15.04.2003
Frattini: «Tremila soldati in Iraq per gli aiuti». Opposizioni divise, i ds si astengono
di red.
Sono circa tremila i militari che il Governo Berlusconi vuole inviare «da subito» in Iraq. Lo ha detto martedì mattina, intervenendo al Senato, il ministro degli Esteri Franco Frattini che ha chiesto all'aula di votare un «consenso ampio» alla proposta dell'esecutivo.
«Senza un contributo militare, il nostro intervento in Iraq sarebbe velleitario e forse impraticabile», ha detto in Senato Frattini. Il complesso delle forze da mandare sul territorio in tempi rapidi, ma non ancora precisati nel dettaglio, dovrebbe essere pari a «2.500-3.000 unità, comprendente moduli operativi e di supporto per assolvere i compiti umanitari», ha aggiunto il ministro. Frattini detto che i militari (carabinieri, genio, aviazione e marina) dovranno «proteggere i flussi umanitari, lavorare per il ripristino di strade e aeroporti, bonificare il terreno da ordigni esplosivi, rilevare agenti chimici e biologici e concorrere a compiti di ordine pubblico».
Il tutto al di fuori di qualsiasi contesto europeo, anche se Frattini ha detto che c'è un forte impegno dell' Italia «per arrivare ad una soluzione condivisa della Ue» da parte dei quindici componenti e dei dieci nuovi paesi che entreranno nell' Unione Europea a proposito della ricostruzione in Iraq. Frattini ha fatto riferimento al prossimo vertice europeo di Atene.
Ma intanto il governo, che evidentemente si era già assunto un impegno in tal senso con gli americani, intende andare avanti. Anche se non sa ancora quanto la missione potrà durare e quanto costerà. «Un provvedimento finanziario è in preparazione», ha spiegato il ministro degli Esteri.
Le reazioni. Come è già, purtroppo accaduto durante questi drammatici giorni che hanno accompagnato l'attacco americano all'Iraq, l'opposizione andrà al voto parlamentare in forma sparsa. E' di poco fa la dichiarazione del presidente dei diesse, Massimo D'Alema, al termine della riunione dei deputati della Quercia.
«Un voto contro gli aiuti umanitari non si comprenderebbe», ha detto. Di fatto, annunciando un'astensione del gruppo dei diesse. Decisione, questa, presa a maggioranza con la posizione contraria del correntone che si è riunito per decidere come comportarsi in Aula. «L'astensione - ha continuato il presidente dei Ds - mi pare una decisione ragionevole. Ci sono molti motivi di perplessità sull'iniziativa del governo che rischia di approfondire una divisione in Europa tra chi si colloca in qualche modo tra gli amici degli americani, sostenendo l'intervento militare, e chi era contrario alla guerra».
Secondo D'Alema «questo rischio politico è molto forte, e con l'approfondimento di questa divisione la stessa presidenza del semestre italiano verrebbe gravemente compromessa». Detto questo, però, D'Alema aggiunge che «ci sono gli aiuti umanitari: le due questioni vanno distinte perchè noi siamo a favore degli aiuti e chiediamo al Governo che avvengano in un quadro di iniziativa dell'Onu e dell'Unione europea e non in un quadro unilaterale».
Una posizione che non è condivisa da tutte le opposizioni. Verdi e Rifondazione hanno già annunciato il loro «no». «Un intervento pessimo quello di Frattini», ha commentato laconico il verde Alfonso Pecoraro Scanio. «Noi voteremo contro» ha aggiunto. E le agenzie di stampa raccontano di un clima di «tensione» nell'Ulivo all'inizio della riunione, nella sede della Margherita, la riunione dei capigruppo . Nervosismo che traspare dalle parole di Maura Cossutta (pdci), che entrando al vertice, ha apostrofato i colleghi degli altri partiti: «Che veniamo a fare in una riunione, se altri hanno già deciso di astenersi? Siete socialconfusi...».
Il coordinatore della Margherita, Dario Franceschini, contrario alla decisione di astenersi, ha detto: «E' del tutto incomprensibile che sulla guerra ci siano riunioni separate dei gruppi. Allora, perchè abbiamo istituito l'assemblea dei parlamentari?».
Due deputati della Margherita, infine, Giuseppe Gambale e Franca Bimbi, hanno detto che non parteciperanno al voto sulla mozione del governo.
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