prima riconosciuta , allora annulli tutto il Vecchio Tastamento ed il dirtto dell'autorita stessa a governare secondo il bene .
    Tutti i re e i profeti d'Israele erarno eretici !
    Allora hai una mentalita evangelica , cioe anarchica e protestante .
    Gent.mo Affus, io non sono cattolico ma condivido la linea etico-sociale del Vaticano con qualche riserva nella sua applicazione indiscriminata ed a scapito della sicurezza. Il Vaticano non aveva scelta: esso ha perseguito la ricostruzione dell'Impero Romano in chiave teocratica ma storicamente un'altra forza si è imposta, la quale attraverso la democrazia stà arrivando alla non democrazia di un darwinismo sociale basato sull'indipendenza del libero mercato. Quindi a conti fatti chi vuole l'autorità non democratica di una presunta legge naturale la trova nel nuovo potere economico-finanziario, divenuto legge a se stesso. Probabilmente ci saranno compromessi ma solo perché quest'ultimo potere si renderà sempre più conto che il terrorismo come arma di risposta non può essere in realtà fermato ma solo controllato. Inoltre gli strumenti spirituali che fanno appello alla coscienza giocheranno un ruolo fondamentale nel limitare il "nuovo potere" che però altro non faranno che produrre una babilonia di compromessi. Come vedi su quest'ultimo punto sono d'accordo con te. La questione sarà presto risolta: chi vince comanda! E "qualcuno" ha deciso di comandare... sul Papa ed i gesuiti... sui protestanti... e sul mondo intero:
    Apocalisse dietro l'angolo! Saluti

 

 
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