Gli italiani delle prossime generazioni si chiameranno Francesco o Paola, Elena o Matteo. Tramonta l'epoca delle Natasha e delle Noemi. Si ricopre la tradizione, e il nome "del nonno".
ROMA - Sulle carte d'identità degli italiani di prossima generazione sembrano destinati a sparire i nomi mutuati dalle telenovelas, dai film hollywoodiani, dai libri di successo, dalle sfilate di moda e perfino dalle convinzioni ideologiche. Basta Natasha o Noemi, insomma, ma basta anche (sebbene la moda fosse davvero passata da tempo) ai nomi come Libera, Vittoria o Lenina.
Stando al settimanale Anna, che in questi giorni pubblica i risultati di un sondaggio sulle preferenze degli italiani in fatto di nomi maschili e femminili,i futuri cittadini della Penisola torneranno a utilizzare gli appellativi mai tramontati. Schiere di Francesco e Francesca, Alessandro, Chiara, Giulia, Elena o Marco, Andrea, Paolo e Cristina, stanno per sostituire gli incredibili "Sue Ellen" di qualche anno fa.
E' un ritorno alla tradizione che segue la sbornia "onomastica" iniziata nella metà degli anni Ottanta e proseguita fino alla fine dei Novanta, che ha visto affacciarsi al mondo schiere di Rubens, Michael, o Samantha e perfino migliaia di Diego, come Maradona.
Ora, tra 400 intervistati di età compresa fra i 25 e i 44 anni, la maggiorparte spiega di preferire, come fonte di ispirazione per un futuro nascituro, il nome del nonno, o dello zio più simpatico in famiglia, piuttosto che quello di un asso dello sport, o del protagonista di una soap opera.
Meglio un sempreverde "Francesco", insomma, il nome che si guadagna le simpatie del 76 per cento degli intervistati, piuttosto che Roul, o un Mathias. E' la rivincita della tradizione, che torna a pescare tra i nomi di famiglia, o tra quelli dei santi. Ritornano i Marco e i Luca, fanno furore, nomi semplici come Silvia, Cristina, Anna o Roberta.
Per molti, è l'Italia che si "sprovincializza". Un modo per riaffermare un'identità anche attraverso l'appello scolastico. E una boccata di sollievo per insegnanti e dipendenti degli uffici Anagrafe, da sempre imbarazzanti di fronte alla sfuggente "H" di Samantha, o alla difficile scelta imposta dalla "V", semplice o doppia, nel nome Walter.
(22 APRILE 2003, ORE 12.10)
Da: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0...177062,00.html