Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Hanno assassinato Calipari
    Data Registrazione
    09 Mar 2002
    Località
    "Il programma YURI il programma"
    Messaggi
    69,193
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito A chi e' in mano il mondo. Tra un caffe' e un altro decidono dove conquistare...

    falchi pensano già al «dopo Iraq»
    Onu, Iran, Siria, Francia, Germania nel mirino
    dell'America Enterprise Institute
    ANGELA PASCUCCI

    Li chiamano Black Coffee Breefing, ma non è la
    versione americana del «Caffè dello Sport», purtroppo.
    Sono gli incontri che l'American Enterprise Institute
    (Aei), uno dei più influenti nidi di falchi americani,
    promuove da qualche tempo a Washington sotto la
    dicitura «The Road to War...and Beyond» (La via verso
    la guerra...e oltre). Vale la pena di soffermarsi su
    quell' «oltre», come ha fatto ieri, con qualche
    preoccupazione, il Financial Times. In un incontro
    «speciale» tenuto venerdì mattina è stato infatti
    praticamente ridisegnato il globo terracqueo, una
    volta che sia stato, rapidamente, «raddrizzato»
    l'Iraq. A tale scopo si sono riunite alle 8,30 del
    mattino alcune delle teste d'uovo più influenti della
    destra, parte importante dell'avanguardia ideologica
    dell'amministrazione Bush. Il parterre comprendeva,
    tra gli altri, Richard Perle, capo del Consiglio della
    Difesa al Pentagono, Bill Kristol, del Project for the
    New American Century, direttore del Weekly Standard,
    fonte di ispirazione dei neo conservatori americani,
    nonché Radek Sikorski, della New Atlantic Initiative.
    Con loro alcuni membri dell'Aei.
    In appena un'ora e mezza, davanti a un pubblico di
    pochi e qualificati invitati, è stata ridisegnata una
    riforma radicale dell'Onu; prefigurato un cambio di
    regime in Iran e in Siria; abbozzata una politica di
    «contenimento» nei confronti di Francia e Germania.
    Allacciate dunque le cinture, perché questa guerra
    all'Iraq, «radicalmente diversa» dalla prima guerra
    del Golfo condotta da Bush padre, è solo l'inizio.

    Se tutto va come deve andare, e l'inizio lo fa ben
    sperare, finirà presto, anche perché ci sono più
    manifestanti contro la guerra a San Francisco che
    iracheni vogliosi di battersi per Saddam Hussein,
    parola di Richard Perle. Il quale si è detto anche
    convinto che la caduta del dittatore di Baghdad darà
    l' «ispirazione» giusta agli iraniani per liberarsi
    dei loro mullah, con una opportuna azione maieutica
    degli Stati uniti, beninteso. Poi toccherà alla Siria
    «illuminarsi». Nel frattempo, toccherà occuparsi di
    Francia e Germania. Più della prima, assai sfrontata,
    che della seconda, per la verità. Anche se, come ha
    affermato Kristol, una vera diplomazia comincerebbe a
    darsi da fare per dividerle seriamente. Ma questo
    «sarebbe sperare troppo dal Dipartimento di stato».
    Con il che, anche Colin Powell ha ricevuto la sua
    razione.
    Se si trattasse davvero solo dei deliri di un gruppo
    di tifosi del «Bar dello Sport», ci si potrebbe
    limitare a lasciarli chiusi al 12esimo del Wohlstetter
    Conference Center di Washington. Invece sono voci che
    riflettono in pieno la visione del mondo della fazione
    più agressiva e unilateralista del governo Usa, che ha
    i suoi più autorevoli rappresentanti, come ormai anche
    le pietre, terrorizzate, sanno, in Dick Cheney, il
    vice della Casa Bianca, in Donald Rumsfeld, capo del
    Pentagono, e nel suo vice Paul Wolfowitz. Tutti in
    piena ascesa, come missili.


    http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano...003/art32.html
    Il manifesto 23 marzo 2003 p.5

  2. #2
    Estremista del Welfare
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    Cagliari
    Messaggi
    4,314
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Questa gente è pericolosa.

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    08 Apr 2009
    Località
    Cyborg nazzysta teleguidato da Casaleggio
    Messaggi
    26,843
     Likes dati
    664
     Like avuti
    3,823
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Mi sa che tra un po' dovremo cercarci il modulo di iscrizione ad Al-Quaeda.....
    Vuoi una soluzione VERA alla Crisi Finanziaria ed al Debito Pubblico?

    NUOVA VERSIONE COMPLETATA :
    http://lukell.altervista.org/Unasolu...risiEsiste.pdf




  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Dec 2010
    Messaggi
    1,744
     Likes dati
    0
     Like avuti
    5
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Embargo petrolifero totale agli Stati Uniti da parte dei paesi arabi, annullamento di ogni trattato di riduzione nucleare, costituzione di un esercito europeo, ripresa della guerra fredda.

    Usa go home.

  5. #5
    Ludovico van
    Ospite

    Predefinito

    Per me, "la fazione più aggressiva e unilateralista del governo Usa", nonostante una buona dose di responsabilità morale, rimane un problema di facciata.
    Sono veramente loro (gli uomini delle varie amministrazioni che si succedono) a decidere o sono anche loro marionette mosse da qualcosa di più grande che agisce indisturbato dietro le quinte del sistema politico mondiale? Ho molti dubbi a riguardo.

    Saluti

  6. #6
    Hanno assassinato Calipari
    Data Registrazione
    09 Mar 2002
    Località
    "Il programma YURI il programma"
    Messaggi
    69,193
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Io sono totalmente contrario a embarghi, antiamericanismi vari.

    Gli embarghi fanno male enon risolvono il problema, anzi fanno peggio.

    Togliamo gli embarghi, facciamo passare i convogli umanitari, creiamo le condizioni per la pace.

  7. #7
    Hanno assassinato Calipari
    Data Registrazione
    09 Mar 2002
    Località
    "Il programma YURI il programma"
    Messaggi
    69,193
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    http://italy.indymedia.org/news/2003/03/234180.php

    ---


    Parlare di economia in tempo di guerra è come offrire un aperitivo a uno che muore di fame. Ciononostante proviamoci. Sfoglio annoiato i bollettini di borsa: i mercati hanno capito di non aver capito nulla. Hanno festeggiato una guerra-lampo e si ritrovano in trincea. Il prezzo del petrolio sale e scende, a secondo dei bollettini di guerra, ma comunque all’interno della “forbice” OPEC (22-28$/barile) . Solo il West Texas cerca degli spunti sopra i 30$, ma si sa è sul WT che operano i “derivati” sul petrolio, cioè quelle scommesse sui mercati che tanto angustiano la stabilità bancaria. Il vero problema è la Nigeria, di cui quasi nessuno parla. Lì gli scontri etnico-religiosi stanno bloccando la produzione. E senza Nigeria è dura mantenere le promesse produttive dell’OPEC. Per l’economia non si vedono segnali di ripresa. Né negli USA né in Europa. Anzi. In Europa stiamo ormai verso la stagnazione. E’ una guerra troppo piccola per rilanciare l’economia. Guardo sconsolato uno studio del F.M.I. impietosi pubblicano una tabella che riporta i dati del crollo finanziario dal picco che il mercato aveva raggiunto il 24 marzo del 2000, quasi un secolo fa. L’indice S&P 500 della Borsa americana, ha perso il 44,9%. Il Nasdaq il 73% le borse europee (FTSE Eurotop 300) il 53,7% quelle giapponesi il 50,1%. La ricchezza finanziaria in azioni si è praticamente dimezzata in tutto il mondo. Non è andata meglio per le obbligazioni: i Corporate Bonds americani con rating tripla A sono scesi di 180 basis points.. Sempre dal 24 marzo 2000 ilò dollaro ha perso contro l’Euro il 9,5% del suo valore. Non è poco. I capitali fuggono dall’America. Non si era mai visto in tempo di guerra.

    Una nota interessante viene da Indymedia del North Carolina (USA). http://chapelhill.indymedia.org/news/2003/01/2177.php
    Qui un mio collega economista ed indyano fa l’ipotesi che fra le cause della guerra non vada trascurata la sciagurata idea di Saddam Hussein di convertire in Euro i 10 miliardi di dollari del Fondo Iraq presso le Nazioni Unite del programma OIL for FOOD. Me ne ero dimenticato. Ora mi ricordo che a quel tempo girò uno studio della Morgan Stanley che prevedeva un calo del dollaro anche del 30% qualora i paesi produttori di petrolio avessero deciso che era meglio farsi pagare in Euro che in $. Allora l’Euro valeva 0,85 circa. Saddam fece un affare. Ma la sta pagando cara. E forse è un esempio. Se anche l’Iran, la Cina e Russia lo seguissero il dollaro potrebbe scendere di un altro 20-40$. Avvicinandosi così al suo valore reale. Ma la realtà, come è noto non piace a nessuno. Specialmente a chi è indebitato.
    Amenità.


    ---

    LA VERA RAGIONE DELLA GUERRA ALL’IRAQ 'EURO

    tratto da: THE REAL REASONS FOR THE UPCOMING WAR IN IRA

    Macroeconomic and Geostrategic Analysis of the Unspoken Truth di W. Clark se. Files - in ingle


    Sebbene completamente soppressa dai media USA, la risposta all’enigma Iraq
    è semplice ma sconvolgente. La prossima guerra in Iraq è soprattutto su
    come la classe dirigente a Langley e l’oligarchia Bush vedono gli
    idrocarburi a livello geostrategico e le minacce macroeconomiche centrali
    al dollaro USA da parte dell’euro. La Vera Ragione per questa guerra è
    l’obiettivo dell’amministrazione Bush di prevenire un’ulteriore spinta
    dell’OPEC verso l’euro come valuta standard per le transazioni
    petrolifere. Comunque, per prevenire l’OPEC, hanno bisogno di guadagnare
    il controllo geostrategico dell’Iraq con le sue provate riserve di
    petrolio, le seconde maggiori al mondo.
    In questo lungo saggio si parla della macroeconomia del “petrodollaro” e
    della non pubblicizzata ma reale minaccia all’egemonia dell’economia USA
    da parte dell’euro come valuta alternativa per le transazioni petrolifere.
    Ecco come un astuto ed anonimo amico alludeva alla taciuta verità sulla
    prossima guerra con l’Iraq…
    “Il maggior incubo della Federal Reserve è che l’OPEC per le sue
    transanzioni internazionali passi da un dollar standard ad un euro
    standard. Effettivamente l’Iraq ha compiuto questo passaggio nel novembre
    del 2000 (quando l’euro valeva circa 80 centesimi), ed ha realmente
    guadagnato considerando il costante deprezzamento del dollaro nei
    confronti dell’euro”. (Nota: il dollaro nel 2002 ha perso il 15% contro
    l’euro).
    “La vera ragione per la quale l’amministrazione Bush vuole un governo
    fantoccio in Iraq, o, più propriamente, la ragione per la quale il
    complesso militare industriale vuole un governo fantoccio in Iraq, è per
    farlo ritornare al dollar standard e farcelo rimanere”. (Sperando anche di
    impedire una più ampia spinta dei paesi OPEC verso l’euro, specialmente
    dell’Iran, il secondo maggior produttore OPEC che sta attivamente
    discutendo il passaggio all’euro per le sue esportazioni di petrolio).
    Inoltre, nonostante l’Arabia Saudita sia un nostro ‘stato cliente’, il
    regime saudita appare sempre più debole, minacciato da massicci disordini
    civili. Alcuni analisti credono che una “Rivoluzione saudita” possa
    ritenersi plausibile in seguito ad una impopolare invasione USA dell’Iraq
    (come nel 1979 in Iran). Indubbiamente l’amministrazione Bush è
    profondamente conscia di tali rischi. Dunque, il disegno neoconservatore
    (il piano USA) implica una grande e permanente presenza militare nella
    regione del Golfo Persico nell’era post Saddam, se vi fosse la necessità
    di circondare e prendere i giacimenti di petrolio sauditi nel caso di un
    colpo di stato da parte di un gruppo antioccidentale. Ma prima torniamo
    all’Iraq.
    “Saddam ha segnato il proprio destino quando alla fine del 2000 ha deciso
    di passare all’euro (e più tardi ha convertito la propria riserva di 10
    miliardi di dollari all’ONU in euro): a quel punto un’altra guerra del
    Golfo fabbricata con Bush II è divenuta inevitabile. Solamente le più
    estreme circostanze forse possono ora fermarla e dubito fermamente che
    qualcosa possa farlo, a meno che Saddam non venga rimpiazzato da un regime
    compiacente”.
    “Prospettiva complessiva: Qualsiasi cosa esclusa dai temi della valuta di
    riserva e del petrolio saudita/iraniano (cioè i temi politici interni e le
    critiche internazionali) per questa amministrazione sono periferiche e
    dalle conseguenze marginali. Inoltre, la minaccia dollaro-euro è così
    potente che essi piuttosto rischieranno molte delle ripercussioni negative
    a breve termine per evitare un crollo del dollaro dovuto al cambio dal
    dollaro all’euro come standard delle transazioni dell’OPEC nel lungo
    termine. Tutto ciò rientra nel più vasto Grande Gioco che include la
    Russia, l’India e la Cina”.
    L’informazione sulla valuta petrolifera dell’Iraq viene censurata dai
    media USA ed anche dall’amministrazione Bush & Federal Reserve poiché la
    verità potrebbe potenzialmente piegare la fiducia degli investitori e dei
    consumatori, ridurre la richiesta di presiti e la spesa dei consumatori,
    creare la pressione politica per formulare una nuova politica dell’energia
    che lentamente distragga dal petrolio mediorientale e naturalmente fermi
    la nostra marcia verso la guerra all’Iraq. Questo quasi “segreto di stato”
    si può trovare nell’articolo di Radio Free Europe del 6 novembre 2000 che
    discute del passaggio di Saddam dal dollaro all’euro per le sue vendite di
    petrolio.
    “Il cambio di Baghdad dal dollaro all’euro negli scambi è diretto a
    rimproverare la linea dura di Washington sulle sanzioni ed a incoraggiare
    gli europei a sfidarla. Ma il messaggio politico costerà all’Iraq milioni
    in rendite perdute. Il corrispondente di RFE/RL, Charles Recknagel,
    osserva ciò che Baghdad guadagnerà e perderà, e l’impatto della decisione
    di andare verso la valuta europea”.
    ……………….
    Cosa accadrebbe se l’OPEC facesse un improvviso passaggio all’euro invece
    che una transizione graduale?
    “Altrimenti, l’effetto di un passaggio dell’OPEC all’euro sarebbe che le
    nazioni consumatrici di petrolio dovrebbero dar defluire i dollari dai
    fondi di riserva delle loro banche centrali e rimpiazzarli con euro. Il
    dollaro crollerebbe di valore ovunque dal 20% al 40% e le conseguenze
    sarebbero quelle che ci si potrebbe aspettare dal crollo di qualsiasi
    valuta e da una massiccia inflazione (pensate per es. alla crisi valutaria
    dell’Argentina). I capitali esteri scorrerebbero fuori dalla mercato
    borsistico USA e dai beni denominati in dollari, vi sarebbe sicuramente
    una fuga dalle banche molto simile a quella degli anni ’30, non si
    pagherebbero gli interessi sul deficit delle partite correnti, il deficit
    di bilancio non verrebbe coperto e così via. Il classico scenario da crisi
    economica del terzo mondo.
    L’economia degli Stati Uniti è intimamente legata al ruolo del dollaro
    come valuta di riserva. Ciò non significa che gli USA non potrebbero
    funzionare altrimenti, ma che la transizione dovrebbe essere graduale per
    evitare tali dislocazioni (e come risultato ultimo di questo probabilmente
    vi sarebbe lo scambio dei ruoli nell’economia globale tra USA e UE)”.[

    vedere anche


    http://www.contropiano.org/UltimoNum...3%20pag2-3.htm

    http://www.brianzapopolare.it/sezion..._2002giu30.htm


    http://www.axiaonline.it/2002/M_O/01...trodollari.htm

    http://www.kontrokultura.org/archivi...ltipolare.html


    http://www.aljazira.it/02/12/03/monetaunica1.htm

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 19-05-12, 14:46
  2. Risposte: 10
    Ultimo Messaggio: 29-09-11, 21:34
  3. I piani di Stalin per conquistare il mondo
    Di Affus nel forum Politica Estera
    Risposte: 20
    Ultimo Messaggio: 17-05-08, 03:49
  4. Voi dareste il mondo in mano a quest'imbecille?
    Di OLTRE LA MORTE nel forum Destra Radicale
    Risposte: 223
    Ultimo Messaggio: 24-10-07, 19:50
  5. Dove va il Brasile, dove va il mondo
    Di cornelio nel forum Comunismo e Comunità
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 18-08-03, 15:43

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito