Tratto dal Secolo XIX

La procura di Cremona sta cercando di individuarli uno a uno per stabilire chi ha fatto cosa, con l’uso di fotografie e
filmati televisivi. Di certo c’è che esiste un fascicolo sulla carica di polizia lanciata domenica scorsa a Cremona da un
gruppo di agenti del reparto mobile genovese impegnati nella scorta dei tifosi mantovani durante il tragitto tra lo stadio
e la stazione ferroviaria, dopo il derby di C2 tra Cremonese e Mantova (terminato zero a zero senza contatti tra tifoserie).
Cinque supporter, medicati ai pronto soccorso degli ospedali Carlo Poma di Mantova e Maggiore di Cremona, con prognosi
tra i dieci e i venti giorni per le manganellate rimediate negli scontri, hanno denunciato alla magistratura di essere stati malmenati senza motivo a cinquecento metri dallo stadio.
Decine le altre persone contuse nel corpo a corpo con la polizia che hanno preferito non andare in ospedale: «Nei prossimi giorni saranno intraprese altre iniziative giudiziarie», avverte l’avvocato dei tifosi Massimiliano Montecchi, per ora incaricato solo informalmente di seguire la vicenda.
Tutto sarebbe nato da una erronea deviazione di una parte di ultras, inquadrati nel corteo scortato verso la stazione in
via Orti Romani. «Una cinquantina di mantovani ha imboccato una via laterale apparentemente senza accorgersene —
racconta un testimone — La reazione della polizia è stata improvvisa e violenta. Nessuno aveva tirato alcun oggetto contro
gli agenti fino a quel punto.
Il reparto mobile ha preso a battere i manganelli contro gli scudi e a spingere indietro i tifosi che si sono trovati schiacciati.
Solo a carica iniziata è cominciato il lancio di oggetti».
Sull’accaduto è intervenuto anche il presidente del Mantova Alberto Castagnaro con una lettera al questore di Cremona
Giuseppe Messa e al procuratore pro tempore Francesco Nuzzo per chiedere spiegazioni sul comportamento degli agenti.
Come mai un gruppo di tifosi si sia “perso per strada” e perché si è dovuti ricorrere alle maniere forti dopo una partita,
sempre accesissima, che non aveva dato alcun problema di ordine pubblico.
Toccherà adesso alla procura accertare cosa sia accaduto con precisione. Diametralmente opposta la versione della questura di Cremona, responsabile dell’ordine pubblico prima, durante e dopo l’incontro di calcio.
L’ufficio di gabinetto si limita a dire che «l’intervento del reparto mobile genovese è stato certamente motivato» e che
«tutto sarà debitamente spiegato all’autorità giudiziaria».
«Tecnicamente non si è trattato di una carica, che mira alla dispersione dei manifestanti — continua la questura di Cremona
— ma di un’azione di contenimento finalizzata a ricompattare il corteo di tifosi diretto alla stazione».

da www.progettoultra.it