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  1. #11
    qui Giorgino, a te Vomito
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    Aggiungo che molto spesso si nasconde il senso di colpa del non volersi addossare una persona handicappata con il ragionamento del "se lui potesse scegliere non vorrebbe vivere così"..

  2. #12
    Ecce Homo
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    In Origine Postato da AZJumbo
    Con la tua frase sono ancor più certo che in alcuni casi, coem il tuo, l'aborto sia un obbligo verso la società. Che ne sai se uso il preservativo o no? Se tu provassi, o sommo imbecille, ad avere la moglie incinta con un figlio menomato, rifletteresti prima di parlare. Non che tu abortisca, ma almeno collegheresti la spina al cervellino. Prova a pensare ad essere quel bambino down, deriso, purtroppo diverso dal resto degli uomini (perchè i down in realtà sono bellissime persone, ma hanno poche probabilità di ottenere un lavoro, di vivere da soli, hanno sempre bisogno di qualcuno che li guardi) ed a sentirti umiliato ed offeso per tutto il resto della tua vita. Prova solo a pensare a come sarebbe. Poi dimmi se non avresti preferito non venire mai al mondo.
    Che pena. Se devi arrivare a darmi dell'aborto per evitare che la tua micro-coscienza venga mortificata devi essere davvero ridotto male.

    Saltando i convenevoli:

    a) Il sommo imbecille comunica che dawn si scrive con la "a", come alba.

    b) Siamo sicuri che l'aborto del dawn sia fatto solo nell'interesse del nascituro e non anche in quello dei genitori che non hanno esattamente voglia di tenerselo?

    c) Questo discorso giustifica l'aborto terapeutico. E tutti gli altri casi in cui alla mamma non gliene frega un cazzo del bambino e se ne disfa dove li mettiamo?

  3. #13
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    In Origine Postato da Mr2
    Che pena. Se devi arrivare a darmi dell'aborto per evitare che la tua micro-coscienza venga mortificata devi essere davvero ridotto male.

    Saltando i convenevoli:

    a) Il sommo imbecille comunica che dawn si scrive con la "a", come alba.

    b) Siamo sicuri che l'aborto del dawn sia fatto solo nell'interesse del nascituro e non anche in quello dei genitori che non hanno esattamente voglia di tenerselo?

    c) Questo discorso giustifica l'aborto terapeutico. E tutti gli altri casi in cui alla mamma non gliene frega un cazzo del bambino e se ne disfa dove li mettiamo?
    Sono d'accordissimo.

    Conosco l'ambiente Dawn e conosco molte persone affette da tale sindrome ke sono contente di essere in vita.
    There are only 10 types of people in the world: those who understand binary and those who don't

    http://openflights.org/banner/f.pier.png

  4. #14
    VELENO
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    The silent scream.
    (Il grido silenzioso).
    Avvertimento:
    Questa è la trascrizione fedele e letterale del filmato "The silent scream", realizzato dal dott. Bernard Nathanson nel 1984.
    Ne vieto la lettura ai minori di anni diciotto.
    Ne sconsiglio vivamente la lettura a tutte quelle persone, uomini e donne, che abbiano fatto ricorso alla pratica dell'aborto, o spinto a farlo.
    Ne consiglio invece, altrettanto vivamente, la lettura a coloro che, uomini e donne, si apprestino a ricorrere a tale pratica, o stiano spingendo le loro compagne a farlo.
    Questo testo può essere liberamente usato e trasmesso, con le dovute cautele del caso che una questione simile comporta.
    Il filmato può essere richiesto presso gli uffici del Movimento per la Vita ( ).

    --------------------------------------------------------------------------------

    Le scene di questo film sono state tutte riprese dal vero.
    I genitori dovranno giudicare se il materiale è adatto ai minori d'età. Ora possiamo discernere l'agghiacciante urlo muto sul volto di questo bambino che si trova di fronte alla propria imminente distruzione.
    Mi chiamo Bernard Nathanson, sono un medico specializzato in ostetrica e ginecologia e penso di avere una certa esperienza in questioni di aborto.
    Ora, quando ero studente io nel '49, lo studio del feto in utero non esisteva come scienza.
    Ci insegnavano che il bambino non ancora nato, il feto, era un -qualcosa- nell'utero, ma se fosse davvero un essere umano oppure no e se quell'essere umano avesse delle qualità personali specifiche era, tutto sommato, una questione di fede.
    Ma la storia non è più la stessa dopo gli anni '70, dopo che la scienza del feto vivo ha fatto irruzione nel mondo della medicina.
    Questo è successo con l'introduzione di nuove tecnologie come l'immagine ad ultrasuoni, il monitoraggio elettronico del cuore del feto, la fetologia, l'isteroscopia, la chimica dell'immunizzazione radioattiva e una serie di altre incredibili tecnologie che oggigiorno costituiscono insieme la scienza della fetologia.
    Il sonogramma in tempo reale, e cioè la creazione dell'immagine del bambino in movimento è uno strumento clinico disponibile sin dal '76. Ecco la stanza per l'esame con gli ultrasuoni, una normale tavola per la visita medica, ed un apparecchio di immagine ad ultrasuoni, cioè quella grossa macchina che si vede qui.
    Adesso la donna incinta si trova pronta sul lettino.
    L'addome è coperto come si deve.
    La punta dello strumento si trova ora sopra l'utero.
    Questo dispositivo a sua volta consiste in un cristallo che emette delle onde sonore ad alta frequenza e di un trasduttore che raccoglie gli echi delle onde. Gli echi sono a loro volta elaborati da un calcolatore che li ricostituisce in un immagine riconoscibile del bambino vivente ma non ancora nato. L'immagine del bambino può essere riprodotta sia per scansione lineare, utile per gravidanze più avanzate, o per scansione settoriale che è più accurata nel delineare il bambino in uno stadio di gravidanza poco avanzato come questo.
    L'immagine ricostituita dallo schema di echi ha una risoluzione davvero sorprendente, ed è di tale precisione che si possono studiare le valvoline del cuore mentre si aprono e chiudono durante le contrazioni cardiache. Grazie a questa tecnologia spettacolare madri e padri hanno potuto, per la prima volta, vedere il loro bambino non ancora nato. Queste tecnologia, queste macchine ed apparati che ora usiamo quotidianamente ci hanno convinto, al di là di ogni dubbio, che il bambino non ancora nato è effettivamente un essere umano, un membro della comunità umana che non è per nulla diverso da ciascuno di noi.
    Adesso, per la prima volta, possediamo la tecnologia che ci permette di vedere l'aborto dal punto di vista della vittima.
    Le immagini ad ultrasuoni ci hanno permesso di osservare questo fatto, e così, per la prima volta guarderemo un bambino mentre viene dilaniato, smembrato, disarticolato, stritolato e distrutto dagli gelidi strumenti d'acciaio dell'aborzionista.
    Quella che vediamo qui è una rappresentazione dello sviluppo di questo bambino durante lo stadio prenatale della sua vita, virtualmente dall'inizio alla fine di questo stadio (nota: il dott. Nathanson mostra una serie di modelli che riproducono il feto umano ai vari stadi della crescita). Ecco il nascituro a quattro settimane, ad otto settimane, a dodici, a sedici, a diciotto, a venti, ed a ventotto settimane. Come si vede non ci sono cambiamenti rivoluzionari o drammatici nella forma o nella sostanza di questa persona nel corso di questo stadio del suo sviluppo.
    Questa -personcina- a dodici settimane è un essere umano completamente formato, perfettamente riconoscibile. Ha delle onde celebrali da già almeno sei settimane, il cuore funziona da forse otto settimane, e tutte le sue altre funzioni umane sono indistinguibili dalle nostre.
    Ecco, questo libro è la sedicesima edizione del "Williams Obstetrics" scritto nell' '80, è il testo fondamentale usato in tutte le facoltà di medicina degli Stati Uniti. La prefazione del libro pubblicata nell' '80 ci dice: -Per fortuna siamo entrati in un era in cui il feto può a giusto titolo essere considerato e trattato come un nostro secondo paziente... Chi avrebbe mai immaginato, anche pochi anni fa, che avremmo potuto assistere il feto in quanto dottori?- L'etica ed i precetti medici tradizionali ci ingiungono di non nuocere ai nostri pazienti. Ci dicono che abbiamo l'obbligo di preservare la loro vita.

    Ora vediamo cosa succede con l'aborto a questo nostro secondo paziente.
    Ecco dunque il bambino non ancora nato di dodici settimane nell'utero, che sarebbe poi questo muscolo che avvolge il bambino. Quando l'aborzionista comincia l'operazione, in primo luogo, introduce questo arnese che si chiama speculum nella vagina della paziente e poi lo apre per localizzare la cervice, cioè il collo dell'utero, qui.
    Dopo aver trovato la cervice, l'aborzionista prende poi questo strumento, il tenaculum e facendolo passare attraverso lo speculum aggancia il collo dell'utero in questo modo, chiudendo la tenaglia per afferrare saldamente la cervice. Lo strumento seguente di cui ci si serve è la sonda.
    Questo strumento viene introdotto nell'utero e poi tirato fuori, dopo che l'aborzionista si è reso conto della profondità, e quindi della grandezza esatta, dell'utero. Poi vengono usati i dilatatori, questi strumenti metallici curvi che servono ad aprire la cervice per poi introdurre gli strumenti dell'aborto veri e propri. L'aborzionista comincia con l'introdurre nella cervice il più fino di questi arnesi per dilatarla, poi lo rigira dalla parte più spessa e introduce quell'estremità lì, e poi passa da uno strumento all'altro della serie, con diametri sempre più grossi per dilatare sempre di più.
    Dopodiché prenderà lo strumento noto come -aspiratore- che ora apriamo, sta dentro un contenitore sterile prima di essere usato, e poi questo arnese verrà inserito attraverso la cervice dilatata per entrare nell'utero, bucando il sacco che si trova attorno al bambino e lasciando uscire il liquido amniotico.
    Lo strumento viene poi in contatto diretto col bambino, e con una pressione di circa cinquantacinque millimetri di mercurio applicata all'estremità dello strumento, che è attaccato ad un grosso e lungo tubo di aspirazione da questa parte e dall'altra al macchinario dell'aborto, la punta dell'aspiratore comincerà a fare a pezzi il bambino.
    I brandelli del corpo vengono strappati via uno ad uno, finché rimangono soltanto dei lembi del corpo e la testa stessa. Questa è troppo grande per passare attraverso il tubo, per cui si dovrà introdurre questo arnese chiamato forcipe nell'utero, passando attraverso il collo già dilatato, e l'aborzionista qui tenterà di afferrare la testa del bambino che ora galleggia qua e là nell'utero, fra gli anelli di questo strumento. La testa viene poi stritolata e prima il contenuto, e poi le ossa, ne vengono asportati.
    L'aborto, a questo punto, è cosa fatta.
    Abbiamo visto l'aspetto del bambino di dodici settimane sullo schermo degli ultrasuoni. Abbiamo anche visto l'esecuzione, passo a passo, di un aborto a dodici settimane.
    Adesso, per la prima volta, vedremo un filmato dei sonogrammi in tempo reale di un aborto di dodici settimane.
    Tenete presente che questo non è un aborto inconsueto, fatto in fase avanzata, ma uno dei quattromila e più che vengono effettuati quotidianamente negli Stati Uniti. Questo film è stato girato in una clinica per aborti. Il medico che ha operato era un giovane, che in quel periodo lavorava in due cliniche per aborti diverse.
    Alla sua giovane età aveva già praticato quasi diecimila aborti.
    Quando gli è stato chiesto di essere presente al montaggio del film è rimasto così orripilato da quello che aveva fatto, che è uscito per un momento dalla stanza, poi è tornato dentro per terminare il montaggio, ma non ha mai più fatto aborti. La giovane donna che ha filmato le immagini ad ultrasuoni in tempo reale era una femminista e del tutto a favore dell'aborto. Ma anche lei è rimasta così commossa da quello che ha visto durante il montaggio che non ha mai più osato toccare l'argomento dell'aborto.

    Ora passiamo al filmato vero e proprio.
    Qui vediamo una scansione settoriale di immagini ad ultrasuoni in tempo reale di un bambino non ancora nato di dodici settimane. Il bambino è orientato in questa direzione. Si vede la testa del bambino qui, il corpo del bambino qui, e questa immagine è la mano del bambino che si avvicina alla sua bocca. Se si guarda più da vicino si può discernere l'occhio, o l'orbita dell'occhio del bambino qui, il naso del bambino qui, la sua bocca qui, e qui possiamo persino vedere il ventricolo del cervello, cioè quello spazio pieno di liquido nel cervello.
    Qui vediamo il corpo del bambino con le costole di profilo, e la spina dorsale sul dietro.
    Questa zona piuttosto granulare di tessuto sulla parte alta del settore dovrebbe essere la placenta del bambino. E qui giù cominciamo a vedere le cosce, gli arti inferiori del bambino che protrudono dal corpo così.
    Adesso passiamo all'azione.

    Ecco il cuore che batte nel petto del bambino, il cuore ha circa centoquaranta battiti al minuto. E possiamo vedere che il bambino si muove con una certa serenità nell'utero. Lo si vede cambiare di posizione ogni tanto.
    E' ancora orientato in questo modo, la bocca accoglie il pollice del bambino. Il bambino si muove piano piano nel suo rifugio. Quest'ombra che vediamo vicino al fondo dello schermo, è la punta dell'aspiratore. L'abbiamo colorata apposta perché la si possa vedere meglio. Ma l'aborzionista ora ha dilatato la cervice e sta introducendo la punta dell'aspiratore, che si può vedere mentre si sposta qua e là. Si noterà che man mano che la punta dell'aspiratore, che ora è qui, si avvicina al bambino, questi se ne allontana e si muove in modo molto più violento ed agitato.
    Il bambino adesso si sta muovendo in modo molto più deciso.
    La sua orientazione cambia ogni tanto. Ecco che indietreggia di nuovo.
    Ora la punta dell'aspiratore non ha ancora toccato il bambino, benché questi sia estremamente agitato e si muova spasmodicamente.
    Il bambino adesso si è spostato all'indietro e si vede il profilo, ed ecco di nuovo la punta dell'aspiratore che si sposta su e giù sullo schermo.
    La bocca del bambino adesso è aperta, e la rivedremo fra un istante in un inquadratura fissa.
    Ma la punta dell'aspiratore che si vede muoversi violentemente avanti e indietro è lo strumento mortifero che eventualmente farà a pezzi il bambino e lo distruggerà. Solo dopo la rottura delle acque, dopo che il sacco è stato squarciato, la punta dell'aspiratore viene in contatto col bambino. Ma intanto vediamo la punta che si muove avanti e indietro mentre l'aborzionista cerca il corpo del bambino.
    In questa inquadratura fissa ecco di nuovo la bocca del bambino spalancata in un urlo muto.
    Si tratta dell'urlo muto di un bambino minacciato di morte imminente.
    Adesso i battiti del cuore sono aumentati drammaticamente, ed i movimenti del bambino sono spasmodici.
    Sente di essere aggredito nel suo proprio rifugio.
    Si allontana, lo si vede spostarsi verso sinistra nell'utero in un tentativo, in un patetico tentativo, di sfuggire agli strumenti inesorabili di cui si serve l'aborzionista per mettere fine alla sua vita.
    Ora il cuore batte ancora più in fretta. Circa duecento battiti al minuto. E non c'è dubbio che il bambino avverta il pericolo più mortale che si possa immaginare.
    La membrana si è bucata e le acque sono uscite. Non si vede più la riserva di liquido che circondava il bambino.
    Ma ora che le acque se ne sono andate la punta dell'aspiratore ha fatto presa sul corpo del bambino che ora viene trascinato verso il basso dall'aspiratore dell'aborzionista tramite la pressione negativa che gli viene applicata, ed il corpo viene ora sistematicamente strappato via dalla testa.
    Ecco la testa in questa direzione.
    Ora sto indicando dove si trova la testa del bambino.
    Gli arti inferiori sono già andati, e si vede la punta dell'aspiratore apparire di tanto in tanto sullo schermo come un uragano di echi mentre il bambino viene tirato a strattoni di qua e di là.
    Ora che la punta dell'aspiratore gli sta incollata addosso l'aborzionista applica la trazione in questo modo.
    Qui si può ancora discernere la testa del bambino.
    Il corpo già non si vede più, è stato strappato via dalla testa.
    Quello che vediamo adesso è quel che si chiama l'eco mediana della testa e le spicole, o frammenti di osso.
    Ora la testa, che sto indicando, di questo bambino di dodici settimane è troppo grossa perché la si possa tirare fuori dall'utero tutta d'un pezzo.
    L'aborzionista dovrà usare questo strumento, la forcipe, nel tentativo di aggrapparla.
    L'aborzionista cercherà di stritolare la testa con questo arnese in questo modo, per poi toglierla pezzo a pezzo dall'utero.
    L'aborzionista e l'anestetista, fra di loro, usano un linguaggio segreto, per ripararsi dall'atroce realtà di quel che sta succedendo. L'aborzionista e l'anestetista fra di loro, alludono alla testa del bambino che stanno cercando di afferrare, dicendo -il numero uno-. L'anestetista chiede all'aborzionista: -E' già uscito il numero uno? Ce l'abbiamo fatta?-
    Ora vediamo, con intermittenza, le lame di questo strumento che appaiono qui nell'immagine. La testa ha tendenza a galleggiare liberamente nell'utero. Ecco le lame dello strumento che vengono per di qua, ed ecco che la testa viene afferrata dalle forcipi, e trascinata verso il basso, verso la cervice. Adesso si vede solo quel poco che resta.
    Schegge, frammenti, lembi di tessuti, a dimostrare che una volta qui c'era un piccolo essere umano indifeso.

    --------------------------------------------------------------------------------

    Nel considerare l'importanza dell'aborto nella società vediamo alcune cifre di quello che in realtà è successo negli ultimi vent'anni. Cifre attendibili dimostrano che nel '63, molto prima che l'aborto venisse legalizzato dal caso tristemente famoso Row contro Waide (nota: trascrivo i nomi come mi sembra giusto), ogni anno c'erano circa centomila aborti illegali negli Stati Uniti. Aborti legali, molto pochi. Nel '73, il primo anno in cui il verdetto Row contro Waide diventa effettivo, ci sono settecentocinquanta mila aborti negli Usa. E nell' '83, l'ultimo anno di cui abbiamo statistiche complete, ce ne sono un milione e mezzo.

    Ora diamo un occhiata all'industria dell'aborto.
    L'anno scorso ci sono stati un milione e mezzo di aborti in America, ed il costo medio di un aborto è di tre-quattrocento dollari l'uno, il che ha creato un industria negli Usa di circa cinque-seicento milioni di dollari all'anno. Il che la metterebbe sulla lista delle cinquecento più grosse industrie del mondo.
    Il novanta per cento di questi soldi va nelle tasche di medici, il resto in quelle degli uomini d'affari che dirigono le cliniche.
    Ci sono state delle recenti investigazioni riguardo a queste cliniche. Le cliniche stanno proliferando come catene di ristoranti di fast-food attraverso tutto il paese. Sappiamo che ce ne sono in California, ed in tutto il sud-ovest, e persino nel sud-est degli Stati Uniti. Ci sono anche delle prove che adesso, sempre di più, queste cliniche stanno cadendo nelle mani della malavita, nelle mani della mafia organizzata degli Stati Uniti, e che questi soldi, il frutto dell'aborto, sono macchiati non solo del sangue innocente delle vittime degli aborti, ma anche dalla mano nera della malavita organizzata negli Stati Uniti.
    Quando si parla dell'aborto si deve anche capire che il bambino non ancora nato non ne è l'unica vittima.
    Le donne sono anch'esse vittime né più né meno del bambino.
    Alle donne non è stata mostrata la vera natura del bambino prima di nascere, non gli è stato fatto vedere cosa sia in realtà un aborto. Le donne, sempre più numerose, a centinaia, a migliaia, persino a decine di migliaia hanno avuto gli uteri perforati, infettati, distrutti. Le donne sono state sterilizzate e castrate, il tutto in seguito ad un operazione di cui non sapevano effettivamente nulla.
    Questo film, ed altri film come questo, devono entrare a far parte dell'informazione previa al consenso che ogni donna deve dare prima di sottomettersi ad una simile operazione.
    Accuso la Lega Nazionale per il Diritto all'Aborto, accuso il Planning Familiare e gli altri complici dell'industria dell'aborto di aver fatto una cospirazione silenziosa per tenere le donne all'oscuro della vera natura dell'aborto. E sfido tutti questi procuratori di aborti a mostrare questo nastro video in tempo reale, o uno simile a questo, a tutte le donne prima che esse acconsentano all'aborto.
    Sapete, credo di intendermi abbastanza di aborti, sono stato uno dei fondatori nel '69 della Naral, cioè della Lega Nazionale per il Diritto all'Aborto. Per un periodo di due anni sono stato il direttore della più grossa clinica di aborti dell'occidente. Da allora si è formata una scienza dello studio del feto in utero che ci ha permesso di studiare il feto umano, e questi studi hanno portato, senza eccezioni di sorta, alla conclusione che il bambino non ancora nato è un essere umano indistinguibile da ciascuno di noi e facente parte integrante della società umana.
    Certo, la distruzione di un essere umano vivente, non è una soluzione a quello che in definitiva è un problema sociale. E sono convinto che il ricorso ad una tale violenza equivalga ad ammettere un impoverimento scientifico, peggio, etico. In qualche modo rifiuto di credere che gli americani che hanno mandato degli uomini sulla Luna non trovino una soluzione migliore che non il ricorso alla violenza.
    Sono convinto che sia nostro dovere, di tutti quanti, senza ambagi (nota: -ambagi-, giri viziosi di parole) di dedicare tutti i nostri sforzi senza posa per trovare una soluzione migliore, una soluzione più umana, più giusta e più caritatevole che tenga conto dei diritti improrogabili della vita umana.

    Per amore dell'umanità dobbiamo tutti, immediatamente, mettere fine a questo eccidio."

  5. #15
    VELENO
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    I cosiddetti dottori che praticano l'aborto dovrebbero essere rinchiusi in carcere e buttare via la chiave!

  6. #16
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    In Origine Postato da Pedro
    Discorso molto debole. A parte che non vedo perchè un bambino down dovrebbe essere, come tu dici, deriso (?)...tu vivi in un ambiente in cui i down vengono derisi ??.....Non capisco poi chi possa decidere se un altro ha o meno diritto di venire al mondo, ed ipotizzare su cosa o meno possa preferire...mi pare un delirio di onnipotenza.
    Certo, dal nostro punto di vista, pensare di rinascere down è terribile, ma dal nostro punto di vista. Non sapremo mai cosa un down prova o sente. Non possiamo elucubrare sulla sua presunta volontà e decidere di eliminarlo. Allora perchè non ucciderlo dopo, una volta nato? Mi pare un discorso nazista...un mondo dove per i "nati male" non c'è posto....per piacere....allora ammazziamo i barboni, gli skizzofrenici, i malati gravi etc etc perchè secondo noi non vivono come a noi pare giusto...è coerente con quello che dici.

    Chi difende il diritto alla vita non accetta la possibilità che qualcuno possa decidere di par suo di eliminare un innocente, e non è diverso se è down o no. Perchè un down non vale di meno.
    Allora facciamo chiarezza: io i down non li derido. Per niente. Ma purtroppo i down non godono dell'amicizia di tutti e vengono spesso verbalmente maltrattati. non dico per niente di ammazzarli.
    AZJumbo

  7. #17
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    In Origine Postato da Mr2
    Che pena. Se devi arrivare a darmi dell'aborto per evitare che la tua micro-coscienza venga mortificata devi essere davvero ridotto male.

    Saltando i convenevoli:

    a) Il sommo imbecille comunica che dawn si scrive con la "a", come alba.

    b) Siamo sicuri che l'aborto del dawn sia fatto solo nell'interesse del nascituro e non anche in quello dei genitori che non hanno esattamente voglia di tenerselo?

    c) Questo discorso giustifica l'aborto terapeutico. E tutti gli altri casi in cui alla mamma non gliene frega un cazzo del bambino e se ne disfa dove li mettiamo?
    Per prima ti do dell'aborto in quanto al mio primo post educatamente espresso, ma in controtendenza con le tue idee, hai risposto con vituperi e maleducazione. Non ho problemi a tenere un confronto educato se tu riesci a fare lo stesso.
    a) Non so perchè ti ho dato ragione, ho corretto il post per poi scoprire che era giusto come lo scrivevo io... un po' più di attenzione la prox volta?
    b) no. Non siamo sicuri che l'aborto non sia interesse dei soli genitori. Prima però ti inviterei a pensare alla tua vita con un ipotetico figlio down. Per alcuni può essere positiva in quanto i down sono motlo affettuosi. Per altri la rovina della vita.
    c) dato che i down erano una parentesi io non sono favorevole all'aborto solo nel caso di feti con questa sindrome. L'ho già detto ad Oli.SE La mamma si vuole liberare di un qualunque bambino perchè è una tossica, o una molto povera o semplicemente non lo vuole per altre ragioni, non vedo perchè non possa abortire. O mettiamo caso di un bambino nato da uno stupro... La situazione non è semplice, ma la legge sull'aborto, non riconosciuto solo negli Stati meno democratici del mondo, è stata una grande traguardo. A mio avviso è un passo di civiltà.
    Chiudo il post invitandovi a repliche educate per cortesia.
    AZJumbo

  8. #18
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    Scusate, ma "Down" si scrive con la "o"... Guardate, per esempio, questo logo...



    ... e questo pagina Web, dal sito dell'Università di Bologna...

    http://www.urp.unibo.it/down/chisono/chi2.htm

  9. #19
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    Ecco mi sembrava... mi aveva pure fatto correggere il post...
    AZJumbo

  10. #20
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    Ehm... Non per essere pignolo, ma ci vorrebbe anche la "D" maiuscola (essendo "Down" un cognome...)...

 

 
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