Nella caduta di Suzuka il giapponese ha riportato un gravissimo trauma cranico e toracico: condizioni disperate. Una carriera brillante: iridato 250 nel 2001.
SUZUKA (Giappone), 6 aprile 2003 - Doveva essere una festa per la partenza di un Mondiale MotoGP mai così spettacolare. Invece il fine settimana di Suzuka si è trasformato in una tragedia. Proprio nella MotoGP. Prima la paura per Melandri, caduto e fratturato venerdì. Poi il dramma di Daijiro Kato, 26 anni, in lotta per la vita. Il pilota bambino, che sorride sempre ma non parla quasi mai, ha fatto un volo terribile alla fine del terzo giro, nel punto di frenata per la prima delle due chicane che immettono sul rettilineo del traguardo. Una caduta inspiegabile. Si può solo ipotizzare un contatto con un avversario o una ruota finita sulla riga bianca di bordo pista al momento di impostare la curva.
Ma scoprire il perché non cambia le dimensioni della tragedia. Ora il pilota è in coma profondo all'ospedale di Yokkoachi. Il primo bollettino del centro medico Mie, dove è stato trasportato in elicottero e rianimato una seconda volta, parla di un trauma cranoencefalico con un importante coagulo alla base del cervello. Oltre alle lesioni cerebrali (il casco si è spezzato in due) presenta ferite in tutto il corpo con possibile interessamento della colonna vertebrale. Secondo il dottor Costa "la vita di Kato dipende dalle prossime ore: gli è stato applicato un catetere all'arteria femorale per tentare di far scendere la temperatura del sangue a 32-33 gradi ed evitare così i rischi di un edema che potrebbe essere fatale". Kato, nato a Saitama il 4 luglio 1976, proprio il 26 marzo scorso - dieci giorni fa - è diventato padre per la seconda volta: una bambina, per la quale i genitori dovevano ancora scegliere il nome, che va a fare compagnia al piccolo Ikko avuto dalla moglie Makiko. Ha fatto il suo esordio iridato nel GP del Giappone 250, nel 1996, chiudendo terzo alle spalle di Biaggi e Numata. E sempre a Suzuka, come wild-card, ha vinto i GP 250 nel '97 e '98. Nel 2000 ha disputato il suo primo Mondiale completo, inaugurando un binomio speciale con il team di Fausto Gresini, squadra romagnola che lo ha adottato con calore e affetto. Già il primo anno ha sfiorato il titolo, abbandonando le speranze solo all'ultima gara. Ma si è rifatto con gli interessi nel 2001, quando ha conquistato la corona a suon di record: maggior numero di vittorie (11) e punti in una stagione 250. Nel 2002 il passaggio alla MotoGP, sempre con Gresini, prima in sella a una Honda 500 - con un 2° posto a Jerez come miglior risultato - e poi con la RC211V 4 tempi. Uomo Honda per eccellenza (ha vinto per la Casa di Tokyo anche la 8 Ore di Suzuka nel 2000), è il pilota di punta dell'azienda giapponese insieme a Rossi.