Lunedì 7 Aprile 2003

Nell’auditorium del Leonardo congresso del movimento a un anno dalla nascita

Lega Padana Lombardia: il nemico è Umberto Bossi




Si è svolto ieri nell'auditorium del liceo «Leonardo» di via Balestrieri il primo congresso del movimento politico Lega Padana Lombardia a un anno dalla nascita. L'occasione è stata propizia per dare visibilità a una serie di movimenti indipendentisti che, come ha sottolineato il presidente Alberto Bosisio, la Lega Nord di Umberto Bossi ha cercato di fagocitare. Erano presenti con propri banchetti, a cui ci si poteva rivolgere per raccogliere firme in favore di un referendum pro-secessione, delegazioni della Liguria, della Toscana, del Friuli e anche della Sicilia.
Bosisio ha sottolineato come la politica italiana si componga di due facce della stessa medaglia (Casa delle libertà e Ulivo), e come Roma abbia contribuito ad acuire la contrapposizione tra nord e sud. «La devolution è solo un ripiego»: per il rappresentante del movimento padano la soluzione è l'autodeterminazione dei popoli.
«Anche i dialetti sono stati sviliti dall'italo-romanesco voluto dal potere centrale; il tentativo di imporre l'italianità ha avuto esito negativo, il meridione ha ricevuto aiuti indiscriminati in cambio di voti». L'obiettivo è lottare per promuovere un referendum affinché i popoli siano sovrani nel loro territorio: l'Europa che la Lega Padana Lombardia desidera è quella dei popoli e delle regioni.
Il segretario del movimento Roberto Bernardelli ha analizzato i rapporti con gli ex amici della Lega Nord, lanciando accuse a Bossi per il «tradimento» consumato una volta giunto a Roma, che rimane la nemica del movimento. «Il federalismo attuato è una cosa ridicola, una presa in giro: la nuova polizia regionale non si sa che compiti potrà avere, le riforme di sanità e scuola sono già in atto». Ancora, critiche feroci sono state sollevate nei confronti della legge Bossi-Fini, che favorisce l'immigrazione invece di arginarla; più in generale, al centro delle parole al vetriolo di Bernardelli c'è il ruolo della Lega, «complice della rinascita della nuova Democrazia cristiana targata Casa delle libertà».
Al Congresso ha partecipato anche il candidato sindaco di Brescia alle prossime elezioni amministrative Giulio Arrighini, che ha evidenziato quanto sia falsa l'identificazione della città con l'Italia. La storia di Brescia e i suoi luoghi sono da sempre inseriti in vicende europee tutt'altro che riconducibili alla dimensione peninsulare che ha segnato gli ultimi due secoli.
L'operato del sindaco uscente Paolo Corsini è considerato insoddisfacente: «La politica di solidarietà attuata dalla Giunta di centrosinistra è impregnata di ideologia e assistenzialismo, l'integrazione degli extracomunitari è a spese dei contribuenti e spesso non si realizza a causa del numero troppo elevato di stranieri».