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  1. #1
    Hanno assassinato Calipari
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    "Il programma YURI il programma"
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    Predefinito Stop all'embargo a Cuba!

    Cosa è l’embargo? Embargo o Blocco? Alcuni esempi
    Cronologia del Blocco Gli effetti del Blocco
    Alcuni esempi di danni economici subiti da Cuba per il blocco degli Stati Uniti
    Pochi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana gli Stati Uniti rompono le relazioni diplomatiche con il paese caraibico ed iniziano ad applicare un embargo economico che nel giro di poco tempo diverrà un blocco totale.

    A cura del Circolo di Torino dell'Associazione di Amicizia Italia-Cuba

    Cosa è l’embargo?
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    Per embargo si intende una forma di coercizione che uno o più stati impongono ad un altro paese per imporgli delle scelte politiche/economiche.
    L’embargo può riguardare uno specifico settore commerciale quale quello degli armamenti nel caso di paesi in guerra o di determinati prodotti in casi di conflitti commerciali (misure protezionistiche).

    Secondo il Dizionario di Diritto Internazionale dell’ONU, si intende per embargo:
    "l’atto di potere di uno stato che restringe, interrompe o dà per terminate le sue relazioni economiche e finanziarie con un altro paese. L’embargo totale o parziale sulle importazioni e/o esportazioni di tutte o alcune merci, armi o valute, il trasferimento di informazione tecnico-scientifiche, diritti d’autore o di altra indole, determinati tipi di attività commerciali ed economiche; si applica nelle relazioni internazionali contemporanee come strumento di pressione economica o finanziaria, di coercizione e rappresaglia".
    La Carta delle Nazioni Unite prevede la possibilità di embargo collettivo in qualità di misura repressiva rispetto a uno Stato le cui azioni mettano in pericolo la sicurezza internazionale.



    Embargo o Blocco?
    Torna all'inizio pagina


    Per Blocco si intende una politica aggressiva che contempla un Embargo totale che si prefigge come fine di sovvertire l’ordinamento politico del paese contro cui è rivolto, e in quanto tale è considerata illegittima dal diritto internazionale.


    Ci sono due aspetti che permettono di affermare che quella di Blocco è la definizione più appropriata alla politica nordamericana verso Cuba.
    Il primo aspetto è l’essenza punitiva delle azioni nordamericane, orientata fondamentalmente verso obiettivi di carattere politico:
    destabilizzare e se possibile abbattere il governo rivoluzionario;
    privare di entrate Cuba con il fine di obbligarla a modificare le sue posizioni internazionali;
    rendere il più difficile possibile, ed eventualmente impedire il commercio di Cuba con il resto del mondo.

    Il secondo aspetto è dato dal carattere extraterritoriale del Blocco che colpisce non solo Cuba ma tutti i paesi con cui commercia, i quali diventano oggetto di rappresaglia economica da parte del governo degli Stati Uniti.

    Alcuni esempi:
    Torna all'inizio pagina

    negli Stati Uniti non è possibile importare alcun prodotto da qualsiasi paese del mondo che contenga anche in una minima percentuale materia prima proveniente da Cuba.

    La nave che attracca ad un porto cubano non può per sei mesi fare scalo nei porti statunitensi.

    Ai dirigenti di una impresa (e ai loro familiari) che abbia relazioni economiche con Cuba è negato il visto di ingresso negli Stati Uniti.

    Gli Stati Uniti proibiscono a entità di paesi terzi di riesportare a Cuba prodotti di origine nordamericana, a meno di un’approvazione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Di fatto le richieste relative sono sempre state respinte

    Cronologia del Blocco
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    1.1.1959 Trionfo della Rivoluzione Cubana, l’esercito rivoluzionario entra all’Avana.

    27.8.1959 Viene cancellato un finanziamento di 15 milioni di dollari alla Compagnia Cubana di Elettricità per ritorsione sulla decisione del governo cubano di ridurre del 30% le tariffe elettriche.

    3.1960 L’amministrazione statunitense sospende la vendita di elicotteri all’Avana.

    29.6.1960 Texaco, Esso e Shell - tradizionali fornitori di petrolio a Cuba - interrompono la somministrazione di combustibile e si rifiutano di raffinare il petrolio che il governo cubano ha acquistato dall’U.R.S.S.

    3.7.1960 Washington riduce di 700 mila tonnellate la quota di zucchero da importare da Cuba.

    20.10.1960 Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti proibisce le esportazioni a Cuba con l’eccezione degli alimenti non sussidiati, le medicine e determinate attrezzature mediche. Viene proibita la cessione o contrattazione di qualsiasi nave statunitense al governo cubano.

    3.1.1961 La Casa Bianca rompe le relazioni diplomatiche con Cuba.

    3.2.1962 L’amministrazione statunitense dichiara l’embargo totale del commercio con l’isola con la proibizione dell’importazione negli Stati Uniti di tutti i prodotti di origine cubana e di tutti i prodotti provenienti da o attraverso Cuba.

    14.5.1964 L’embargo viene esteso ai medicinali e agli alimenti.

    1975/1980 Gli Stati Uniti alleggeriscono alcune misure del blocco, in particolare quelle con effetti extraterritoriali (ad esempio si autorizzano società di matrice statunitense ma con sede in paesi terzi a commerciare con Cuba).

    1981 Con l’avvento del’amministrazione Reagan inizia una nuova fase di inasprimento del blocco.

    1989/1990 Dissoluzione del blocco socialista europeo (Cuba perde oltre l’80% dei rapporti commerciali). Il Congresso degli Stati Uniti inizia a studiare nuove e pesanti misure di embargo, con l’obiettivo di rendere la situazione insostenibile per la già duramente provata economia cubana, che sfoceranno nella legge Torricelli.

    23.10.1992 Il Presidente degli Stati Uniti firma la legge denominata "Democrazia a Cuba" nota come legge Torricelli. In essa si stabilisce tra le altre cose che le filiali di società statunitensi anche se di nazionalità straniera operanti in paesi terzi non potranno in nessun caso commerciare con Cuba e che navi di stati terzi che abbiano toccato porti cubani non possano caricare o scaricare merci in porti degli Stati Uniti per un periodo di sei mesi.
    12.3.1996 Il Presidente degli Stati Uniti firma la: "Legge della Libertà e solidarietà democratica per Cuba" più conosciuta come legge Helms-Burton la quale inasprisce le misure già previste dalla legge Torricelli, in particolare il loro carattere extraterritoriale con lo specifico obiettivo di arrestare il flusso di investimenti stranieri verso Cuba. Il titolo stesso di questa legge illustra esplicitamente l’obiettivo politico del Blocco: l’abbattimento del Governo rivoluzionario cubano ed il ritorno alla condizione neocoloniale precedente al 1959. In essa si sostiene l’obiettivo della restituzione delle proprietà nazionalizzate ai cittadini statunitensi, includendo tra essi la ricca borghesia cubana sostenitrice di Batista e della sua dittatura, che abbandonò l’isola all’indomani del trionfo della rivoluzione. Proprio con la minaccia della riappropriazione si vogliono scoraggiare gli investimenti stranieri, i quali sarebbero a loro volta espropriati qualora il Blocco, unito alle altre aggressioni (non escludendo quelle di carattere terroristico, per le quali il Governo degli Stati Uniti ha stanziato, nel solo 1999, 2 milioni di dollari), dovesse raggiungere il suo scopo.

    Gli effetti del Blocco
    Torna all'inizio pagina

    Un’istanza presentata il 3 gennaio 2000 dalle organizzazioni sociali in rappresentanza di tutto il popolo cubano, chiede al governo degli Stati Uniti il risarcimento dei danni economici del blocco, che vanno misurati non solo in termini dei maggiori costi che Cuba è costretta a sostenere da oramai quarant’anni, ma anche nei termini dei limiti allo sviluppo economico e produttivo e degli altissimi costi sociali che derivano da questa situazione.
    Attraverso un rigoroso procedimento di analisi il danno economico prodotto dal blocco è stato quantificato in 67 miliardi di dollari, a cui vanno aggiunti altri 54 miliardi dollari di perdite subite a causa della politica aggressiva del Governo degli Stati Uniti. In totale 121 miliardi di dollari.

    Effetti del Blocco nella vita di tutti i giorni:
    mancanza di carta nelle scuole, per la stampa di periodici, libri ecc...
    mancanza di medicinali, materiale sanitario (es. filo da sutura, guanti sterili) e apparecchiature mediche
    scarsità di petrolio con conseguenze nelle attività produttive e nei trasporti
    scarsità di fertilizzanti e di mangimi con pesanti conseguenze nella produzione alimentare (es. latte, carne, riso ecc...)


    Alcuni esempi di danni economici subiti da Cuba per il blocco degli Stati Uniti.
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    ENTRATE NON PERCEPITE PER SERVIZI ED ESPORTAZIONI
    (milioni di dollari)

    Zucchero 5.618,1
    Tabacco 252,5
    Pesca 35,0
    Turismo 14.464,9
    Trasporto Aereo 1.237,0
    Comunicazioni 3.834,0

    (*)considera solo le esportazioni e le entrate che non poterono essere ricollocate in altri mercati.


    PERDITE PER RIALLOCAZIONE GEOGRAFICA DEL COMMERCIO
    (milioni di dollari)

    incremento di spese di trasporto 6.162,5
    Risorse immobilizzate in inventari in eccesso e
    perdite di prodotti per condizioni di immagazzinaggio 5.200,2
    Spese straordinarie in Istituzioni portuarie, magazzini e spese di movimentazione e distribuzione 2.896,3
    Incremento di prezzi e costi di acquisizione in altri
    mercati 525,0
    Incremento in costi di commercializzazione di
    esportazione ad altri mercati 270,1



    DANNI ALLA PRODUZIONE E AI SERVIZI
    (milioni di dollari)

    Zucchero 279,0
    Nichel 190,2
    Gas industriali 8,8
    Fertilizzanti 50,6
    Eletticità 122,0
    Trasporto ferroviario e su strada 101,2
    Pesca 74,4
    Derivati del petrolio 16,0
    Trasporto aereo 34,8
    Comunicazioni 18,3
    Smantellamento anticipato di teconolgia 1.600,0
    Ristrutturazione di fabbriche e officine 257,3
    Blocco tecnologico 6.170,0



    DANNI ECONOMICI-FINANZIARI
    (milioni di dollari)

    Mancato accesso al dollaro e impatto delle variazioni cambiarie su commercio estero e debito estero 2.603,8

    Conti congelati in banche statunitensi 109,1
    Ostacoli nel finanziamento 464,4
    Mancata rinegoziazione del debito estero 3.302,7



    Attualità del Blocco

    A partire dal 1992 per ben 8 volte l’Assemblea Generale dell’O.N.U. ha approvato la risoluzione che condanna il Blocco imposto dagli Stati Uniti nei confronti di Cuba chiedendone la rimozione.


    1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999
    a favore 59 88 101 117 137 143 157 155
    contro 3 4 2 3 3 3 2 2
    astenuti 71 57 48 38 25 17 12 8





    Esiste nei confronti di Cuba una campagna di disinformazione organizzata e gestita dalle principali agenzie di stampa (tutte statunitensi) da cui i mass-media italiani attingono informazioni o disinformazioni senza mai controllarne la fonte e la veridicità.
    Ultimamente ha preso campo presso la stampa italiana che l’embargo a Cuba sia stato ridotto se non abolito, NIENTE DI PIÙ FALSO il blocco continua ad esistere con tutte le sue drammatiche conseguenze.

  2. #2
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    Predefinito

    Comincia a batterti perchè a Cuba finisca il regime tirannico di Castro, finiscano le esecuzioni e le incarcerazioni dei dissidenti politici e poi torna qui a rompere i coglioni con la storia dell'embargo. (che naturalmente termninerà quando terminerà la dittatura).

  3. #3
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    Predefinito Re: Stop all'embargo a Cuba!

    In Origine Postato da yurj
    Esiste nei confronti di Cuba una campagna di disinformazione organizzata e gestita dalle principali agenzie di stampa (tutte statunitensi) da cui i mass-media italiani attingono informazioni o disinformazioni senza mai controllarne la fonte e la veridicità.
    Ultimamente ha preso campo presso la stampa italiana che l’embargo a Cuba sia stato ridotto se non abolito, NIENTE DI PIÙ FALSO il blocco continua ad esistere con tutte le sue drammatiche conseguenze.
    E' da un po che non mi collego con la frequenza di un tempo, forse mi sono perso le tue giustificazioni di fronte alle condanne a morte e alle varie condanne per atti politici.

    Cordiali Saluti
    E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
    Che di me degno un dì questo mio figlio
    Sia spendor della patria, e de Troiani
    Forte e possente regnator. Deh! fate
    Che il veggendo tornar dalla battaglia
    Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
    Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
    E il cor materno nell'udirlo esulti.

  4. #4
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    Predefinito Stop all'embargo a Cuba!

    bravo, e poi tutti i guadagni che si fanno sugli embarghi ??

    ti faccio un esempio, se stress compra una supposta pagandola 500 lire, sono 450 di costi, e 50 di profitti,
    ma se un cubano o un irakeno LA STESSA supposta la paga 5000 lire......i profitti salgono a 4.550 lire!

    Te capì a che servono gli embarghi?!

  5. #5
    Hanno assassinato Calipari
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    Predefinito

    in parte, pasquin0. Piu' probabile che si voglia impedire lo sviluppo in altre zone del pianeta. Dove sono arrivati gli occidentali, c'e' un ampio spettro di situazioni: dalla fame nera ai fallimenti Argentini.

    Non si accorgono di esserre dei falliti, rinchiusi nella loro torre d'avorio e ODIATI dal resto del pianeta.

  6. #6
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    Predefinito Re: Stop all'embargo a Cuba!

    In Origine Postato da yurj
    Cosa è l’embargo? Embargo o Blocco? Alcuni esempi
    Cronologia del Blocco Gli effetti del Blocco
    Alcuni esempi di danni economici subiti da Cuba per il blocco degli Stati Uniti
    Pochi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana gli Stati Uniti rompono le relazioni diplomatiche con il paese caraibico ed iniziano ad applicare un embargo economico che nel giro di poco tempo diverrà un blocco totale.

    A cura del Circolo di Torino dell'Associazione di Amicizia Italia-Cuba

    Cosa è l’embargo?
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    Per embargo si intende una forma di coercizione che uno o più stati impongono ad un altro paese per imporgli delle scelte politiche/economiche.
    L’embargo può riguardare uno specifico settore commerciale quale quello degli armamenti nel caso di paesi in guerra o di determinati prodotti in casi di conflitti commerciali (misure protezionistiche).

    Secondo il Dizionario di Diritto Internazionale dell’ONU, si intende per embargo:
    "l’atto di potere di uno stato che restringe, interrompe o dà per terminate le sue relazioni economiche e finanziarie con un altro paese. L’embargo totale o parziale sulle importazioni e/o esportazioni di tutte o alcune merci, armi o valute, il trasferimento di informazione tecnico-scientifiche, diritti d’autore o di altra indole, determinati tipi di attività commerciali ed economiche; si applica nelle relazioni internazionali contemporanee come strumento di pressione economica o finanziaria, di coercizione e rappresaglia".
    La Carta delle Nazioni Unite prevede la possibilità di embargo collettivo in qualità di misura repressiva rispetto a uno Stato le cui azioni mettano in pericolo la sicurezza internazionale.



    Embargo o Blocco?
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    Per Blocco si intende una politica aggressiva che contempla un Embargo totale che si prefigge come fine di sovvertire l’ordinamento politico del paese contro cui è rivolto, e in quanto tale è considerata illegittima dal diritto internazionale.


    Ci sono due aspetti che permettono di affermare che quella di Blocco è la definizione più appropriata alla politica nordamericana verso Cuba.
    Il primo aspetto è l’essenza punitiva delle azioni nordamericane, orientata fondamentalmente verso obiettivi di carattere politico:
    destabilizzare e se possibile abbattere il governo rivoluzionario;
    privare di entrate Cuba con il fine di obbligarla a modificare le sue posizioni internazionali;
    rendere il più difficile possibile, ed eventualmente impedire il commercio di Cuba con il resto del mondo.

    Il secondo aspetto è dato dal carattere extraterritoriale del Blocco che colpisce non solo Cuba ma tutti i paesi con cui commercia, i quali diventano oggetto di rappresaglia economica da parte del governo degli Stati Uniti.

    Alcuni esempi:
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    negli Stati Uniti non è possibile importare alcun prodotto da qualsiasi paese del mondo che contenga anche in una minima percentuale materia prima proveniente da Cuba.

    La nave che attracca ad un porto cubano non può per sei mesi fare scalo nei porti statunitensi.

    Ai dirigenti di una impresa (e ai loro familiari) che abbia relazioni economiche con Cuba è negato il visto di ingresso negli Stati Uniti.

    Gli Stati Uniti proibiscono a entità di paesi terzi di riesportare a Cuba prodotti di origine nordamericana, a meno di un’approvazione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Di fatto le richieste relative sono sempre state respinte

    Cronologia del Blocco
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    1.1.1959 Trionfo della Rivoluzione Cubana, l’esercito rivoluzionario entra all’Avana.

    27.8.1959 Viene cancellato un finanziamento di 15 milioni di dollari alla Compagnia Cubana di Elettricità per ritorsione sulla decisione del governo cubano di ridurre del 30% le tariffe elettriche.

    3.1960 L’amministrazione statunitense sospende la vendita di elicotteri all’Avana.

    29.6.1960 Texaco, Esso e Shell - tradizionali fornitori di petrolio a Cuba - interrompono la somministrazione di combustibile e si rifiutano di raffinare il petrolio che il governo cubano ha acquistato dall’U.R.S.S.

    3.7.1960 Washington riduce di 700 mila tonnellate la quota di zucchero da importare da Cuba.

    20.10.1960 Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti proibisce le esportazioni a Cuba con l’eccezione degli alimenti non sussidiati, le medicine e determinate attrezzature mediche. Viene proibita la cessione o contrattazione di qualsiasi nave statunitense al governo cubano.

    3.1.1961 La Casa Bianca rompe le relazioni diplomatiche con Cuba.

    3.2.1962 L’amministrazione statunitense dichiara l’embargo totale del commercio con l’isola con la proibizione dell’importazione negli Stati Uniti di tutti i prodotti di origine cubana e di tutti i prodotti provenienti da o attraverso Cuba.

    14.5.1964 L’embargo viene esteso ai medicinali e agli alimenti.

    1975/1980 Gli Stati Uniti alleggeriscono alcune misure del blocco, in particolare quelle con effetti extraterritoriali (ad esempio si autorizzano società di matrice statunitense ma con sede in paesi terzi a commerciare con Cuba).

    1981 Con l’avvento del’amministrazione Reagan inizia una nuova fase di inasprimento del blocco.

    1989/1990 Dissoluzione del blocco socialista europeo (Cuba perde oltre l’80% dei rapporti commerciali). Il Congresso degli Stati Uniti inizia a studiare nuove e pesanti misure di embargo, con l’obiettivo di rendere la situazione insostenibile per la già duramente provata economia cubana, che sfoceranno nella legge Torricelli.

    23.10.1992 Il Presidente degli Stati Uniti firma la legge denominata "Democrazia a Cuba" nota come legge Torricelli. In essa si stabilisce tra le altre cose che le filiali di società statunitensi anche se di nazionalità straniera operanti in paesi terzi non potranno in nessun caso commerciare con Cuba e che navi di stati terzi che abbiano toccato porti cubani non possano caricare o scaricare merci in porti degli Stati Uniti per un periodo di sei mesi.
    12.3.1996 Il Presidente degli Stati Uniti firma la: "Legge della Libertà e solidarietà democratica per Cuba" più conosciuta come legge Helms-Burton la quale inasprisce le misure già previste dalla legge Torricelli, in particolare il loro carattere extraterritoriale con lo specifico obiettivo di arrestare il flusso di investimenti stranieri verso Cuba. Il titolo stesso di questa legge illustra esplicitamente l’obiettivo politico del Blocco: l’abbattimento del Governo rivoluzionario cubano ed il ritorno alla condizione neocoloniale precedente al 1959. In essa si sostiene l’obiettivo della restituzione delle proprietà nazionalizzate ai cittadini statunitensi, includendo tra essi la ricca borghesia cubana sostenitrice di Batista e della sua dittatura, che abbandonò l’isola all’indomani del trionfo della rivoluzione. Proprio con la minaccia della riappropriazione si vogliono scoraggiare gli investimenti stranieri, i quali sarebbero a loro volta espropriati qualora il Blocco, unito alle altre aggressioni (non escludendo quelle di carattere terroristico, per le quali il Governo degli Stati Uniti ha stanziato, nel solo 1999, 2 milioni di dollari), dovesse raggiungere il suo scopo.

    Gli effetti del Blocco
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    Un’istanza presentata il 3 gennaio 2000 dalle organizzazioni sociali in rappresentanza di tutto il popolo cubano, chiede al governo degli Stati Uniti il risarcimento dei danni economici del blocco, che vanno misurati non solo in termini dei maggiori costi che Cuba è costretta a sostenere da oramai quarant’anni, ma anche nei termini dei limiti allo sviluppo economico e produttivo e degli altissimi costi sociali che derivano da questa situazione.
    Attraverso un rigoroso procedimento di analisi il danno economico prodotto dal blocco è stato quantificato in 67 miliardi di dollari, a cui vanno aggiunti altri 54 miliardi dollari di perdite subite a causa della politica aggressiva del Governo degli Stati Uniti. In totale 121 miliardi di dollari.

    Effetti del Blocco nella vita di tutti i giorni:
    mancanza di carta nelle scuole, per la stampa di periodici, libri ecc...
    mancanza di medicinali, materiale sanitario (es. filo da sutura, guanti sterili) e apparecchiature mediche
    scarsità di petrolio con conseguenze nelle attività produttive e nei trasporti
    scarsità di fertilizzanti e di mangimi con pesanti conseguenze nella produzione alimentare (es. latte, carne, riso ecc...)


    Alcuni esempi di danni economici subiti da Cuba per il blocco degli Stati Uniti.
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    ENTRATE NON PERCEPITE PER SERVIZI ED ESPORTAZIONI
    (milioni di dollari)

    Zucchero 5.618,1
    Tabacco 252,5
    Pesca 35,0
    Turismo 14.464,9
    Trasporto Aereo 1.237,0
    Comunicazioni 3.834,0

    (*)considera solo le esportazioni e le entrate che non poterono essere ricollocate in altri mercati.


    PERDITE PER RIALLOCAZIONE GEOGRAFICA DEL COMMERCIO
    (milioni di dollari)

    incremento di spese di trasporto 6.162,5
    Risorse immobilizzate in inventari in eccesso e
    perdite di prodotti per condizioni di immagazzinaggio 5.200,2
    Spese straordinarie in Istituzioni portuarie, magazzini e spese di movimentazione e distribuzione 2.896,3
    Incremento di prezzi e costi di acquisizione in altri
    mercati 525,0
    Incremento in costi di commercializzazione di
    esportazione ad altri mercati 270,1



    DANNI ALLA PRODUZIONE E AI SERVIZI
    (milioni di dollari)

    Zucchero 279,0
    Nichel 190,2
    Gas industriali 8,8
    Fertilizzanti 50,6
    Eletticità 122,0
    Trasporto ferroviario e su strada 101,2
    Pesca 74,4
    Derivati del petrolio 16,0
    Trasporto aereo 34,8
    Comunicazioni 18,3
    Smantellamento anticipato di teconolgia 1.600,0
    Ristrutturazione di fabbriche e officine 257,3
    Blocco tecnologico 6.170,0



    DANNI ECONOMICI-FINANZIARI
    (milioni di dollari)

    Mancato accesso al dollaro e impatto delle variazioni cambiarie su commercio estero e debito estero 2.603,8

    Conti congelati in banche statunitensi 109,1
    Ostacoli nel finanziamento 464,4
    Mancata rinegoziazione del debito estero 3.302,7



    Attualità del Blocco

    A partire dal 1992 per ben 8 volte l’Assemblea Generale dell’O.N.U. ha approvato la risoluzione che condanna il Blocco imposto dagli Stati Uniti nei confronti di Cuba chiedendone la rimozione.


    1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999
    a favore 59 88 101 117 137 143 157 155
    contro 3 4 2 3 3 3 2 2
    astenuti 71 57 48 38 25 17 12 8





    Esiste nei confronti di Cuba una campagna di disinformazione organizzata e gestita dalle principali agenzie di stampa (tutte statunitensi) da cui i mass-media italiani attingono informazioni o disinformazioni senza mai controllarne la fonte e la veridicità.
    Ultimamente ha preso campo presso la stampa italiana che l’embargo a Cuba sia stato ridotto se non abolito, NIENTE DI PIÙ FALSO il blocco continua ad esistere con tutte le sue drammatiche conseguenze.
    Traducendo: a Cuba non si realizza appieno il paradiso e la rivoluzione comunista perchè le multinazionali e le imprese USA non sono liberi di investirci e fare profitti a palla ."
    "L'uomo nuovo",il vero comunista cubano si realizza aprendo Cuba all'invasione del capitalismo americano.

    Interessante poi l'idea che le sanzioni commerciali verso un Paese generino e giustifichino automaticamente la repressione dei diritti civili della popolazione.Il nesso logico è più che ovvio nel pensiero comunista.

  7. #7
    Hanno assassinato Calipari
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    CUBA SOTTO ATTACO APROFONDITO DELL'IMPERO APROFITANDO LA ATTUALE SITUAZIONE DI AGRESSIONI MONDIALI, NEL CONTESTO DEL "NUOVO ORDINE MONDIALE" DELL'IMPERO PER IL NUOVO SECOLO

    TRANSMETTO LA CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI DI CUBA, FELIPE PÉREZ ROQUE, SUI PROCESSI GIUDIZIARIE AI MERCENARI ALL SERVIZIO DI BUSH, LA CIA ED I CUBANI "DISSIDENTI" DELLA POCILGA DI MIAMI:


    Conferenza stampa del Ministro degli Esteri di Cuba Felipe Pérez Roque, riferita ai mercenari al servizio dell’impero processati i giorni 3,4,5 e 7 aprile. Città dell’Avana, 9 aprile 2003.(PUBBLICATO NEL GIORNALE GRANMA DI OGGI, 14 aPRILE 2003):

    José L. Ponce (moderatore).- Buongiorno a tutti i colleghi. Benvenuti a questa conferenza stampa speciale del Ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque.Sono presenti 82 giornalisti della stampa internazionale accreditata, in rappresentanza di 59 mezzi di 22 paesi; è rappresentata anche tutta la stampa nazionale.

    Vi lascio quindi con il Ministro Felipe Pérez Roque che farà un intervento speciale e poi potrete fare le domande che saranno risposte dal ministro.

    Felipe Pérez.- Buongiorno a tutti i corrispondenti della stampa straniera accreditata nel nostro paese e della stampa mondiale.

    Vi abbiamo convocato per fornirvi informazione sui processi giudiziari svoltisi recentemente, sui relativi precedenti e faremo anche qualche commento su altri temi d’interesse.

    In primo luogo vorrei stabilire che il governo e il popolo di Cuba hanno capito molto chiaramente che devono ancora combattere una dura battaglia per il diritto alla libera determinazione, per il diritto all’indipendenza.

    Il popolo e il governo di Cuba non dimenticano nemmeno per un minuto che Cuba deve continuare a difendere l’indipendenza, il futuro del nostro paese in quanto nazione e la possibilità di tutti i cittadini del nostro paese di usufruire di tutti i diritti.

    Dopo 40 anni di ferreo blocco economico, finanziario, commerciale, di aggressioni, di azioni terroriste, dopo oltre 600 piani di attentati, piani di assassinio contro il capo dello Stato cubano; dopo decenni d’incoraggiamento alla sovversione, all’emigrazione illegale, ai sabotaggi, all’azione di gruppi armati che sono stati tollerati; dopo tutta questa storia che il nostro popolo conosce bene e ha dovuto soffrire con la perdita dei propri figli e con elevate perdite materiali –soltanto il blocco è costato è costato a Cuba oltre 70 milioni di dollari--; dopo tutto ciò, il nostro popolo ha dovuto affrontare l’ossessione dei governi degli Stati Uniti di fabbricare a Cuba un’opposizione, di fabbricare a Cuba una quinta colonna, di incentivare la nascita e il rafforzamento di gruppi che rispondano ai loro interessi, con una chiara visione annessionistica, che un giorno sarebbero incaricati di favorire l’annessione di Cuba agli Stati Uniti, in un ipotetico scenario di sconfitta della Rivoluzione Cubana. Questa è stata la loro ossessione: leggi, finanziamento, stimolo, lavoro dei servizi speciali a tale scopo.

    Tutti i piani, uno dietro l’altro, sono stati sconfitti dall’unione del nostro popolo, dall’autorità morale di cui gode la Rivoluzione cubana tra il popolo, dal fatto indubitabile che la stragrande maggioranza del popolo cubano appoggia e difende la Rivoluzione, dall’indubitabile leadership morale della direzione storica della Rivoluzione cubana. Si sono schiantati contro ciò e non sono riusciti a superare questa resistenza, che ha causato l’ammirazione del mondo.

    Devo citare questo precedente perché non è possibile analizzare i recenti avvenimenti a Cuba dimenticando che esiste ancora un differendo storico: la lotta dei cubani per il diritto ad essere un paese indipendente, che ha dovuto affrontare gli appetiti storici degli Stati Uniti e i piani concreti di annettere Cuba; a Cuba ancora oggi è gioco questo e per analizzare la realtà cubana attuale e quanto sta avvenendo nel nostro paese bisogna considerare questo fattore.

    Cuba sa bene che il diritto internazionale è dalla sua parte, perché la Carta delle Nazioni Unite riconosce a Cuba il diritto a scegliere il proprio sistema politico, riconosce il rispetto all’uguaglianza tra gli Stati e riconosce il diritto alla libera determinazione dei popoli. Quindi, il blocco, l’attività di aggressione e le pressioni su Cuba cercano di evitare che il nostro popolo eserciti il proprio diritto alla libera determinazione, crei le proprie istituzioni, fondi il proprio sistema politico ed economico come vuole.

    Ecco ciò che è in gioco a Cuba oggi: se un piccolo paese vicino a una grande potenza possa seguire il proprio cammino.

    I patti internazionali dei diritti umani approvati nelle Nazioni Unite e di cui si parla tanto in questi giorni, stabiliscono testualmente che "tutti i popoli hanno il diritto di libera determinazione", e noi cubani ci abbiamo dato questo diritto. Abbiamo approvato una Costituzione, l’abbiamo emendato, abbiamo leggi, istituzioni, abbiamo oltre 2000 organizzazioni della società civile, tra organizzazioni non governative, istituzioni sindacali e altre, abbiamo il nostro sistema, le nostre istituzioni; abbiamo scelto il nostro cammino e ci devono rispettare. Ecco cos’è in gioco qui: se possiamo o meno costruire il nostro cammino ed esercitare questo diritto.

    La Carta dell’Organizzazione di Stati Americani (OSA), dalla quale –come sappiamo--, Cuba è stata espulsa per le pressioni del governo degli Stati Uniti, sulla quale la nostra opinione è stata ripetutamente espressa e dove gli Stati Uniti esercitano tutto il loro potere, tuttavia, sancisce: "Ogni Stato ha il diritto di scegliere senza intromissioni esterne il proprio sistema politico, economico e sociale, e di organizzarsi nel modo che ritenga più conveniente, e ha il dovere di non intervenire negli affari di altri Stati."

    Ciò stabilisce la Carta dell’OSA, che si ipotizza pietra angolare dell’organizzazione delle Americhe, allora noi stiamo lottando a Cuba per questo diritto, contro le pressioni e contro la rafforzata ostilità di un nuovo governo negli Stati Uniti che nell’esercizio del suo potere unilaterale sul mondo ha aumentato fino a livelli impensabili la sua retorica aggressiva e la sua ostilità nei confronti di Cuba.

    Quindi, i suddetti elementi devono essere presi in considerazione.

    Sebbene è vero che ci sono stati più di 40 anni di blocco, di aggressioni, l’invasione armata; è vero che hanno incoraggiato l’emigrazione illegale come strumento contro Cuba; è vero che c’è stata una politica seguita da 10 amministrazioni statunitensi che Cuba ha dovuto affrontare e superare. Ma con l’arrivo dell’amministrazione presieduta da Bush, negli Stati Uniti c’è stato un balzo nell’ostilità contro Cuba.

    La presenza in posti chiavi del governo degli Stati Uniti di più di una ventina di cubani provenienti dai gruppi estremisti di Miami, la decisione di consegnare la principale responsabilità nel Dipartimento di Stato negli affari dell’America Latina, e quindi di Cuba, nelle mani del signore Otto Reich, hanno propiziato, insieme al compromesso e al debito di gratitudine che il presidente Bush aveva già nei confronti dei gruppi di Miami che l’avevano appoggiato nella campagna elettorale e avevano avuto un ruolo chiave nella sua elezione, che si scatenasse una nuova tappa di accresciuta ostilità contro Cuba.

    Devo dire chiaramente che noi non incolpiamo il popolo degli Stati Uniti di questa situazione. Noi alberghiamo sentimenti di amicizia e di rispetto verso il popolo degli Stati Uniti, e ne abbiamo dato prove.

    Noi non incolpiamo la maggioranza dei cubani che risiedono negli Stati Uniti, che noi non denominiamo "la mafia" ma comunità di cubani residenti lì, il cui diritto ad avere dei rapporti con le loro famiglie, a visitare Cuba noi rispettiamo e difendiamo. Noi non incolpiamo loro. Noi non incolpiamo gli ampi settori della società nordamericana, degli intellettuali, degli imprenditori, che capiscono la necessità di un cambiamento nella politica verso Cuba, che appoggiano la normalizzazione dei rapporti. Noi attribuiamo la colpa di ciò ai gruppi estremisti di Miami, che sono una minoranza, e ai settori che all’interno dell’Amministrazione sono impegnati in una politica di ostilità contro Cuba.

    Non incolpiamo nemmeno la maggioranza della Camera e del Senato che hanno dato prove negli ultimi anni della volontà, della decisione, dell’aspirazione di normalizzare i rapporti tra i due paesi, di favorire il commercio, la vendita di medicine, i viaggi dei cittadini statunitensi a Cuba, e che siano eliminati gli anacronistici divieti che oggi impediscono loro di viaggiare a Cuba.

    E’ questa la via che secondo le inchieste, i dati, le pubblicazioni statunitensi vuole la maggioranza della società nordamericana? No. E’ stata seguita un’altra via contro Cuba, una via che ha implicato un rafforzamento delle misure del blocco –dopo vedremo alcune delle recenti misure di inasprimento--; una via di maggiore stimolo, più grande che mai prima, all’emigrazione illegale, di maggiore tolleranza.

    Devo dire soltanto che negli ultimi sette mesi ci sono stati sette sequestri di aerei e di imbarcazioni cubane, propiziati dalla tolleranza delle autorità statunitensi, dall’applicazione indiscriminata della Legge di Aggiustamento cubano, della pratica consuetudinaria di accogliere gente che realizza atti terroristi, che fa uso della violenza e delle armi per arrivare negli stati Uniti, il che dev’essere punito secondo i Trattati internazionali di cui sono parte gli Stati Uniti.; e i sequestratori terroristi di quattro dei casi continuano in libertà e non ci sono notizie che abbiano iniziato nessun processo penale con loro. Mi riferisco ai primi quattro dei suddetti sette casi, da agosto dell’anno scorso fino ad oggi.

    In quattro dei casi i sequestratori che hanno commesso atti di terrorismo sono liberi in giro per le strade, a Miami vive in libertà gente che ha assassinato persone per dirottare aerei e imbarcazioni verso gli Stati Uniti. C’è stato un inasprimento in questo senso a cui mi riferirò dopo.

    Con più forza che mai si finanziano oltre 1200 ore settimanali di trasmissione radio contro Cuba. E’ stato indicato alla Sezione di Interessi degli Stati Uniti all’Avana (SINA) di convertirsi praticamente nello stato maggiore e quartiere generale della sovversione interna a Cuba, con un Capo della suddetta Sezione con un profilo mai visto durante il quarto di secolo di funzionamento della SINA, in aperta violazione delle leggi che regolano il comportamento diplomatico, di aperta intromissione negli affari interni di Cuba, con un tono e una condotta che non sono, assolutamente, quelli di un diplomatico.

    L’uso della valigia diplomatica della SINA si è moltiplicato per finanziare e fornire mezzi necessari ai gruppi creati e pagati dal governo degli Stati Uniti affinché svolgano il lavoro controrivoluzionario a Cuba. Si è resa più difficile la situazione, ha aumentato il lavoro sovversivo, la violazione delle leggi cubana in franca sfida all’istituzionalità legale di Cuba, a cui ogni rappresentanza diplomatica deve rispettare durante lo svolgimento del proprio lavoro nel nostro paese.

    Per dare un esempio di come si prevedeva il lavoro del Capo della SINA, signor James Cason, a Cuba, vi mostrerò adesso un frammento delle dichiarazioni che ha fatto alla televisione di Miami nel mese di dicembre, per sentire dalle sue stesse parole ciò di cui stiamo parlando.

    Giornalista.- …nuovo carico, come Capo della SINA, quindi lei ha già viaggiato, si è incontrato con il cubano semplice, quello che gira a piedi, con i dissidenti a Cuba. Si è incontrato anche con i leaders delle organizzazioni anticastriste dell’esilio?

    James Cason.- Sì, due o tre volte. Ogni volta che viaggio a Miami mi voglio incontrare e infatti mi incontro con tutti i gruppi: la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, il Consiglio per la Libertà di Cuba, gruppi indipendenti e tutti i gruppi che sono qui, perché io voglio spiegare loro ciò che ho visto a Cuba, quanto sta avvenendo e voglio anche ascoltare i loro punti di vista su ciò che stiamo facendo, per sapere se c’è qualcosa che dobbiamo fare e non stiamo facendo. La nostra è una conversazione molto gentile e uno dei miei messaggi è che l’importante è che a Cuba esiste un’opposizione, sono isolati, perseguitati, ma insistono e hanno molto coraggio; l’importante è che loro si incontrino, si uniscano e centrino la loro attenzione sull’essenziale, sui diritti che non hanno e sulle libertà che dovrebbero avere.

    Non devono focalizzare l’attenzione su dei personalismi, sulle differenze ideologiche; l’importante è che l’opposizione deve guadagnare spazio, perché verrà il giorno in cui ci sarà una transizione. Adesso c’è una transizione ma un giorno ci sarà una nuova Cuba, e loro devono partecipare alla formazione e decisione del futuro di Cuba. Devono quindi guadagnarsi il proprio spazio, cominciare a discutere cosa bisogna fare in modo diverso per cambiare Cuba; quindi, devono centrare la loro attenzione sull’importante e non su cose superflue.

    Giornalista.- Lei ha avuto incontri con i dissidenti –non so se vuole parlare su questo tipo di dettagli--, ma dove secondo Lei i dissidenti non seguono il cammino corretto? Che messaggio ha per i dissidenti, prima di chiederle, se mi permette, un messaggio per i gruppi anticastristi di Miami. Che messaggio ha lei per i dissidenti a Cuba, cosa le piacerebbe dirgli secondo quello che ha visto?

    James Cason.- In primo luogo, il futuro di Cuba…, noi statunitensi non determineremo il futuro di Cuba, saranno i cubani che sono dentro e fuori Cuba a farlo. Dal mio punto di vista loro devono centrare l’attenzione sull’essenziale, quali sono i fattori importanti? Non dividersi, riunirsi e cercare di raggiungere un accordo di 10 punti, ad esempio, su cui siano tutti d’accordo, e di non parlare di quelle cose su cui non sono d’accordo; perché nella democrazia, tutti hanno diversi criteri, realizzano azioni, ma l’importante è che quello è una dittatura militare dove, se la gente non si riunisce, non ci saranno molte possibilità di progredire. Allora concentratevi sull’essenziale e trovate punti di coincidenza, non di differenze.

    Giornalista.- Continuando il tema dei dissidenti. Una delle sue priorità `aiutare i dissidenti a Cuba. Come intende lei aiutare all’opposizione castrista?

    James Cason.- Come ho detto prima offrendo informazione, appoggio morale, spirituale, che non sono soli, che il mondo sa quanto sta avvenendo all’interno di Cuba. Una manifestazione di ciò è il fatto che molti leader come Osvaldo Payá, Vladimiro Roca, Marta Beatriz Roque, hanno ricevuto premi di diritti umani europei e di altre parti del mondo, allora il mondo conosce ciò che succede a Cuba, e noi siamo là per raccontare loro questa realtà e aiutarli in tutto il possibile.

    Non è vero, come dice Castro, che stiamo finanziando l’opposizione; l’opposizione resiste per il fatto che il sistema è fallito e noi siamo là per offrire loro l’appoggio del popolo americano e del resto del mondo democratico in quanto stanno facendo, cioè reclamando i diritti basici umani che Cuba ha sottoscritto nella Dichiarazione dei Diritti Umani, nelle dichiarazioni universali e che non ha adempito in tutti questi anni.

    Felipe Pérez.- Questo è il signore Cason in dicembre, il suo compito è quello di unire i gruppi e aiutarli a creare un programma di 10 punti.

    Il signor Cason, come si vede, viene a Cuba con il compito di creare un partito unico "dei dissidenti" a Cuba, quindi, non so perché gli dispiace tanto che i rivoluzionari cubani abbiano un partito unico per difendere la Rivoluzione, infatti è proprio ciò che lui ha cercato di propiziare con i cosiddetti "dissidenti".

    Il suo lavoro vuole eliminare le differenze interne tra i gruppi dissidenti, gli scontri interni per motivi di protagonismo o di soldi, e cercare di creare un gruppo unito, con i soldi.

    Mi sorprende che non parli dei premi conferiti negli Stati Uniti, perché proprio l’Istituto Repubblicano Internazionale, uno dei gruppi che ha ricevuto soldi dal governo degli Stati uniti, che ha ricevuto nientemeno che 1 674 462 dollari nel 2002, e per fare cosa? Per contribuire a creare le basi d’appoggio internazionale, per fornire loro aiuto materiale, morale e ideologica agli attivisti a Cuba, compresa la concessione di premi e riconoscimenti internazionali; e noi sappiamo come quest’istituzione e altre negli Stati Uniti hanno partecipato alla gestione per il conferimento di premi. Per questo hanno dato loro dei soldi, somme ogni anno maggiori, hanno organizzato i viaggi, i premi, le gite, perché abbiamo informazioni su tutto quanto.

    Ecco perché io sottolineo in vostra presenza l’idea che il signor Cason segna un momento di approfondimento della politica di sovversione contro Cuba, aperta, sfacciata.

    Lui dice: "Ogni volta che posso incontro la Fondazione Nazionale Cubano americana", coloro che hanno finanziato la catena di attentati terroristi contro gli alberghi a Cuba, che causarono la morte a un turista italiano e ferite a varie decine di turisti e di lavoratori cubani.

    "Incontro loro ogni volta che posso", con il Consiglio per la libertà di Cuba, che è la fazione paramilitare dell’antica Fondazione Cubano Americana; Martín Pérez, capo dell’apparato paramilitare della fondazione, organizzatore di molteplici piani di assassinii del Capo dello Stato cubano, il presidente Fidel Castro, in eventi internazionali; che parteciparono all’organizzazione e finanziamento del tentativo di porre 40 chilogrammi di esplosivo C-4 nel vertice iberoamericano di Panama per assassinare il Presidente di Cuba.

    "Incontro loro ogni volta che posso per dargli informazioni, per scambiare idee; incoraggio loro, dico loro che è vicino il momento in cui loro e i gruppi interni che noi appoggiamo, possano finalmente garantire il godimento dei diritti umani", a tutti quegli elementi, la maggioranza batistianos, legati alla repressione e all’assassinio di 20 mila cubani durante la dittatura di batista.

    Quindi, noi sappiamo molto bene cosa è venuto a fare qui il signor Cason, quali sono le indicazioni, quali sono le motivazioni e la sua filiazione. In conseguenza, noi abbiamo il dovere e il diritto di difendere l’indipendenza del nostro paese, usando la legalità stabilita nel nostro paese nell’ambito stretto del rispetto alle nostre leggi, alla nostra etica e al nostro senso della vita e delle convinzioni che ci spingono.

    Ciò è avvenuto in dicembre. Da allora cos’è successo? Il 27 febbraio 2003, il cubano Adolfo Franco, uno di quelli più di venti che occupano cariche nel governo, amministratore per l’America Latina e i Caraibi nell’USAID, agenzia di Aiuto all’estero statunitense, un’agenzia del governo degli Stati uniti, dichiara davanti a un subcomitato di Affari Esteri della Camera di rappresentanti, che l’USAID ha investito oltre 20 milioni di dollari –22 milioni di dollari--, dal 1997, per mettere in pratica la Legge Helms Burton a Cuba.

    Dichiara anche che come parte del compimento della legge sono stati inviati materiali, propaganda, sono stati consegnati oltre 7 mila radio prepararti per ascoltare "Radio Martí", altre azioni.

    La stessa USAID ha dichiarato che i 22 milioni sono una minima parte dei fondi destinati a Cuba, una minima parte! Perché la maggior parte dei fondi per la sovversione non si distribuisce attraverso l’USAID. La Legge Helms Burton ha un appendice, il n.109, che indica al governo distribuire mediante questa via i soldi, ma c’è anche il n.115 che favorisce la distribuzione dei soldi per vie segrete, dei servizi speciali. La stessa USAID ha detto che quelli che distribuisce sono una minima parte, e sono stati 22 milioni dal 1997, secondo quanto ha dichiarato il suddetto funzionario.

    Il 28 febbraio i Cinque Eroi cubani, ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti quando aiutavano a combattere il terrorismo, sono inviati ancora a celle di rigore, da dove non usciranno fino al 2 aprile.

    Il 24 marzo l’Ufficio di Controllo di Attivi Stranieri –l’ufficio del governo statunitense che sorveglia l’applicazione del blocco--, emette nuove risoluzioni che rafforzano ancora il blocco: vengono limitati molto di più i viaggi dei nordamericani a Cuba; il piccolo numero di licenze che erano state concesse perché alcuni studenti, intellettuali e altri, venissero a Cuba, sono ristrette praticamente fino all’eliminazione; si eliminano gli scambi nel settore dell’istruzione; viene limitata in modo arbitrario non soltanto la possibilità che vengano qui gli statunitensi ma anche che i cubani vadano à; praticamente si negano d’ufficio i visti a giovani, a studenti, a intellettuali, ad atleti e a scienziati cubani per partecipare a eventi cui sono stati invitati negli Stati uniti; aumentano invece le facilità per i viaggi d’approvvigionamento dei gruppi impegnati nella sovversione interna; si proibisce agli statunitensi di partecipare a Cuba a seminari e conferenze organizzate da istituzioni cubane. Vale a dire, il 24 febbraio si produce un nuovo inasprimento del blocco che porta alla schizofrenia le misure relative al medesimo.

    Il 26 marzo il sottosegretario di Stato, signor Colin Powell, compare davanti al Subcomitato di Assegnazioni del Senato e annuncia che il budget che presenta comprende 26 900 000 dollari per le trasmissioni contro Cuba della Radio e la Televisione "Martí", a cui si aggiungono i ventidue milioni già spiegati e che costituisce una violazione della legalità internazionale, delle regolamentazioni dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni; che è stato riconosciuto un finanziamento a una emittente che viola il nostro spazio radioelettronico con oltre 1200 ore settimanali di trasmissioni verso Cuba, incoraggiando la sovversione interna, i piani di sabotaggio, la diserzione, l’emigrazione illegale, perché proprio questo è il compito di queste emittenti che diffondono menzogne contro Cuba.

    Il 31 marzo il Dipartimento di Stato pubblica il rapporto sui Diritti Umani nel mondo, che, come si sa, parla di tutti meno degli Stati Uniti, e dedica pagine di infamie e menzogne che servono da base per la posteriore presentazione della Risoluzione contro Cuba nella Commissione dei Diritti Umani a Ginevra, che gli Stati Uniti patrocinano e organizzano.

    Quest’anno la suddetta Risoluzione sarà votata il 16 aprile; gli Stati Uniti, di fronte alla propria incapacità e mancanza d’autorità per presentarla, specialmente dopo che sono stati separati per un anno dalla Commissione dei Diritti Umani poiché la comunità internazionale non compie i requisiti per essere membro della commissione, e dopo il suo rientro, favorito dal ritiro della Spagna e dell’Italia per far sì che gli Stati Uniti potessero essere scelti senza votazione –infatti hanno messo come condizione che non ci fosse votazione perché avevano paura di perderla; la votazione è segreta e loro temono le votazioni segrete, mentre invece noi le vogliamo--, non hanno voluto presentarla, perché hanno paura.

    Non hanno voluto presentarla neanche altri paesi che prima avevano prestato loro questo servizio. Gli Stati Uniti quest’anno sono riusciti a far sì che il governo dell’Uruguay, che ha presentato la risoluzione l’anno scorso, fosse accompagnato dal governo peruviano e da quello di Costa Rica. Il testo è praticamente innocuo, non dice quasi nulla, ma compie l’obiettivo statunitense di garantire che il tema si mantenga nella Commissione dei Diritti Umani per poter giustificare con la condanna di Cuba a Ginevra il mantenimento del blocco contro essa.

    Il 2 aprile, il segretario di Stato assistente per gli Affari dell’emisfero Occidentale, Curtis Struble, ha segnalato che l’Agenzia per l’Aiuto all’Estero nordamericana investirà sette milioni di dollari a Cuba quest’anno dei fondi per l’appoggio economico". Guardate come corrono i soldi verso Cuba. Abbiamo visto qui il signor Cason dire che gli Stati Uniti non finanziano. Penso che il signor Cason non legge i verbali del Congresso, non viene informato delle dichiarazioni dei suoi capi, perché il Segretario di Stato assistente dice che quest’anno hanno destinato sette milioni a Cuba. L’amministratore per l’America Latina dice che solo l’USAID ha destinato 22 milioni. Il signor Cason non ne vuole sapere ma, comunque, poi vi racconterò come arrivano i sodi e come vi partecipa il governo, e presenterò gli assegni e fatture ottenute.

    Il 6 aprile, il giornale Sun Sentinel della Florida, racconta in un articolo come l’organizzazione controrivoluzionaria Comando F-4, un gruppo violento, terrorista, collegato a piani di sabotaggio, a incursioni armate a Cuba, si addestra con armi pesanti –non dice con pistole e coltelli--, per realizzare azioni armate contro Cuba e per una possibile invasione armata contro questo paese.

    Sun Sentinel definisce l’organizzazione terrorista come paramilitare ed espone le dichiarazioni del capo di quest’organizzazione, che in modo aperto dichiara l’intenzione di eliminare mediante la forza militare e i metodi il Presidente cubano. Si allenano in un accampamento situato al sud della Florida, e si sentono appoggiati in questa nuova escalation di azioni terroriste e violente contro Cuba.

    Ecco cosa è successo da quando il governo statunitense, soprattutto negli ultimi mesi, ha deciso di aumentare l’escalation aggressiva contro il nostro paese.

    Dunque, cosa ha fatto Cuba in questo periodo, che abbiamo fato noi, consapevoli che la maggioranza del popolo nordamericano non ha un atteggiamento ostile nei confronti di Cuba; consapevoli che c’è una crescente corrente negli Stati Uniti di amicizia e di simpatia verso Cuba; convinto che la stragrande maggioranza del popolo statunitense ha appoggiato il ritorno el bambino cubano che si è voluto sequestrare nella Florida; animati, inoltre, da un genuino sentimento di rispetto, di amicizia verso il popolo degli Stati Uniti?

    Noi, dopo l’atto terrorista dell’11 settembre, che Cuba ha condannato esprimendo le condoglianze al popolo statunitense, rifiutando il terrorismo come pratica, offrendo il nostro spazio aereo, i nostri aeroporti, offrendo assistenza medica, istituzioni cubane per offrire attenzione alle vittime dell’attentato; dopo aver offerto, inoltre, medicamenti per lottare contro l’antrax negli Stati Uniti --abbiamo offerto al governo degli Stati Uniti di produrre 100 milioni di pastiche, senza guadagnarci niente--, senza ricevere praticamente risposta; dopo avere espresso la nostra disponibilità a fornire equipaggiamento medico fabbricato nel paese, l’equipaggiamento scientifico che permetteva in un momento di reale terrore negli Stati Uniti contribuire alle ricerche per affrontare l’antrax; il 29 novembre del 2001 abbiamo consegnato una nota al Capo dell’Ufficio di Interessi nordamericano all’Avana, presentando ufficialmente i progetti di accordi per collaborare, entrambi i paesi, in materia di lotta contro il narcotraffico, di lotta contro il terrorismo e di collaborazione per eliminare il contrabbando di persone, l’emigrazione illegale, che abbiamo presentato in occasioni precedenti e che abbiamo ribadito dopo, ricevendo un risposta negativa.

    Perché il governo degli Stati Uniti non è interessato nella collaborazione con Cuba in materia di lotta contro l’emigrazione illegale, i sequestri di aerei e di imbarcazioni, il traffico di persone o nella lotta contro il terrorismo? Perché non sono interessati? Sono temi che interessano la società statunitense.

    Il 20 dicembre del 2001 abbiamo approvato la nostra Legge contro atti di terrorismo, nella quale abbiamo stabilito pene per coloro che utilizzino il territorio cubano anche per organizzare o finanziare atti diretti contro altri paesi, compresi gli Stati Uniti. Quando si scatenano le notizie relative al virus del Nilo, abbiamo offerto al governo degli Stati Uniti di collaborare nella ricerca scientifica. Nel frattempo cosa accadeva là? Si accusava Cuba falsamente e ingiustamente di essere un paese che aveva un programma per sviluppare armi biologiche e chimiche, accusa che abbiamo dovuto smentire allora; con quelle accuse si è voluto boicottare la visita del presidente Carter a Cuba.

    Tuttavia, abbiamo mantenuto la nostra lotta contro il terrorismo, abbiamo condannato dei trafficanti di droghe a severe pene, abbiamo combattuto affinché la droga non passi da Cuba, affinché non venga utilizzato il territorio cubano per trasportare droghe negli Stati Uniti.

    Il popolo statunitense deve avere ricevuto ampie mostre del sentimento di rispetto di Cuba nei suoi confronti, accertato dalle centinaia di agricoltori statunitensi che sono venuti a Cuba, che hanno difeso il loro diritto; proprio quando difendevano il loro diritto ci sono stati gli acquisti da parte nostra di più di un milione di tonnellate di alimenti negli Stati Uniti, circa 250 milioni di dollari, il che risulta interessante per gli agricoltori statunitensi.

    Cioè, mentre avviene tutto ciò e Cuba da prove della sua buona volontà con azioni concrete, il governo degli Stati Uniti porta avanti questa politica di ostilità e di provocazioni contro Cuba.

    Adesso devo fare una breve cronologia dei giorni precedenti ai processi penali, che dopo spiegheremo.

    Il 24 febbraio dell’anno in corso, il Capo della SINA, il signor Cason, in un atto organizzato da lui stesso, con un gruppo di questi mercenari che, finanziati e organizzati dal governo degli Stati Uniti, collaborano con la potenza che aggredisce il proprio paese; in questa riunione il signor Cason ha fatto delle insolite dichiarazioni, parole mai pronunciate da nessun diplomatico da nessuna parte al mondo, offensive, violatorie delle norme elementari di condotta dei diplomatici, di intromissione, provocatorie, contro il governo e il popolo di Cuba.

    Il 6 marzo, il Presidente del Consiglio dello Stato di Cuba, il Comandante Fidel Castro Ruz, in un discorso pronunciato all’Assemblea Nazionale ha dato la meritata risposta a tali provocazioni, ha definito queste parole come "una provocazione svergognata e sfidante" e ha suggerito che forse i numerosi funzionari dei servizi segreti statunitense che lavorano all SINA potrebbero spiegare al signore Cason che Cuba poteva prescindere tranquillamente della SINA: un avvertimento, un chiaro messaggio affinché smetta di fare le sue provocazioni, perché corregga il suo comportamento, che, infatti, diventa intollerabile per le autorità e l’opinione pubblica a Cuba.

    Il 7 marzo il Dipartimento di Stato conferma che da nove giorni sono nelle celle di rigore i cinque cubani prigionieri politici nei carceri nordamericani.

    Il 10 marzo abbiamo consegnato al signor Cason una nota diplomatica, la nota 365, in cui rispondiamo alle dichiarazioni fatte il 24 febbraio e gli suggeriamo ancora una volta di smettere con questo suo comportamento francamente provocatore, di intromissione; gli comunichiamo anche le decisioni adottate nei confronti delle sue azioni sovversive e violatorie delle leggi cubane nel nostro Paese. Era quello che sembrava essere il nostro ultimo avvertimento, il nostro ultimo sforzo persuasivo sul comportamento irresponsabile e apertamente provocatore del signor Cason.

    Il 12 marzo, due giorni dopo la nostra nota, in apparenza come una risposta al nostro appello, alla nostra nota diplomatica, il signor Cason organizza una nuova riunione cospirativa a casa sua, instaurando un nuovo record; ormai ha messo a disposizione non solo gli uffici ma anche la propria casa.

    Il 14 marzo, due giorni dopo, viene organizzata un’altra riunione –è evidente il desiderio sfrenato e la decisione di avere uno scontro con le autorità cubane -; la riunione comincia alle ore 10 e finisce alle ore 15.

    Siamo stati pazienti. Racconto questa storia per provare che siamo stati pazienti, che siamo stati tolleranti; ma la decisione del signor Cason di trasformare la SINA e la propria residenza praticamente nel quartiere generale della sovversione contro Cuba, il che contiene un messaggio implicito per tutti questi mercenari: quello di far credere che possono contare sull’impunità, che sono protetti da un alleato potente che gli stimola, gli finanzia, gli organizza, gli guida, e creata questa situazione, il signor Cason, applicando al massimo la politica aggressiva del suo governo contro Cuba, ci ha costretto ad applicare le nostre leggi, e bisogna intendere tali processi giudiziari come l’azione di Cuba quando non ha avuto altra alternativa davanti alle azioni di confronto e alle provocazioni che il governo degli Stati Uniti ha scelto per il suo rapporto con Cuba e dove ha avuto il ruolo di protagonista il Responsabile del suo Ufficio diplomatico all’Avana.

    Ormai non si giustifica la nostra pazienza; ormai non si giustifica la nostra tolleranza, le cose erano già arrivate a un punto insostenibile per il nostro paese, che vive sotto l’aggressione, sotto l’incalzamento, sotto il blocco e che dispone di leggi per difendersi, facendo uso sovrano della sua legislazione per proteggere la propria sovranità e punire coloro che collaborano con la potenza che cerca di sovvertire l’ordine nel paese e che cerca di schiacciare e togliere ai cubani il diritto a godere dell’indipendenza e della libera determinazione del suo popolo.

    Il signor Cason ha esaurito la nostra pazienza con la sua azione irresponsabile. E’ il principale responsabile di quanto accaduto.

    Quindi, dopo tutto questo, il 18 marzo viene deciso di arrestare un gruppo dei mercenari che avevano partecipato alle riunioni con lui i giorni 24 dicembre, 12 marzo e 14 marzo. Quel giorno sono stati arrestati 32 mercenari.

    Il giorno successivo, il 19 marzo, sono stati arrestati altri 33 mercenari che avevano partecipato agli incontri, ricevevano denaro e davano informazione falsa affinché si potesse applicare la Legge Helms-Burton e mantenere il blocco; che hanno contribuito alla politica degli Stati Uniti di condannare Cuba a Ginevra per legalizzare il blocco, per dare credibilità al blocco che la comunità internazionale respinge.

    La sera dello stesso giorno 19 viene sequestrato l’aereo DC – 3, risultato di anni di tolleranza, di stimolo ai sequestri di aerei, di ricevere là, come eroi, coloro che commettevano delitti violenti per emigrare illegalmente verso gli Stai Uniti.

    E voglio sottolineare questo perché quando dico che gli arresti sono avvenuti il 18 e il 19 marzo, lascio chiaro che questa decisione è stata presa e questi arresti hanno avuto luogo prima della guerra nell’Iraq e prima dei sequestri dei due aerei e della barca; la decisione è stata adottata in precedenza e gli arresti si sono operati come conseguenza della situazione insostenibile creatasi a partire dalle provocazioni e dall’azione irresponsabile del signor Cason.

    Una volta sequestrato l’aereo DC-3, arrivati negli Stati Uniti coloro che l’avevano sequestrato, confiscato l’aereo, soffiata la notizia alla stampa secondo cui si disponevano a concedere la libertà condizionale a coloro che l’avevano sequestrato – che finalmente sembra non accadrà, ma che comunque è stata soffiata alla stampa, e "il fiume non ingrossa d’acqua chiara" -, tutto questo ha generato nuovi stimoli, come abbiamo avvertito, e di nuovo, il 31 marzo, ha luogo il sequestro del AN –24; il 2 aprile ha luogo il sequestro del traghetto. Curiosamente, nel sequestro del traghetto si è evidenziato un cambiamento nel comportamento delle autorità nordamericane, perché in virtù degli accordi migratori loro intercettavano nel mare le imbarcazioni che cercavano di arrivare negli Stati Uniti, fermavano le imbarcazioni e avevano l’obbligo di rimpatriare a Cuba coloro che cercavano di arrivare negli USA illegalmente. Non facevano ritornare tutti, tra il 10% e il 12% degli intercettati erano portati finalmente negli Stati Uniti, con qualunque pretesto; ma circa il 90% erano rimpatriati.

    Nel caso del traghetto hanno detto di no, che non erano disposti ad agire in questo caso come l’avevano fatto altre volte, e noi abbiamo agito e risolto il problema.

    Cioè c’è stata una catena di sequestri di aerei, tentativo di utilizzare l’emigrazione illegale per destabilizzare il Paese, per creare a Cuba una situazione realmente complessa, e allora il 3 aprile cominciano i processi.

    Adesso che ho affrontato il tema dell’emigrazione, voglio aggiungere un dato che mi sembra importante per quello che dirò ulteriormente. Voglio dire che consideriamo che l’aumento dei sequestri –ho già detto che ci sono stati sette sequestri in sette mesi– utilizzando armi di fuoco, armi bianche, violenza contro i passeggeri, granate, che la nostra opinione su tali sequestri e sui continui piani di sequestri, di emigrazione illegale verso gli Stati Uniti è la seguente: ciò è il risultato di un piano cosciente per stimolare le uscite illegali da Cuba, per stimolare la commissione di atti di terrorismo nelle navi cubane e negli aerei che volano verso e da Cuba; per stimolare il sequestro di imbarcazioni, il sequestro di aerei cubani, per creare le condizioni che consentano di ignorare l’accordo migratorio.

    Crediamo che si tratta di un piano cosciente il cui obiettivo finale è quello di far saltare gli accordi migratori che hanno funzionato fra entrambi i paesi per quasi tutto un decennio e realizzare il grande sogno dei gruppi estremisti di origine cubana, della mafia terrorista di origine cubana che abita nella Florida, e che è stata sempre contraria a tali accordi per il quale esercitano continuamente pressione sul governo degli Stati Uniti affinché rompa tali accordi.

    Sarebbe utile adesso glossare brevemente il testo e gli accordi. Ecco un Comunicato congiunto datato 9 settembre 1994, firmato da entrambi i governi, e cito "agli emigranti riscattati nel mare e che cerchino di entrare negli Stati Uniti non gli sarà permesso di entrare negli Stati Uniti"; che "entrambi i paesi si impegnano a collaborare per avviare azioni opportune ed effettive allo scopo di impedire il trasporto illecito di persone con destinazione Stati Uniti" – questo è firmato -; cito " che ambedue i governi adotteranno misure effettive per opporsi e impedire l’uso della violenza da parte di qualunque persona che cerchi di arrivare o che arrivi negli Stati Uniti da Cuba, mediante il dirottamento forzato di aerei e imbarcazioni" –ecco l’impegno firmato dal governo degli Stati Uniti -; cito "gli Stati Uniti assicurano che l’emigrazione legale verso gli Stati Uniti da Cuba sarà di un minimo di 20 000 cubani all’anno."

    Mi fermo qui nel grafico presentato; il governo degli Stati Uniti assume l’impegno di concedere un minimo di 20 000 visti annui ai cubani, senza prendere in considerazione i parenti diretti di cittadini nordamericani, un minimo di 20 000.

    Questo grafico presenta il comportamento, dopo cinque mesi del nono anno dell’accordo. Si considera come data d’inizio di ogni anno dell’accordo il 1º ottobre.

    Tra il 1º ottobre e il 28 febbraio –durante i primi cinque mesi dell’accordo dell’anno in corso, durante il quale gli Stati Uniti devono concedere almeno 20 000 visti, dopo cinque mesi, ha conferito 505 visti; l’anno scorso sono stati conferiti 7 327; nel 2001 oltre 8 300; nel 2000, 10 860; nel 1999, a quest’epoca negli anni precedenti avevano già ricevuto il visto ed emigravano verso gli Stati Uniti, dopo cinque mesi, circa 11 600 cubani.

    Cosa significa questa riduzione subita dei visti in franca violazione dell’Accordo Migratorio? Perché il governo degli Stati Uniti non rispetta l’impegno? Perché dopo cinque mesi non ci sono nemmeno 10 000 cubani con visti e ha concesso appena il 2,5% dei visti convenuti?

    L’anno scorso c’è stata una violazione, nel 2002 non hanno concesso i 20 000 visti. Ci sono stati circa 2000 visti non concessi, ne hanno concesso circa 18 000, ciò era già un mancato adempimento nell’anno scorso, che concluse il 30 settembre.

    Dal 1º ottobre in poi, guardate la curva (mostra il grafico) –Ci troviamo davanti a un piano ideato affinché disperino coloro che vogliono emigrare, e non abbiano altra scelta di quella dell’emigrazione illegale. Perché non si rispetta l’accordo? Perché l’Ufficio di Interessi, con l’amplissimo apparato consolare di cui dispone all’Avana, con tutte le facilità, ha concesso appena 505 visti? In marzo la situazione è la stessa, dopo sei mesi.

    Quindi, se si mantiene il ritmo attuale, ci sarà una flagrante violazione dell’Accordo Migratorio, che obbliga il governo degli Stati Uniti a concedere almeno 20 000 visti, e si constata l’esecuzione di un piano premeditato per stimolare l’emigrazione illegale, per non lasciare altra scelta a coloro che vogliono emigrare da Cuba –e che noi vogliamo che lo facciano legalmente e ordinatamente–, che il sequestro di navi, il sequestro di aerei.

    Ci sono persone interessate a far saltare gli accordi migratori. C’è una lista di persone che conosciamo bene, che vorrebbero che non ci fossero accordi migratori, che vorrebbero un confronto fra Cuba e gli Stati Uniti, che reclamano dal governo degli Stati Uniti l’aggressione contro Cuba.

    Quindi, credo sia utile avvertire di questo nuovo scenario di provocazione e di confronto.

    Il 2 maggio 1995 entrambi i governi hanno emesso una Dichiarazione Congiunta, che si allega al comunicato precedente, cito:

    "A partire da questo momento, gli emigranti cubani che siano intercettati in alta mare dagli Stati Uniti saranno ritornati a Cuba.

    "Ambedue le parti ratificano il loro impegno congiunto di adottare le misure per impedire le uscite pericolose da Cuba, che possano significare un rischio per la vita umana, e di opporsi agli atti di violenza associati all’emigrazione illegale."

    Tale accordo è in vigore tra i nostri Paesi, e noi vediamo come si ignora pericolosamente l’Accordo Migratorio e viene concesso solo un minimo di visti per emigrare legalmente da Cuba.

    Voglio adesso riferirmi ai processi penali, visti tutti questi precedenti e spiegate le cause che hanno favorito le condizioni che ci hanno portato a questo punto.

    Si sono svolti 29 processi a Cuba, praticamente in tutte le provincie del Paese. Sono state accusate 75 persone, di cui 74 uomini, e i tribunali hanno imposto le relative condanne: da 6 a 28 anni di privazione di libertà. Per tale motivo è falso quello che dicono che ci sono state pene di morte; è falso che ci siano state condanne all’ergastolo, anche se sono previste nella legge, e devo dire che i comportamenti di alcuni di questi accusati meritavano condanne più dure di quelle ricevute, come si prevede anche in altre legislazioni del mondo.

    I processi penali sono stati istruiti con carattere sommario in virtù della Legge di 1977 n. 5, Legge di Procedura Penale. E in questo caso voglio fare una affermazione.

    Il processo sommario è un’istituzione che, certamente, non è stata creata a Cuba e ancora meno utilizzata soltanto a Cuba. Praticamente fa parte delle legislazioni di oltre 100 Paesi nel mondo, compresi gli Stati Uniti, ed è stato il governo coloniale spagnolo a portarla a Cuba. Il processo sommario a Cuba non nacque con la Rivoluzione, risale alla Legge Processuale Criminale di 1888, quindi, furono i colonizzatori spagnoli a portarla a Cuba. La Legge Processuale Criminale di 1888 è stata in vigore a Cuba, come legge di procedura, fino al 1973, momento in cui furono adottate nuove regolamentazioni che ereditavano molto dalla legge sopra citata, come l’attuale Codice di Commercio di Cuba che risale all’epoca coloniale. E il processo sommario è stato utilizzato dal governo militare interventore nordamericano dal 1900 fino al 1902. Quindi abbiamo ereditato questa istituzione che, inoltre, è di uso universale.

    Processo sommario, cosa significa: Potestà del Presidente del Tribunale Supremo di ridurre i termini dell’esecuzione del processo; ma, in nessun caso, limitare le garanzie. Quindi, respingo l’idea che un processo sommario è un processo senza garanzie. O che un processo sommario sia un’istituzione creata da Cuba.

    Nella pseudorepubblica, durante le tirannie sanguinarie di Machado e di Batista, che i governi degli Stati Uniti appoggiarono e finanziarono, ai quali diedero appoggio militare e politico, ci furono anche processi sommari ma questa non fu l’unica misura perché fecero ricorso anche a soluzioni più spedite come l’assassinio, la scomparsa e il crimine contro l’opposizione.

    In America Latina le dittature militari appoggiate dagli Stati Uniti, che hanno fatto scomparire e che hanno assassinato migliaia di persone, hanno utilizzato anche procedure più spedite come l’assassinio, la scomparsa, cosa che non si può imputare, in nessun caso, alla Rivoluzione cubana. Non si può né si potrà presentare il nome di una persona arrestata durante la notte, incappucciata, che non si sia più visto, e in America Latina rimangono ancora senza soluzione migliaia di casi di tali liste. Non si può imputare niente del genere a Cuba. Come non ci possono imputare nuove modalità della legislazione statunitense come i Tribunali Militari Segreti.

    Per tale motivo, ribadisco che abbiamo rispettato assolutamente il processo e le garanzie per tutti gli accusati, in virtù della legislazione cubana e in virtù dei principi generalmente riconosciuti e accettati nel mondo.

    Cito adesso i sei casi.

    Primo, tutti gli accusati erano a conoscenza dei capi di accusa e hanno avuto occasione di addurre anche prima della celebrazione dell’udienza tutto quanto hanno ritenuto opportuno. E’ falso ciò che dicono che gli accusati non erano al corrente delle accuse durante i processi; loro sono stati informati previamente e hanno avuto l’occasione, come ogni accusato a Cuba, di far conoscere la loro opinione e i loro elementi sull’accusa.

    Secondo, tutti gli accusati hanno esercitato il diritto di avere la rappresentanza legale, un avvocato della difesa che, secondo la legislazione cubana, può essere designato dall’accusato o ,se questi non lo facesse, d’ufficio dal tribunale.

    Voglio chiarire che hanno partecipato 54 avvocati della difesa nei 29 processi; alcuni degli avvocati difendevano più di un accusato.

    Vi hanno partecipato 54: 44 di essi designati dagli accusati e dai loro parenti. Rifiuto l’idea che qualcuno degli accusati non abbia avuto l’adeguata difesa nel processo, è falso. Mentono coloro che hanno detto questo. Dei 54 avvocati della difesa, 44, cioè l’80%, sono stati designati dagli accusati; 10 sono stati designati come avvocati d’ufficio dai tribunali.

    Terzo, tutti gli accusati hanno esercitato il diritto di essere ascoltati nel processo dai tribunali previamente costituiti. Non si è creato alcun tribunale speciale ad hoc per giudicare loro. Sono stati i tribunali provinciali, previamente stabiliti, in conformità della nostra Legge, e da giudici che erano stati nominati prima delle accuse, giudici che esistevano e lavoravano ai tribunali. Non si sono nominati neanche giudici d’urgenza né si sono costituiti tribunali specificamente per questo, ciò è falso.

    Per tale motivo, loro hanno esercitato il diritto ad essere ascoltati dai tribunali e dai giudici esistenti previamente in udienza, ognuno di essi; si è fatta un’udienza orale nella quale è intervenuto l’accusato, dove ha esercitato il proprio diritto d’intervenire di nuovo alla fine, dove ha risposto alle domande della difesa e del pubblico ministero, dove si sono presentati i testimoni, gli esperti: dove gli avvocati della difesa hanno interrogato i testimoni e gli esperti. Si è tenuta un’udienza perché la nostra legge non permette la decisione di un tribunale senza udienza previa, com’è il caso della legislazione nordamericana e quella di altri paesi, dove se l’accusato si dichiara colpevole o arriva a un accordo, si può emettere sentenza senza udienza previa. A Cuba l’udienza è obbligatoria, e c’è stata. Nessuno è stato giudicato unicamente sulla base degli atti, dei documenti, senza che sia stata ascoltata la sua opinione, le sue dichiarazioni, i suoi avvocati.

    L’udienza oltre a essere orale è pubblica. Rifiuto l’idea di processi segreti. Vi hanno partecipato circa 100 persone in ogni processo. Hanno partecipato circa 3 000 ai giudizi, soprattutto parenti, oltre ai testimoni, agli esperti –centinaia di testimoni, di periti--, e una media di 100 persone come pubblico ai singoli processi, circa 3 000 complessivamente ai 29 processi. Quindi, rifiuto l’idea degli accusati sottomessi a un processo in un luogo senza garanzie e senza nessuno presente, è falsa quella informazione.

    L’udienza oltre ad essere orale e pubblica.... E devo chiarire questo: è stato detto "I diplomatici stranieri accreditati all’Avana" –alcuni diplomatici stranieri manifestarono il loro interesse, devo dire che è stata una minoranza di paesi, i rappresentanti di un piccolo numero di paesi interessati, non so perché, a queste questioni in modo speciale– "non sono stati presenti nei processi", si è detto questo a modo di esempio di mancata garanzia.

    Chi ha detto che un diplomatico straniero dev’essere presente in un processo dove no è giudicato un nazionale del suo Paese? Se ci sarebbe stato un nazionale del suo Paese non ci sarebbe fatto il processo senza la presenza del rappresentante diplomatico. Così avverrebbe a Cuba qualora dovessimo giudicare nel nostro Paese stranieri che hanno commesso delitti a Cuba, traffico di droga, delitti di terrorismo e altri delitti, in questi casi c’è sempre l’accesso e la presenza del rappresentante diplomatica e consolare del Paese di provenienza dell’accusato.

    Perché dovrebbe un diplomatico straniero essere presente in un processo dove sono giudicati dei cubani, da un tribunale cubano, con pm cubani, avvocati della difesa cubani e parenti cubani? Quale lavoro di supervisione dovrebbe fare? Colui che voglia informazione può recarsi al Ministero degli Affari esteri e saremo noi a decidere quale informazione fornire. Noi non dobbiamo concedere un diritto speciale che non riceviamo. I tribunali hanno competenza per decidere chi viene e chi non viene.

    Voglio chiarire che non abbiamo violato alcuna prerogativa dei diplomatici stranieri all’Avana; i diplomatici stranieri non hanno niente da fare in un processo dove non si giudica un nazionale del suo Paese.

    I relativi tribunali hanno deciso di non permettere l’accesso alla stampa, è una loro prerogativa che noi rispettiamo; hanno deciso, per motivi di sicurezza e di organizzazione, nonché per evitare qualunque incidente, limitare anche l’accesso a centinaia di migliaia di rivoluzionari che, indignati dall’atteggiamento antipatriotico e mercenario di questi soggetti, avrebbero voluto essere presenti nei processi e neanche loro sono stati ammessi. I processi si sono svolti con tutte le garanzie per l’integrità fisica e morale degli accusati e con il dovuto ordine e rispetto verso i loro parenti e tutti i partecipanti.

    Insisto che sono state udienze orali, pubbliche e contraddittorie, principio del diritto stabilito nell’azione della difesa, l’opinione in contrario. Quindi, rifiuto l’idea di un processo dove non ci sono state garanzie.

    Quarto, tutti gli accusati e la difesa hanno esercitato il diritto di apportare le prove opportune in loro favore, oltre a quelle presentate dall’istruzione di polizia, dalla Procura; hanno presentato i loro testimoni, gli avvocati della difesa hanno presentato 28 testimoni che non erano stati presentati previamente dalla procura, di cui 22, la maggior parte, sono stati autorizzati subito dai tribunali.

    Tutti gli avvocati della difesa hanno potuto accedere previamente al dossier dell’accusa. Non è come nel caso degli avvocati della difesa dei cinque cubani ingiustamente condannati a Miami, che ancora oggi non hanno potuto accedere all’80% della documentazione presentata dalla procura, perché il governo degli Stati Uniti l’ha dichiarata segreta. Questo non è capitato nel nostro caso.

    Non è nemmeno successo che gli accusati non conoscano i propri capi di accusa per preparare i loro attestati, com’è stato il caso dei cinque cubani a Miami.

    A Cuba, nessuna di queste persone è stata confinata in solitario in celle di rigore, per impedire che si preparino per il processo.

    Quinto, tutti hanno il diritto, e così glielo abbiamo notificato nel processo, di presentare ricorso contro le condanne in un tribunale gerarchicamente superiore a quello che ha emesso la condanna, in questo caso in cassazione davanti al Tribunale Supremo, è un diritto di cui dispongono e che la legislazione cubana rispetta scrupolosamente.

    E sesto –ho detto che avrei citato sei argomenti -, c’è stato il più trasparente e scrupoloso rispetto della sicurezza fisica, l’integrità fisica e morale di ognuno degli accusati in tutte le tappe del processo, non c’è il minimo sospetto, non ci si può imputare l’uso della coercizione o della pressione o della minaccia o del ricatto, perché abbiamo etica, perché crediamo ai valori e questo ci ha permesso di arrivare a questo punto, il nostro popolo lo sa.

    A riguardo voglio presentare l’opinione di uno degli accusati in un processo svoltosi ieri, a proposito della questione delle garanzie.

    (video)

    Presidente del tribunale.- Può dichiarare o astenersi di farlo, vuole dichiarare?

    Accusato: Sì, voglio dichiarare

    Presidente del tribunale: Liberamente?

    Accusato: Liberamente

    Presidente del tribunale: La ascoltiamo

    Accusato: Suggerirei che mi facessero domande, come a Miguel, che il tribunale mi ponga delle domande.

    Presidente del tribunale: E’ liberamente, desidera... Allora le riferisco lo stesso, che se c’è qualche domanda a cui non voglia rispondere lo faccia sapere ai membri del tribunale, è un suo diritto.

    Accusato: Voglio dire, davanti a questo tribunale, che sono stato trattato correttamente dalle autorità della Sicurezza dello Stato all’interno dell’organo d’istruzione, che mi hanno dato un trattamento giusto, che non siamo stati umiliati, che non siamo mai stati maltrattati.

    Dobbiamo dire che il trattamento dispensatoci dagli ufficiali, dalle autorità supreme di Villamarista e in genere da tutto il personale, sia i carcerieri che il personale di servizio, è stato ottimo nei nostri confronti o almeno nei miei confronti; lo dico perché non ho contatti con gli altri accusati. E voglio ringraziare il trattamento giusto, il fatto di ricevere un’assistenza medica accurata tre volte al giorno e ogni volta che c’è stato un problema di salute i medici si sono recati in cella, mi hanno assistito, e se la tensione era alta non è mancata la medicina nel momento preciso, se avevo mal di denti, un qualsiasi dolore non mi è mai mancata la medicina, l’organo d’istruzione è stato perennemente con noi.

    Hanno autorizzato la visita dei nostri parenti; per 15, 20, 25 minuti abbiamo potuto parlare con i nostri parenti, e ringraziamo loro di questo, almeno io li ringrazio, devo dirlo così; è vero che la visita dei nostri parenti è stata aperta, sebbene in presenza dell’istruttore, comunque c’è stata ed è stata aperta, cioè ci hanno lasciato parlare ampiamente; il contatto con i nostri avvocati è stato anche aperto, ci hanno dato tutto il tempo del mondo per parlare con loro.

    Voglio chiarire in questa sede che i rumori che potrebbero esistere rispetto al comportamento da parte delle autorità d’istruzione della polizia a Villamarista sono falsi, che non si può dire che lì si maltratta, si umilia e si reprime qualcuno.

    Felipe Pérez.- Devo fare alcuni chiarimenti. Devo aggiungere il dato seguente: Ci sono 37 accusati che ipoteticamente lavoravano come "giornalisti indipendenti". Abbiamo visto pubblicazioni che parlano del fatto che abbiamo arrestato i principali giornalisti cubani, che abbiamo arrestato l’intellettualità cubana. Questo non è vero, è una forma superficiale di affrontare questo tema che mi colpisce.

    Dei 37 accusati che per anni si sono proclamati "giornalisti indipendenti", mentre esercitavano il loro lavoro come agenti del governo degli Stati Uniti a Cuba, in realtà solo 4 erano laureati in giornalismo o sono stati giornalisti una volta, chiaro?, 4 su 37; e a Cuba non esiste il tecnico medio in giornalismo, chiaro?, né in nessun altro luogo al mondo. Sono 4 quelli che hanno studiato giornalismo in qualche università e hanno lavorato alcuna volta come giornalista, 4 su 37. Quattordici su 37 hanno compiuto studi universitari, compresi questi 4, chiaro? Perché vorrei il vostro aiuto per chiarire le idee a coloro che evidentemente hanno avuto una cattiva informazione, in nessun caso mala fede.

    Per favore, aiutateci a dire loro che a Cuba oltre ai 157 corrispondenti che lavorano per i mass media stranieri –alcuni cittadini di altri Paesi, altri cubani, 157 in totale, una parte importante dei quali è oggi in questa sede--, a Cuba lavorano come giornalisti laureati, con il diploma di Laurea rilasciato dalle nostre università dopo cinque anni di studi, molti con corsi di post-laurea in altre istituzioni e università del mondo, 2 175 giornalisti. Per favore, chiarite che i giornalisti siete voi e sono loro, i 2 175 giornalisti cubani che lavorano oggi in 548 mezzi di comunicazione cubani –cinquecentoquarantotto!; radio, televisione, stampa, dei quali 237 hanno versioni digitali. Ecco la stampa cubana; non i mercenari che pubblicano nel Miami Herald quello che i loro padroni gli orientano, come vedremo successivamente, perché abbiamo anche altre notizie per voi.

    Quindi, per favore, vediamo se si fa strada l’idea che c’erano 4 che studiarono una volta giornalismo su 37, e che sono 14 quelli che una volta misero piede in un’università; e che qui ci sono oltre 2 000 giornalisti cubani e 157 giornalisti stranieri laureati, che hanno esercitato il giornalismo, che hanno svolto un lavoro riconosciuto, che, per favore, non offendano il nostro gremio e voi, il cui lavoro apprezziamo e rispettiamo, perché fate un lavoro da professionisti e un lavoro d’informazione e perché avete un importante ruolo sociale che noi riconosciamo e appoggiamo. Ma chiamare giornalisti quei mercenari che partecipano alla cospirazione per sovvertire Cuba, è qualcosa che offende la nostra sensibilità.

    Devo dire, d’altra parte, che solo nell’ambito degli economisti e dei ragionieri ce ne sono a Cuba oltre 60 000. L’idea che i principali economisti cubani sono stati accusati, mi sembra che offende la nostra intelligenza. Ce ne sono oltre 60 000, nessuno era lì, chiaro?

    Ci sono più di 700 000 laureati a Cuba. Quando sento dire ad alcune personalità che il meglio dell’intellettualità cubana è stata accusata, in realtà, penso ai nostri colleghi, alle nostre glorie della danza, della musica, delle lettere, della poesia, della pittura, del teatro, alle nostre personalità del giornalismo, ai nostri scrittori. Mi sembra che ignorare in questo modo l’intellettualità cubana, riducendola a questo gruppo di persone, solo perché fra di loro ce ne sono alcuni laureati, alcuni intellettuali, alcune persone che una volta esercitarono il giornalismo, mi sembra veramente un’offesa allo sforzo da noi svolto nell’istruzione del nostro popolo e della cultura.

    Quindi, aiutateci a chiarire questo, che tutti i laureati a Cuba non sono stati portati in giudizio, e che a Cuba ce ne sono oltre 700 000. E lo dico senza arrabbiarmi, ovviamente, non è che si sia esaurita la nostra pazienza, che ci lasciamo provocare da queste dichiarazioni, ma ci sembra che si deve dire la verità con onestà, indipendentemente dalle posizioni o dai giudizi che si abbiano su Cuba.

    Finalmente, su questo tema voglio dire che la Procura Generale si è servita dei seguenti articoli della legislazione cubana, di leggi previamente sancite a Cuba. Nessuno è stato giudicato da una legge posteriore alla propria accusa. Abbiamo uno stato di diritto, siamo un Paese con istituzioni che si rispettano e che svolgono il loro lavoro nell’ambito della legge.

    E’ stato applicato l’Articolo 91 del Codice Penale cubano, Legge 62 di 1987, che proveniva, a sua volta, dal Codice Penale spagnolo. Tale articolo fa parte della legislazione penale cubana sin dall’epoca in cui Cuba era una colonia della Spagna, ed è molto simile a quello contenuto quasi con le stesse parole nel Codice Penale nordamericano. Cito: "Atti contro l’indipendenza o l’integrità territoriale dello Stato. Colui che nell’interesse di uno Stato straniero realizzi un fatto in detrimento dell’indipendenza dello Stato cubano, o dell’integrità del suo territorio, sarà condannato a pena di privazione di libertà da 10 a 20 anni, o di morte".

    E’ così anche nel Codice di Difesa Sociale del 1936 a Cuba, che proveniva, a sua volta da quello spagnolo, chiaro?

    Noi riteniamo, e i procuratori ritengono, e il popolo di Cuba ritiene che colui che riceve denaro da una potenza straniera, appoggia il blocco, contribuisce a diffondere informazione tendenziosa che giustifica il blocco; colui che commette atti al servizio di una potenza straniera, che fornisce informazione affinché venga applicata la Legge Helms-Burton dev’essere processato ai sensi del suddetto articolo, quindi le nostre leggi devono servirci per difenderci da tali condotte.

    Non l’avevamo fatto prima? E’ vero. Abbiamo avuto pazienza, come ho già detto, siamo stati tolleranti; ma siamo stati costretti a difenderci.

    D’altra parte, si sono applicati vari articoli della Legge N.88 sulla Protezione dell’Indipendenza Nazionale e dell’Economia di Cuba, l’antidoto legale di Cuba alla Legge Helms-Burton. E Cuba non è stato l’unico Stato a proclamare che costituisce un reato nel suo territorio il fatto di collaborare con la Legge Helms-Burton e di obbedirla; il Canada ne ha fatto una legge. Nel Canada è un delitto collaborare o piegarsi alla Legge Helms-Burton. L’Unione europea ha adottato un regolamento, e in altri Paesi come il Messico e l’Argentina, sono state emesse leggi che puniscono come delitto il fatto di collaborare con la Legge Helms-Burton o piegarsi ad essa. E’ un delitto in quelli Paesi rispettare la Legge Helms-Burton, come una legge antidoto, come una misura di legittima difesa di fronte al carattere extraterritoriale della suddetta legge. Come non avere, nel nostro caso, una legge per proteggerci? e questa legge è stata invocata.

    E’ stato detto che questi sono prigionieri di coscienza, che sono stati accusati solo per i fatto di pensare o di parlare, il che rifiuto assolutamente. Qui sono stati giudicati fatti e condotte qualificati come delitti nella Legge, in nessun caso idee. Le battaglie di pensiero si vincono con il pensiero, come disse José Martí, e siamo molto forti nelle nostre idee. Puniamo fatti e condotte.

    Ecco gli articoli della Legge N.88 sulla Protezione dell’Indipendenza Nazionale e dell’Economia.

    Articolo 5.1 "Colui che cerchi informazione da utilizzare nell’applicazione della Legge Helms-Burton, del blocco e della guerra economica contro il nostro popolo, allo scopo di infrangere l’ordine interno, di destabilizzare il Paese e di liquidare lo Stato socialista e l’indipendenza di Cuba, sarà condannato a pene di privazione di libertà.

    Articolo 6.1.- "Colui che accumuli, riproduca, diffonda materiale sovversivo del governo degli Stati Uniti di America, delle loro agenzie, dipendenze, rappresentanti, funzionari o di qualunque entità straniera per appoggiare gli obiettivi della Legge Helms-Burton, il blocco e la guerra, sarà condannato..." Si è detto che sono in prigione perché avevano a casa libri di Mark Twain, come Le avventure di Tom Sawyer, perché avevano la Bibbia. Tale accusa offende la nostra sensibilità e offende la verità.

    Perché non dovrebbe costituire un delitto a Cuba il fatto di diffondere propaganda del governo degli Stati Uniti, manuali per la sovversione interna, testi in favore del mantenimento blocco contro Cuba? Perché non dovremmo difenderci dal blocco più prolungato della storia? Perché? Il nostro Paese ha il diritto, in virtù della Carta delle Nazioni Unite, di difendere il proprio diritto alla libera determinazione, a scegliere il proprio sistema, e ha la potestà di prevedere nelle proprie leggi quali delitti i comportamenti e i fatti in favore dell’aggressione contro il Paese, che si finanzia dall’estero, e quindi è un delitto.

    FORSE PER LA SUA LUNGHEZZA LA CONFERENZA STAMPA DEL CANSIGLIERE DI CUBA NON HA POTUTO ESSERE PUBBLICATA COMPLETA.
    VI PREGO DI ANDARE AL SITO:

    http://www.granma.co.cu/2003/04/13/n...rticulo25.html

    GRAZIE!

  8. #8
    Hanno assassinato Calipari
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    Predefinito Re: Re: Stop all'embargo a Cuba!

    In Origine Postato da piemont
    Traducendo: a Cuba non si realizza appieno il paradiso e la rivoluzione comunista perchè le multinazionali e le imprese USA non sono liberi di investirci e fare profitti a palla ."
    "L'uomo nuovo",il vero comunista cubano si realizza aprendo Cuba all'invasione del capitalismo americano.

    Interessante poi l'idea che le sanzioni commerciali verso un Paese generino e giustifichino automaticamente la repressione dei diritti civili della popolazione.Il nesso logico è più che ovvio nel pensiero comunista.
    Sono due argomenti completamente distinti.

    Gli Usa pagano persone e terroristi per fare attentati, questa e' una REALTA', compresa l'esplosione di un aereo di linea cubano.

    L'embargo e' un crimine contro l'umanita', specialmente verso chi non puo' difendersi. E' vero che Cuba, per la sua correttezza decennale, riesce ad allargarne le maglie, ma anche l'Europa ne e' vittima e quindi non puo' spingere piu' di tanto.

    Altro discorso sono la liberta' di stampa per come la concepiamo noi, che ci dona Bruno Vespa, o ministri che vanno in Tv a dire falsita'

    ---

    14-APR 13:19 GUERRA: secondo due ispettori Onu Powell avrebbe diffuso notizie false su armi di distruzione di massa


    BERLINO - "Le notizie fornite da Colin Powell sulle armi di distruzione di massa in Iraq sono completamwnte false". Lo hanno dichiarato due degli ispettori dell'Onu che erano stati in Iraq. Si tratta di un esperto informatico tedesco, che ha preferito mantenere l'anonimato, e del norvegese Joern Silijeholm. In una dichiarazione rilasciata alla televisione tedesca Ard, hanno detto che nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza, Powell aveva parlato di camion con a bordo armi. In realta', dalle ispezioni, risultarono essere autopompe dei pompieri. (Agr)

    ---

    Questa notizia non l'ho vista al Tg1, ad esempio.

  9. #9
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    NON CHIEDERE ALL'EMBARGO COSA PUO FARE PER FIDEL
    MA CHIEDI A FIDEL COSA PUO FARE PER L'EMBARGO

  10. #10
    Giu' la maschera!
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    La triste realta' e' che a fidel l'embargo fa comodo, senza embargo non avrebbe ragione di stare al potere.

    Senza embargo cuba potrebbe fare un macello di soldi in piu', portando mega-benessere a tutta la sua popolazione (solo in soldi di sigari per i politici a washington )

 

 
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