http://www.guardian.co.uk/letters/st...895397,00.html
In risposta al Dr. B. Khalaf vorrei dire che di certo le manifestazioni e le proteste contro la guerra all'Iraq non sono di sostegno a Saddam. L'idea che la guerra è sempre sbagliata non tiene conto della responsabilità di proteggere i popoli, gli individui, i valori della libertà, la giustizia, etc. Quando dunque si và in guerra si devono avere le carte in regola con i motivi, l'opinione pubblica, i valori da difendere, i rischi di estensione dei conflitti. Ci sarebbero altri paesi i cui regimi dovrebbero essere ribaltati e per individuarli basta usare il semplice criterio della libertà religiosa. Dovunque si uccide e si perseguita per ragioni di religioni ed ideologie c'è un regime da cambiare. Naturalmente quando pensiamo al cambio di regime si pensa sempre alla democrazia americana quale scontato ed ideale sostituto. Questa convinzione sembra legittima ma non tiene conto del fatto che negli ultimi decenni i motivi della democrazia occidentale in genere si stanno deteriorando e più che alla libertà di religione si pensa alla libertà di "Business" con tutti i suoi comodi accessori: deregulation, devolution, maximum profit, unfair dismissal e naturalmente sostituzione dei governi con potentati economici e finanziari in conflitto d'interesse. A farne le spese è quell'insieme di regole e principi che si chiamano "Corporate Social Risponsability - CSR" e che hanno il pregio di dare sostanza alla vera democrazia. Per dirla in breve la democrazia occidentale sembra orientata all'instaurazione di un regime oligarchico che chiamerei plutocrazia, dove entità come il Signor Berlusconi sono al comando con tutta l'attrezzatura di mass media, gruppi finanziari e relativi generali ed avvocati. Questo nuovo tipo di democrazia ama servirsi del cristianesimo di ogni tipo e confessione per giustificare le proprie operazioni (talvolta necessarie) ma in realtà è mosso da una visione sociale di tipo darwiniana, dove la competizione ed il potere ad ogni costo diventano paradigma legittimo per la selezione naturale e la sopravvivenza sul filo delle lezioni socio-evolutive del Dottor Angela. Questo tipo di potere che ama licenziare quando e come vuole, liquidare i sindacati, invadere il Quirinale, rimpiazzare la Magistratura, fare le guerre senza tener conto dell'opinione pubblica, smontare l'antitrust, legalizzare il conflitto d'interesse, etc, è lo stesso che si candida a diventare padrone del mondo sotto la bandiera della democrazia. Molti cristiani sembrano non aver scelta e sono per forza di cose imbarcati sullo stesso vascello con questo nuovo tipo di democrazia, a meno che non si vuole rischiare il trasbordo del Cristianesimo sul versante della monarchia teocratica medievale alla CarloV. In tal senso il Fondamentalismo Cristiano verrebbe confuso con questa nuova plutocrazia, mentre in realtà ne è soltanto provvisorio compagno di viaggio per mancanza di un vascello migliore. In realtà la nuova plutocrazia è sfuggita al controllo del cristianesimo conservatore-fondamentalista anglosassone ed ormai fa riferimento al darwinismo sociale, benché a parole si dichiara cristiano per poter far sfoggio di una utile bandiera. L'America ha deciso di controllare direttamente i paesi a rischio di terrorismo, ma nello stesso tempo non procede alla ripulitura democratica delle corruzioni economiche e dei crimini finanziari dell'Occidente. Mr Bush ha provato a fare una timida ripulitura dopo gli scandali finanziari degli ultimi anni, ma egli stesso sembra ormai pilotato da forze economiche inarrestabili. Si crea la miscela di una nuova era coloniale con una lunga serie di nemici, in quanto le Nazioni Unite, ed in particolare le superpotenze, sono consapevoli del cambiamento di equilibri intercontinentali implicito nella dottrina della guerra preventiva del Presidente Bush. Pensare che si possa attaccare l'Iraq e poi l'Iran, continuando la serie fino alla americanizzazione del pianeta senza il consenso dell'ONU è pericoloso (benché non impossibile). Per non annichilirsi l'ONU potrebbe in un prossimo futuro pescare alleati proprio laddove non piace all'America... Perché il Presidente Bush ha deciso di correre tale rischio? Perché il mondo stà sfuggendo al controllo americano ed altre potenze si stanno imponendo. Inoltre l'Iraq e la Siria sembrano un ostacolo ad un accordo di pace tra palestinesi ed ebrei. In realtà una pace forzata in condizioni di pericolo globale e con un M.O. sotto assedio non è negli interessi israeliani. Ciononostante nelle attuali circostanze la guerra sembra inevitabile ma i motivi vanno ben oltre quel che si vede e si dichiara. L'America è preoccupata di perdere il primato e di dover scendere a patti (innanzitutto con l'Europa - Russia inclusa). La miscela è tale che, nonostante tutte le guerre che seguiranno l'America dovrà fare gravi compromessi per la sua stessa sopravvivenza, per diventare un impero sotto il ricatto delle colonie. Il dottor Khalaf può star comunque tranquillo: la guerra si farà ma questa volta con il primo missile lanciato si entrerà in una nuova fase: quella che porta ad un patto israelo-palestinese forzato ed alla vigilia della "Tribolazione" del mondo.
Saluti