Ormai è evidente ai più. Gli immigrati che stanno prendendo d'assedio il nostro Continente, e il nostro Paese, rappresentano un'emergenza. Fermo restando il cosmopolitismo che la lobby mondialista vuol imporre, impoverendo paesi e affossandone altri, nel nome del liberismo e della delocalizzazione, come possiamo sempre prostrarci di fronte all'immigrato? In un'ottica socialista spesso l'immigrato rappresenta un collaborazionista del capitalismo: nei fatti è disposto ad accettare orari e paghe da terzo mondo, e la privazione di qualunque contratto sindacale. La paura del ricatto ormai non è più giustificabile, nel momento in cui, lavorando a nero si resta comunque nella clandestinità e nella potenzialità della denuncia alle autorità. Il caporalato per esistere ha bisogno di sfruttatori ma anche di gent echi è disposta a farsi sfruttare.
Quei clandestini che scelgono la criminalità per di più si macchiano di un parassitismo ben maggiore, sfuggendo alle leggi e prevaricando il diritto dei nostri cittadini, che lavorano onestamente e pagano le tasse.
E' chiaro che una buona parte di immigrati sono complici (e non vittime) di un sistema capitalista sempre più feroce, nel momento in cui accettano di vive i condizioni disumane e di sottoporsi a lavori usuranti pur di venire qui. Ma la situazione nei paesi di origine (Marocco, Romania, America Latina ...) è davvero peggiore di quella che trovano qui? Una volta scoperto l'inganno dell'Italia "paese ricco e prospero", perchè non se ne vanno? Perchè nessuno azzarda denunciare le iniquità che penalizzano gli italiani nelle graduatorie per le case, per gli assegni, e per l'assistenza in favore degli stranieri?
Sono vittime o complici del padronato e del caporalato? Sono nemici del popolo italiano e della nostra classe lavoratrice o sono povere vittime del sistema?