Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Estremista del Welfare
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    Cagliari
    Messaggi
    4,314
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Susan Sontag, se Clinton era Cesare Bush è Augusto

    http://www.lastampa.it/EDICOLA/solot...teri/art10.htm

    PARIGI

    SUSAN Sontag, adesso che Baghdad è caduta e la guerra sta per finire, con la liberazione dell’Iraq, che cosa pensa di questo conflitto? «Tutto è nato dall’11 settembre. Se non ci fosse stato l’11 settembre nulla sarebbe stato possibile. Penso che questa guerra, e lo sanno tutti, sia criminale e devo dire che di questo è colpevole più l’amministrazione americana che il presidente Bush. Le idee non sono soltanto sue, ma di un gruppo di persone che hanno preso in mano il potere. Questa politica di potere garantisce naturalmente la rielezione di Bush. In America c’è una nuova visione imperiale del mondo, gli Usa vogliono chiaramente dominare il mondo. L’Iraq è il Paese più debole. Negli Anni ‘80 gli Stati Uniti stavano con l’Iraq contro l’Iran, i prossimi Paesi ad essere colpiti saranno l’Iran e l’Arabia Saudita».

    Ma adesso che è caduta Baghdad e che la gente ha accolto in festa i marines, non pensa che anche quella parte di opinione pubblica americana, che come lei non ha condiviso la guerra, dovrebbe ricredersi?

    «Tutto questo, come le ho detto, è parte di un disegno imperiale in quell’area del mondo. Rumsfeld e Wolfowitz avevano preparato lo stesso piano per Clinton quand’era presidente. Non posso credere che tutto questo sia solo per il profitto e per il petrolio come dicono molti; queste persone sono degli ideologi e hanno una loro visione del mondo, in un certo senso sono dei leninisti. Una mia amica che frequenta il Pentagono e la Casa Bianca da molto vicino mi ha detto che in un certo senso George W. Bush è come un Martin Luther King, cioè ha un suo sogno e lo sta inseguendo».

    Come sono queste persone dell’amministrazione Bush?

    «Non sono stupidi, sono dei radicali e quindi sono persone pericolose, che commettono atti anche illegali. Quello che interessa loro è di proseguire nel loro piano, nel loro progetto».

    E lei crede che ci riusciranno?

    «Non so se potranno farlo. Bisogna dire che dopo i primi calcoli sbagliati nei primi dieci giorni di guerra - ingenuamente e forse presuntuosamente credevano di essere accolti subito come liberatori e quindi non avevano nemmeno abbastanza truppe - in effetti non c’è stata molta resistenza».

    Ma gli iracheni accetteranno di essere una colonia americana?

    «Bisogna ricordare che nel 1917 un generale inglese conquistò la Mesopotamia dai turchi e a Baghdad disse: “Veniamo come liberatori e non come colonizzatori”. Sono le stesse parole usate oggi dagli americani. Bisogna ricordare che l’Iraq esiste solo dagli Anni ‘20 e che tra il ‘20 e il ‘24 ci sono stati i primi bombardamenti. Tutto questo ho scritto nel mio libro, appena uscito negli Stati Uniti e che uscirà presso Mondadori in giugno. E’ un nuovo libro sulla guerra e il titolo italiano è “Davanti al dolore degli altri!».

    E che cosa dice in questo libro?

    «E’ sulla guerra. E’ la rappresentazione della guerra. Tornando a quello che le dicevo prima, il primo bombardamento di civili per terrorizzarli non è stato quello di Guernica ma quello dell’Iraq tra il 1920 e il 1924. Non so se gli americani ce la faranno. Dipenderà dalla forza che vogliono usare. Detto questo, Saddam era un mostro, la sua una dittatura orribile, che ha ucciso decine se non centinaia di migliaia di persone».

    Non ha detto perché crede che Bush e i suoi non ce la faranno.

    «Io penso che questa amministrazione non sia abbastanza equipaggiata per essere un potere occupante. Certo, gli Stati Uniti in Germania e in Giappone hanno fatto meno male di quanto potessero farne, ma si trattava di Paesi avanzati, con un Parlamento e tutte le istituzioni. Erano Paesi che avevano importanti istituzioni. L’Iraq non è certo lo stesso tipo di Paese».

    E lei ritiene che dopo l’Iraq il conflitto possa allargarsi?

    «Bisogna capire che quest’amministrazione punta a un cambio “regionale”, non di regime. Le ho detto che i prossimi ad accorgersene, secondo me, saranno i sauditi e gli iraniani. Certamente gli americani cercheranno governi più amici e so che sono molto arrabbiati con i sauditi. Cheney conosce bene la famiglia saudita. Gli americani fanno credere oggi che Saddam e Bin Laden siano la stessa cosa, quindi la gente comune lo pensa, ma in realtà sono bugie per giustificare questa orribile guerra e non è affatto così. Bisogna ricordare che Osama bin Laden era un plutocrate saudita. E poi non dimentichiamo che 15 sui 19 terroristi erano di nazionalità saudita».

    La caduta di Saddam Hussein, per lei, che valore ha?

    «L’ho detto. Saddam era un tiranno. Naturalmente sono felice che non sia più lì, ma resto assolutamente contro la guerra e l’invasione dell’Iraq».

    La posizione dei mass-media americani è stata molto favorevole alla guerra...

    «Per questo basta consultare qualsiasi rassegna stampa o andare a guardare in un computer per sapere che certamente i media non sono di sinistra, e si sono schierati quasi tutti in favore della guerra. Del resto, anche il 70% degli americani erano in favore di questa guerra».

    Ma all’epoca del Vietnam gli intellettuali, alcuni giornalisti, grandi scrittori come Norman Mailer e Arthur Miller erano contro la guerra...

    «Ma il Vietnam è durato più di dieci anni. All’inizio della guerra non c’era tanta opposizione: è venuta dopo, ci sono voluti anni per costruire un movimento. Allora non si può pretendere che questa guerra che è durata solo tre settimane potesse produrre lo stesso genere di reazioni. Detto questo, c’è un’opposizione che naturalmente non è ben rappresentata dalla stampa. Il “New York Times” è in favore della guerra, ma vi erano sempre un paio di articoli contro. Poi ci sono persone come me o come Gore Vidal che hanno detto chiaramente di no a questa guerra. Ma quando le cose non andranno bene e la crisi economica non si solleverà, vedremo che cosa penseranno gli americani. Insomma, non si può fare un paragone tra il Vietnam e la situazione di oggi. Però sono certa che in futuro questa guerra verrà vista in modo negativo».

    Dopo la fine della guerra l’atteggiamento Usa nei confronti di Europa e Onu potrebbe cambiare?

    «Gli americani non vogliono l’intervento dell’Onu o degli europei. Gli americani vanno da soli, dove vogliono, e questo è parte del loro piano. Voglio dire anche che sono grata a molti Paesi europei perché erano fuori da questa guerra, così come il Canada e il Messico. E’ straordinario che il Canada e il Messico abbiano rifiutato. Io rispetto di più le ragioni tedesche che quelle francesi».

    E per quanto riguarda l’Italia?

    «E’ molto difficile quando si hanno sul proprio territorio così tante basi americane. Certo l’opinione pubblica italiana era contraria alla guerra. Ma quello che voglio io è un’Europa forte, che un giorno possa stare in piedi orgogliosa dinanzi agli Stati Uniti come una vera controparte. Bisogna limitare il potere dell’impero. Io vorrei un mondo in cui i governi europei sappiano stare a testa alta davanti all’America, su una base di uguaglianza, e l’Europa deve destinare fondi molto superiori alle spese militari. Ma so che questo è un problema politico complesso».

    L’Inghilterra è stato il principale alleato dell’amministrazione americana.

    «Fa parte dell’impero anglofono. Se vedessimo in prospettiva tutto quanto è successo, parrebbe logico che l’Inghilterra fosse un partner dell’America».

    Ma lei, Susan Sontag, come reagisce?

    «Io penso solo alla guerra. Ci penso sempre, tutto il tempo, non sono mai distaccata. In questa guerra la gente muore, e non dovrebbe morire».

    E come americana non si sente lontana dal sentimento prevalente del suo Paese?

    «Non rappresento il mio Paese. E non penso a me stessa. Pensare a se stessi in quest’occasione è del tutto stupido. Io sono un’americana ma non penso allo stesso modo del mio governo. E mi oppongo. Noi abbiamo avuto in America un cambio di “regime”. Molte persone in Europa se la prendono con Bush, dicono che è un uomo stupido che ha usurpato il potere e così via. Forse Bush può rappresentare molte cose stupide, ma il ruolo che ha e il “copione” che legge sono molto potenti e gli danno grande potere. Non importa che cosa è lui, quello che pesa è il suo progetto».

    Gore Vidal vede la democrazia americana in pericolo. Anche lei si spinge fino a questo punto?

    «Certo che la vedo in pericolo. Penso che la repubblica sia finita e sia cominciato l’impero. Se Clinton era Cesare, Bush è Augusto. Non è importante sapere se Bush è attraente o non lo è. Non è in modo così semplicistico che vanno viste le cose. Del resto Bush potrebbe avere imparato dopo un anno. E’ stato educato e potrebbe essere cambiato. Io trovavo molto attraente e molto intelligente Clinton, ma non ha sempre fatto le cose giuste e forse avrebbe potuto essere un presidente assai migliore».

    Lei è molto preoccupata, appare evidente...

    «Sono soprattutto preoccupata dal pericolo, dalla gente che muore e dal fatto che la repubblica americana cambi. Temo che diventeremo una società militarizzata dove le libertà saranno in pericolo. Non vedo l’ora che questa guerra finisca».

  2. #2
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    10 Jul 2002
    Messaggi
    10,207
     Likes dati
    0
     Like avuti
    9
    Mentioned
    5 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Forse Clinton era Claudio.

  3. #3
    Socialcapitalista
    Data Registrazione
    01 Sep 2002
    Località
    -L'Italia non è un paese povero è un povero paese(C.de Gaulle)
    Messaggi
    89,492
     Likes dati
    7,261
     Like avuti
    6,458
    Mentioned
    340 Post(s)
    Tagged
    30 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine Postato da pcosta
    Forse Clinton era Claudio.
    Già.....


  4. #4
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    22 Jul 2002
    Messaggi
    17,109
     Likes dati
    18
     Like avuti
    1,848
    Mentioned
    24 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    direi caligola.

  5. #5
    Socialcapitalista
    Data Registrazione
    01 Sep 2002
    Località
    -L'Italia non è un paese povero è un povero paese(C.de Gaulle)
    Messaggi
    89,492
     Likes dati
    7,261
     Like avuti
    6,458
    Mentioned
    340 Post(s)
    Tagged
    30 Thread(s)

    Talking

    In Origine Postato da shambler
    direi caligola.
    ma Nerone è più corrispondente,

    "più bella e più splendente che pria".......

 

 

Discussioni Simili

  1. Bush come Clinton, solo più sfigato?
    Di Alessio Volta nel forum Politica Estera
    Risposte: 10
    Ultimo Messaggio: 04-11-08, 12:04
  2. Clinton Vs Bush
    Di MEROVINGIO nel forum Politica Estera
    Risposte: 40
    Ultimo Messaggio: 02-12-06, 14:18
  3. Susan Sontag
    Di mustang nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 30-12-04, 13:00
  4. Cesare Ottaviano Augusto "Pater Patriae"
    Di natoW nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-01-03, 23:15

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito