pensiero.

Impegnatissimo nel sostenere la tesi che una guerra all'Iraq senza consenso dell'Onu sarebbe illegittima il presidente Ds rievoca la sua, di guerra, quella nel Kosovo del 1999, combattuta dalla Nato senza assenso Onu (per evitare il veto della Russia.
Non essendo uno storico, avendo solo la tessera di giornalista ma non la stessa professionalità, essendo solo un politico perdente ma arrogante e parolaio, con poca memoria e una notevole faccia di bronzo, afferma che "neppure quella decisione della Nato fu da noi considerata sufficiente per dare legittimazione alla invasione militare di uno Stato sovrano. E i nostri soldati e quelli degli altri paesi entrarono nel Kosovo solo dopo essere stati autorizzati da una risoluzione adottata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza".
La tesi di D'Alema, perciò, è che si può bombardare uno "Stato sovrano", come fecero per un mese e mezzo gli aerei alleati, compresi quelli italiani (che sganciavano bombe come "difesa attiva", come disse il ministro della Difesa Scognamiglio) senza consenso dell'Onu.
Consenso che invece è indispensabile per varcarne i confini con le truppe di terra. Magari per "missioni umanitarie".

L’assurdità di questa tesi è il grande prezzo pagato all’ipocrisia di chi cerca di ammantare una posizione politica di parte, in quanto tale legittima ma ovviamente discutibile, sotto i crismi di una legalità internazionale stiracchiata fino a farla coincidere con il proprio interesse. ( E il costo è naturalmente addossato sulle spalle degli elettori ulivisti, presi al solito per i fondelli dai loro dirigenti alla D’Alema e dai “tromboni” addestrati a fare da “megafono” alle loro “invenzioni”, mesti individui che ben conosciamo anche sul nostro foro. ndr).
D’Alema si oppose, nel 1991, alla prima guerra all’Iraq, condotta sotto le insegne dell’Onu. A quel tempo era all’opposizione e se ne fregava della legittimità della guerra. Con Onu o senza Onu.
Otto anni dopo, diventato con il famoso giochetto inventato da Cossiga e Bertinotti presidente del Consiglio a spese di Prodi, ha invece preso parte (e ha fatto l’unica cosa giusta come capo di quell’esecutivo) all’attacco della Serbia. Ora però spiega, con sottigliezza da funambolo, di aver atteso il via libera dell’Onu per entrare in Kosovo. Vuol forse dire che senza quel pezzo di carta, dopo i violenti bombardamenti effettuati anche sui civili, si sarebbero lasciati i kosovari alla guerra civile, fra i taglieggiamenti delle diverse bande criminali e fazioni?
D’Alema sa che non si poteva fare altrimenti, ma non lo dirà mai, essendo egli un perdente (come si comportò per l’art.18 con Cofferati). Quel tipo di scelte dipendono da decisioni politiche e dai rapporti di forza.
Ma, ora che è tornato all’opposizione, anche lì da perdente, fa finta di non saperlo.

tratto liberamente da Il Foglio di venerdì 14 marzo 2003-03

saluti