Il Correntone Ds a Fassino: «Uno strappo quel voto sull'Iraq»
di Giuseppe Vittori
«Consideriamo uno strappo quello avvenuto martedì in Parlamento, con il voto di astensione dei Ds sull'invio di un contingente militare al di fuori dell'egida dell'Onu e della Ue». In una lettera aperta i deputati e senatori del correntone componenti del comitato direttivo o membri delle presidenze di gruppi parlamentari accusano Piero Fassino di incoerenza nella votazione sull'Iraq e chiedono, se la linea dei Ds è cambiata, di affrontare la questione «di fronte agli organismi dirigenti» del partito. Il segretario Ds risponde in serata durante la trasmissione “Otto e mezzo”, dicendo che ha portato avanti una linea «netta e chiara», aggiungendo che non drammatizza il rifiuto del correntone ad astenersi. Sottolineando poi: «Io rispetto e riconosco il ruolo della minoranza, ma sono forte di un mandato dal congresso di Pesaro. Cerco un punto di sintesi e unità, e se non è componibile seguo la linea della maggioranza».
Ricordano i parlamentari del correntone nella lettera: «Avevamo letto con soddisfazione, non più tardi di lunedì mattina le cronache dei quotidiani che davano conto delle tue affermazioni: “nessun intervento militare in Iraq si potrà svolgere al di fuori di un mandato chiaro dell'Onu”. All'assemblea del gruppo Ds alla Camera di lunedì sera - prosegue la lettera - questo indirizzo veniva pienamente confermato. Cos'è avvenuto nello spazio di 12 ore, o perfino di meno - si chiede il correntone - per mutare giudizio?».
Più dialogante la posizione di Cofferati. «È vero che chi governa ha avuto il consenso degli elettori ma è bene precisare che chi non governa ha avuto più voti. Solo che chi non governa si è diviso. A questo punto bisognerà rimediare riunificando quello che si è diviso se si vuole avere qualche prospettiva», ha detto l'ex segretario della Cgil Sergio Cofferati parlando a Milano ad un dibattito per la presentazione dell' ultimo libro di Paolo Sylos Labini.
Dice Piero Fassino in serata: «Io non ho condiviso il no di parte delle opposizioni alla missione italiana. Credo sia difficile spiegare perché si vota contro una missione umanitaria e soprattutto credo sia sbagliato non percepire la differenza fra la fase precedente di guerra e quella attuale del post-guerra». Aggiunge comunque il segretario Ds: «Non ho drammatizzato il no all'astensione da parte della minoranza, ma ho portato avanti una linea che ritengo sia netta e chiara, non potevo fare altro». «Io - aggiunge Fassino - rispetto e riconosco il ruolo della minoranza ma sono forte di un mandato dal congresso di Pesaro. Cerco un punto di sintesi e unità e se non è componibile seguo la linea della maggioranza». Ferrara chiede al segretario dei Ds cosa pensa dell'Unità, che definisce un giornale con una posizione ultrapacifista in dissenso con la linea della maggioranza della Quercia. Fassino risponde: «L'Unità non è un giornale del mio partito». Perchè non ne fate uno vostro?, replica Ferrara. La risposta: «Vedremo... non lo so, ci vogliono risorse».
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