Rachel Corrie, 23 anni, è stata travolta dal mezzo israeliano
Stava tentando di opporsi alla demolizione di case palestinesi
Gaza, pacifista americana
uccisa da un bulldozer

GAZA - Una giovane pacifista americana, Rachel Corrie, è morta schiacciata da un bulldozer dell'esercito israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza, mentre tentava con altri militanti di impedire la demolizione di case palestinesi. Le cause della morte sono state confermate da Ali Moussa, responsabile dell'ospedale di Rafah, e da altri pacifisti testimoni dell'incidente, in cui un attivista è rimasto ferito. "Era seduta sulla traiettoria del bulldozer. Il conducente l'ha vista, ha proseguito e le è passato sopra" ha dichiarato Joseph Smith, militante pacifista americano. "La ruspa le ha versato sopra la sabbia e poi si è messa a schiacciarla", ha aggiunto Nicholas Dure, anche lui impegnato a ostacolare la distruzione delle abitazioni dei palestinesi.

Israele ha espresso rammarico per la morte della pacifista statunitense. "Si tratta di un deprecabile incidente", hanno detto fonti militari a Tel Aviv, aggiungendo che l'esatta dinamica dei fatti viene tuttora vagliata ma, in via generale, il comportamento dei pacifisti internazionali in quella zona "non è responsabile", in quanto si sono inseriti in una zona di combattimento. Con le loro azioni, secondo le fonti militari israeliane, "mettono in pericolo se stessi, la popolazione locale e i soldati israeliani".

Il Centro di comunicazione alternativa, un'agenzia di stampa di sinistra, ha precisato che la giovane donna "aveva un distintivo e si esprimeva in inglese", per cui i militari israeliani incaricati di demolire una casa sapevano che si trattava di una cittadina straniera, e non di una palestinese.

Sulla esatta dinamica dell'incidente non esiste ancora una versione concordante. Alcune testimonianze raccontano che per disperdere i dimostranti, i soldati avrebbero fatto ricorso a gas lacrimogeni. Sei dimostranti si sarebbero allontanati, lasciando sul posto la ruspa e due pacifisti. La ruspa avrebbe abbattuto la casa e, solo in un secondo tempo, fra le macerie, sarebbe stata trovata la pacifista con gravi ferite alla testa e al ventre, morta poco dopo il ricovero in ospedale.

Secondo altre fonti militari, citate dal sito Ynet, del quotidiano israeliano Yediot Ahronot, la ruspa tentava invece di rimuovere vegetazione dove erano stati nascosti ordigni. Le fonti hanno aggiunto che i militari hanno tentato di disperdere i pacifisti con gas lacrimogeni, "ma alcuni di loro tornavano in continuazione a correre fra i mezzi israeliani". In questa fase una ruspa ha colpito una struttura di cemento che è crollata addosso alla giovane. Il conducente, contrariamente alle testimonianze degli attivisti, non l'aveva notata.
Rachel Corrie, 23 anni, faceva parte dell'International Solidarity Movement, un gruppo di pacifisti presente stabilmente a Gaza e impegnato anche nella lotta contro la demolizione di case palestinesi a Rafah, a ridosso della frontiera con il Sinai egiziano. Un altro testimone, Greg Schnabel, 28 anni, di Chicago, racconta che la ragazza stava protestando davanti alla casa di Samir Masri. "Rachel era sola davanti alla casa, mentre noi cercavamo di fermare le operazioni. Ha urlato al bulldozer di fermarsi. Poi è caduta ma il mezzo ha continuato a muoversi. Abbiamo urlato chiedendo che si fermasse ma non lo ha fatto, le è passato sopra e ha fatto marcia indietro".
In un messaggio inoltrato solo due giorni fa ai militanti dell'Ism, Rachel Corrie denunciava "il ricorso al fuoco indiretto di artiglieria" da parte di Israele contro i suoi compagni di lotta nel sud della Striscia di Gaza. In particolare, descriveva la lotta per la difesa di pozzi di acqua dolce del campo profughi di Rafah che, diceva, erano stati danneggiati in un bombardamento e non potevano essere riparati dai manovali palestinese senza esporsi al fuoco israeliano.

Rachel Corrie era originaria di Olimpia (Washington) ed era arrivata a Rafah circa un mese fa. Viveva sotto una tenda assieme ad altri sette militanti della sua organizzazione. Da quella tenda partiva in "missioni quotidiane" di interposizione pacifica fra i palestinesi del vicino campo profughi e i militari israeliani.

Sono centinaia le case private palestinesi distrutte quasi quotidianamente dalla truppe israeliane nella Striscia di Gaza, soprattutto al confine con l'Egitto dove si procede alla demolizione delle costruzioni nelle quali vivono i presunti terroristi o le loro famiglie anche per un'altra ragione: impedire di usarle per nascondere tunnel e cunicoli che passano sotto il confine, e che servono al contrabbando di armi destinate a rifornire i movimenti integralistici.

Ma sono tre le vittime della giornata nella Striscia di Gaza. Oltre alla volontaria americana, sono morti due palestinesi. Ahmed Najar, 43 anni, è stato ucciso stasera a Rafah dal fuoco israeliano e, in precedenza, Mohammed Abdel Hadi, 18 anni, è stato colpito a morte da soldati israeliani a Khan Yunes.

La Repubblica (16 marzo 2003)