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Discussione: L'ellisse di Milano

  1. #1
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    Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!
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    Lightbulb L'ellisse di Milano

    Fu fondata dai Celti 2500 anni fa su un'area sacra dopo un temporale



    L'ellisse di Milano



    Il centro del recinto era l'odierno Teatro alla Scala



    Il "salotto di Milano" può essere il punto di partenza per un suggestivo giro, lungo strade poco trafficate: si raggiunge via Morone, poi le vie Romagnosi e Andegari, infine si percorre via Clerici e si torna all'Ottagono della Galleria. Anche il più distratto turista si accorgerà di aver effettuato un percorso pressoché ellittico. Secondo le mappe del vecchio Catasto Teresiano, nei secoli addietro tale andamento era ancora più evidente. In molte città esistono analoghi tracciati e sono conseguenti a preesistenti anfiteatri romani, ma in questo caso restano incomprensibili le dimensioni: 450 metri per 350! Una spiegazione c'è: la riproponiamo, arricchita con alcuni dettagli, non sempre storicamente verificabili, ma quantomeno verosimili.Il tutto è legato alla fondazione di Milano, circa 2500 anni fa, quando alcuni gruppi di Celti scesi in Italia fecero sosta presso il Seveso, un piccolo fiume che attraversava una zona abitata dagli Insubri, stirpe loro affine; cercavano solamente un posto dove passare l'inverno, ma un fatto straordinario li indusse a restare.Era il giorno nel quale Antares - la stella più brillante della costellazione dello Scorpione - sorgeva assieme al Sole: il primo giorno dell'anno, secondo il calendario celtico. Le genti venute d'oltralpe iniziarono alacremente le operazioni per l'insediamento; ma presto dovettero interrompere i lavori perché scoppiò un furioso temporale. Una folgore provocò un immane incendio nella boscaglia: tanto violento che neppure il successivo scrosciare della pioggia riuscì a salvare la vegetazione dalla totale distruzione. Quando il sole tornò a sorgere, agli occhi dei pionieri apparve uno spettacolo desolante di fango e cenere; il tutto dominato dai resti di due grosse querce, quasi divorate dalle fiamme, che tuttavia si reggevano ancora in piedi. I raggi del sole illuminavano le due piante e tracciavano lunghe ombre, prodigiosamente allineate, una di seguito all'altra. I Celti amavano la natura in tutte le sue espressioni: le selve non davano loro alcun senso di paura e non vedevano nei fulmini le minacce dei numi adirati. Al contrario, interpretarono questo evento come un buon auspicio: se gli dei avevano voluto manifestarsi agli uomini, quel luogo era divenuto punto di incontro tra cielo e terra, una località sacra; pensarono quindi di delimitarla con cura, secondo un'ellisse, simbolo di perfezione. Per eseguire il tracciato, ricorsero ad un metodo ingegnoso, che tuttavia sarebbe stato impossibile realizzare in presenza di alberi; un indiscriminato disboscamento sarebbe parso loro un sacrilegio, ma questa volta il cielo era venuto prodigiosamente in aiuto. Spianarono del tutto il terreno circostante, lasciando solo quello che restava delle due grandi querce e alla loro base legarono le estremità di una lunga fune; la tennero tesa, in modo da formare un gigantesco angolo, e spostarono il vertice descrivendo così una grande ellisse, quella stessa che ancora oggi si può percorrere. Recintarono quel luogo, che divenne un'area sacra, e lo denominarono Medhelanon, che nella loro lingua significava "luogo di perfezione", nome che passò ad indicare anche la nuova città che stava sorgendo poco distante. Il luogo fu dedicato a Belisama, una divinità protettrice dei Celti; al centro furono poste le insegne dorate della città ed una grande pietra. La vita dei nuovi venuti e quella degli Insubri stessi mutò profondamente. Genti ritenute rozze e violente nel giro di poche generazioni seppero sviluppare la più fiorente agricoltura dell'Europa civilizzata: un popolo nomade e bellicoso imparò ad amare e difendere la propria terra. La città si sviluppò rapidamente, divenne la capitale degli Insubri e prosperò tanto da attirare l'invidia e l'avidità dei popoli vicini e lontani. Prima di affrontare una disperata battaglia contro i Romani, i suoi abitanti raccolsero tutte le armi e portarono con loro perfino le auree insegne di Belisama; ma tutto fu vano: la città fu distrutta e le campagne saccheggiate. Cacciati i nemici, vi fu una breve ripresa. I Romani tornarono di nuovo, ma si fermarono un miglio prima di Medhelanon ed eressero il foro, attorno al quale nacque un nuovo centro urbano: le mura costruite per proteggerlo attraversarono l'area sacra. La città crebbe d'importanza fino a diventare capitale dell'Impero: le vecchie delimitazioni non furono più sufficienti e venne tracciato un secondo ordine di mura, che incluse l'abitato degli Insubri e la parte restante del santuario celtico. Seguirono tanti cambiamenti: sopra la pietra celtica fu posta l'ara romana e poi il tempio cristiano, esattamente al centro del sacro recinto. Fino a quando la chiesa di S. Maria alla Scala fu demolita per far posto all'attuale teatro.Recatevi di persona, percorrete l'ellisse, gustate la sacralità del percorso, significativamente raccolto rispetto al caos cittadino; poi recatevi nel centro, dove ora è il Teatro alla Scala, la località che i Celti chiamavano "luogo di perfezione". Forse non avevano torto; migliaia di turisti sembrano confermarlo.



    (Giorgio Fumagalli, laPadania)

  2. #2
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    CONFESSATE!!!

    QUANTO VI HA PAGATO IL COMUNE DI MILANO PER QUESTO POST?

 

 

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